Ucraina e rapporti Usa-Cina: in India un G20 Esteri ad alta tensione
A Delhi Blinken, Lavrov, Qin Gang. Focus anche su clima, cibo, debito
Roma, 28 feb. (askanews) – La guerra in Ucraina e le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina, ma anche il tentativo dell’India di mantenere una posizione neutrale sul conflitto in corso, saranno al centro dei colloqui che domani e giovedì 2 marzo i ministri degli Esteri del G20 avranno a Nuova Delhi. Il governo di Narendra Modi spera che la crisi tra Kiev e Mosca non domini l’evento, sebbene sia in cima ai lavori. Questioni come il cambiamento climatico e il debito del Terzo mondo saranno poste al tavolo dei colloqui e ampiamente dibattute, ha reso noto una fonte locale. Ma di certo, le premesse non depongono a favore di ampie divagazioni. Tanto più che la ministeriale segue di pochi giorni un’analoga riunione dei titolari delle Finanze a Bangalore, le cui conclusioni sono state tutt’altro che confortanti. In quella occasione, infatti, i ministri non sono riusciti a raggungere un consenso su una dichiarazione congiunta – che Pechino e Mosca si sono rifiutati di firmare – accordandosi su un documento riassuntivo dopo le divergenze sulla richiesta ai russi di ritirarsi dai territori occupati. Un risultato, d’altra parte, che rispecchia quello dell’ultimo incontro del G20 a Bali, in Indonesia, nello scorso mese di novembre, quando al Paese ospitante non rimase alternativa che riconoscere le differenze.
I capi della diplomazia del G20 si ritroveranno a una settimana dal primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, che ad oggi ha provocato oltre 300.000 morti e feriti. All’incontro è prevista la partecipazione del ministro russo Sergei Lavrov, del segretario di Stato americano Antony Blinken e del britannico James Cleverly, mentre la Cina dovrebbe inviare il suo ministro degli Esteri, Qin Gang. Per l’Italia parteciperà Antonio Tajani, l’Unione europea sarà rappresentata da Josep Borrell. Complessivamente, si ritroveranno nella capitale indiana i rappresentanti di 40 paesi, compresi i membri non G20 invitati dall’India e alcuni leader delle organizzazioni multilaterali. A margine è prevista anche una riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi del Quad – Stati Uniti, India, Australia e Giappone.
Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno finora impegnato più di 130 miliardi di dollari in aiuti militari e civili all’Ucraina e hanno chiesto ai partner non occidentali di limitare o, in alcuni casi, tagliare i rapporti con la Russia. L’India ha cercato di mantenere una posizione neutrale durante tutta la durata del conflitto: Delhi vanta storici rapporti di amicizia con Mosca, ma coltiva da tempo buone relazioni con Stati Uniti e Unione europea, che stanno attivamente sostenendo Kiev contro il Cremlino. Blinken, secondo fonti diplomatiche, “sottolineerà il danno che la guerra di aggressione della Russia ha causato” e incoraggerà altre nazioni a raddoppiare gli appelli alla Russia per porre fine alla guerra. Importante, a questo proposito, sarà la risposta della Cina, che ha appena presentato un piano di pace in 12 punti, accolto con grande diffidenza dagli Occidentali.
Sulla riunione, d’altra parte, incombono da una parte le nuove richieste del presidente Volodymyr Zelensky di ricevere aerei da combattimento “per la protezione dello spazio aereo”, dall’altra i dubbi americani sulla posizione di Pechino riguardo al conflitto. Ancora ieri, il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price, ha detto che la Cina si è “chiaramente” schierata dalla parte della Russia ed è stata “tutt’altro che un mediatore onesto” negli sforzi per portare la pace in Ucraina. Sebbene Pechino abbia “tentato di mantenere questa parvenza di neutralità”, ha fornito alla Russia “sostegno diplomatico, sostegno politico, sostegno economico, sostegno retorico”, ha detto Price ai giornalisti. Il portavoce americano ha quindi spiegato che gli Stati Uniti non ritengono ancora che la Cina abbia fornito assistenza letale alla Russia, ma non escludono che potrebbe farlo in futuro, con conseguenze “potenzialmente terribili e tragiche”. Un’eventualità comunque esclusa, almeno per il momento, dal capo dell’intelligence ucraina, Kyrylo Bodanov. “Non credo che la Cina accetterà il trasferimento di armi alla Russia. Non vedo alcun segno che si stia discutendo di queste cose. Sono il capo dell’intelligence e mi affido, con tutto il rispetto, non alle opinioni delle singole persone, ma solo ai fatti. E non vedo tali fatti”, ha detto.
A dividere Washington e Pechino, d’altro canto, non è solo la valutazione del conflitto in Ucraina. Le tensioni tra i due paesi sono cresciute nelle ultime settimane anche a causa dei presunti palloni spia cinesi, individuati in Usa e in alcuni paesi alleati, e fatti abbattere. Il presidente Joe Biden ha dato l’ordine di colpirne uno. La Cina ha affermato che si trattava di un dispositivo da ricerca civile, finito accidentalmente fuori rotta, ed ha definito la risposta degli Stati Uniti “eccessiva”. La disputa ha spinto Blinken a rinviare una sua visita programmata a Pechino, mentre l’alto diplomatico cinese ed ex ministro Wang Yi ha definito “inimmaginabile” e “isterica” la gestione americana della vicenda. E come se non bastasse, nelle ultime ore la Cina ha accusato Washington di “mettere in pericolo” la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan, dopo che un aereo militare da pattugliamento e ricognizione P-8A Poseidon statunitense ha attraversato l’area.
Per tutte queste ragioni, secondo Anil Wadhwa, ex diplomatico indiano e analista della Vivekananda International Foundation di Nuova Delhi, “è improbabile che i ministri degli esteri del G20 possano concordare un linguaggio comune che suggerisca modi e meccanismi per affrontare la situazione in Ucraina”. I motivi sono molti, ha detto a Reuters, “ma la questione più importante è che la situazione in Ucraina è diventata estremamente fluida”. E allora, anche per non trasformare la riunione nell’ennesimo passo falso del G20, il governo di Narendra Modi vuole spostare l’attenzione dell’incontro su temi diversi, come il cambiamento climatico e il debito delle nazioni in via di sviluppo. È “intenzione di Nuova Delhi continuare a suonare la voce del Sud del mondo e sollevare questioni pertinenti alla regione”, ha precisato un funzionario del ministero degli Esteri indiano a condizione di anonimato.
I ministri, così, avranno modo di affrontare le principali sfide globali del momento, come l’aumento dei prezzi del cibo e dell’energia, l’aumento del debito e la scarsa ripresa economica dopo la pandemia. Ma anche l’antiterrorismo, l’assistenza umanitaria e i soccorsi in caso di calamità rimarranno al centro dell’attenzione durante il vertice, così come la valutazione delle nuove sfide economiche e di sicurezza. Insomma, “l’India cercherà di deviare l’agenda dall’Ucraina verso il mandato originale del G20, che è lo sviluppo e l’economia”, ha avvertito l’ex ambasciatore indiano e professore alla OP Jindal Global University, Jitendra Nath Misra. “Ma potrebbe non avere successo”. (di Corrado Accaputo)