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Meloni scivola su Draghi e attacca Conte:ok a Mes nelle tenebre

Meloni scivola su Draghi e attacca Conte:ok a Mes nelle tenebreRoma, 12 dic. (askanews) – L’impegno a ratificare il Mes è stato preso dal governo Conte “senza che ne avesse il potere” e con “il favore delle tenebre”. Arriva nella replica alla Camera, dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, l’attacco frontale di Giorgia Meloni a Giuseppe Conte.

Meloni parte dalle accuse di Elly Schlein, che chiama “il segretario” del Pd salvo poi scusarsi e passare a “segretaria” dopo le proteste dei deputati Dem. “Ieri – argomenta – diceva che stiamo bloccando tutta l’Europa. A parte che il Mes può essere utilizzato” e “stiamo bloccando semmai il nuovo Mes”, ma “la lettura della segretaria Schlein ha un fondo di verità. L’Italia si è impegnata sulla modifica del trattato” ma “quando l’Italia ha detto sì alla modifica di questo Trattato?” E’ stato fatto, accusa alzando la voce, dal governo di Giuseppe Conte “senza mandato parlamentare, un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari correnti”, “senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani, e con il favore delle tenebre”. Le parole di Meloni scatenano la reazione dei pentastellati, con il presidente della Camera Lorenzo Fontana costretto a richiamare più volte all’ordine, ma la premier non rinuncia ad altre ‘punzecchiature’ contro il Movimento, quando replica a chi la critica per la telefonata dei comici russi ma “ha creduto a un partito fondato da un comico”. Sul Mes Conte, intervenendo in Aula, respinge al mittente le parole di Meloni: “Quando parla di Mes – attacca – diventa paonazza, scomposta, si agita, forse perchè il Mes è stato introdotto in Italia nell’agosto 2011, governo Berlusconi 4, ministro della gioventù Giorgia Meloni. Eravate sempre gli stessi, come si permette di venire a dire che abbiamo fatto qualcosa in modo non trasparente?”. E poi il leader M5s accusa l’esecutivo di “degrado istituzionale” tornando a chiedere di “adottare provvedimenti” nei confronti di Santanchè, Delmastro, Sgarbi. Del resto – ironizza – ora che “è anche Natale potete vedervi in famiglia con sua sorella e suo cognato e decidere”.

In Aula interviene anche Schlein, che inizia con “una frase semplice che rappresenta la precondizione dell’essere qui insieme: viva l’italia antifascista. Sentite come suona bene, la consiglierei anche alla presidente Meloni, che dovrebbe dirla con noi”. La leader Dem incalza poi sugli “alleati sbagliati”, a partire dal leader di Vox Abascal che “sarà ad Atreju: lo apprendiamo da un servizio del Tg1 degno del Minculpop. Dirà anche ad Atreju che Sanchez va appeso per i piedi? Lo chiediamo perché Meloni non ha detto nulla su quelle parole”. Scontro politico a parte, nel giorno in cui la premier deve convocare i capigruppo di maggioranza per sollecitare a “fare presto” nell’iter – al momento rallentato – della manovra (che potrebbe essere approvata con fiducia alla Camera il 29 dicembre), Meloni dedica ampio spazio delle sue comunicazioni alla riforma del Patto di Stabilità. L’Italia, sottolinea, lavora da mesi “in condizioni negoziali non semplici” per “bilanciare l’elemento della solidità dei bilanci nazionali e sostenibilità dei loro debiti pubblici, con l’imprescindibile elemento della crescita e del sostegno agli investimenti”. E il Paese, rivendica, è ancora “in partita” perchè “tutti a Bruxelles hanno capito che la posizione del governo non si basa sul classico ‘tiriamo a campare’ ma su una politica di bilancio seria e rigorosa”. Dunque l’Italia “non chiede una modifica delle regole per poter spendere senza freni” ma perchè “il contesto in cui ci troviamo è ancora un contesto eccezionale e sono quindi necessarie regole adeguate”. La strada però – ammette – è ancora in salita, con posizioni “molto distanti”, e allora il sì di Roma non è scontato. “L’unica cosa che non sono disposta a fare – ribadisce – è dare il mio assenso a una riforma del Patto che non questo governo ma nessun governo italiano potrebbe in futuro rispettare”, dunque intende “condurre questa trattativa nel modo più serio possibile non anteponendo il mio interesse personale sapendo che se non si arrivasse a una soluzione verremmo accusati di essere isolati ma io preferisco essere accusata di essere isolata piuttosto che di aver svenduto l’Italia come capitato ad altri”.

