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Il mercato tutelato dell’elettricità è stato prorogato al primo luglio

Il mercato tutelato dell’elettricità è stato prorogato al primo luglioMilano, 20 dic. (askanews) – L’Arera, in base a quanto previsto dall’ultimo decreto energia, per assicurare uno svolgimento coerente del processo del “fine tutela” per i clienti domestici non vulnerabili di elettricità, ha fissato al 1 luglio 2024 (rispetto al previsto 1 aprile) la data di attivazione del Servizio a Tutele Graduali (STG), il servizio a cui saranno assegnati i clienti domestici non vulnerabili dell’elettricità che ancora non avranno scelto il mercato libero al momento del “fine tutela”. Lo rende noto l’Authority.

Arera aveva già approvato, il giorno successivo al decreto, lo slittamento al 10 gennaio dello svolgimento delle aste per la selezione degli operatori che effettueranno il servizio. La decisione, spiega, risponde a diverse esigenze legate al decreto: assicurare ai clienti un tempo sufficiente per essere informati attraverso le campagne informative che, secondo il decreto 181/23, dovranno essere condotte dal Mase; effettuare le attività preparatorie all’operatività del STG, tra cui gli interventi attuativi delle disposizioni sul trasferimento automatico delle autorizzazioni all’addebito diretto delle bollette emesse dall’esercente il STG, da completarsi entro il 31 maggio 2024; limitare il più possibile il periodo intercorrente tra l’assegnazione e l’attivazione del STG.

Rimane invece invariata la data di conclusione del periodo di assegnazione del servizio, fissata al 31 marzo 2027, in coerenza con quanto disposto dal decreto ministeriale del 17 maggio 2023. Vengono anche adeguati i testi delle comunicazioni che dovranno essere inviate ai clienti attualmente in maggior tutela dai relativi esercenti, prevedendo che siano effettuate dopo le aste e in prossimità all’avvio del servizio a tutele graduali, cioè tra aprile e giugno 2024.

Cinema, accordo sul primo contratto nazionale degli attori

Cinema, accordo sul primo contratto nazionale degli attoriRoma, 20 dic. (askanews) – Raggiunto l’accordo per la stesura del primo contratto collettivo nazionale di lavoro delle attrici e degli attori del settore cine-audiovisivo. Lo comunicano Anica, Apa e ape e le organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, riunite oggi presso la sede Anica a Roma.

L’ipotesi di contratto oggi siglato – il primo nella storia del comparto per quanto riguarda interpreti, attrici ed attori – verrà sottoposto alle assemblee dei lavoratori per la definitiva approvazione, da sottoscrivere entro il corrente anno. L’obbiettivo delle parti è dotare il settore della produzione cine-audiovisiva di un Ccnl che regolamenti il lavoro di attrici e attori, valorizzandone la professione e garantendo loro tutele e garanzie. Nel contratto vengono individuate, tra l’altro, le forme contrattuali (prevedendo un doppio binario: subordinato ed autonomo), i minimi salariali e le modalità operative con cui la prestazione si espleta. Oltre a ciò vengono regolate materie circa l’utilizzo della AI, la promozione delle pari opportunità e la prevenzione della violenza di genere (anche attraverso l’utilizzo dell’intimacy coordinator) e si afferma la non discriminazione per le persone LGBTQ +, lo sviluppo di un sistema assicurativo a sostegno della previdenza e sanitario e infine viene sancita la rappresentanza sindacale, con un protocollo specifico di filiera da attuarsi entro il primo marzo 2024.

Il Ccnl si dota di un sistema di monitoraggio che ne accompagni l’attuazione, individuando le criticità e le buone pratiche, anche nell’ottica di apportare nella successiva tornata contrattuale le modifiche ed i miglioramenti che verranno ritenuti dalle parti utili e necessari.

Patto stabilità, Schlein: l’Italia subisce l’accordo Parigi-Berlino

Patto stabilità, Schlein: l’Italia subisce l’accordo Parigi-BerlinoRoma, 20 dic. (askanews) – “Il governo rischia di far tornare paese alla rigida austerità dei parametri quantitativi. Germania e Francia si sono accordate e l’Italia prende atto a testa bassa. Tragicamente è così che sta andando”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein in conferenza stampa. “L’esecutivo è stato lì a guardare mentre si approvava un compromesso dannoso per l’Italia”.

Ha concluso la Schlein: “Vedremo, ora la trattativa riparte. Ma in questi negoziati qui quando ti svegli troppo tardi…”

Ex Ilva, Palazzo Chigi: sarà garantita continuità aziendale

Ex Ilva, Palazzo Chigi: sarà garantita continuità aziendaleRoma, 20 dic. (askanews) – Nel corso dell’incontro di questa mattina a Palazzo Chigi tra il Governo e le confederazioni sindacali sull’ex Ilva di Taranto, l’esecutivo ha “confermato l’intenzione di continuare a fare la propria parte e ha assicurato che sarà garantita la continuità aziendale”. Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Il governo ha inoltre convocato le organizzazioni sindacali per un nuovo incontro da tenersi entro la fine dell’anno. Alla riunione hanno preso parte i ministri degli Affari Ue e Pnrr, Raffaele Fitto, delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, dell’Economia, Giancarlo Giorgetti (in videocollegamento), e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Per le associazioni sindacali hanno partecipato i rappresentanti di Fiom-Cgil, Michele De Palma, Fim-Cisl, Roberto Benaglia, Uilm-Uil, Rocco Palombella, Usb, Sassari Colautti e Ugl metalmeccanici, Giovanni Antonio Spera.

