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Ue,Schlein a Meloni: sei tu che non fai gli interessi dell’Italia

Ue,Schlein a Meloni: sei tu che non fai gli interessi dell’ItaliaRoma, 13 dic. (askanews) – “Ho sentito la presidente del Consiglio Meloni dire che noi saremmo contro l’interesse nazionale. Vorrei fare un’operazione di verità e chiarezza: chi ha scelto sempre alleati sbagliati, perché nemici degli interessi dell’Italia, è proprio Giorgia Meloni. E’ lei che è andata da Orban e dal gruppo di Visegrad a dire che avevano ragione loro a dire no alla solidarietà sull’accoglienza”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein durante una conferenza stampa.

E poi: “Sul patto di stabilità e crescita rischiano di farci tornare all’austerità dei rigidi parametri quantitativi sul deficit”, mentre “bisogna assicurare continuità al ngeu, mentre le destre nazionaliste hanno sempre votato contro”. Insiste la Schlein: “Sono sempre loro che ospitano sul palco le peggiori destre d’europa, che vengono a Firenze a dire che è sbagliato sostenere l’ucraina contro Putin”.

Ue, Schlein a Meloni: sei tu che non fai gli interessi dell’Italia

Ue, Schlein a Meloni: sei tu che non fai gli interessi dell’ItaliaRoma, 13 dic. (askanews) – Ho sentito la presidente del Consiglio Meloni dire che noi saremmo contro l’interesse nazionale. Vorrei fare un’operazione di verità e chiarezza: chi ha scelto sempre alleati sbagliati, perché nemici degli interessi dell’Italia, è proprio Giorgia Meloni. E’ lei che è andata da Orban e dal gruppo di Visegrad a dire che avevano ragione loro a dire no alla solidarietà sull’accoglienza”.

E poi: “Sul patto di stabilità e crescita rischiano di farci tornare all’austerità dei rigidi parametri quantitativi sul deficit”, mentre “bisogna assicurare continuità al ngeu, mentre le destre nazionaliste hanno sempre votato contro”. Insiste la Schlein: “Sono sempre loro che ospitano sul palco le peggiori destre d’europa, che vengono a Firenze a dire che è sbagliato sostenere l’ucraina contro Putin”.

Pensioni, l’Ocse solleva critiche su “quota” e Ape sociale

Pensioni, l’Ocse solleva critiche su “quota” e Ape socialeRoma, 13 dic. (askanews) – L’Ocse muove una serie di rilievi critici sui vari meccanismi di anticipo pensionistico presenti in Italia, tra cui le varie versioni prorogate di “quota 100”, ma anche l’Ape sociale. E nel rapporto sui sistemi pensionistici pubblicato oggi, l’ente parigino solleva rilievi critici anche sul concetto di “lavori gravosi”, sia per l’ampiezza delle categorie che vi ricadono sia per il fatto che queste situazioni adrebbero gestite non tramite il sistema pensionistico.

L’Italia è uno dei nove paesi dell’Ocse che vincola l’età di pensionamento con le aspettative di vita. L’ente parigino rileva che in un sistema contributivo questo legame non è necessario per migliorare il finanziamento delle pensioni, ma punta ad evitare che la gente si ritiri troppo presto e/o con pensioni basse e al tempo stesso promuove l’occupazione sulle fasce di età più avanzate, e in questo modo la crescita potenziale. Per coloro che entrano oggi nel mercato del lavoro l’età di pensionamento risulterebbe di 71 anni, mentre attualmente l’età di pensionamento in Italia di 67 anni. Tuttavia, nella scheda sulla Penisola inserita nello studio, l’Ocse rileva che questa età età di pensionamento non non è obbligatoria per molti lavoratori e che l’Italia assicura accessi anticipati “spesso senza penalizzazioni”. Nel 2023 è stato prorogato il sistema delle “quote”, che sarebbe dovuto scadere lo scorso anno. Inizialmente denominato “quota 100”, nel 2019, si sarebbe dovuto concludere nel 2021, poi è stato prorogato nel 2022 nel 2023. Attenua le condizioni di pensionamento senza penalizzazioni.

