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Istat: nel III trimestre è boom degli occupati over 50

Istat: nel III trimestre è boom degli occupati over 50Roma, 13 dic. (askanews) – Nel terzo trimestre 2023 prosegue la crescita tendenziale del numero di occupati (481 mila, +2,1% in un anno), iniziata nel secondo trimestre 2021. Nonostante l’aumento coinvolga anche i giovani di 15-34 anni (+81 mila, +1,5%), si concentra tra gli individui ultracinquantenni: +440 mila tra chi ha fino a 64 anni e + 72 mila tra i 65-89enni1 (+5,3% e 10,4% rispettivamente); al contrario, il numero di occupati 35-49enni diminuisce (-111 mila, -1,3%). Lo ha reso noto l’Istat.

Il tasso di occupazione, invece, aumenta per tutte le classi di età – sebbene con intensità diversa (+0,8 punti sia per i giovani di 15-34 anni sia per adulti 35-49 e +2,3 punti per i 50-64enni) – a indicare come la diminuzione degli occupati tra gli adulti di 35-49 anni sia dovuta alla dinamica demografica negativa: la popolazione in questa fascia d’età è fortemente diminuita (-2,3% in un anno), a fronte di una sostanziale stabilità di quella tra i 15-34enni (-0,3%) e di un aumento di quella con almeno 50 anni (+1,4% tra i 50-64enni e +1,0% tra i 65-89enni). “Il tasso di occupazione, essendo il rapporto tra il numero di occupati e la popolazione residente, può infatti aumentare anche quando il numero di occupati diminuisce, se tale diminuzione è meno marcata di quella della corrispondente popolazione”, ha spiegato l’Istat. Scendendo in un maggiore dettaglio per età, tra il terzo trimestre 2022 e il terzo trimestre 2023, nella classe di età 15-24 gli occupati aumentano leggermente, a fronte di una popolazione sostanzialmente stabile, e il tasso di occupazione rimane quasi invariato (+0,1 punti percentuali); nelle classi tra i 25 e i 39 anni, all’aumento degli occupati corrisponde una diminuzione della popolazione con un conseguente aumento del tasso di occupazione (che varia tra 1,2 e 1,9 punti), nella classe tra 40 e 44 anni la diminuzione degli occupati è inferiore a quella della popolazione (il tasso di occupazione aumenta di 0,7 punti) e nella classe 45-49 il calo degli occupati è simile a quello della popolazione (il tasso di occupazione registra un aumento di appena 0,1 punti). Infine, nelle classi di età tra 55 e 89 anni, la crescita degli occupati è molto più marcata di quella della popolazione e l’aumento del tasso di occupazione raggiunge i 4,1 punti tra i 60-64enni.

La concentrazione della crescita dell’occupazione tra le classi di età più elevate concorre a determinare l’aumento, per il terzo trimestre consecutivo, dell’occupazione tra i dipendenti a tempo indeterminato (+470 mila, +3,1%) e gli indipendenti (+81 mila, +1,6%); tra gli ultracinquantenni, caratterizzati dalla più alta quota di tali posizioni lavorative, i dipendenti a tempo indeterminato aumentano infatti di +369 mila e gli indipendenti di 109 mila. La crescita degli occupati a tempo indeterminato si osserva anche per le classi di età fino a 39 anni (150 mila): tra i più giovani (15-29enni) si associa alla riduzione sia del lavoro a termine sia di quello indipendente, tra i 30-34enni alla leggera crescita di entrambi e tra i 35-39enni alla diminuzione del lavoro a termine e all’aumento di quello indipendente. Per le classi di età più anziane l’incremento sembrerebbe soprattutto legato a una mancata uscita per pensionamento, mentre per i giovani potrebbe anche essere dovuto alla trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. Gli ultimi quindici anni – attraversati dalle crisi del mercato del lavoro 2009-2013 e da quella derivata dall’emergenza sanitaria del 2020 – “hanno registrato un progressivo invecchiamento della forza lavoro, dovuto a diversi fattori che si sommano al progressivo invecchiamento della popolazione (tra gli ultracinquantenni si concentra la generazione dei baby-boomers): la maggiore partecipazione al mercato del lavoro (soprattutto per le donne), lo slittamento in avanti dell’ingresso (anche per percorsi di formazione via via più lunghi) e il prolungamento della permanenza in età sempre più avanzate (a seguito dell’inasprimento dei requisiti per accedere alla pensione). La quota degli occupati tra 15 e 34 anni di età è scesa dal 30,1% del terzo trimestre 2008 al 22,7% del terzo 2023, mentre quella di chi ha almeno 50 anni è aumentata dal 24,2% al 40,4%.

