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Papa Francesco: sarà un Natale doloroso soprattutto in Terra Santa

Papa Francesco: sarà un Natale doloroso soprattutto in Terra SantaCittà del Vaticano, 16 dic. (askanews) – Quello che si sta avvicinando sarà un Natale doloroso a causa delle guerre in corso nel mondo, anchenella terra di Gesù. A ricordarloè stato Papa Francesco ricevendo stamane in Vaticano i Figuranti del Presepio Vivente della Basilica di Santa Maria Maggiore.

Il Papa ha voluto, in particolare, rivolgere un “pensiero è per i nostri fratelli e sorelle di Betlemme, la Betlemme di oggi. E naturalmente si estende a tutti gli abitanti della Terra dove Gesù è nato, è vissuto, è morto e risorto. Sappiamo qual è la situazione, a causa della guerra, conseguenza di un conflitto che dura da decenni. Allora la vostra rappresentazione dev’essere vissuta in solidarietà con questi fratelli e sorelle che soffrono tanto. – ha detto Francesco – Per loro si preannuncia un Natale di dolore, di lutto, senza pellegrini, senza celebrazioni. Non vogliamo lasciarli soli. Siamo loro vicini con la preghiera, con l’aiuto concreto e anche con il vostro Presepe Vivente, che ricorda a tutti come la sofferenza di Betlemme sia una ferita aperta per il Medio Oriente e per il mondo intero. Questo Natale – ha concluso – pensiamo, pensiamo alla Terra Santa”.

Sangiuliano: Toni Negri cattivo maestro, ma la sua vicenda è complessa

Sangiuliano: Toni Negri cattivo maestro, ma la sua vicenda è complessaRoma, 16 dic. (askanews) – “Toni Negri fu un cattivo maestro perché, dopo il ’68, il passaggio dal movimentismo giovanile alla pagina buia degli anni di piombo, con il terrorismo di destra e di sinistra, causò tante vittime innocenti. In termini giuridici, poi, una cosa è l’espressione delle idee, un’altra è la pratica materiale della violenza”. Così il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano alla trasmissione di Radio 24 “Amici e nemici – l’informazione della settimana” condotta da Lucia Annunziata e Daniele Bellasio sulla scomparsa, a Parigi, del leader di Autonomia operaia. “Ricordo inoltre che Toni Negri andò in Parlamento con i radicali – ha continuato il ministro – prima di rompere con Pannella. Certamente, Negri è stato un cattivo maestro, poi però bisogna valutare la sua vicenda in tutta la sua complessità”.

Prodi parla al Pd : noi riformisti dobbiamo fare l’Europa federale

Prodi parla al Pd : noi riformisti dobbiamo fare l’Europa federaleRoma, 16 dic. (askanews) – “Non è presto (per riflettere sull’Europa, ndr) è la nostra sfida, la sfida di noi riformisti è completare l’Europa, fare l’Europa federale”. Lo ha detto l’ex premier Romano Prodi parlando all’evento ‘L’Europa che voglliamo’.

“Soprattutto – ha aggiunto – un’Europa che sia unita, forte, che torni a essere rilevante nel mondo. La tristezza maggiore che ho provato da quando sono uscito dalla politica è vedere come si sia affievolito l’interesse per l’Europa dei giovani per l’irrilevanza progressiva che l’europa ha avuto di fronte ai giganti usa e cina. Dobbiamo completare un progetto che ci ha portato tanti benefici, tanti vantaggi e che è ancora incompiuto”.

Natale, Confcommercio: 73,2% italiani farà regali, 186 euro spesa media

Natale, Confcommercio: 73,2% italiani farà regali, 186 euro spesa mediaRoma, 16 dic. (askanews) – Per la prima volta dal 2019, aumenta rispetto all’anno precedente la quota degli italiani che farà i regali di Natale (73,2% contro il 72,7% dell’anno scorso). Aumenta anche il budget che viene messo a disposizione per i regali, pari a 186 euro in media pro capite, contro 157 euro dello scorso anno. Della tredicesima, comunque, solo una piccola parte sarà destinata ai regali (il 18,5%), mentre il grosso se ne andrà per pagare tasse e bollette (24,9%) e per le spese per la casa (23,7%). Da segnalare inoltre che sono sempre di più coloro che spenderanno complessivamente più di 300 euro per i regali (l’8,3% contro il 2,8% dello scorso anno).