Lo studio rileva che sempre in Italia c’è un’altra alternativa per il pensionamento anticipato a 64 anni con 20 di contributi, che implica assegni più bassi e che per le donne presenta la possibilità di pensionamento a 60 o anche a 59 e 58 anni se, rispettivamente, con uno o più bambini: si tratta di “opzione donna”, che è stato oggetto di qualche ritocco restrittivo nel 2023. Secondo l’Ocse “queste opzioni di pensionamento anticipato fanno sì che ci siano dei livelli di occupazione tra gli over 60 anni molto bassi. E questa sarà una sfida crescente mentre la popolazione in età lavorativa è prevista calare di più di un terzo per il 2060”.

Inoltre “garantire benefici relativamente elevati a età relativamente basse come con il sistema di ‘quota’ – si legge – contribuisce alla seconda maggiore spesa pubblica sulle pensioni tra i paesi dell’Ocse, al 16,3% del Pil nel 2021”. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico rileva che sebbene i contributi sociali siano molto elevati in Italia i ricavi da contributi pensionistici sono solo all’11% del Pil circa e che questo richiede consistenti finanziamenti supplementari dalla tassazione generale.

Altri rilievi riguardano il concetto di lavori usuranti, categoria che è stata molto ampliata rispetto a quella iniziale di lavori ritenuti a rischio. Il rapporto ricorda che nel 2012 viene fissata a 60 anni l’età minima di pensionamento per i lavori usuranti che includeva una breve lista di situazioni su cui risultavano prove di impatti negativi sulla salute, ad esempio per minatori, lavoratori impegnati sui turni di notte e su attività subacquee. Tuttavia l’ente parigino afferma i lavori usuranti sono questioni che andrebbero gestite innanzitutto al di fuori dell’ambito pensionistico, in particolare tramite il sistema sanitario, tramite normative sulla sicurezza assieme a comunicazioni sui rischi e formazione. Invece nel 2016 c’è stata creata una categoria più ampia di lavori usuranti, detti “lavori gravosi”, ulteriormente espansa nel 2018 e in questo caso l’inclusione di specifiche categorie di lavoratori non è basata su criteri che riguardino le condizioni di lavoro “e includono ruoli come infermieri, insegnanti e conducenti di treni. In questa categoria – si legge – ci si può ritirare in pensione dopo 41 anni se si è iniziato a lavorare prima dei 19 anni”. A dal 2017 si è aggiunta anche l’Ape sociale, l’anticipo pensionistico che rende possibile il pensionamento al 63 anni con 36 anni di contributi.Peraltro l’Ape sociale copre la disoccupazione di lungo termine, le persone con parziali disabilità e coloro che hanno prestato assistenza in famiglia. “Avrebbe dovuto essere un misura temporanea ma è sempre rimasta in vigore”, osserva l’Ocse. Più in generale, l’Ocse parte dalla considerazione che in Italia il reddito medio delle persone sopra 65 anni è leggermente più elevato di quello della popolazione totale e che è aumentato molto di più negli ultimi due decenni. A titolo di paragone nell’Ocse in media è del 12% più basso. Nel 2023 la pensione minima è stata aumentata dell’1,5% per i pensionati con meno di 75 anni ma del 6,4% per quelli con 75 e più anni. Il parametro contributivo minimo che attualmente beneficia circa il 15% degli ultra 65 anni viene progressivamente eliminato, dato che non fa parte del nuovo schema contributivo. Secondo lo studio è probabile che questa eliminazione porti a aumenti delle diseguaglianze che sono già più elevate che nella maggior parte dei paesi dell’Ue e dell’Ocse.