Manovra,Schlein: è iniqua e di austerità, taglia la sanità

Manovra,Schlein: è iniqua e di austerità, taglia la sanitàRoma, 20 dic. (askanews) – La manovra à “iniqua” e di “austerità”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein in conferenza stampa, presentando le contro proposte del Pd sulla legge di bilancio. Per l’approvazione, ha spiegato, “arriveremo fino al 30 di dicembre anche quest’anno. Così pronti alla fine non erano…”.

Nel merito, per la Schlein, “questa manovra sovrastima la crescita” e poi “è iniqua”, non prevede investimenti se non “quello sbagliato del ponte di messina”. Anche sulla transizione ecologica “noi no ci siamo, manca questa visione al governo”. Inoltre, è una “manovra di austerità, fatta di tagli alla sanità pubblica” con le “liste di attesa che si allungano”.

Manovra,Schlein: destra sociale? In questa legge niente di sociale

Manovra,Schlein: destra sociale? In questa legge niente di socialeRoma, 20 dic. (askanews) – “Ogni tanto sentiamo qualcuno che si definisce destra sociale ma non c’è niente di sociale in questa manovra”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein in conferenza stampa, presentando le contro-proposte del partito sulla legge di bilancio. Prevale, ha spiegato, “l’ideologia neoliberista più profonda. Come se non avessero vissuto in questo paese negli ultimi 15 anni”.

Lo dimostra il fatto che “hanno voltato le spalle a 3,5 milioni di persone che sono povere anche se lavorano: il salario minimo si poteva approvare a costo zero. Invece hanno scelto di rinviare altri sei mesi”. E “oltre al salario minimo abbiamo proposto una misura di congedo paritario, 5 mesi pagati al 100% per entrambi i genitori”.

Patto stabilità, ecco l’accordo franco-tedesco, base del compromesso

Patto stabilità, ecco l’accordo franco-tedesco, base del compromessoBruxelles, 20 dic. (askanews) – Saranno le autorità italiane a decidere e comunicare la loro posizione sulla proposta di compromesso per la riforma del Patto di stabilità Ue, che verrà discussa questo pomeriggio dai ministri delle Finanze dei Ventisette durante una riunione straordinaria dell’Ecofin in videoconferenza; ma i tecnici del Tesoro e il ministro italiano dell’Economia e Finanza, Giancarlo Giorgetti, sono stati in contatto costante con il Ministero francese delle Finanze e con il ministro Brune Le Maire, anche “ieri sera dopo cena e ancora stamattina”, per essere informati sull’accordo conseguito tra Francia e Germania sui punti controversi della proposta di riforma; e da Roma c’è stata “una reazione positiva” (“un retour positif”). E’ quanto hanno affermato stamattina da Parigi fonti di Bercy (il ministero delle Finanze francese).

Le fonti hanno confermato l’accordo “al 100%” raggiunto ieri sera dal ministro francese Bruno Le Maire con il collega tedesco Christian Lindner, e precisato i dettagli sugli elementi che restavano ancora controversi della riforma. Sostanzialmente, in confronto all’ultimo testo di compromesso che era stato discusso all’Ecofin della settimana scorsa, nell’accordo franco-tedesco (che sarà probabilmente fatto proprio dalla presidenza di turno spagnola dell’Ecofin e sottoposta all’approvazione dei Ventisette) ci sono due modifiche e un conferma.

Innanzitutto, c’è la questione del cosiddetto “centro di controllo (Art.2 del Regolamento sul “braccio correttivo”): per i paesi con rapporto debito/Pil superiore alla soglia del 60%, è stata ridotta allo 0,3% del Pil annualmente (rispetto al precedente 0,5%), e allo 0,6% cumulativamente (rispetto al precedente 0,75%) la deviazione massima consentita dai percorsi di aggiustamento basati sulla limitazione della spesa primaria netta. Il secondo elemento riguarda la cosiddetta “clausola di salvaguardia della resilienza del deficit” (Art. 6ter del Regolamento sul “braccio preventivo”), per gli Stati membri con debito oltre la soglia del 60% del Pil. Quando hanno già ridotto il deficit/Pil sotto il 3%, questi paesi che devono continuare a ridurlo per costituire un “margine di manovra di bilancio”, fino a raggiungere l’1,5% (se hanno il debito oltre il 90% del Pil) o il 2% (se il debito/Pil è sotto il 90%).