Questi, in sintesi, i principali risultati di un’indagine sui consumi di Natale 2023 realizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research. I prodotti enogastronomici (con il 72,7% delle preferenze) si confermano in cima alla lista, seguiti da giocattoli (50,1%), prodotti di bellezza (49,6%), abbigliamento (49,4%) e libri (41,6%). Tra i regali che registrano l’incremento maggiore rispetto al 2022 si segnalano i prodotti per la cura della persona (+8,6%), i gioielli (+7,9%) e i trattamenti di bellezza (+6,7%). Considerando i regali acquistati online, prevalgono le carte regalo (83,4%) e gli abbonamenti streaming (77,8%), seguiti da libri ed ebook (65,2%) e film, dvd e musica digitale (38,7%).

Per quanto riguarda i canali di acquisto dei regali, Internet (68,5%) rimane il canale più gettonato e in crescita del 4% rispetto all’anno scorso, ma aumentano anche gli acquisti presso i negozi di vicinato passati dal 45% al 48,3% e presso le catene della distribuzione organizzata. Stabili gli acquisti presso outlet e spacci e quelli nei punti vendita del commercio equo e solidale.

E’ morto Toni Negri, fondatore di Autonomia operaia

E’ morto Toni Negri, fondatore di Autonomia operaiaRoma, 16 dic. (askanews) – E’ morto stanotte, nella sua casa di Parigi, il filosofo, politologo, attivista, saggista, accademico e politico italiano, Toni Negri. Tra gli anni sessanta e gli anni settanta, fu uno dei maggiori teorici del marxismo operaista e fondò Autonomia operaia. Aveva 90 anni. La notizia è stata data dalla moglie, la filosofa Judith Revel.

Toni Negri fu u incarcerato e processato, all’interno del processo 7 aprile, con l’accusa di aver partecipato ad atti terroristici e d’insurrezione armata. Assolto da queste imputazioni, fu poi nuovamente condannato a 12 anni di carcere per associazione sovversiva e concorso morale in una rapina. Tra i principali teorici del marxismo operaista, autore di numerosi saggi su Hegel, Marx, Spinoza, negli anni Novanta aveva pubblicato “Impero” (un testo che ebbe grande influenza nel dibattito sulla globalizzazione a cavallo tra i due secoli) e altri saggi con Michel Hardt.

Confcommercio: più regali per Natale, alimentari e giocattoli in testa

Confcommercio: più regali per Natale, alimentari e giocattoli in testaRoma, 16 dic. (askanews) – Più doni sotto l’albero di Natale. Il 73,2% degli italiani farà acquisti per i regali di Natale, contro il 72,7% dell’anno scorso, ed è la prima volta, dal 2019, che si registra un aumento rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dall’indagine sui consumi di Natale 2023 realizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research.

Tra le tipologie di articoli, si regaleranno, dunque, soprattutto prodotti enogastronomici (72,27%), giocattoli (50,1%), prodotti per la cura della persona (49,6%), capi di abbigliamento (49,4%), con un trend in aumento rispetto al 2022. Tra i regali acquistati online, prevalgono le carte regalo (83,4%) e gli abbonamenti streaming (77,8%), seguiti da libri ed ebook (65,2%) e film, dvd e musica digitale (38,7%).

Quanto al budget stanziato per i regali, diminuisce la percentuale di italiani che spenderanno fino a 300 euro per i regali di Natale (sono il 91,7% contro il 97,2% del 2022). Di contro, aumenta sensibilmente la quota di coloro che spenderanno oltre 300 euro (8,3% contro il 2,8% dell’anno scorso). La spesa media che gli italiani destineranno ai regali di Natale sarà di 186 euro a persona. Nel 2022 è stata di 157 euro. Internet (68,5%) rimane il canale d’acquisto più gettonato e in crescita del 4% rispetto all’anno scorso; ma aumentano anche gli acquisti presso i negozi di vicinato passati dal 45% al 48,3% e presso le catene della distribuzione organizzata. Stabili gli acquisti presso outlet e spacci e quelli nei punti vendita del commercio equo e solidale.