Alcune delle cose che ha detto Meloni nella sua replica al Senato

Alcune delle cose che ha detto Meloni nella sua replica al SenatoRoma, 13 dic. (askanews) – “Io penso che si debba essere, io lo sono sicuramente molto fiera del lavoro fatto sul Pnrr” e “lo abbiamo fatto sia sul piano di una possibile revisione” sia sul “tema di risolvere alcune criticità nei piani adottati dai precedenti governi” e “veniva indicata come un’ipotesi impossibile o come una scelta folle che ci avrebbe fatto perdere le risorse del Pnrr”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

“In questo racconto sempre un po distorto e distruttivo che non fa stato del ruolo dell’Italia e di quello che possiamo ottenere con un po di pragmatismo e buon senso, abbiamo dimostrato che le cose fatte bene si possono ottenere. Sono d’accordo che si è tifato più perché l’Italia non avesse terza rata che nella finale di Coppa Davis, ma abbiamo avuto la terza rata, siamo stati i primi ad avere la quarta e entro l’anno consegneremo la quinta”. “Non devo ricordare ancora una volta, al di là di quello che si ripete come un mantra con un piccolo escamotage tecnico, il fondo sanitario arriva quest’anno al massimo di risorse mai avute” ha detto.

“E vi spiego – ha aggiunto – qual è il piccolo escamotage tecnico che vi consente di dire che non è vero che ci sono 10 miliardi in più di quando c’eravate voi al tempo del Covid nonostante 180 miliardi spesi a debito: la ragione per cui si fa sempre il rapporto percentuale con il Pil è che quando governava la sinistra il Pil crollava e con noi il Pil cresce e quindi la percentuale cala”. “Noi abbiamo una strategia, capisco che possa essere una novità, ma abbiamo una strategi di politica estera. Capisco possa dare fastidio”.

Le parole di ieri sulla foto sul treno per Kiev sono “lungi dall’essere un attacco a Mario Draghi: tutti sanno cosa penso della fermezza avuta da Draghi e proprio perchè ho rispetto per quella fermezza non penso che la politica estera si risolva nella foto sul treno con i francesi e i tedeschi, mi spiace che si cerchi di ribaltare il quadro”. “Questa differenza” sul ruolo dell’Italia “la vedono anche molti colleghi europei che lo dicono, che me lo dicono, ‘hai riportato l’Italia al centro delle discussioni europee. C’è uno di questi leader, non farò il nome, al quale è stata chiesta un intervista da un quotidiano non proprio amico e che ha detto questo. L’intervista non è stata pubblicata”. La premier ha spiegato che la politica estera “non è prendere il caffè con gli altri leader”, “ora l’Italia è più forte e rispettata”.

