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Esecuzioni immobiliari, Confedercontribuenti: cambiare legge Cartabia

Esecuzioni immobiliari, Confedercontribuenti: cambiare legge CartabiaRoma, 10 gen. (askanews) – Il governo riveda radicalmente le norme sulle esecuzioni immobiliari della riforma Cartabia, per aiutare le centinaia di migliaia di famiglie che rischiano di perdere la casa in cui vivono. È la richiesta che lancia Confedercontribuenti, sottolineando che “l’aumento vertiginoso dei tassi di interesse dei mutui, già nei prossimi mesi, rischia di far crescere in maniera incontrollata le esecuzioni immobiliari. E potrebbe finire anche con l’alimentare il racket dell’usura”.

“Occorre scegliere da che parte stare – commenta il presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro – Da un lato ci sono le famiglie che, molto spesso senza alcuna colpa, rischiano di perdere la casa che hanno tanto faticosamente acquistato. Dall’altro ci sono le società che comprano i crediti delle persone in difficoltà, ovvero degli affaristi che hanno dato vita a un mercato a prezzi stracciati e senza regole”. La riforma Cartabia – ricorda la Confederazione – ha accorciato i tempi per le vendite forzose e ha ridotto gli strumenti che può utilizzare il debitore. “La politica però non sta verificando in maniera adeguata l’impatto che queste misure possono avere – avverte Finocchiaro. – La Banca d’Italia, dal canto suo, non vigilia sulle società che approfittano di questo business. Senza contare che, di fronte alla drammatica eventualità di perdere la casa, migliaia di famiglie potrebbero finire nella morsa degli usurai, altro gravissimo fenomeno su cui le istituzioni sembrano aver allentato la presa”.

Secondo la Confederazione, oltre alla correzione alla legge Cartabia, è necessaria una riforma seria delle Sezioni Esecuzioni Immobiliari all’interno dei Tribunali. “È fondamentale effettuare una rotazione biennale dei magistrati che vi lavorano – conclude Finocchiaro, – in modo da garantire che queste Sezioni operino sempre in maniera trasparente. A tal proposito, Confedercontribuenti aveva presentato una denuncia al Consiglio Superiore della Magistratura, sollecitando un’immediata ispezione. Sarebbe opportuno analizzare quali risultati sono emersi” conclude Finocchiaro.

Lavoro, Istat: per 1,3 milioni retribuzione lorda oraria sotto 7,79 euro

Lavoro, Istat: per 1,3 milioni retribuzione lorda oraria sotto 7,79 euroRoma, 10 gen. (askanews) – Nel 2021 sono 1,3 milioni le posizioni lavorative, pari al 6,6% del totale (quota in calo di 0,3 punti percentuali rispetto al 2020, invariata rispetto al 2019), che percepiscono una retribuzione lorda oraria inferiore a 7,79 euro, inferiore cioè ai due terzi della mediana (low pay jobs). E’ quanto emerge da un report dell’Istat.

Il valore mediano delle retribuzioni orarie (per ora retribuita) nel 2021 è pari a 11,69 euro. Il valore del nono decile è pari a 21,92 euro ed è 2,6 volte superiore a quello del primo decile (8,32 euro). La variabilità delle retribuzioni, misurata come differenza tra il valore del nono e del primo decile, si concentra, per il 75%, tra il nono decile e la mediana e solo il restante 25% tra la mediana e il primo decile. Le posizioni lavorative con retribuzioni orarie più alte sono anche quelle per le quali si registra una maggiore variabilità; tra queste ci sono quelle occupate da laureati (la retribuzione oraria mediana è di 14,75 euro), da dipendenti con almeno 50 anni di età (12,84 euro), da impiegati/dirigenti (14,69 euro), quelle del Nord-ovest (12,37 euro) o nelle grandi imprese (13,22 euro). In questi casi il valore del nono decile è circa tre volte quello del primo decile (il rapporto sale a 3,5 volte tra i laureati).