Tra coloro che percepiscono la tredicesima, un quarto la userà per pagare tasse e bollette, il 23,7% per affrontare spese per la casa e la famiglia, mentre il 18,5% la utilizzerà per acquistare i regali di Natale. Anche se in calo rispetto all’anno scorso, la prima quindicina di dicembre si conferma il periodo dove si concentrano i maggiori acquisti di regali di Natale (46,4%), ma aumenta rispetto allo scorso anno, la quota di coloro che hanno già fatto gli acquisti nella seconda metà di novembre (dal 33% al 38,9%).

Mattarella agli ambasciatori: mondo in pezzi,urge nuovo multilateralismo

Mattarella agli ambasciatori: mondo in pezzi,urge nuovo multilateralismoRoma, 15 dic. (askanews) – Usa toni drammatici e a tratti “apocalittici” il Capo dello Stato per descrivere la situazione internazionale caratterizzata da guerre e conflitti, “il mondo è in pezzi”, dice parafrasando Papa Francesco che dieci anni fa parlò di “guerra mondiale a pezzi”. Una situazione non più governata dagli organismi internazionali che hanno bisogno di una riforma strutturale.

Sergio Mattarella ha ricevuto oggi al Quirinale per il tradizionale scambio di auguri di fine anno gli ambasciatori di tutti i paesi con cui l’Italia intrattiene relazioni diplomatiche, (anche quest’anno non sono stati invitati il rappresentante della Russia e della Bielorussia) e ha tracciato un bilancio di questo 2023 non nascondendo la sua preoccupazione per come le crisi non solo non si siano risolte rispetto a un anno fa ma anzi si siano aggravate: “Un anno fa in questa stessa occasione concludevo il mio saluto auspicando il ripristino di una pace giusta per l’Ucraina. Dobbiamo invece constatare, purtroppo, che non soltanto Kiev è ancora impegnata a difendersi dall’inaccettabile aggressione russa, ma che molte altre aree del nostro globo sono oggi in condizioni di maggiore precarietà rispetto allo scorso anno”. E’ una ‘guerra mondiale a pezzi’ come l’aveva definita Papa Francesco dieci anni fa, dice il Presidente della Repubblica, secondo il quale “quel monito, oggi più che mai attuale, non deve essere ignorato e richiede una più consapevole lettura della realtà”.

“Lo stato del mondo sul finire di questo 2023 ci impone di superare la superficiale sottovalutazione con cui si assiste al moltiplicarsi delle crisi e dei drammi umani che comportano” insiste elencando le principali aree di crisi che stanno sconvolgendo il mondo: il Medio Oriente per gli attacchi terroristici di Hamas contro “inermi cittadini israeliani”. “Assassinii e brutalità verso cui rinnovo la più forte e ferma condanna della Repubblica Italiana”. Ma anche la reazione israeliana non sta portando a una soluzione se come dicono le Nazioni Unite “la situazione a Gaza viene definita come ‘apocalittica’ – dice – e i resti dei territori sotto l’Autorità Nazionale Palestinese sono, anch’essi, preda di gravi sofferenze, per le violenze che le persone subiscono”. E ovviamente “la guerra di Mosca contro l’Ucraina che continua a provocare sofferenze indicibili alla popolazione civile e conseguenze drammatiche a livello mondiale” ma non solo, per Mattarella “l’impegno della comunità internazionale in Africa si è dimostrato insufficiente a frenare l’ondata di focolai di crisi. Così il deterioramento del quadro securitario nel Sahel ha aggravato ulteriormente l’emergenza umanitaria in atto. Gli scontri in Sudan hanno provocato migliaia di vittime nonché milioni di sfollati interni e di rifugiati”. A pagare il prezzo di questa violenza sono i più indifesi: i minori: in oltre due anni di guerra – rileva il rapporto Unicef – 6,4 milioni bambini ucraini sono risultati bisognosi di assistenza umanitaria. In Siria sono più di 13.000 i bambini che hanno perso la vita o sono stati feriti nel lungo conflitto interno; quasi altrettante sono le piccole vittime in Yemen. Ad Haiti la stragrande maggioranza di bambini vive in aree sotto il controllo di gruppi armati e rischia ogni giorno la morte, il ferimento, il reclutamento, ci colpiscono dolorosamente le oltre 5.000 piccole vittime innocenti nella striscia di Gaza”. Ecco dunque che per Mattarella “una comunità internazionale che non riesce a proteggere i suoi figli, che non è in grado di portare aiuto umanitario neanche ai fanciulli, appare inumana”.