Il bilancio occupazionale positivo, rispetto al terzo trimestre 2008 (+458 mila), è la sintesi di un calo di circa 1 milione e 600 mila occupati tra 15 e 34 anni e di circa 1 milione 900 mila occupati tra 35 e 49 anni che è stato più che compensato dall’aumento di quasi 4 milioni di occupati di 50 anni e più. Malgrado il forte recupero negli ultimi due anni, il tasso di occupazione tra i giovani di 15-34 anni è diminuito di quasi sei punti, quello dei 35-49enni è tornato sostanzialmente simile (-0,2 punti), mentre per la classe di età tra 50 e 64 anni è aumentato di 17 punti.

Pensioni, Ocse solleva critiche su “quota” e Ape sociale

Pensioni, Ocse solleva critiche su “quota” e Ape socialeRoma, 13 dic. (askanews) – L’Ocse muove una serie di rilievi critici sui vari meccanismi di anticipo pensionistico presenti in Italia, tra cui le varie versioni prorogate di “quota 100”, ma anche l’Ape sociale. E nel rapporto sui sistemi pensionistici pubblicato oggi, l’ente parigino solleva rilievi critici anche sul concetto di “lavori gravosi”, sia per l’ampiezza delle categorie che vi ricadono sia per il fatto che queste situazioni adrebbero gestite non tramite il sistema pensionistico.

L’Italia è uno dei nove paesi dell’Ocse che vincola l’età di pensionamento con le aspettative di vita. L’ente parigino rileva che in un sistema contributivo questo legame non è necessario per migliorare il finanziamento delle pensioni, ma punta ad evitare che la gente si ritiri troppo presto e/o con pensioni basse e al tempo stesso promuove l’occupazione sulle fasce di età più avanzate, e in questo modo la crescita potenziale. Per coloro che entrano oggi nel mercato del lavoro l’età di pensionamento risulterebbe di 71 anni, mentre attualmente l’età di pensionamento in Italia di 67 anni. Tuttavia, nella scheda sulla Penisola inserita nello studio, l’Ocse rileva che questa età età di pensionamento non non è obbligatoria per molti lavoratori e che l’Italia assicura accessi anticipati “spesso senza penalizzazioni”. Nel 2023 è stato prorogato il sistema delle “quote”, che sarebbe dovuto scadere lo scorso anno. Inizialmente denominato “quota 100”, nel 2019, si sarebbe dovuto concludere nel 2021, poi è stato prorogato nel 2022 nel 2023. Attenua le condizioni di pensionamento senza penalizzazioni.

Lo studio rileva che sempre in Italia c’è un’altra alternativa per il pensionamento anticipato a 64 anni con 20 di contributi, che implica assegni più bassi e che per le donne presenta la possibilità di pensionamento a 60 o anche a 59 e 58 anni se, rispettivamente, con uno o più bambini: si tratta di “opzione donna”, che è stato oggetto di qualche ritocco restrittivo nel 2023. Secondo l’Ocse “queste opzioni di pensionamento anticipato fanno sì che ci siano dei livelli di occupazione tra gli over 60 anni molto bassi. E questa sarà una sfida crescente mentre la popolazione in età lavorativa è prevista calare di più di un terzo per il 2060”.

Inoltre “garantire benefici relativamente elevati a età relativamente basse come con il sistema di ‘quota’ – si legge – contribuisce alla seconda maggiore spesa pubblica sulle pensioni tra i paesi dell’Ocse, al 16,3% del Pil nel 2021”. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico rileva che sebbene i contributi sociali siano molto elevati in Italia i ricavi da contributi pensionistici sono solo all’11% del Pil circa e che questo richiede consistenti finanziamenti supplementari dalla tassazione generale.

