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Seoul creerà fondo per risolvere caso lavoratori forzati in Giappone

Seoul creerà fondo per risolvere caso lavoratori forzati in GiapponeRoma, 6 mar. (askanews) – La Corea del Sud ha annunciato oggi la costituzione di un fondo per risarcire i lavoratori forzati coreani che furono costretti a lavorare per compagnie giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Lo riferiscono i media locali, che annunciano anche la decisione di Seoul di porre termine al ricorso all’Organizzazione mondiale per il commercio (Omc) contro il Giappone per ostacoli alle esportazioni.
Si tratta di un ennesimo passaggio che mostra la volontà sudcoreana di riallineare le sue relazioni a quelle di Tokyo, anche alla luce del mutato contesto regionale che vede gli Usa desiderosi di avere un fronte più compatto con gli alleati rispetto a una montante potenza della Cina.
L’apprezzamento americano è stato esplicitato dallo stesso presidente Joe Biden, che in un annuncio ha lodato il “nuovo capitolo della cooperazione e della partnership tra due dei più stretti alleati degli Stati uniti” e un “passo critico per forgiare un futuro per i popoli coreano e giapponese che sia più sicuro e più prospero”.
Il ministro degli Esteri sudcoreano Park Jin ha detto che verrà creata una fondazione governativa per risarcire 15 vittime le quali hanno vinto in tribunali sudcoreani cause contro la Mitsubishi Heavy Indusries e la Nippon Steel nel 2018, sentenze che Tokyo non ha mai riconosciuto. Il fondo verrà creato usando donazioni provenienti dal settore privato.
“Il governo spera che Sudcorea e Giappone possano lavorare assieme per sviluppare relazioni orientate al futuro e basate sulla riconciliazione, su un’amichevole cooperazione, superando la storia disgraziata del passato”, ha dichiarato Park in una conferenza stampa. “Questa soluzione – ha detto ancora – va incontro al rafforzato potere e status della Repubblica di Corea. Il governo non farà finta di niente sulla materia, dando risposta alle sofferenze delle persone”.
La vicenda del lavoro forzato – con quella delle cosiddette “donne di conforto” sfruttate nei bordelli militari dell’Esercito imperiale nipponico durante il periodo coloniale e una disputa territoriale – ha rovinato le relazioni tra Seoul e Tokyo per decenni.
Collegata ha questa è anche la questione delle restrizioni alle importazioni imposte dal Giappone alla Corea del Sud dal 2019, in seguito proprio alle sentenze della Corte suprema sudcoreana sul lavoro forzato. Tokyo da allora ha innalzato barriere all’importazione di materiali industriali, tra i quali chip e monitor e ha rimosso la Corea del Sud dalla lista di nazione più favorita.
Seoul ha annunciato oggi di aver deciso di ritirare il ricorso che aveva presentato in merito al WTO, per favorire l’apertura di negoziati sulla revoca di queste strutture restrittive.
Gli annunci sono venuti meno di una settimana dopo che il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha affermato che il Giappone si è trasformato da aggressore militarista in un “partner” che confivide gli stessi valori universali della Corea del Sud.
Park, dal canto suo, ha chiesto al governo giapponese e alle aziende nipponiche di contribuire volontariamente al fondo per i lavoratori forzati, oltre che presentare delle scuse complessive, in modo da contribuire allo sviluppo su una nuova base dei rapporti bilaterali.
La mossa del governo di Seoul, tuttavia, rischia di essere troppo spinta per l’opinione pubblica sudcoreana, che ha una visione del Giappone ancora fortemente negativa.
Dal canto suo, il ministro degli Esteri giapponese Yoshimasa Hayashi ha espresso “apprezzamento” per gli annunci sudcoreani, spiegando che Tokyo “ha ereditato la sua posizione da quella di successivi governi su un riconoscimento storico nel suo complesso”, i quali in passato hanno espresso “rimorso” per l’eredità storica coloniale. Il governo giapponese – ha detto ancora Hayashi – manterrà la sua posizione, non fornendo fondi statali. Ma “non ha una particolare posizione” rispetto a donazioni volontarie da parte dlele compagnie giapponesi. Invece il tema dei controlli sulle importazioni sudcoreane “è una discussione a parte”.