La replica della premier vede anche uno ‘scivolone’, poi corretto, su Mario Draghi (che Emmanuel Macron vorrebbe alla guida della Commissione Ue). In Aula, Meloni sottolinea che “si è dato grande rilievo al fatto che del mio predecessore c’era una foto in treno verso Kiev. Mi pare chiaro che la politica estera per qualcuno erano fotografie anche quando non si portava a casa niente”. Parole che l’opposizione stigmatizza, tanto che la presidente del Consiglio è costretta a precisare: “Non è un attacco a Draghi ma al Partito democratico che come al solito pensa che tutto il lavoro che il presidente del Consiglio Draghi ha fatto si riassuma nella fotografia con Francia e Germania. Non è la foto con Macron e Scholz che determina il lavoro di Draghi. Lui non c’entra niente, anzi ho rispettato la sua fermezza di fronte alle difficoltà che aveva nella sua maggioranza. Il suo lavoro non si può risolvere in una fotografia accanto ai leader di Parigi e Berlino”.

Mes, Conte a Meloni: lo approva o no? La ratifica la decide lei

Mes, Conte a Meloni: lo approva o no? La ratifica la decide leiRoma, 12 dic. (askanews) – “Il Mes è un argomento che suona comico. La presidente Meloni quando parla di Mes diventa paonazza, si agita, è scomposta. Forse perché il Mes è stato introdotto nell’agosto 2011, governo Berlusconi, ministro della Gioventù Giorgia Meloni… Eravate sempre gli stessi. Come si permette di venire a dire che abbiamo fatto qualcosa non in modo trasparente”. Lo ha detto il leader M5s Giuseppe Conte parlando in aula dopo le comunicazioni della presidente del Consiglio alla viglia del Consiglio europeo.

“La ratifica la decide lei. Di cosa ha paura? Ci faccia sapere: l’approva o non l’approva? Non è più tempo di scaricare sugli altri, assumetevi le vostre responsabilità. La credibilità del governo dipende dalla coerenza”.

Ue,Meloni: non ho attaccato Draghi ma Pd, rispetto sua fermezza

Ue,Meloni: non ho attaccato Draghi ma Pd, rispetto sua fermezzaRoma, 12 dic. (askanews) – Il mio “non è un attacco a Draghi ma al Partito democratico che come al solito pensa che tutto il lavoro che il presidente del Consiglio Draghi ha fatto si riassuma nella fotografia con Francia e Germania. Non è la foto con Macron e Scholz che determina il lavoro di Draghi. Lui non c’entra niente, anzi ho rispettato la sua fermezza di fronte alle difficoltà che aveva nella sua maggioranza. Il suo lavoro non si può risolvere in una fotografia accanto ai leader di Parigi e Berlino”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intercettata dai cronisti a margine del dibattito in aula sul prossimo Consiglio europeo.

Meloni attacca Draghi: la politica estera non è fare foto e non portare a casa niente

Meloni attacca Draghi: la politica estera non è fare foto e non portare a casa nienteMilano, 12 dic. (askanews) – Giorgia Meloni proverà a convincere Orbàn sulla questione dell’ingresso nella Ue dell’Ucraina, e può provarci “perchè io dialogo con tutti”. Lo ha rivendicato la stessa presidente del Consiglio, nella replica alla Camera sul punto sollevato da Lia Quartapelle che chiedeva di “scegliere tra Zelensky e Orbàn”.

Ribatte così Meloni: “Le posizioni di Orbàn le conosco bee, le mie posizioni sono differenti e l’ho dimostrato. Non so quanto sulle convinzioni di Orbàn incida anche una rigidità che la Commissione Ue ha dimostrato verso l’Ungheria, penso al blocco delle risorse Pnrr. Farò quello che posso per consentire che si facciano passi in avanti, ma se posso fare la mia parte – sottolinea Meloni – è proprio perché riesco a fare la mia parte. Che vuol dire in politica estera ‘scelga’? La politica per me è saper dialogare, con tutti, e credo sia anche il modo per dare all’Italia un ruolo da protagonista”. E poi attacca: “Si è dato grande rilievo per il fatto che il mio predecessore (Draghi, ndr) c’era in una foto in treno verso Kiev. Mi pare chiaro che la politica estera per qualcuno erano fotografie anche quando non si portava a casa niente, ma per le la politica estera non sono fotografie, per la Ue non è a 3 ma a 27; e si parla con tutti i 27 membri: riesco a parlare con Germania, Francia e pure con l’Ungheria e credo di fare bene così il mio mestiere”.

Mes, Meloni: impegno su Mes firmato da governo Conte dopo dimissioni

Mes, Meloni: impegno su Mes firmato da governo Conte dopo dimissioniMilano, 12 dic. (askanews) – L’impegno a ratificare le modifiche al trattato del Mes, che ora “ci mette in una condizione difficile”, è stato preso “dal governo Conte, senza mandato parlamentare, un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari corrente, dando mandato a un ambasciatore, mandato firmato dall’allora ministro Esteri Di Maio, senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani, e con il favore delle tenebre. E allora forse è oggi che bisogna guardare in faccia gli italiani e spiegargli come sono andate le cose”. Lo ha detto in aula alla Camera la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, citando una frase dell’allora premier Giusepe Conte che appunto aveva espresso le sue riserve sul Mes assicurando che un’eventuale decisione non sarebbe stata presa “col favore delle tenebre”.