Altri rilievi riguardano il concetto di lavori usuranti, categoria che è stata molto ampliata rispetto a quella iniziale di lavori ritenuti a rischio. Il rapporto ricorda che nel 2012 viene fissata a 60 anni l’età minima di pensionamento per i lavori usuranti che includeva una breve lista di situazioni su cui risultavano prove di impatti negativi sulla salute, ad esempio per minatori, lavoratori impegnati sui turni di notte e su attività subacquee. Tuttavia l’ente parigino afferma i lavori usuranti sono questioni che andrebbero gestite innanzitutto al di fuori dell’ambito pensionistico, in particolare tramite il sistema sanitario, tramite normative sulla sicurezza assieme a comunicazioni sui rischi e formazione. Invece nel 2016 c’è stata creata una categoria più ampia di lavori usuranti, detti “lavori gravosi”, ulteriormente espansa nel 2018 e in questo caso l’inclusione di specifiche categorie di lavoratori non è basata su criteri che riguardino le condizioni di lavoro “e includono ruoli come infermieri, insegnanti e conducenti di treni. In questa categoria – si legge – ci si può ritirare in pensione dopo 41 anni se si è iniziato a lavorare prima dei 19 anni”. A dal 2017 si è aggiunta anche l’Ape sociale, l’anticipo pensionistico che rende possibile il pensionamento al 63 anni con 36 anni di contributi.Peraltro l’Ape sociale copre la disoccupazione di lungo termine, le persone con parziali disabilità e coloro che hanno prestato assistenza in famiglia. “Avrebbe dovuto essere un misura temporanea ma è sempre rimasta in vigore”, osserva l’Ocse. Più in generale, l’Ocse parte dalla considerazione che in Italia il reddito medio delle persone sopra 65 anni è leggermente più elevato di quello della popolazione totale e che è aumentato molto di più negli ultimi due decenni. A titolo di paragone nell’Ocse in media è del 12% più basso. Nel 2023 la pensione minima è stata aumentata dell’1,5% per i pensionati con meno di 75 anni ma del 6,4% per quelli con 75 e più anni. Il parametro contributivo minimo che attualmente beneficia circa il 15% degli ultra 65 anni viene progressivamente eliminato, dato che non fa parte del nuovo schema contributivo. Secondo lo studio è probabile che questa eliminazione porti a aumenti delle diseguaglianze che sono già più elevate che nella maggior parte dei paesi dell’Ue e dell’Ocse.

Netflix per la prima volta fornisce dati di visualizzazione

Netflix per la prima volta fornisce dati di visualizzazioneRoma, 13 dic. (askanews) – Netflix, il servizio di streaming a lungo criticato per la mancanza di trasparenza sui suoi dati di visualizzazione , inizierà a pubblicare un due volte all’anno un report completo.

Il suo primo Netflix Engagement Report, pubblicato ieri, ha fornito i dati delle visuazzazioni su oltre 18.220 titoli, per un totale di quasi 100 miliardi di ore visualizzate. The Night Agent, un thriller politico, è stato il più visto su Netflix a livello globale nella prima metà del 2023, con 812 milioni di ore. La trasparenza sui servizi di streaming è stata una questione centrale durante gli scioperi di Hollywood di quest’anno. Scrittori e attori chiedevano royalties più adeguate in base alle performance delle loro opere sui servizi di streaming.

Nel III trimestre boom occupati over 50, oltre mezzo milione in più

Nel III trimestre boom occupati over 50, oltre mezzo milione in piùRoma, 13 dic. (askanews) – Boom degli occupati tra gli over cinquanta: oltre mezzo milione in più, 512mila, ne terzo trimestre dell’anno. Secondo gli ultimi dati dell’Istat, nel periodo luglio-settembre 2023, prosegue la crescita tendenziale del numero di occupati (481 mila, +2,1% in un anno), iniziata nel secondo trimestre 2021. Nonostante l’aumento coinvolga anche i giovani di 15-34 anni (+81 mila, +1,5%), si concentra tra gli individui ultracinquantenni: +440 mila tra chi ha fino a 64 anni e + 72 mila tra i 65-89enni (+5,3% e 10,4% rispettivamente); al contrario, il numero di occupati 35-49enni diminuisce (-111 mila, -1,3%).