Ucraina, Mercenario Wagner su Stalin: mi piace suo essere spietato

Ucraina, Mercenario Wagner su Stalin: mi piace suo essere spietatoMilano, 5 mar. (askanews) – “Quello che mi piace di lui? È il suo essere spietato”. A parlare è – in tutta evidenza – un mercenario della Wagner in un video pubblicato sui social dove parla di Stalin. La telecamera scende e inquadra la sua spalla: c’è un’effige del magnifico georgiano e la scritta “ai tempi miei questo casino non c’era”.
Oggi sono 70 anni dalla morte di Stalin, icona e fantasma che aleggia spesso in Russia. Forse più che in passato, alla luce della guerra in Ucraina. Il Cremlino apparentemente ignora questa data per diversi motivi, ben consci che nella società russa ci sono molti sostenitori di Stalin e ma anche duri antistalinisti. Mosca ha ancora paura di essere accusata dall’Occidente di stalinismo e Vladimir Putin sa bene che il confronto con il leader storico può rivelarsi una lama a doppio taglio. Per ora si è ricorsi ai richiami. In primis il mito della Vittoria nella II guerra mondiale, che nella sua forma attuale è inseparabile da Stalin, o ad esempio l’anniversario di Stalingrado. Ma se la Russia continua a subire sconfitte, il tema di Stalin diventerà uno dei principali, dicono gli esperti.
“Il tiepido sfatare il “culto della personalità” operato dagli eredi di Stalin non ha potuto fermare la venerazione quasi religiosa del leader” annota oggi il sito di opposizione Meduza. “La divulgazione di informazioni sul Grande Terrore, l’Holodomor, la realpolitik di Stalin alla vigilia e durante la seconda guerra mondiale ha inorridito molti, ma non ha nemmeno portato alla destalinizzazione” aggiunge. Senza contare l’infamia dei Gulag.
E la scena anche oggi si ripete, sotto la neve, sulla Piazza rossa di Mosca: i membri del Partito Comunista della Federazione Russa, guidati dal leader del partito Gennady Zyuganov, hanno deposto fiori e ghirlande sulla tomba vicino al muro del Cremlino. “Esattamente 70 anni fa, in questo giorno alle 21.50, Joseph Vissarionovich Stalin morì. Morì, ma non morì. Le sue grandi azioni e creazioni, le sue gloriose vittorie vissero e vivranno per secoli … Ha trasformato l’impero crollato in una potenza leader, la più rispettata del pianeta”, ha detto Zyuganov ai giornalisti dopo la cerimonia, secondo Ria Novosti.
Mentre il partito dei Comunisti della Russia ha inviato un appello al Ministero dell’Istruzione con la richiesta di introdurre l ‘”Orologio di Stalin” al liceo: tre lezioni obbligatorie sulla personalità di Stalin. Secondo il presidente del partito Sergei Malinkovich, la prima lezione dovrebbe riguardare Stalin come “comandante supremo dell’esercito sovietico”.
Leader spietato e solo, Stalin. Come racconta anche la sua morte. Secondo la versione ufficiale oggi reiterata: “Stalin morì 70 anni fa per un ictus, e un esame potrebbe finalmente dissipare tutte le insinuazioni su questo punto. L’assistenza medica è stata fornita al capo dello stato sovietico troppo tardi perché Stalin ha proibito a chiunque di entrare senza permesso nella sua stanza: le guardie di sicurezza non osarono entrare quando Stalin non ne uscì, come era solito fare”. Così lo storico Sergey Viktorovich Devyatov.
E il silenzio che è seguito a quella morte è stato tanto assordante, da coprire anche un altro decesso: esattamente 70 anni fa, il 5 marzo 1953, Sergei Sergeevich Prokofiev morì nel suo appartamento. La scomparsa del più grande compositore russo del XX secolo, un brillante pianista, direttore d’orchestra (sei volte vincitore del Premio Stalin), non ha avuto praticamente alcuna risonanza nel suo paese natale a causa delle circostanze: Stalin era morto lo stesso giorno.
(Di Cristina Giuliano)