Una minore variabilità in termini di retribuzione oraria caratterizza le posizioni meno retribuite, cioè i rapporti di lavoro a tempo determinato (la retribuzione oraria mediana è di 10,44 euro), con qualifica di operaio (10,94 euro), a tempo parziale (10,44 euro), occupate da giovani (10,37 euro), da nati all’estero (10,65 euro) oppure nelle micro imprese (10,58 euro); in questi casi il valore del nono decile è circa il doppio di quello del primo decile. Le posizioni occupate da donne, tra le quali la retribuzione mediana è pari a 11,23 euro, sono retribuite 0,81 euro in meno di quelle occupate da uomini; la differenza rispetto agli uomini, pari al 3,3% per il primo decile, sale al 14,4% per il nono.

Rispetto all’anno precedente, nel 2021, la retribuzione mediana è rimasta praticamente invariata (-0,1%), il valore del primo decile è aumentato dello 0,6% e quello del nono dell’1,6%, facendo così registrare un aumento della variabilità. Sempre nel 2021, nel settore privato extra-agricolo sono attive 19,5 milioni di posizioni lavorative dipendenti (+6,9% rispetto al 2020), per un totale di 15,4 milioni di lavoratori (+3,5%).

Tra i lavoratori, il 17,8% ha occupato più di una posizione nel corso dell’anno. L’input di lavoro per posizione lavorativa, in mediana, cresce rispetto al 2020 del 6,6% in ore lavorate e dell’1,5% in ore retribuite (diminuisce sul 2019 del -2,1% e -2,6% rispettivamente).

Risoluzione M5s: stop invio armi in Ucraina, cercare soluzione politica

Risoluzione M5s: stop invio armi in Ucraina, cercare soluzione politicaRoma, 10 gen. (askanews) – Il Movimento 5 stelle chiede un immediato stop alle invio delle armi all’Ucraina e che l’Italia guidi la ricerca di un negoziato e una soluzione politica al conflitto. E’ quanto si legge nella risoluzione presentata alla Camera dopo le comunicazioni del governo sulla proroga dell’invio di armi a Kiev.

Nel dettaglio il documento parlamentare chiede di “interrompere immediatamente la fornitura di materiali d’armamento alle autorità governative ucraine, ferme restando le misure destinate agli aiuti umanitari; comunicare preventivamente al Parlamento l’indirizzo politico da assumere in occasione di consessi internazionali con riferimento all’evoluzione del conflitto Russia-Ucraina, che il Governo comunichi preventivamente alle Aule parlamentari in merito a ciascuna autorizzazione relativa all’invio di armi, al fine di garantire un ampio coinvolgimento delle Camere in merito, relazionare, nelle opportune sedi, i dettagli in merito alle spese sostenute per le cessioni di forniture militari, nonché illustrare alle Camere la specifica della natura delle somme in entrata derivanti dai decreti interministeriali che definiscono l’elenco dei mezzi, dei materiali e degli equipaggiamenti militari oggetto di cessione all’Ucraina, riassegnate integralmente sui pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa”. E poi sul profilo diplomatico il partito di Giuseppe Conte ritiene si debba “imprimere una concreta svolta per profondere il massimo ed efficace sforzo sul piano diplomatico, in sinergia con gli altri Paesi europei, per l’immediata cessazione delle operazioni belliche con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare, portando il nostro Paese finalmente a farsi capofila di un percorso di soluzione negoziale del conflitto che non lo impegni in ulteriori forniture di materiali di armamento, per il raggiungimento di una soluzione politica in linea con i principi del diritto internazionale”.

Per il Movimento 5 stelle servirebbe “una graduale diminuzione delle spese per i sistemi di armamento, che insistono sul bilancio dello Stato, considerata la grave crisi economica e sociale in atto, conseguenza diretta della recente crisi energetica, al fine di non distrarre le risorse finanziarie necessarie a sostenere il tessuto sociale ed economico del Paese e a garantirne la ripresa; intraprendere tutte le azioni necessarie atte a scongiurare la distrazione delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza a favore del cofinanziamento dell’industria della difesa, in particolare per la produzione di armamenti, considerato che tali fondi rappresentano lo strumento principale di ripresa e rilancio dell’economia del Paese provato dalla recente pandemia e non uno strumento di supporto ad una economia di guerra”. C’è poi nel dispositivo della risoluzione anche un riferimento alla riforma della governance economica europea, secondo il M5s occorre “rivedere l’accordo raggiunto in relazione allo scorporo dai vincoli europei di bilancio della spesa per la difesa, in particolare quella destinata alla produzione di armamenti e, al contempo, a sostenere in sede europea la richiesta di esclusione dal calcolo del deficit di determinate categorie di investimenti pubblici nazionali produttivi, che sono ostacolati dall’attuale quadro di bilancio, tra i quali gli investimenti destinati all’istruzione, quelli in ambito di spesa sanitaria, gli investimenti green, quelli destinati alle energie rinnovabili e ai beni pubblici europei, adottare misure di carattere normativo volte ad introdurre un contributo solidaristico sui cosiddetti extraprofitti netti conseguiti dalle aziende del settore dell’industria della difesa a seguito del mutato contesto geopolitico internazionale aggravato dal protrarsi del conflitto in Ucraina”.

