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Pnrr rivisto, più soldi e più ambizione per clima e digitale

Pnrr rivisto, più soldi e più ambizione per clima e digitaleBruxelles, 24 nov. (askanews) – Il Pnrr rivisto italiano, che ha avuto oggi il via libera della Commissione europea, comporta 2,75 miliardi di euro in più assegnati al nuovo capitolo “REPowerEU” per la riforma energetica, e 144 milioni di euro aggiuntivi (in entrambi i casi sovvenzioni non rimborsabili) a causa della correzione della chiave di ripartizione tra gli Stati membri fatta nel giugno 2022, in base alla crescita economica più bassa del previsto. In totale, con la revisione i fondi del Pnrr per l’Italia passano da 191,5 miliardi e 194,394 miliardi (di cui 69 miliardi in sovvenzioni, e il resto in prestiti), rispetto al Pnrr originario.

Inoltre, gli obiettivi della transizione verde e di quella digitale non solo non sono stati indeboliti con la revisione ma vengono rafforzati, con il 39% dei fondi che saranno destinati ai progetti contro il cambiamento climatico (rispetto al 37,5% iniziale) e il 25,6% dedicati alla digitalizzazione (rispetto al 25,1%). Il nuovo capitolo “REPowerEU” prevede una dotazione di 11,17 miliardi in totale: oltre ai 2,75 miliardi aggiuntivi già menzionati, ci sono 8,4 miliardi provenienti da progetti che sono stati eliminati dal Pnrr (ma in molti casi per essere finanziati da fondi nazionali o fondi Ue della politica di coesione, che non hanno la scadenza tassativa del 2026).

Il nuovo Piano include 145 in tutto 145 misure o progetti nuovi o modificati (inclusi quelli del REPowerEU). Un centinaio di queste modifiche sono state apportate a causa di circostanze oggettive (crisi energetica, alta inflazione, problemi nelle catene di approvvigionamento, ritardi negli appalti pubblici, altri ostacoli imprevisti, eventi meteorologici estremi). In alcuni casi, le misure inizialmente previste sono state sostituite da misure alternative considerate migliori, mentre diversi progetti sono stati eliminati (soprattutto quelli che non avrebbero potuto essere realizzati entro il 2026), con i finanziamenti inizialmente previsti riassegnati ad altri progetti. Gli investimenti che sono stati rivisti e rafforzati riguardano in particolare l’efficienza energetica nei processi di produzione, la povertà energetica, le infrastrutture per la trasmissione dell’elettricità e il trasporto del gas, il riciclaggio delle materie prime critiche, la formazione e le competenze nell’economia verde nel settore privato, nel mercato del lavoro e tra gli impiegati delle Amministrazioni pubbliche, la promozione dell’idrogeno (soprattutto per i treni a zero emissioni).

Verranno rafforzati gli investimenti nelle infrastrutture per la distribuzione dell’acqua e la gestione dei rifiuti e delle acque reflue, per gli alloggi per gli studenti, per la riqualificazione urbana. Saranno riorientati gli investimenti per l’efficienza energetica delle abitazioni (precedentemente previsti nel quadro del Superbonus, continueranno con i programmi per l’edilizia popolare), per diverse connessioni ferroviarie (sempre in considerazione di ciò che può essere completato entro il 2026 e ciò che non potrà esserlo, e dovrà fare affidamento piuttosto sui fondi di coesione), e per la riduzione di rischi idrogeologici (molti più fondi andranno all’Emilia Romagna e alle Marche, dopo le disastrose alluvioni di quest’anno). Anche diverse riforme previste nella prima versione del Pnrr (giustizia civile, appalti pubblici, ritardi di pagamento delle Pubbliche Amministrazioni) sono state riviste, con gli obiettivi e i tempi per raggiungerli modificati, per recuperare i ritardi e rafforzare le condizioni per realizzarle. Prevista, tra l’altro, l’unificazione di tutte le procedure e della legislazione esistenti sulle procedure di autorizzazione per le energie rinnovabili.