Grecia, il premier ora si scusa: perdono per disastro ferroviario

Grecia, il premier ora si scusa: perdono per disastro ferroviarioMilano, 5 mar. (askanews) – Almeno 57 persone sono state confermate morte dopo l’incidente ferroviario in Grecia, avvenuto martedì sera di questa settimana. E ora il primo ministro greco si scusa con le famiglie delle vittime, scrive Afp. “Come primo ministro, devo chiedere perdono a tutti, ma soprattutto ai parenti delle vittime”, ha detto il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, secondo l’agenzia di stampa.
Mercoledì di questa settimana aveva detto che è stato probabilmente un errore umano che ha portato all’incidente mortale.
L’incidente è avvenuto martedì sera fuori Larissa, a circa 380 chilometri a nord di Atene. Sono stati un treno passeggeri e un treno merci a scontrarsi frontalmente, almeno tre carrozze hanno preso fuoco.
Circa 700 manifestanti si sono riuniti giovedì pomeriggio davanti alla sede delle ferrovie greche ad Atene per protestare, tra l’altro, contro la mancanza di manutenzione della rete ferroviaria.
Il capostazione della città è stato arrestato questa settimana in relazione alla tragedia. Il capostazione, 59 anni, di Larissa, è stato accusato di omicidio colposo.
L’avvocato difensore dell’uomo ha detto che il capostazione ha riconosciuto una parziale colpa del disastro, ma ha sottolineato che anche altri fattori hanno portato all’incidente

Trump lancia candidatura: fermerei guerra in Ucraina in un giorno

Trump lancia candidatura: fermerei guerra in Ucraina in un giornoMilano, 5 mar. (askanews) – Donald Trump ha lanciato la propria campagna elettorale dalla Convention dei Repubblicani e, nuovamente, si è presentato come l’unico candidato possibile per “finire il lavoro”.
“Io sono il vostro guerriero. Io sono la vostra giustizia. E per coloro che hanno tradito: io sono la vostra punizione”, ha detto Trump, che ha attaccato la burocrazia di Washington e ha assicurato che la sua corsa non si fermerà nemmeno in caso di incriminazione per l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Parlando di Ucraina, il miliardario ha sostenuto che a lui basterebbe “un solo giorno” per fermare la guerra e che è l’unico presidente in grado di “evitare la terza guerra mondiale”. Attaccata anche la Cina, come sempre nei discorsi di politica estera di Trump, che ha promesso di fermare l’import da Pechino.
Per quanto riguarda la politica interna l’ex presidente ha promesso di salvare il Paese dai marxisti, comunisti, drogati e dall’oblio a cui secondo lui sarebbe destinato. Ovviamente con solo lui in grado di evitarlo.

Spagna, Sanchez annuncia nuova legge su parità uomo-donna

Spagna, Sanchez annuncia nuova legge su parità uomo-donnaMilano, 4 mar. (askanews) – Il governo spagnolo ha presentato un disegno di legge che prevede una rappresentanza più equa di donne e uomini nella politica, negli affari e in altri settori della vita pubblica.
Il disegno di legge contiene misure che, tra l’altro, contribuiranno a una maggiore parità nelle liste elettorali politiche, nei consigli di amministrazione e nel management delle grandi aziende e nella gestione delle organizzazioni professionali.
Il primo ministro Pedro Sanchez ha annunciato la nuova legge sull’uguaglianza, intervenendo a un evento organizzato dal Partito socialista al governo prima della festa della donna dell’8 marzo.
“Con questo, il governo non sta solo facendo un passo a favore del femminismo, ma a favore dell’intera società spagnola”, ha detto Sanchez. “Le donne costituiscono la metà della società. Allora dovrebbero avere anche la metà del potere politico ed economico”, ha aggiunto.
In politica, la legge richiederà ai partiti di offrire un numero uguale di candidati uomini e donne durante le elezioni, con l’obiettivo di aumentare la parità di genere in parlamento. Al momento le donne costituiscono il 44% del Congresso e il 39% del Senato.