Il tasso di occupazione, invece, aumenta per tutte le classi di età – sebbene con intensità diversa (+0,8 punti sia per i giovani di 15-34 anni sia per adulti 35-49 e +2,3 punti per i 50-64enni) – a indicare come la diminuzione degli occupati tra gli adulti di 35-49 anni sia dovuta alla dinamica demografica negativa: la popolazione in questa fascia d’età è fortemente diminuita (-2,3% in un anno), a fronte di una sostanziale stabilità di quella tra i 15-34enni (-0,3%) e di un aumento di quella con almeno 50 anni (+1,4% tra i 50-64enni e +1,0% tra i 65-89enni). “Il tasso di occupazione, essendo il rapporto tra il numero di occupati e la popolazione residente, può infatti aumentare anche quando il numero di occupati diminuisce, se tale diminuzione è meno marcata di quella della corrispondente popolazione”, ha spiegato l’Istat. Scendendo in un maggiore dettaglio per età, tra il terzo trimestre 2022 e il terzo trimestre 2023, nella classe di età 15-24 gli occupati aumentano leggermente, a fronte di una popolazione sostanzialmente stabile, e il tasso di occupazione rimane quasi invariato (+0,1 punti percentuali); nelle classi tra i 25 e i 39 anni, all’aumento degli occupati corrisponde una diminuzione della popolazione con un conseguente aumento del tasso di occupazione (che varia tra 1,2 e 1,9 punti), nella classe tra 40 e 44 anni la diminuzione degli occupati è inferiore a quella della popolazione (il tasso di occupazione aumenta di 0,7 punti) e nella classe 45-49 il calo degli occupati è simile a quello della popolazione (il tasso di occupazione registra un aumento di appena 0,1 punti). Infine, nelle classi di età tra 55 e 89 anni, la crescita degli occupati è molto più marcata di quella della popolazione e l’aumento del tasso di occupazione raggiunge i 4,1 punti tra i 60-64enni.

La concentrazione della crescita dell’occupazione tra le classi di età più elevate concorre a determinare l’aumento, per il terzo trimestre consecutivo, dell’occupazione tra i dipendenti a tempo indeterminato (+470 mila, +3,1%) e gli indipendenti (+81 mila, +1,6%); tra gli ultracinquantenni, caratterizzati dalla più alta quota di tali posizioni lavorative, i dipendenti a tempo indeterminato aumentano infatti di +369 mila e gli indipendenti di 109 mila. La crescita degli occupati a tempo indeterminato si osserva anche per le classi di età fino a 39 anni (150 mila): tra i più giovani (15-29enni) si associa alla riduzione sia del lavoro a termine sia di quello indipendente, tra i 30-34enni alla leggera crescita di entrambi e tra i 35-39enni alla diminuzione del lavoro a termine e all’aumento di quello indipendente. Per le classi di età più anziane l’incremento sembrerebbe soprattutto legato a una mancata uscita per pensionamento, mentre per i giovani potrebbe anche essere dovuto alla trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. Gli ultimi quindici anni – attraversati dalle crisi del mercato del lavoro 2009-2013 e da quella derivata dall’emergenza sanitaria del 2020 – “hanno registrato un progressivo invecchiamento della forza lavoro, dovuto a diversi fattori che si sommano al progressivo invecchiamento della popolazione (tra gli ultracinquantenni si concentra la generazione dei baby-boomers): la maggiore partecipazione al mercato del lavoro (soprattutto per le donne), lo slittamento in avanti dell’ingresso (anche per percorsi di formazione via via più lunghi) e il prolungamento della permanenza in età sempre più avanzate (a seguito dell’inasprimento dei requisiti per accedere alla pensione). La quota degli occupati tra 15 e 34 anni di età è scesa dal 30,1% del terzo trimestre 2008 al 22,7% del terzo 2023, mentre quella di chi ha almeno 50 anni è aumentata dal 24,2% al 40,4%.

Il bilancio occupazionale positivo, rispetto al terzo trimestre 2008 (+458 mila), è la sintesi di un calo di circa 1 milione e 600 mila occupati tra 15 e 34 anni e di circa 1 milione 900 mila occupati tra 35 e 49 anni che è stato più che compensato dall’aumento di quasi 4 milioni di occupati di 50 anni e più. Malgrado il forte recupero negli ultimi due anni, il tasso di occupazione tra i giovani di 15-34 anni è diminuito di quasi sei punti, quello dei 35-49enni è tornato sostanzialmente simile (-0,2 punti), mentre per la classe di età tra 50 e 64 anni è aumentato di 17 punti. Mlp

Inditex (Zara): nei nove mesi ricavi a 25,6 mld, utile +32% a 4,1 mld

Inditex (Zara): nei nove mesi ricavi a 25,6 mld, utile +32% a 4,1 mldMilano, 13 dic. (askanews) – Nei primi nove mesi del 2023, il colosso spagnolo dell’abbigliamento Inditex (Zara) ha registrato un fatturato di 25,6 miliardi, in crescita dell’11,1% su base annua, un Ebitda in aumento del 13,9% a 7,4 miliardi, e un utile netto di 4,1 miliardi (+32,5%). La posizione di cassa netta è cresciuta del 15% a 11,5 miliardi rispetto allo pari periodo dell’anno precedente.