Infine la decima richiesta del M5s è “rafforzare in modo massiccio e costante l’invio di aiuti umanitari per la popolazione ucraina, nonché le misure di accoglienza adottate per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui anziani e disabili”.

Bankitalia: a novembre i tassi dei nuovi mutui al 4,92%. Il record degli ultimi 15 anni

Bankitalia: a novembre i tassi dei nuovi mutui al 4,92%. Il record degli ultimi 15 anniRoma, 10 gen. (askanews) – A novembre i tassi sui nuovi mutui erogati alle famiglie dalle banche in Italia hanno toccato i massimi da quasi 15 anni a questa parte, al 4,92%. Il dato emerge dalla indagine “Banche e moneta: serie nazionali” pubblicato oggi dalla Banca d’Italia e riflette gli aumenti dei tassi di interesse di riferimento operati nei mesi passati dalla Bce.

A novembre i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) si sono collocati al 4,9185 per cento, a fronte del 4,72 per cento del mese precedente. Secondo le tabelle storiche dell’istituzione di Via Nazionale si tratta del valore più elevato dal dicembre del 2008, quando questa voce segnò 5,1936 per cento. Prosegue la contrazione del credito bancario in Italia, sulla scia della stretta monetaria operata dalla Bce. A novembre i prestiti al settore privato sono complessivamente diminuiti del 3,2 per cento su base annua, dopo il meno 3,1 nel mese precedente. Lo riferisce la Banca d’Italia nella statistica “Banche moneta: serie nazionali”.

I prestiti alle famiglie si sono ridotti dell’1,2 per cento sui dodici mesi (erano calati dell’1,1 nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie si sono ridotti del 4,8 per cento (-5,3 nel mese precedente). Nel frattempo i depositi del settore privato sono diminuiti del 4,1 per cento, sempre su base annua, dopo un meno 5 per cento a ottobre: All’opposto continua a rafforzarsi la raccolta obbligazionaria delle banche, con un più 19,7 per cento a novembre dal più 17,9 di ottobre.

Bankitalia, a novembre tassi nuovi mutui al 4,92%, record 15 anni

Bankitalia, a novembre tassi nuovi mutui al 4,92%, record 15 anniRoma, 10 gen. (askanews) – A novembre i tassi sui nuovi mutui erogati alle famiglie dalle banche in Italia hanno toccato i massimi da quasi 15 anni a questa parte, al 4,92%. Il dato emerge dalla indagine “Banche e moneta: serie nazionali” pubblicato oggi dalla Banca d’Italia e riflette gli aumenti dei tassi di interesse di riferimento operati nei mesi passati dalla Bce.

A novembre i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) si sono collocati al 4,9185 per cento, a fronte del 4,72 per cento del mese precedente. Secondo le tabelle storiche dell’istituzione di Via Nazionale si tratta del valore più elevato dal dicembre del 2008, quando questa voce segnò 5,1936 per cento.

Commercio, Istat: a novembre vendite +0,4%, su anno +1,5%

Commercio, Istat: a novembre vendite +0,4%, su anno +1,5%Roma, 10 gen. (askanews) – A novembre si stima, per le vendite al dettaglio, una crescita congiunturale dello 0,4% in valore e dello 0,2% in volume. Su base tendenziale, a novembre 2023, le vendite al dettaglio aumentano dell’1,5% in valore e registrano un calo in volume del 2,2%. Lo ha reso noto l’Istat.