Meloni parte dalle accuse di Schlein, che chiama “il segretario” salvo poi scusarsi e passare a “segretaria” dopo le proteste dei deputati del Pd: “Ieri diceva che stiamo bloccando tutta l’Europa. A parte che il Mes può essere utilizzato, non secondo le modifiche del trattato: stiamo bloccando semmai il nuovo Mes, non il Mes che c’è. Ma la lettura della segretaria Schlein ha un fondo di verità. L’Italia si è impegnata sulla modifica del trattato, si è impegnata con altri 18 Paesi che partecipano al Mes, che hanno ratificato in Parlamento la modifica del trattato e noi questo passaggio ancora non lo abbiamo fatto. Ma quando l’Italia ha detto sì alla modifica di questo Trattato? Io ricordo che nel 2019 l’ultimo mandato parlamentare che sul Mes c’è stato prima di quesllo ricevuto da questo governo, impegnava l’allora governo Conte a non ratificare la modifica del trattato, a non dare l’assenso. E ricordo anche una memorabile conferenza stampa di Conte che a chi lo accusava di aver dato l’assenso rispondeva orgoglioso che questo governon o lavora col favore delle tenebre e ribadiva che se ne sarebbe parlato in parlamento”.

Meloni: tassa società energetiche immutata, non facciamo sconti

Meloni: tassa società energetiche immutata, non facciamo scontiRoma, 12 dic. (askanews) – “E’ una fake news quella delle risorse che non sarebbero state prese dalle società energetiche: la tassa è immutata, l’incasso non è ridotto. Semplicemente l’ultima rata della tassazione 2023 sarà versata nel 2024 anche perchè nel 2023 ringraziando Dio gli introiti sono stati superiori a quelli preventivati. Sconti non ne facciamo, sono stati altri a farli”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica alla Camera dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

Ue, Meloni: non posso dare assenso se Patto non si può rispettare

Ue, Meloni: non posso dare assenso se Patto non si può rispettareRoma, 12 dic. (askanews) – Sul Patto di Stabilità “l’unica cosa che non sono disposta a fare è dare il mio assenso a una riforma del Patto che non questo governo ma nessun governo italiano potrebbe in futuro rispettare” dunque intendo “condurre questa trattativa nel modo più serio possibile non anteponendo il mio interesse personale sapendo che se non si arrivasse a una soluzione verremmo accusati di essere isolati ma io preferisco essere accusata di essere isolata piuttosto che di aver svenduto l’Italia come capitato ad altri”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica alla Camera dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

“La trattativa – ha aggiunto – è serrata, si parte da posizioni tra loro molto distanti. La posizione definitiva dell’Italia andrà presa quando sapremo esattamente dove si è fermata la trattativa. Continuiamo a lavorare per quella che per noi è la priorità ma non è solo un interesse italiano: riconoscere il valore degli investimenti su scelte strategiche non aiuta solo gli Stati che hanno fatto gli investimenti ma anche l’Ue a saper stare in questo tempo, in cui la competitività di altri grandi attori internazionali aumenta. Pensiamo che con la posizione italiana si stia anche difendendo un’Europa che sulle grandi scelte strategiche è un po’ mancata in passato e può recuperare le mancanze. Faremo del nostro meglio per ottenere la migliore delle soluzioni possibili con un approccio costruttivo e programmatico, in cui dobbiamo tenere aperte tutte le opzioni”.

Manovra, Meloni a maggioranza: fare presto per approvazione

Manovra, Meloni a maggioranza: fare presto per approvazioneRoma, 12 dic. (askanews) – Fare presto per l’approvazione della manovra, nel rispetto delle prerogative del Parlamento. E’ questo, secondo quanto si apprende, l’invito che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rivolto ai capigruppo della maggioranza nella riunione che si è tenuto oggi alla Camera.

Nel corso dell’incontro, prima delle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo, secondo quanto si apprende, è stato fatto il punto sui tempi dell’iter parlamentare della legge di bilancio. Secondo quanto sottolineano fonti parlamentari dopo la riunione, l’ipotesi è di approvare la manovra al Senato prima di Natale, per arrivare al voto conclusivo a Montecitorio prima della fine dell’anno, “presumibilmente” il 29 dicembre.