Viviamo in una “età del caos” come la descrivono alcuni osservatori, un mondo “dove l’atto di aggressione non è più censurato come violazione ma, al contrario, viene addirittura giustificato per pretesi interessi nazionali”. E’ il segno che le regole sono saltate ma per riportare l’ordine la soluzione “è la pari dignità tra tutti i soggetti internazionali” quindi “un cambio di paradigma, che sposti definitivamente l’accento dalla competizione alla cooperazione. Il modello non può essere quello di conferenze internazionali che si limitino, di volta in volta, a fotografare contingenti rapporti di forza – avverte il capo dello Stato-. Dobbiamo essere consapevoli che il nostro pianeta, per sopravvivere, ha indispensabile necessità di un sistema multilaterale, capace di sviluppare ulteriormente forme di collaborazione e integrazione”. Mattarella ammette anche che l’attuale sistema ha fallito perchè le organizzazioni create alla fine della seconda guerra mondiale non “sono state in grado di registrare le novità, perdendo efficacia” e la soluzione non può essere creare “categorie di serie A e serie B per i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu”. Riformare ma non distruggere, sostiene il capo dello Stato, partendo dal presupposto che “la sfida principale è proprio quella della rappresentatività” quindi tener conto delle aspirazioni dei paesi più poveri, più fragili che pagano maggiormente per le crisi in atto, a partire dai principi fondamentali: la difesa dei diritti umani, la lotta alla povertà e alle disuguaglianze.

“La ‘guerra mondiale a pezzi’, porta a un mondo in pezzi”, è l’allarme del Presidente della Repubblica che invoca una “riforma strutturale del multilateralismo: “i pericoli di oggi hanno nomi diversi da quelli di ottant’anni fa, ma non sono meno temibili, e dovrebbero indurci ad agire, subito, insieme”. Di fronte alle sfide globali: pandemie, cambiamenti climatici, dalla sicurezza cibernetica, governo dell’intelligenza artificiale, “tutte le minacce a cui dobbiamo far fronte richiedono multilateralismo e cooperazione internazionale”. Mattarella però vede anche “alcuni spiragli positivi” sulla strada della cooperazione internazionale: l’inclusione dell’Unione Africana come membro permanente del G20, l’allargamento dell’Unione europea, che pure ha bisogno di riformarsi per essere davvero efficace, anche la COP28 ha raggiunto un ampio consenso sul progressivo abbandono dei combustibili fossili. Il rilancio della Nato con l’ingresso della Finlandia e per parte sua l’Italia si impegna in vista della presidenza del prossimo G7 a fare della “ricerca del dialogo un elemento portante. L’Italia non farà venire meno il proprio impegno per creare fiducia e spazi di collaborazione”.

Meloni soddisfatta da summit Ue. Su Patto di Stabilità trattativa difficile

Meloni soddisfatta da summit Ue. Su Patto di Stabilità trattativa difficileBruxelles, 15 dic. (askanews) – Giorgia Meloni riparte da Bruxelles “soddisfatta” per i risultati del Consiglio europeo, anche se ‘monco’ per il veto ungherese sul bilancio e il mancato accordo sul Medio Oriente. Un summit, rivendica ancora una volta la premier, in cui l’Italia ha avuto “un ruolo da protagonista” per la sua capacità di “parlare con tutti”, anche con Viktor Orban – protagonista ‘negativo’ della riunione – che non è riuscita a convincere appieno.