Sono in aumento, su base mensile, le vendite dei beni alimentari in valore (+0,2%) mentre registrano una flessione quelle in volume (-0,2%); le vendite dei beni non alimentari sono, invece, in aumento in valore e in volume (rispettivamente +0,6% e +0,4%). Nel trimestre settembre-novembre del 2023, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio calano sia in valore (-0,1%) sia in volume (-0,8%). Le vendite dei beni alimentari crescono in valore (+0,3%) e diminuiscono in volume (-0,5%) mentre le vendite dei beni non alimentari calano sia in valore (-0,6%) sia in volume (-0,7%).

Su base annua le vendite dei beni alimentari crescono del 4,1% in valore e diminuiscono del 2% in volume; quelle dei beni non alimentari calano sia in valore (-0,3%) sia in volume (-2,3%). Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda i Prodotti di profumeria, cura della persona (+5,0%), mentre registrano il calo più consistente Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-4,1%).

Rispetto a novembre 2022, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita per la grande distribuzione (+3,4%) e il commercio elettronico (+0,6%), mentre registrano una variazione negativa le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-0,3%) e le vendite al di fuori dei negozi (-0,9%).

Bce, De Guindos: prospettive economia sbilanciate al ribasso

Bce, De Guindos: prospettive economia sbilanciate al ribassoRoma, 10 gen. (askanews) – Finora il rallentamento dell’economia dell’area euro “è stato contenuto e graduale. Tuttavia gli ultimi dati indicano che il futuro resta incerto e le prospettive sbilanciate verso il rallentamento”. Lo ha affermato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, intervenendo alla giornata degli investitori a Madrid.

Il banchiere centrale ha ricordato che in risposta alle passate accelerazioni inflazionistiche l’istituzione monetaria ha complessivamente aumentato i tassi di interesse di 450 punti base. “La nostra energica reazione è stata cruciale per prevenire un disallineamento delle aspettative e contrastare l’inflazione”, ha sostenuto. La prossima settimana tornerà a riunirsi il Consiglio direttivo della Bce per le decisioni di politica monetaria. Non sono attesi altri aumenti dei tassi, mentre ora gli interrogativi degli operatori di mercato riguardano quando inizieranno ad essere abbassati, più avanti nel corso di quest’anno.

Finisce il mercato tutelato del gas, guida Codacons per evitare errori

Finisce il mercato tutelato del gas, guida Codacons per evitare erroriRoma, 10 gen. (askanews) – In occasione dello stop al mercato tutelato del gas, misura che coinvolge oggi circa 5,5 milioni di famiglie non vulnerabili, il Codacons diffonde la guida completa con tutte le informazioni e i consigli utili ai consumatori per evitare errori e scelte affrettate che potrebbero avere conseguenze sulla spesa per le bollette.

“Nelle ultime ore si stanno moltiplicando le telefonate commerciali di call center specializzati e operatori che, approfittando del momento di confusione, spingono gli utenti a siglare contratti paventando l’interruzione delle forniture di gas in caso di mancata scelta di un operatore sul libero mercato – spiega il Codacons – Una pratica aggressiva e scorretta che rischia di arrecare un danno economico enorme ai consumatori: invitiamo i cittadini a non cadere nelle trappole del telemarketing, in quanto anche in caso di mancata scelta di un nuovo gestore nessuna utenza sarà interrotta, e a segnalare al Codacons comportamenti scorretti degli operatori per le denunce del caso”. Ecco, allora, i consigli dell’associazione dei consumatori.

1) Verificare se si rientra nella categoria dei clienti “vulnerabili” e se, quindi, si ha diritto a rimanere nel mercato tutelato. Sono definiti per legge vulnerabili i seguenti soggetti: Intestatario di età superiore ai 75 anni; Condizioni economiche disagiate; Utenza Gas in una struttura abitativa di emergenza a seguito di eventi calamitosi (come terremoti e alluvioni); Disabilità ai sensi dell’art.3 DL 104/92 Chi è cliente del servizio di tutela gas non deve comunicare nulla: in questo caso, se non viene scelta nessuna offerta sul libero mercato, si passerà automaticamente nel servizio di tutela della vulnerabilità. Chi è invece cliente del libero mercato ma rientra nei requisiti della vulnerabilità, può chiedere al proprio venditore di entrare nel servizio di tutela della vulnerabilità. Per accedere al servizio è possibile compilare l’apposito modulo di autodichiarazione disponibile sul sito di Arera.