Le vendite, sia in store sia online, a tassi di cambio costanti tra il 1 dicembre e l’11 dicembre sono aumentate del 14% rispetto allo pari periodo del 2022.

Lavoro, Istat: nel III trimestre +65mila occupati, su anno +481mila

Lavoro, Istat: nel III trimestre +65mila occupati, su anno +481milaRoma, 13 dic. (askanews) – Nel terzo trimestre dell’anno il numero di occupati aumenta di 65 mila unità (+0,3% rispetto al secondo trimestre 2023) e si attesta a 23 milioni 598 mila. La crescita coinvolge i dipendenti a tempo indeterminato (+75 mila, +0,5%) e gli indipendenti (+10 mila, +0,2%), mentre si registra un calo dei dipendenti a termine (-19 mila, -0,6% in tre mesi). Il tasso di occupazione sale al 61,5% (+0,2 punti in tre mesi): l’aumento riguarda entrambe le componenti di genere, le tre ripartizioni territoriali e soltanto i 50-64enni (tra i 35-49 rimane stabile e tra i 15-34enni cala leggermente). Lo ha reso noto l’Istat.

Nel terzo trimestre prosegue la crescita tendenziale del numero di occupati (+481 mila, +2,1% rispetto al terzo trimestre 2022), la cui stima si attesta a 23 milioni 613 mila unità; in aumento anche il tasso di occupazione per le persone tra i 15 e i 64 anni che raggiunge il 61,6% (+1,3 punti). L’aumento dell’occupazione coinvolge i dipendenti a tempo indeterminato (+470 mila, +3,1%) e gli indipendenti (+81 mila, +1,6%) – i dipendenti a termine diminuiscono (-70 mila, -2,3%) – e interessa solamente gli occupati a tempo pieno (+510 mila, +2,7%), poiché i lavoratori a tempo parziale diminuiscono (-29 mila, -0,7%).

Papa: nuovo appello per cessate-il-fuoco in Medio Oriente

Papa: nuovo appello per cessate-il-fuoco in Medio OrienteCittà del Vaticano, 13 dic. (askanews) – “Seguo con preoccupazione e dolore il conflitto in Israele e in Palestina. Rinnovo il mio appello per un immediato cessate il fuoco umanitario. Si soffre tanto lì, incoraggio tutte le parti coinvolte a riprendere i negozianti e chiedo a tutti di assumersi l’urgente impegno di far arrivare gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza che è allo stremo e ne ha veramente bisogno. Si liberino subito tutti gli ostaggi che avevano visto una speranza nella tregua di qualche giorno fa”. Il nuovo appello per la pace in Medio Oriente è venuto da Papa Francesco al termine dell’udienza generale di oggi.

Il Papa ha poi detto: “che questa grande sofferenza per gli israeliani e per i palestinesi finisca. Per favore no alle armi sì alla pace”.

Else edizioni: le cartoline di natale di Armin Greder

Else edizioni: le cartoline di natale di Armin GrederRoma, 13 dic. (askanews) – Ogni anno Armin Greder invia a una piccola schiera di amici sparsi per il mondo la sua cartolina di Natale. Il suo dono natalizio è un invito a rimanere vicini e a non smettere di pensare al reale con spirito critico, ironico e autoironico. Nel suo stile caustico Armin ritrae uno dei rituali più contraddittori della nostra epoca e delle nostre civiltà uniformemente consumistiche e ipocrite senza rinunciare a uno sguardo sull’umano partecipe e in fondo portatore di speranza per il cambiamento.

Sabato 16 dicembre 2023 dalle 19 alle 22 – scrive Else – avremo la possibilità di incontrarlo, di sfogliare i suoi libri, pubblicati in Italia da Orecchio Acerbo e Else Edizioni, e di ritrovare alcune delle sue cartoline in una mostra che sarà accompagnata da un disegno murale realizzato da Armin Greder per l’occasione. Vi aspettiamo insieme a Mook e Orecchio Acerbo da TOOL laboratori del dire fare e costruire in via Taranto 96/d – Roma Metro A – Re di Roma | Metro C – Lodi