Il nuovo Pnrr prevede, infine, che siano ridotti i sussidi statali “dannosi per l’ambiente” per 22 miliardi di euro, con una prima parte da decidere entro l’inizio del 2026 e il resto entro il 2030.

Dl migranti, lunedì la fiducia. Le modifiche, da minori a espulsioni

Dl migranti, lunedì la fiducia. Le modifiche, da minori a espulsioniRoma, 24 nov. (askanews) – Norme più stringenti sui minori stranieri non accompagnati, stretta ulteriore sulle espulsioni e sull’allontanamento ingiustificato, stop all’ingresso in Italia per chi si è reso colpevole di mutilazione di organi genitali femminili e nuove risorse per le forze dell’ordine. Il decreto migranti su cui oggi il governo ha posto la fiducia (che verrà votata lunedì) ha avuto un iter a singhiozzo tra l’ostruzionismo delle opposizioni e i tempi contingentati imposti nelle ultime giornate di lavori in commissione. Con un muro contro muro che ha visto la maggioranza fare quadrato, ancora una volta, sul tema dei migranti in chiave securitaria. Il provvedimento dopo l’ok di Montecitorio passerà al Senato, blindato, per il via libera definitivo entro il 4 dicembre (pena la decadenza).

Bocciati tutti gli emendamenti dei gruppi di minoranza e semaforo verde solo a proposte di governo, relatore e centrodestra. Con un braccio di ferro su un emendamento Cinque Stelle, fatto proprio dal Pd, che chiedeva di trasferire le donne vittime di violenza “in via prioritaria presso la rete dei centri di accoglienza antiviolenza nazionale”: respinta la riformulazione del governo che aggiungeva la specifica che questo dovesse avvenire “comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”, la proposta è rimasta al palo. Verrà ripresentata come ordine del giorno in aula. Poche dunque le modifiche e tutte targate ‘maggioranza’, oltre a quelle del governo e del relatore, Francesco Michelotti (Fdi). Queste le principali novità.

MINORI NON ACCOMPAGNATI, 5 MESI IN CENTRI ADULTI. Si conferma sostanzialmente la parte del decreto che prevede che in situazioni di momentanea mancanza di strutture, i minori di età non inferiore a sedici anni, possano essere inseriti nei centri per adulti, in una sezione dedicata ma con un subemendamento della Lega, è salita da 90 giorni a 150 giorni la permanenza massima. 45 GIORNI PER IDENTIFICAZIONE E ACCERTAMENTO ETA’ MINORI. Sale da 30 a 45 giorni il termine di permanenza dei minori stranieri non accompagnati nelle strutture governative di prima accoglienza a loro destinate. In sostanza i minori potranno essere trattenuti per 15 giorni in più. Confermata la previsione di poter realizzare o ampliare le strutture ricettive temporanee riservate ai minori stranieri non accompagnati, “in deroga al limite di capienza, nella misura massima del 50 per cento” e “rispetto ai posti previsti”. Così come viene confermata la possibilità per l’autorità di pubblica sicurezza di effettuare misurazioni antropometriche o altri esami sanitari, inclusi quelli radiografici, con l’obiettivo esplicitato di smascherare chi dovesse dichiarare il falso.

NUOVA STRETTA SU ESPULSIONI, CON GIUDICE ‘NOTAIO’. Nel caso di espulsione di un migrante “a titolo di misura di sicurezza”, il giudice non avrà più la facoltà di valutare se espellere o meno il migrante in questione ma dovrà farlo, introducendo una sorta di automatismo. STOP INGRESSO IN ITALIA PER COLPEVOLI DI MUTILAZIONE GENITALI FEMMINILI. Entra nel dl migranti un emendamento che vieta l’ingresso in Italia per chiunque abbia cagionato la mutilazione di organi genitali femminili e abbia provocato lesioni permanenti al viso di qualcuno.