Il servizio di tutela della vulnerabilità prevede condizioni economiche e contrattuali definite dall’Autorità. Esse consistono in un prezzo variabile su base mensile, determinato sulla base della media mensile dei valori consuntivi del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il PSV day ahead), a cui si sommano altri corrispettivi definiti dall’Autorità a copertura dei costi del servizio, nonché gli oneri e le imposte previste per legge. 2) Hai il dubbio se il tuo contratto gas sia nel mercato libero o nel servizio tutelato? In ogni tua bolletta deve essere presente l’indicazione “Servizio di tutela” oppure “Mercato libero”. Se sei un cliente non vulnerabile e sei nel mercato libero non è necessario che tu faccia nulla: resteranno le condizioni previste dal tuo attuale contratto.

3) Non farsi prendere dalla fretta. Anche se non si sceglie un operatore del mercato libero, nessuna fornitura sarà interrotta: chi alla data odierna non ha scelto un contratto sul mercato libero viene trasferito automaticamente a una fornitura cosiddetta “Placet”, cioè a prezzo libero a condizioni equiparate di tutela, con lo stesso venditore. Si tratta di offerte che tutti i venditori di gas del mercato libero devono obbligatoriamente rendere disponibili a famiglie e piccole imprese, con condizioni contrattuali prefissate definite dall’Autorità, ma a prezzi liberamente stabiliti dal venditore. 4) Non c’è una regola per risparmiare che valga per tutti: gli importi che paghiamo in bolletta dipendono da numerosi fattori, come abitudini di vita, numero di componenti familiari, orario di utilizzo del gas, ore trascorse in casa, periodi trascorsi in seconde case, ubicazione geografica (ad esempio immobili in zone molto fredde, ecc.). 5) Scegli la tariffa più adatta alle tue esigenze, tra quella fissa e quella variabile, ricordando che un contratto a prezzo fisso ha un costo più alto rispetto alle tariffe variabili, ma garantisce nel tempo la stabilità delle spese a parità di consumi. Al contrario, un contratto a prezzo variabile offre tariffe più vantaggiose, ma indicizzate al mercato: questo significa che in caso di aumento dei prezzi dell’energia sui mercati internazionali, le tariffe applicate dal nostro fornitore subiranno un incremento, e di conseguenza la bolletta sarà più pesante. 6) Verifica la durata delle offerte, sia per i contratti a prezzo fisso che per quelli a prezzo variabile. In particolare le offerte a tariffa fissa hanno una durata prestabilita, in genere di 12 o 24 mesi, oltre la quale le condizioni economiche praticate cambiano. Anche per i contratti a prezzo variabile, gli operatori offrono sconti e promozioni, ma per un periodo limitato di tempo. 7) Verifica con attenzione tutte le condizioni contrattuali e i costi praticati dal venditore e addebitati in bolletta (Corrispettivi di vendita in quota fissa annua, oneri amministrativi e di commercializzazione, Oneri di sistema; Trasporto, Distribuzione e gestione del contatore; Imposte, ecc.). In caso di dubbi, rivolgiti ad una associazione dei consumatori. 8) Scegliere un fornitore con buone recensioni, consultando il web e i siti specializzati per reperire le opinioni di altri clienti. Verificare che fornisca un servizio clienti efficiente, e che metta a disposizione numeri e contatti da utilizzare in caso di problemi o informazioni, e che a tali numeri rispondano operatori fisici e non dischi pre-registrati. 9) Prima di scegliere un venditore del mercato libero, comparare le varie offerte sull’apposito comparatore disponibile sul sito di Arera, senza cedere alle pressioni dei call center che ci contattano per offrire contratti “vantaggiosi”, individuando l’offerta più adatta al nostro stile di vita e alle nostre esigenze. 10) Una volta individuate le offerte migliori, contattare direttamente i fornitori per tentare di ottenere condizioni migliori e sconti. Valutare eventuali programmi di incentivazione che possono portare benefici in bolletta, come incentivi sulla riduzione dei consumi ecc.