Il vertice ha visto il via libera all’avvio dei negoziati per l’ingresso di Ucraina (con l”astensione’ proprio di Orban) e Moldavia, mentre per quanto riguarda la Bosnia Erzegovina i negoziati inizieranno una volta raggiunto il necessario grado di conformità ai criteri di adesione. Un risultato “molto importante”, sottolinea la presidente del Consiglio, anche per il bilanciamento sui Balcani Occidentali “dove l’Italia giocava un ruolo di primo piano”. Lo stesso Orban, invece, ha imposto lo stop alla revisione del Quadro finanziario pluriennale, il bilancio europeo, di cui si tornerà a discutere in un Consiglio straordinario presumibilmente tra la fine di gennaio e i primi di febbraio. La premier si dice però “soddisfatta” della bozza approvata da 26 Stati, in cui – afferma – “ci sono tutte le priorità che l’Italia aveva posto” a partire dalla “flessibilità dei fondi esistenti” per arrivare all’immigrazione, tema che peraltro entra nelle conclusioni del vertice. “C’è stato un punto della trattativa – rivela – in cui non era previsto niente sui migranti e siamo arrivati a quasi a 10 mld da spendere, particolarmente sulla dimensione esterna. Un grande risultato se riusciremo a confermarlo nel prossimo Consiglio europeo”. L’Italia invece esce ‘sconfitta’ – non da sola – sulla terza priorità che aveva posto, quella del rafforzamento dell’industria. In questo caso l’opposizione dei “frugali” ha tagliato le risorse da 10 a 1,5 miliardi, interamente destinati al solo Fondo di difesa.

In materia economica, però, il tema che tiene banco è quello del nuovo Patto di stabilità che deve essere approvato entro fine anno per evitare il ritorno ai vecchi parametri. E su questo, ammette, le “posizioni sono ancora abbastanza distanti”. Il dossier non era all’ordine del giorno del summit, ma se ne è discusso a margine, anche nel lungo incontro notturno con il presidente francese Emmanuel Macron, con cui sul dossier ci sono “diverse convergenze”. Mentre da Roma però Giancarlo Giorgetti vede “scarse possibilità” di trovare un accordo all’Ecofin del 20 dicembre, Meloni si mostra più ottimista, perchè per quanto difficile “non è impossibile” trovare la quadra. Dall’Europa Building smorza anche la possibilità di porre il ‘veto’ sul testo finale, cosa che non aveva escluso nei suoi interventi alla Camera e al Senato. A Bruxelles, sottolinea che “non la voglio mettere così”, però “quello che non posso fare è dare il mio ok a un Patto che non io ma nessun governo potrebbe rispettare, sarebbe ingiusto e inutile per noi. Dire ‘mettete il veto’, come Monti, non è un buon modo per cercare una sintesi”. Quel che smentisce categoricamente è che ci sia un “link”, una sorta di “ricatto”, tra Patto e ratifica del Mes (per cui però ha sempre parlato di logica di ‘pacchetto’). Nota sicuramente non positiva, ma preventivata alla vigilia, è la mancata intesa dei leader su una dichiarazione congiunta sulla crisi in Medio Oriente. Alcune posizioni tra i 27 sono troppo distanti e dunque si è preferito ribadire le precedenti conclusioni, per non far emergere divergenze. Però, garantisce, “siamo tutti d’accordo sul fatto che occorra continuare a condannare gli attacchi di Hamas, ribadire il diritto di Israele a difendersi nell’ambito delle norme internazionali, lavorare su una soluzione di lungo periodo, due popoli in due Stati”.

Domani Meloni sarà a Palazzo Chigi per vedere il primo ministro britannico Rishi Sunak, uno dei ‘big’ invitati ad Atreju, dove domani interverrà anche il proprietario di X Elon Musk. La stessa premier, domenica, chiuderà la festa.

Inclusive Sport Days, nel weekend maratona nuoto e torneo padel

Inclusive Sport Days, nel weekend maratona nuoto e torneo padelRoma, 15 dic. (askanews) – Lo sport al fianco della solidarietà a ridosso del Natale. Nel weekend tra sabato 16 e domenica 17 dicembre MSP Roma – ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni – organizzerà la prima edizione degli Inclusive Sport Days, con due eventi di nuoto e padel che si terranno in simultanea al G Sport Village (Via Raffaello Nasini, zona Tiburtina) con l’intero ricavato delle manifestazioni devoluto in beneficenza.