##Ucraina, Bakhmut, simbolo o strategia? Ecco perché è importante

##Ucraina, Bakhmut, simbolo o strategia? Ecco perché è importanteMilano, 4 mar. (askanews) – Le forze russe continuano i loro tentativi per accerchiare l’ucraina Bakhmut, rimasta per Kiev un baluardo nella regione di Donetsk. La città-fortezza si trova a nord-est, a circa 20 chilometri dalla regione di Lugansk, ed è da tempo un obiettivo delle forze di invasione di Vladimir Putin. Spesso viene indicata come non strategica e la battaglia che si protrae là da oltre 6 mesi insensata, ma allora perché è così importante per Mosca e per Kiev?
SIMBOLO Dall’estate scorsa la città è stata a due passi dalle linee del fronte, quindi la sua presa rappresenterebbe un successo a lungo agognato per le forze di Mosca e porterebbe un valore strategico, anche se limitato.
COLLEGAMENTI La città ha importanti collegamenti stradali con altre parti della regione di Donetsk; verso est fino al confine con Lugansk, a nord-ovest fino a Sloviansk e a sud-ovest fino a Kostiantynivka. Per diverse settimane, le rotte verso Bakhmut sono gradualmente passate sotto il controllo delle forze russe.
STRATEGIA Piuttosto che guidare direttamente verso il centro della città, i gruppi di Wagner hanno cercato di circondarla in un ampio arco da nord. A gennaio hanno rivendicato la vicina città di Soledar e da allora hanno preso una serie di villaggi e frazioni a nord di Bakhmut. Se i russi riuscissero a conquistare le alture a ovest della città, le vicine città industriali di Kostiantynivka e Kramatorsk sarebbero alla mercé della loro artiglieria e dei mortai. Non è chiaro dove ripiegherebbero esattamente le forze ucraine se si ritirassero dalla città.
INFAMIA Ma la battaglia per Bakhmut è costata molti uomini per i russi, il che viene considerata da Kiev non una sconfitta nella guerra di logoramento. Il capo del gruppo di mercenari Wagner Evgenij Prigozhin ha infatti guidato l’assalto durato mesi alla città, dove le sue forze hanno guadagnato il marchio di infamia per i loro attacchi suicidi a “ondate di carne” che secondo gli ucraini stanno provocando perdite russe estremamente pesanti.
MOTIVO DI CONTESA Prigozhin ha avuto un furioso battibecco di recente con i generali russi su chi fosse responsabile della presa della città ucraina di Soledar: i suoi uomini o le truppe russe regolari. Ha inoltre parlato di “fame di munizioni”, pubblicando un video di una pila di cadaveri per sottolineare il suo punto di vista sulla carenza di munizioni. Ha anche attaccato verbalmente i generali russi per non aver tagliato le linee di rifornimento ucraine, rendendo più difficile per i suoi uomini impadronirsi di Bakhmut a Donetsk, lamentando che probabilmente ora ci vorrebbe più tempo per prendere la città a causa della “mostruosa burocrazia” di Mosca.