Braccio di ferro Fdi-Lega sulla Sardegna, Meloni resta su Truzzu

Braccio di ferro Fdi-Lega sulla Sardegna, Meloni resta su TruzzuMilano, 9 gen. (askanews) – È sempre più braccio di ferro tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, per la candidatura del centrodestra alle Regionali in Sardegna. Con la presidente del Consiglio che ‘benedice’ la linea dura, ricevendo a palazzo Chigi il coordinatore del partito Giovanni Donzelli che dopo l’incontro ribadirà la volontà di candidare il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, in ossequio all’indicazione arrivata dal taolo regionale del centrodestra. Ma non cede neppure la Lega: “Per noi il candidato alla presidenza della regione Sardegna rimane Christian Solinas. Come rimangono gli altri uscenti: Cirio in Piemonte, Bardi in Basilicata e Marsilio in Abruzzo”, aveva detto poco prima il vicesegretario della Lega Andrea Crippa. Contestando peraltro la legittimità dell’indicazione arrivata dal territorio: “Al tavolo regionale c’erano liste civiche che tutte insieme hanno molti meno voti di Lega e Partito Sardo d’Azione, uno non vale sempre uno. La Dc di Rotondi non può valere come la Lega”.

Un braccio di ferro che dovrà comunque risolversi entro il prossimo fine settimana, quando scadrà (il 21 di gennaio) il termine per la presentazione delle liste. Ma che intanto vede i contendenti gettare sui piatti della bilancia tutti gli ‘argomenti’, in una escalation che già coinvolge le Europee e addirittura le Regionali del Veneto in programma per il 2025. Se Salvini infatti “brucia” l’idea di Meloni di candidarsi in Europa assicurando che lui non ha alcuna intenzione di farlo, da FdI si risponde negando la possibilità di modificare la legge per consentire un terzo mandato a Luca Zaia. Ecco perchè la Lega alza il tiro e fa perfino circolare l’ipotesi di una corsa solitaria in Sardegna. Esito difficile da prevedere al momento, anche perchè gli alleati del centrodestra si dicono tutti convinti che alla fine la Lega dovrà cedere: “Sicuramente avrà qualche vicepresidenza nelle altre Regioni al voto, ma Solinas è un candidato troppo debole per poterlo difendere: troppi i contrasti sul territorio con le altre forze della coalizione”. Anche Forza Italia, che difende comunque il principio della ricandidatura degli uscenti, viene descritta pronta a mollare Solinas nel momento in cui saranno certe le ricandidature dei ‘suoi’ Cirio e Bardi. Provocando un riequilibrio dei rapporti di forza all’interno della coalizione che vedrebbe il Carroccio fortemente penalizzato: delle quattro Regioni al voto, FdI E Fi esprimerebbero due candidati presidenti ciascuno, mentre la Lega resterebbe a bocca asciutta.

La Commissione Giustizia al Senato: ok all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. Nordio: avrà impatto positivo

La Commissione Giustizia al Senato: ok all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. Nordio: avrà impatto positivoRoma, 9 gen. (askanews) – Via libera all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. La commissione giustizia del Senato ha concluso l’esame degli emendamenti all’articolo 1 del Ddl Nordio. E’ stata poi approvata la modifica proposta della Lega che “tipizza meglio” il reato di traffico di influenze. Secondo quanto riferito la Commissione tornerà a riunirsi domani alle 9.15 per continuare a votare gli emendamenti relativi all’articolo 2 del Ddl, quello in cui si affronta il nodo della trascrizione delle intercettazioni.

Il ministro della giustizia, Carlo Nordio, ha espresso “grande soddisfazione per la sollecitudine con cui la commissione giustizia del Senato, presieduta da Giulia Bongiorno, è arrivata al risultato odierno, con l’auspicio che la parte residua del disegno di legge venga altresì approvata nel minor tempo possibile”. Dopo la conclusione dell’esame degli emendamenti all’articolo 1 sul reato di abuso d’ufficio, il guardasigilli ribadisce che “l’abrogazione di questo reato evanescente, richiesta a gran voce da tutti gli amministratori di ogni parte politica, contribuirà ad un’accelerazione delle procedure e avrà quell’impatto favorevole sull’economia auspicato nei giorni scorsi dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni”.