ESPULSIONE IMMEDIATA CITTADINI UE SE AUTORI REATI. Arriva l’espulsione immediata di cittadini di paesi dell’Unione europea che abbiano commesso reati che prevedano la reclusione entro il limite dei tre anni. Il giudice, se valuta di dover infliggere il carcere ma non ricorrano le condizioni per ordinare la sospensione della pena, “può” sostituirla con l’allontanamento “immediato” per un periodo “doppio” rispetto alla pena irrogata. L’allontanamento è eseguito dal questore “anche se la sentenza non è definitiva”. BASTA ECCEZIONE PER VULNERABILI SE DOMANDE INFONDATE. In arrivo una stretta delle norme a tutela di richiedenti asilo portatori di esigenze particolari, tra cui minori non accompagnati, disabili, vittime di tortura o stupro e persone affette da gravi infermità fisiche o mentali. Nel caso la domanda di protezione internazionale venga considerata “manifestamente infondata”, incorreranno pure loro nelle procedure accelerate di esame che comportano anche restrizioni in fase di impugnazione. TEMPI PIU’ BREVI SU RICORSI ALLONTANAMENTO. Semaforo verde anche alla riduzione dei tempi per i ricorsi nelle controversie aventi ad oggetto l’impugnazione di provvedimenti di allontanamento dei cittadini degli altri Stati membri dell’Ue o dei loro familiari per motivi di sicurezza. Prevista poi l’estinzione automatica della domanda per il migrante che si sia allontanato dalle strutture di accoglienza e dai Cpr senza giustificato motivo e che non riesca a presentare la domanda per la riapertura del procedimento sospeso di richiesta di protezione entro nove mesi. Novità inoltre sul gratuito patrocinio nei casi di ricorso manifestamente infondato e rigetto dell’istanza di sospensione dell’espulsione. OK PRESIDIO OBIETTIVI SENSIBILI CAUSA CRISI M.O. All’articolo 11 del provvedimento dove si prevedono maggiori risorse alla Polizia di Stato per fronteggiare i “maggiori impegni connessi all’eccezionale afflusso migratorio”, si aggiunge anche, come finalità delle maggiori risorse, “la crescente necessità di presidiare obiettivi sensibili, tenuto conto alteresì, della crisi mediorientale”. PIU’ RISORSE E POTENZIAMENTO FORZE ORDINE. Vengono semplificate le procedure di stabilizzazione per i vigili del fuoco. Sale a 32 anni il limite di età per l’accesso alla carriera dei funzionari tecnici di Polizia. Aumenta la consistenza organica dei volontari del Corpo delle capitanerie di porto con il sempre più frequente coinvolgimento della Guardia costiera nelle attività connesse al fenomeno migratorio.

Violenza donne, Meloni: siamo libere, nessuno può possederci

Violenza donne, Meloni: siamo libere, nessuno può possederciRoma, 24 nov. (askanews) – “Siamo libere e nessuno può toglierci quella libertà e pensare di possederci”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, partecipando alla cerimonia di illuminazione della facciata di Palazzo Chigi in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

“Stasera – ha detto – siamo qui per dire con un numero di telefono alle donne italiane che non sono sole. 1522 è un numero che si può chiamare in ogni minuto del giorno se si ha paura. Un numero che consente di trovare qualcuno che ti può aiutare immediatamente perchè le norme ci sono, le istituzioni ci sono e le donne italiane devono saperlo. Quando si pensa che avere paura sia normale non lo è, quando si pensa che l’amore possa fare male non è amore. 1522 è il numero che si può chiamare quando si vuole difendere se stesse e ricordarsi che siamo libere e nessuno può toglierci quella libertà e pensare di possederci. Noi siamo libere e il 1522 è il numero che si chiama per difendere quella libertà ed essere aiutate da istituzioni che ci sono e da una società che c’è”.

Violenza donne, Meloni: governo fatto molto ma ancora non basta

Violenza donne, Meloni: governo fatto molto ma ancora non bastaRoma, 24 nov. (askanews) – Contro la violenza sulle donne “Il governo ha fatto molto” ma “non basta c’è tanto altro da fare e penso vada fatto anche sul piano culturale”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso dell’accensione della facciata di Palazzo Chigi in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne.