Il punto controverso qui era il parametro relativo alla velocità dell’aggiustamento richiesto: nell’accordo franco-tedesco, è stato aumentato allo 0,4% lo sforzo strutturale di miglioramento annuale del bilancio primario, e allo 0,25% se si fanno investimenti e riforme, rispetto alle cifre indicate in precedenza, rispettivamente dello 0,3% e 0,2%. In cambio di queste ulteriori concessioni ai tedeschi (finalizzate anche a convincere il resto dei paesi “frugali”, Austria, Finlandia, Svezia, Olanda e Danimarca) è stata concordata una clausola di flessibilità temporanea (per gli anni 2025, 2026 e 2027), chiesta dalla Francia e appoggiata dall’Italia, sull’aumento della spesa per gli interessi sul debito, come fattore mitigante rispetto all’aggiustamento strutturale minimo annuale dello 0,5 del Pil (Art.3 del Regolamento sul “braccio correttivo”), richiesto ai paesi con un disavanzo oltre il 3% del Pil e sotto procedura per deficit eccessivo.

In sostanza, l’aumento della spesa per gli interessi sul debito, dovuta a eventuali aumenti dei tassi d’interesse o al nuovo debito contratto sui mercati per finanziare gli investimenti e le riforme, sarà preso in considerazione dalla Commissione e dovrebbe permettere di diminuire di uno o due decimi di punto (in termini di Pil) la correzione annuale richiesta. Nel complesso, il nuovo Patto di stabilità che si profila appare molto più rigoroso e “tedesco”, meno “su misura” per ogni paese e anche molto meno semplificato, di quello proposto dalla Commissione, con l’aggiunta delle nuove clausole di salvaguardia su debito (Art. 6bis del Regolamento sul “braccio preventivo”)e deficit e dei nuovi parametri di correzione minima e deviazione massima nei percorsi di aggiustamento, per i quali tuttavia resta l’elemento centrale della proposta dell’Esecutivo comunitario, l’indicatore basato sulla sostenibilità del debito e sul controllo della spesa pubblica. Per l’Italia, comunque, nel complesso c’è un indubbio vantaggio rispetto alle regole dell’attuale Patto di stabilità, che prevede in particolare la regola, mai applicata, della riduzione annuale di 1/20 dell’eccedenza del debito/Pil rispetto alla soglia del 60% (ovvero, con il debito al 140%, una diminuzione del 4% all’anno), e un “obiettivo di medio termine” che in pratica consisterebbe in un azzeramento del deficit/Pil. Ora, invece, il nuovo “obiettivo di medio termine” per il deficit viene fissato all’1,5%, e il debito dovrà ridursi solo dell’1% all’anno.

Capogruppo Fdi sale su banchi governo, caos in aula a Palermo

Capogruppo Fdi sale su banchi governo, caos in aula a PalermoPalermo, 20 dic. (askanews) – Momenti di grande tensione nel Consiglio Comunale di Palermo. Una seduta lampo che si è chiusa praticamente dopo alcuni minuti, a causa della dura lite fra il capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo e il vicepresidente del Consiglio Giuseppe Mancuso. Milazzo, di fronte ad un mancato intervento d’aula concesso, è salito sui banchi del governo e ha inveito contro il collega di coalizione. La scena è stata immortalata con video e foto: momenti surreali, durante i quali a Mancuso è anche stato tolto il microfono.

Duro il commento delle opposizioni: “Chiediamo l’intervento del Sindaco e del Prefetto di Palermo perché venga garantito il corretto funzionamento del Consiglio Comunale, interrotto oggi per uno scontro senza precedenti tra i consiglieri di maggioranza. Chiediamo anche la convocazione immediata del Consiglio alla presenza del Sindaco, perché chiarisca se è ancora in grado di proseguire nell’espletamento del proprio mandato, considerato che, di fatto, non ha più una coalizione che lo sostiene”.

Ex Ilva, Fiom: rimaniamo a Palazzo Chigi finché non avremo risposte

Ex Ilva, Fiom: rimaniamo a Palazzo Chigi finché non avremo risposteRoma, 20 dic. (askanews) – “È inammissibile che il Governo ancora non abbia chiarito cosa intenda fare per garantire il futuro degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia e dei lavoratori, in vista dell’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia del 22 dicembre.

Per noi la riunione non può finire con un nulla di fatto, senza risposte concrete. Per questo abbiamo deciso di rimanere a Palazzo Chigi in attesa della ripresa del confronto, ammesso che Il Governo non abbia scelto di non decidere”. Lo dichiara Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil.

La proposta di legge Fdi per non poter vietare il presepe a scuola

La proposta di legge Fdi per non poter vietare il presepe a scuolaRoma, 20 dic. (askanews) – “Da qualche anno assistiamo ad inaccettabili e imbarazzanti decisioni di alcuni organi scolastici che vietano il presepe nelle scuole o ne modificano l’essenza profonda modificando ad esempio la festa del Natale in improbabili festività dell’inverno per non offendere i credenti di altre religioni. Con la proposta di legge che ho presentato e che è stata firmata da molti parlamentari, non sarà più possibile cancellare il presepe, il Natale e la Pasqua all’interno degli istituti scolastici italiani di ogni ordine e grado. E’ assolutamente fondamentale salvaguardare e tutelare quelle che sono in fondo le nostre radici culturali che nel presepe hanno un altissimo esempio”. Lo annuncia la senatrice Fdi Lavinia Mennuni.