Durante le repliche della presidente del Consiglio alla discussione in vista del prossimo Consiglio europeo Giorgia meloni si è rivolta ad alcuni senatori di opposizione che criticavano le sue dichiarazioni. “Se avete argomenti rispondete in replica, io non mi metto a gridare mentre parlate”, ha detto. Con il governo Conte il Pil era in “doppia cifra” perchè “quello che è accaduto mentre si usciva dalla pandemia in economia si chiama ‘dead cat bounce’, cioè rimbalzo del gatto morto” dunque il Pil cresceva perchè “nell’anno precedente era sprofondato più dei Pil degli altri Paesi d’Europa, non è una cosa di cui mi vanterei”. Meloni ha poi citato i dati Istat su occupati e calo della disoccupazione, dati “positivi che ci incoraggiano ad andare avanti e fare ancora meglio”. Quanto alla ‘logica di pacchetto’ rivendicata dal M5s, ha ironizzato, “parlerei di logica di pacco”. La premier ha poi mostrato e letto il testo del fax con cui l’allora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, autorizzava l’impegno a ratificare la riforma del meccanismo europeo. “Questa firma – ha poi aggiunto – è stata fatta un giorno dopo le dimissioni del governo Conte, quando era in carica solo per gli affari correnti, senza dirlo agli italiani, senza metterci la faccia, con il favore delle tenebre. Capisco il vostro imbarazzo ma dalla storia non si esce, questo foglio dimostra la poca serietà di un governo che mentre faceva gli scatoloni lasciava questo pacco al governo successivo”. “Qualcuno dovrà fare i conti con la propria coscienza per aver immaginato così male un provvedimento che pure nasceva da un intento condivisibile da trasformarlo nel più grande regalo mai fatto dallo Stato italiano a truffatori e organizzazioni criminali. Lasciando invece migliaia di imprese e famiglie per bene in un mare di guai, questione che ora noi cerchiamo di risolvere” ha poi detto Meloni. Quindi, parlando di migranti, Meloni ha detto “mi ha colpito la reazione del Partito democratico sulla vicenda dell’accordo con l’Albania. Sicuramente non lo si può considerare in violazione del diritto internazionale, questo mi sembra si stato chiarito”. “Ma al di là del fatto che si possa condividere o no, io – ha aggiunto – sono rimasta basita quando qualcuno ha paventato la richiesta di espulsione del premier albanese Edi Rama dal Partito socialista per aver aiutato l’Italia. Intanto perché mi pareva che accogliere i migranti fosse compatibile con i valori della sinistra, voi l’avete fatto una vita e non vi hanno cacciato dal Partito socialista, e in secondo luogo perché ritengo che pensare di cacciare qualcuno per aver aiutato l’Italia che anche voi rappresentate, la dica lunga rispetto ad anteporre gli interessi di partito agli interessi complessivi della nazione”.

Migranti, Meloni a Pd: anteponete interessi partito a nazione

Migranti, Meloni a Pd: anteponete interessi partito a nazioneRoma, 13 dic. (askanews) – “Mi ha colpito la reazione del Partito democratico sulla vicenda dell’accordo con l’Albania. Sicuramente non lo si può considerare in violazione del diritto internazionale, questo mi sembra si stato chiarito”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

“Ma al di là del fatto che si possa condividere o no, io – ha aggiunto – sono rimasta basita quando qualcuno ha paventato la richiesta di espulsione del premier albanese Edi Rama dal Partito socialista per aver aiutato l’Italia. Intanto perché mi pareva che accogliere i migranti fosse compatibile con i valori della sinistra, voi l’avete fatto una vita e non vi hanno cacciato dal Partito socialista, e in secondo luogo perché ritengo che pensare di cacciare qualcuno per aver aiutato l’Italia che anche voi rappresentate, la dica lunga rispetto ad anteporre gli interessi di partito agli interessi complessivi della nazione”.

Superbonus, Meloni: da M5s regalo mai così grande a criminali

Superbonus, Meloni: da M5s regalo mai così grande a criminaliRoma, 13 dic. (askanews) – “Qualcuno dovrà fare i conti con la propria coscienza per aver immaginato così male un provvedimento che pure nasceva da un intento condivisibile da trasformarlo nel più grande regalo mai fatto dallo Stato italiano a truffatori e organizzazioni criminali. Lasciando invece migliaia di imprese e famiglie per bene in un mare di guai, questione che ora noi cerchiamo di risolvere”. Così la Premier Giorgia Meloni, in sede di replica in Senato sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

Superbonus, Meloni: austerità? Chiamati a riparare danni di altri

Superbonus, Meloni: austerità? Chiamati a riparare danni di altriRoma, 13 dic. (askanews) – Austerity? “Noi siamo chiamati a riparare” ai danni che “alcuni governi precedenti” hanno fatto. “Abbiamo smesso di buttare i soldi degli italiani dalla finestra con misure tipo i bonus, i banchi a rotelle, i superbuffi, i sussidi a pioggia per rimanere seduti a casa sul divano” e “mi stupisce che continuate a difendere il Superbonus che “pesa come un macigno” mentre “più del 30% di queste risorse pubbliche sono finite a banche e intermediari finanziari contribuendo alla realizzazione di profitti record, per non parlare delle frondi per miliardi di euro che ogni giorno vengono scoperte e qualcuno dovrà fare prima o poi i conti con la propria coscienza”. Così, rivolta al M5s, la Premier Giorgia Meloni, nell’aula della Camera in sede di replica sulle comunicazione in vista del Consiglio europeo.