Turchia, a 10 settimane da elezioni fronte opposizione si spezza

Turchia, a 10 settimane da elezioni fronte opposizione si spezzaRoma, 3 mar. (askanews) – L’alleanza di sei partiti di opposizione turchi, formatasi in vista delle elezioni del 14 maggio, si è divisa già oggi sulla scelta di un candidato comune per affrontare il capo di stato uscente Recep Tayyip Erdogan alle urne.
La fondatrice e presidente del partito IYI, il Buon Partito, Meral Aksener, ha rifiutato di sostenere la candidatura di Kemal Kilicdaroglu, il leader del Partito Popolare Repubblicano, il CHP, la principale formazione di questa piattaforma, scelto da cinque dei sei partiti. Il Buon Partito è la seconda formazione più importante dell’alleanza.
In un discorso televisivo, Aksener ha ritenuto che la scelta di Kilicdaroglu, che dovrà essere ufficializzata lunedì, sia il risultato di “piccoli calcoli” contrari all’interesse generale della Turchia. “Da ieri la Tavola dei Sei (il soprannome dell’alleanza, ndr) ha perso la sua capacità di riflettere la volontà della nazione”, ha detto la leader. “Questa alleanza non è più una piattaforma di buon senso dove discutere di potenziali candidati: è diventata uno studio di notai che lavora sull’approvazione di un singolo candidato”, ha denunciato.
Meral Aksener ha invitato i sindaci di Istanbul e Ankara, Ekrem Imamoglu e Mansur Yavas, entrambi membri e popolari politici del CHP, a candidarsi. “La nostra nazione vi ama, la nostra nazione vi vuole”, ha detto dopo un incontro con i dirigenti del suo partito. Pur sostenendo il “suo presidente” Kiliçdaroglu, Yavas si è detto pronto al suo “dovere” se l’alleanza glielo chiedesse. Imamoglu ha chiaramente espresso il suo sostegno alla candidatura del presidente del CHP.
Il presidente Erdogan, al potere da vent’anni e candidato alla propria successione, ha annunciato che le elezioni presidenziali e legislative si svolgeranno il 14 maggio nonostante il terremoto del 6 febbraio. Nei giorni scorsi era emersa la possibilità che potessero slittare al 2024.

Banca mondiale: Giappone paese con più disparità di genere tra G7

Banca mondiale: Giappone paese con più disparità di genere tra G7Roma, 3 mar. (askanews) – La questione delle disparità di genere continua ad aggravarsi in Giappone. Secondo l’annuale rapporto della Banca mondiale sull’argomento, Tokyo si classifica al 104mo posto su 190, buon ultimo tra i paesi del G7.
Il rapporto annuale valuta i divari di genere presenti nelle leggi e nei regolamenti in otto aree tematiche, tra le quali ci sono il luogo di lavoro, retribuzione, genitorialità e imprenditorialità.
Nel rapporto il Giappone ha ottenuto una media di 78,8 su 100, condividendo lo stesso punteggio con paesi come le Filippine. Particolarmente critiche sono le categorie del lavoro e della retribuzione, segnando rispettivamente 50 e 20 su 100, sebbene abbia ottenuto il massimo dei voti per pensioni e mobilità.
Tra gli altri membri del G7, Canada, Germania e Francia hanno ottenuto ciascuno un punteggio di 100 nell’indice, il che significa che le donne sono sullo stesso piano legale degli uomini in tutte le aree misurate. Seguono l’Italia e la Gran Bretagna con un punteggio di 97,5 e gli Stati Uniti con 91,3.
La classifica del Giappone è in continuo peggioramento: nel 2020 era al 74mo posto, nel 2021 all’80mo e nel 2022 è sceso al 103mo.
A livello globale, la Banca mondiale ha dichiarato che il punteggio medio nell’ultimo rapporto è stato di 77,1, un miglioramento di solo mezzo punto rispetto all’ultimo sondaggio. Ha affermato che ci sono state solo 34 riforme legali legate al genere in 18 paesi, il numero più basso dal 2001.
“Al ritmo attuale delle riforme, ci vorrebbero almeno 50 anni per avvicinarsi all’uguaglianza legale di genere ovunque”, ha avvertito l’organizzazione internazionale nel rapporto. “In molti paesi, una donna che entra oggi nel mondo del lavoro andrà in pensione prima di poter ottenere gli stessi diritti degli uomini”.