“Sono nato nel 1942 in Svizzera, in una piccola città in cui i nomi delle strade sono scritti in tedesco e in francese, e dove non sai quale delle due lingue usare per rivolgerti a chi sta dietro al bancone del negozio. A scuola la mia materia preferita era educazione artistica, fino a quando non hanno cominciato a dirmi come dovevo disegnare. Al secondo posto c’era ginnastica, perché eri autorizzato a gridare giocando a pallone. A scuola nessuno mi ha insegnato a scrivere, ma solo come detestare la grammatica. E la poesia era qualcosa quasi senza senso, di solito era lunga e da imparare a memoria. Solo più tardi, quando ho disimparato abbastanza, ho capito che la lingua non è il suono che fai quando parli, ma qualcosa che rende tangibili i tuoi pensieri.” Armin Greder è fumettista, graphic designer e illustratore. È emigrato in Australia nel 1971, dove ha insegnato design e illustrazione al Queensland College of Art. Al suo lavoro sono state dedicate numerose mostre personali e collettive dalla Germania fino al Giappone. Nel 1996, ha ricevuto il Bologna Ragazzi Award e l’IBBY Honour List con “The Great Bear” di Libby Gleeson (Scholastic Press). Con Libby Gleeson ha pubblicato anche “Big dog” (1991), “Sleep time” (1993), “The princess and the perfect dish” (1995) e “An ordinary day” (2001). “Thie Insel” (“L’isola” orecchio acerbo, 2008) pubblicato da Sauerlander nel 2002, è il libro di cui per la prima volta è anche autore dei testi. È tradotto in moltissime lingue e ha ricevuto premi in tutto il mondo. Nel catalogo di Orecchio Acerbo anche “La città” (2009), “Gli stranieri” (2012), “Italia A/Z” con Goffredo Fofi (2015), “Il serpente tanto solo” (2016) “Mediterraneo” (2017), “C’erano tutti nella grande aia” su testo di Nino De Vita (2018), “Diamanti” (2020), “L’eredità” (2021) e “Notizario” (2023). Nel catalogo di Else Edizioni, “Work – il lavoro dalla A alla Z” (2014), “Lemming” (2016), “Gli uccelli” (2017), “Tango” e “Noi e loro” (2018).

Papa Francesco: la mia tomba preparata a Santa Maria Maggiore

Papa Francesco: la mia tomba preparata a Santa Maria MaggioreRoma, 13 dic. (askanews) – Papa Francesco vorrebbe essere sepolto non a San Pietro, in Vaticano, ma la sua tomba è già preparata nella Basilica di Santa Maria Maggiore, una delle quattro basiliche papali di Roma (tra le zone extraterritoriali della Santa Sede), che già conserva le spoglie di cinque papi: Pio V, Sisto V, Clemente XIII, Paolo V e Clemente IX.

Lo ha spiegato lo stesso Bergoglio in un’intervista esclusiva all’emittente tv messicana N+: il Papa, ha scritto su X la giornalista di N+ che ha realizzato l’intervista, “ha rivelato di aver preparato la sua tomba nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la sua grande devozione alla Vergine Salus Popoli Romani”, l’icona bizantina raffigurante la Madonna col Bambino che si trova proprio nella Cappella Paolina di Santa Maria Maggiore. Bergoglio ha anche rivelato che “sta semplificando il rito dei funerali papali” e che quando arrivano la vecchiaia e i limiti bisogna prepararsi: quindi ha incontrato il cerimoniere per semplificare il funerale papale, che sarà molto più semplice. “Il nuovo rito sarà il mio primo”, ha detto con senso dell’umorismo.

Nell’intervista a N+ il Papa ha comunque ribadito – a mo’ di battuta – che “per il momento” non ha in mente di dimettersi, spiegando di ascoltare queste illazioni “con molta simpatia. L’esempio di Benedetto mi fa bene, ma chiedo al Signore di poter dire basta, in qualsiasi momento, ma quando Lui vuole”, ha concluso il Papa.

M.O., Assemblea Onu approva risoluzione cessate fuoco con 153 voti

M.O., Assemblea Onu approva risoluzione cessate fuoco con 153 votiRoma, 12 dic. (askanews) – L’Assemblea generale dell’Onu ha approvato una risoluzione per un cessate il fuoco umanitario nella Striscia di Gaza con 153 voti a favore, 10 contrari e 23 astensioni.

La risoluzione, non vincolante, chiede un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi e l’accesso umanitario nell’enclave palestinese. L’approvazione è avvenuta dopo che l’Assemblea ha respinto due emendamenti, presentati da Austria e Stati Uniti, che chiedevano di condannare il gruppo estremista palestinese Hamas per gli attacchi del 7 ottobre.

Austria, Stati Uniti e Israele hanno votato contro la risoluzione. L’Italia si è astenuta, come la Germania, il Regno Unito, l’Olanda, la Bulgaria, la Romania, la Slovacchia, l’Ungheria e l’Ucraina.