“Non è austerità, si chiama serietà ed è esattamente la ragione per cui gli italiani hanno voluto noi a governare e hanno deciso di chiedere a voi di fare un passo indietro”, ha attaccato Meloni.

Mes, Meloni mostra fax in Senato: dimostra scarsa serietà Conte

Mes, Meloni mostra fax in Senato: dimostra scarsa serietà ConteRoma, 13 dic. (askanews) – Nuova polemica sul Mes tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il M5s. La premier ha infatti mostrato e letto il testo del fax con cui l’allora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, autorizzava l’impegno a ratificare la riforma del meccanismo europeo.

“Questa firma – ha poi aggiunto – è stata fatta un giorno dopo le dimissioni del governo Conte, quando era in carica solo per gli affari correnti, senza dirlo agli italiani, senza metterci la faccia, con il favore delle tenebre. Capisco il vostro imbarazzo ma dalla storia non si esce, questo foglio dimostra la poca serietà di un governo che mentre faceva gli scatoloni lasciava questo pacco al governo successivo”.

Ue, Meloni: su riforma patto serve pragmatismo e non miopia

Ue, Meloni: su riforma patto serve pragmatismo e non miopiaRoma, 13 dic. (askanews) – Sulla riforma del patto di stabilità “ribadisco che la trattativa è molto serrata e le posizioni di partenza sono distanti” ma “credo che qualche spiraglio si veda” e “la posizione italiana si deve decidere alla fine”. Così la Premier Giorgia Meloni, nell’aula del Senato, in sede di replica sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

“Sapete quale posizione il governo italiano ha portato avanti” che “mi sembra trasversalmente condivisa tra le forze politiche, cioè rivendichiamo una riforma che tenga conto di una strategia che l’Europa si è data” e “non avrebbe senso, sono d’accordo anche con Monti, che l’Europa nel momento in cui deve definire la governance non tenesse conto di quello che ha incentivato gli Stati a fare”, ha osservato Meloni. “Noi siamo stati incentivati su una serie materie e riconoscere quegli investimenti non serve solo all’Italia, ma all’Europa interna. Altrimenti si continuano a fare cose totalmente miopi dove da una parte si incentivano gli investimenti e dall’altra si colpiscono le Nazioni che fanno quegli investimenti. E’ una posizione di buon senso e pragmatica” quella italiana su cui “non c’è ancora un accordo definitivo ma non posso non esprimere una punta di soddisfazione per qualche passo avanti fatto”, ha sottolineato.

Ue, Meloni: sul Patto posizione Scholz più distante di quella Orban

Ue, Meloni: sul Patto posizione Scholz più distante di quella OrbanRoma, 13 dic. (askanews) – “Se dovessi seguire il ragionamento della sinistra e in particolare del Pd sui rapporti in Europa, sui compagni di viaggio, se volessi seguire il ragionamento per cui non bisogna parlare con chi ha posizioni distanti da noi non dovrei parlare neanche con la Germania, perchè sul Patto di stabilità la posizione più distante non è quella di Orban ma quella della Germania di Scholz. Ogni Stato cerca di portare a casa quel che è meglio per sé”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella sua replica in Senato.

“E’ un enorme errore in politica estera sovrappoprre il rapporto tra governi alle logiche di partito – ha aggiunto – è una stupidaggine che comporta enormi contraddizioni. La sinistra ha sempre parlato di una Europa di serie A e una di Serie B, come i Paesi Visegrad. Oggi che la Polonia è governata da Tusk la Polonia resta di Serie B o diventa di Serie A? La politica estera non si fa così, si deve parlare con tutti ed è quello che cerco di fare ogni giorno”.