Ad aprire il lungo weekend di solidarietà – si legge in una nota – sarà la quarta edizione della maratona di 24 ore di nuoto no stop “Una Bracciata per la Ricerca”: lo start è fissato per sabato 16 dicembre alle ore 12, con una corsia dedicata a questa lunga staffetta di beneficenza. A turni di 15 minuti, atleti e dirigenti sportivi si passeranno infatti il testimone lungo l’intero arco della giornata, fino alle 12 del 17 dicembre. Il ricavato delle donazioni sarà devoluto a Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro. Accanto alla maratona di nuoto e novità degli Inclusive Sport Days, si terrà il torneo di padel “Uno smash per Lollo10”, nello stesso impianto sportivo e negli stessi giorni, suddiviso in categoria maschile in programma sabato 16 dicembre e categoria femminile domenica 17. Il ricavato delle iscrizioni sarà devoluto alla Onlus Lollo10, che si occupa di aiutare le famiglie dei bambini ricoverati nei reparti pediatrici del Policlinico Gemelli di Roma.

Nella serata di sabato 16 dicembre, infine, si terrà una tombolata di beneficenza, per festeggiare l’imminente arrivo del 2024 e per sostenere ancora di più il binomio sport, ricerca e solidarietà. “Quest’anno abbiamo voluto raddoppiare l’impegno di MSP Roma a sostegno della solidarietà – le parole del presidente di MSP Roma, Claudio Briganti -. Accanto alla tradizionale maratona di nuoto di 24 ore abbiamo aggiunto il torneo di beneficenza di padel, lo sport del momento. Ringrazio il G Sport Village che fin dall’inizio ha sostenuto quest’iniziativa tenendo aperta la struttura per tutta la giornata e il responsabile nuoto nonché direttore del circolo Cristian Silvestro per l’impegno messo per l’organizzazione di quest’evento. Siamo al fianco di AIRC e Lollo10 che sul territorio sostengono delle cause che noi, come MSP Roma, condividiamo totalmente. Saremo tutti presenti, perché attraverso lo sport possiamo dare voce a importanti temi sociali a sostegno della ricerca e del sorriso dei nostri bambini, che vogliamo evidenziare ancor di più soprattutto in prossimità delle feste natalizie”.

Sanità: camici bianchi tornano in sciopero il 18 dicembre

Sanità: camici bianchi tornano in sciopero il 18 dicembreRoma, 15 dic. (askanews) – “I nostri appelli sono inascoltati da tempo. Non ci resta che fermarci. Sciopero di 24 ore il 18 dicembre”. Medici, veterinari, farmacisti, psicologi, biologi e dirigenti sanitari, di AAROI-EMAC, FASSID (Federazione AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR), FVM e CISL Medici tornano a incrociare le braccia, “bloccando a livello nazionale tutte le prestazioni che sono funzionali, quindi indispensabili, per tutte le altre prestazioni ospedaliere e territoriali, comprese quelle della filiera alimentare”. “Diamo così seguito – spiegano in una nota – allo stato di mobilitazione e alla sequenza delle numerose iniziative di protesta finora adottate, più che mai necessarie, per opporci ad una Manovra che va a danno del Servizio Sanitario Pubblico, non risponde alle esigenze del personale sanitario, strizza l’occhio al privato e, cosa più grave di tutte, non riduce una lista d’attesa e non tutela la salute dei cittadini. Difendere il Servizio Sanitario Nazionale – si legge – ha per noi un valore morale oltre che politico, per evitare che un patrimonio fondamentale della nostra società e del nostro welfare possa essere abbandonato a una politica incapace e piegata a interessi di mercato”. Il 18 sarà anche organizzato davanti al Ministero della Salute un Presidio di circa 100 Medici, Veterinari e Dirigenti Sanitari alla presenza dei Presidenti e Segretari Nazionali delle Sigle che hanno proclamato lo sciopero.

La manifestazione, spiegano i camici bianchi, “attraverso una rappresentanza di quanti aderiranno allo sciopero, ha l’obiettivo di portare le istanze della mobilitazione nazionale “al domicilio” del diretto referente dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari del SSN, ossia il Ministro della Salute. Contestualmente, in quasi tutte le regioni di Italia, si svolgeranno iniziative per sensibilizzare e portare all’attenzione dei Governi nazionali e regionali e della popolazione la situazione di grave crisi del SSN”.