Nordcorea, dal 13 marzo maxi-esercitazioni congiunte Usa-Sudcorea

Nordcorea, dal 13 marzo maxi-esercitazioni congiunte Usa-SudcoreaRoma, 3 mar. (askanews) – La Corea del Sud e gli Stati uniti terranno le loro esercitazioni militari primaverili congiunte tra il 13 e il 23 marzo. Lo hanno annunciato lo Stato maggiore congiunto sudcoreano e le Forze statunitensi in Corea (USFK).
L’esercitazione Freedom Shield (FS) registrerà l’edizione più lunga di sempre. Si tratta di una simulazione al computer delle attività di comando. In concomitanza si terrà la nuova esercitazione di addestramento sul campo su larga scala denominata “Warrior Shield”.
In precedenza si terrà un’esercitazione di gestione delle crisi di quattro giorni.
“Freedom Shield è pensato per rafforzare le capacità di difesa e di risposta dell’Alleanza, concentrandosi all’interno dello scenario dell’esercitazione su cose come il cambiamento dell’ambiente di sicurezza, la minaccia rappresentata dalla Corea del Nord e le lezioni apprese dalle recenti guerre e conflitti”, ha detto il portavoce dell’USFK colonnello Isaac Taylor in una conferenza stampa congiunta.
Il Warrior Shield rappresenta invece un ritorno a esercitazioni concrete sul campo su vasta scala, come fu nel caso di “Foal Eagle”, sospese nel 2019 sotto la precedente presidenza Moon Jae-in nel momento in cui tentava la via del disgelo con il regime di Kim Jong Un.
Le esercitazioni generali si concentrano sulla pratica di misure per scoraggiare la guerra e disinnescare le tensioni attraverso un meccanismo congiunto di gestione delle crisi, nonché procedure di esecuzione della guerra, secondo i funzionari di Seoul.
Lo Stato maggiore di Seoul ha segnalato che gli alleati applicheranno nelle manovre scenari di addestramento “realistici” relativi a minacce nucleari “ad alta intensità” da parte di Pyongyang.
Alle esercitazioni sul campo parteciperanno anche il personale del Comando delle Nazioni Unite e i comandi dei componenti subordinati sotto la Corea del Sud-U.S. Combined Forces Command, nonché rappresentanti di altri paesi Onu, secondo l’USFK.
Pyongyang ha avvertito Seoul e Washington che ci sarà una reazione “senza precedenti” se dovessero andare avanti con i piani di quest’anno per le esercitazioni combinate, che a suo dire rappresentano preparativi per una guerra d’aggressione. A questa minaccia, il colonnello Lee Sung-jun, portavoce dello Stato maggiore congiunto sudcoreano, ha detto che ci sarà una risposta “basata sulle capacità preponderanti dell’alleanza”.
In seguito alla serie di lanci di missili nordcoreani in questo primo scorcio del 2023, Usa e Sudcorea hanno tenuto esercitazioni aeree combinate sul Mar Giallo e su una regione interna centrale, coinvolgendo almeno un bombardiere strategico B-1B statunitense e i caccia F-15K e KF-16 sudcoreani.

Ucraina, ‘Un anno di guerra: le ripercussioni dell’invasione russa’

Ucraina, ‘Un anno di guerra: le ripercussioni dell’invasione russa’Roma, 3 mar. (askanews) – Il Centro Studi Americani e Aspen Institute Italia, in collaborazione con European Council on Foreign Relations e Ambasciata Usa in Italia, organizzano il Transatlantic Forum: the future of the West.
Partecipano tra gli altri Gianni De Gennaro, Presidente CSA, Giulio Tremonti, Presidente di Aspen Institute Italia, Shawn Crowley, Chargé d’Affaires, U.S. Embassy to Italy, Paula J. Dobriansky, former Under Secretary of State for Global Affairs, Kurt Volker, Distinguished Fellow, Center for European Policy Analysis; Founding Partner, American University of Kyiv, Hanna Halchenko, Consigliere dell’Ambasciata ucraina in Italia, Viktor Elbling, Ambasciatore della Germania in Italia e Ian Lesser, Vice President, German Marshall Fund of the United States.
Ad un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, le implicazioni globali del conflitto hanno portato all’ulteriore rafforzamento del ruolo della NATO e dell’Unione Europea nell’ambito dei rapporti transatlantici. Il dibattito affronterà le possibili ripercussioni e i futuri scenari interni ed esterni per l’Occidente sul lungo termine.