L’omaggio della Juve a Chiellini: “Buona vita capitano”

L’omaggio della Juve a Chiellini: “Buona vita capitano”Roma, 12 dic. (askanews) – La Juventus con un lungo post ha voluto salutare il suo ex capitano Giorgio Chiellini che nella giornata di oggi ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato dopo una lunghissima carriera costellata di successi con la maglia bianconera e con quella azzurra dell’Italia:

“Per la scuola pitagorica nata nella Magna Grecia più di due millenni fa, il numero 3 rappresentava la perfezione – l’unione tra il pari e il dispari, il triangolo che sta alla base di ogni figura geometrica. Un insieme di doti, di incastri che trovano la giusta collocazione nel tempo e nello spazio. Per i tifosi bianconeri, per 17 stagioni, il numero 3 è stato soltanto Chiellini. Giocatore, uomo e capitano – tre prospettive dello stesso Giorgio, che oggi conclude la sua carriera da calciatore. Tre, come lo schieramento difensivo che ti ha portato più di ogni altro a eccellere, a diventare uno dei migliori di sempre nel ruolo. Un riferimento per i compagni, per chi ti stava attorno e per chi sosteneva la squadra sugli spalti e da casa. Tre, come la posizione in classifica per presenze totali nella storia della Juventus: 561 partite, dietro soltanto ad Alex e Gigi – i maestri da cui prima hai imparato il mestiere e con cui poi hai condiviso successi, sconfitte, riscatti e decine di trofei. Tre, come i gol segnati in Serie B nella stagione 2006-07, quella che ti ha reso “uno di noi”, capace di lottare in ogni situazione “fino alle fine”. Tre, come i gol segnati in carriera in Champions League – la giostra più incredibile sulla quale abbiamo avuto la fortuna di viaggiare insieme, di vivere emozioni mozzafiato, di urlare di gioia e piangere di rabbia. Tutto, sempre, insieme. Sicuri di averti al nostro fianco, come un supereroe pronto a intervenire in caso di necessità. Nel tuo caso però niente scudo, mantello rosso o ragnatele varie: bastava un colpo alla testa – ne hai presi davvero tanti – e via con la fasciatura e il turbante. Una volta indossato quello, per gli avversari non c’era scampo: era la Kryptonite per qualunque Superman provasse a sfidarci, dal “Romeo Neri” di Rimini al “Santiago Bernabeu” di Madrid. Anche in MLS, dove hai concluso una carriera durata 23 stagioni, hanno avuto un piccolo assaggio di quello che sei in grado di fare. Alle pendici della collina di Hollywood sanno come raccontare le gesta di eroi di altri tempi, di uomini all’apparenza normali che poi si rivelano straordinari. Dovessero chiederci qual è il nostro preferito, non avremo dubbi: Giorgio da Livorno col turbante, con lui al nostro fianco nessuno ci ha mai fatto paura. Buona vita capitano”.

Tennis, Atp Finals Torino 2024: al via le prevendite

Tennis, Atp Finals Torino 2024: al via le prevenditeRoma, 12 dic. (askanews) – L’edizione 2023 delle Nitto ATP Finals rimarrà per sempre nel cuore degli appassionati. Neanche il tempo di smaltire le emozioni della prima volta con un italiano in finale, neanche il tempo di far scemare l’eco dei cori da brividi per Jannik Sinner, ed è arrivato il momento di programmare l’edizione 2024 della grande kermesse torinese.

Per chi non vuol perdere neanche un quindici della magica settimana del Palaolimpico, o per chi desidera fare il più bel regalo di Natale che un appassionato di tennis possa sognare, è tempo di cliccare sulla sezione biglietteria del sito ufficiale del torneo https://tickets.nittoatpfinals.com/ per acquistare il prezioso tagliando. Dalle ore 15:00 di mercoledì 13 dicembre i tesserati della FITP godranno del diritto di prelazione per l’acquisto dei tagliandi, con possibilità di usufruire di uno sconto del 20% sul singolo biglietto o del 10% sull’abbonamento; dalle ore 15:00 di venerdì 15 dicembre scatterà, invece, la vendita libera aperta a tutti. La 55.ma edizione del torneo, che per il quarto anno consecutivo si disputerà sul campo indoor del Palaolimpico di Torino, vedrà impegnati i migliori otto singolaristi e le migliori otto coppie di doppio definiti dalla ‘Pepperstone ATP Live Race to Torino’, la classifica che di settimana in settimana si aggiornerà prendendo in considerazione solo i migliori 19 risultati ottenuti nel corso dell’anno solare 2024.

Le Nitto ATP Finals del mese scorso sono andate in archivio con un clamoroso successo sportivo, di pubblico e di impatto socio-economico: nel corso della settimana, chiusa con la finale dei sogni vinta da Novak Djokovic su Jannik Sinner, sono stati venduti 174.402 biglietti (di cui 124.804 spettatori unici), ed è stato generato un impatto economico totale di 306,3 milioni di euro. successo che Torino è pronta a ripetere e, se possibile, a migliorare ulteriormente fra 11 mesi esatti.