“Domani – ha aggiunto – si celebra la Giornata nazionale contro la violenza sulle donne. Assume un significato particolare in giorni cone questi. Le ricorrenze di solito servono a tenere acceso un riflettore ma quando una donna muore onbi tre giorni il riflettore è acceso continuamente. Il senso della Giornata di domani è continuare a fare sensibilizzazione su questo tema ma soprattutto serve a tutti quelli che possono fare qualcosa a fare i conti con il proprio lavoro, fare i conti con quello che è stato fatto e quello che può ancora essere fatto. Il governo ha fatto un lavoro molto importante, abbiamo aumentato i fondi per i centri antiviolenza a un livello mai visto prima, è stata approvata la legge contro la violenza all’unanimità – e devo ringraziare tutte le forze politiche perchè ci sono dei terreni sui quali si riesce ad andare oltre gli steccati – e quella legge rende gli strumenti piu efficaci e veloci perchè la velocità può salvare la vita di una persona. Abbiamo reso strutturale il contributo per le donne vittime di violenza che necessitano di sostegno economico. Non basta: c’è tanto altro che bisogna fare. Credo che vada fatto sul piano culturale, un lavoro che abbiamo fatto con campagne nelle scuole, che coinvolgono esponenti della cultura e stasera tanti campioni dello sport. Tutto quello che può servire a entrare nella coscienza delle persone. Forse serve anche una lettura più profonda della società nella quale viviamo, dell’impatto che la modernità, il Covid, hanno avuto sulla società, sui più giovani e andare a fondo di questi problemi per essere più efficaci nelle risposte sul piano psicologico e culturale”, ha concluso.

Bankitalia: da debito pubblico e Pil lento rischi sulla stabilità finanziaria

Bankitalia: da debito pubblico e Pil lento rischi sulla stabilità finanziariaRoma, 24 nov. (askanews) – Debolezza dell’economia globale, alto debito pubblico dell’Italia e timori che si ritorni a una situazione di bassa crescita strutturale: sono i fattori che in questa fase stanno pesando sui rischi per la stabilità finanziaria della Penisola. All’opposto, a contenere queste spinte contribuiscono il miglioramento delle condizioni nel sistema bancario italiano e il basso livello di indebitamento di famiglie e imprese. E’ la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria.

Lo studio rileva come l’economia globale stia rallentando e le prospettive di crescita siano condizionate dalle forti tensioni geopolitiche e dalla decelerazione dell’attività economica in Cina. L’inflazione nei paesi avanzati è in calo, ma ancora superiore agli obiettivi della politica monetaria, che permane restrittiva. La scorsa estate, ricorda Bankitalia, i timori di una restrizione monetaria più protratta del previsto hanno determinato un peggioramento delle condizioni dei mercati finanziari internazionali, in gran parte riassorbito nelle ultime settimane. E negli ultimi mesi i tassi sono fortemente aumentati sui mercati dei titoli di Stato a lungo termine, soprattutto negli Stati Uniti.

Il tutto mentre Bce e Eurosistema delle banche centrali proseguono la manovra di inasprimento quantitativo, non rinnovando i titoli acquistati con il piano App quando giungono a scadenza. Ma secondo Bankitalia la liquidità e il funzionamento del mercato secondario dei titoli di Stato non hanno risentito di questa manovra, più che compensata dall’aumento degli acquisti da parte delle famiglie. Seppure favorevoli, prosegue lo studio, le condizioni di liquidità sono comunque particolarmente sensibili alle notizie relative all’economia globale e alla politica di bilancio, oltre che alle decisioni di politica monetaria.

Nel frattempo in Italia i prezzi delle abitazioni hanno continuato a salire, benché a ritmi inferiori a quelli dello scorso anno e molto al di sotto dell’inflazione. E il rallentamento proseguirebbe nel 2024. Le compravendite sono risultate ancora in flessione, anche a seguito del peggioramento delle condizioni di accesso al credito. L’immobiliare italiano, comunque, anche per l’assenza di corse al rialzo eccessive negli anni scorsi, appare esposto a rischi di brusche correzioni al ribasso rispetto a quelli di altri Paesi Ue, in particolare la Germania.

I rischi provenienti dal settore delle famiglie rimangono contenuti. La loro ricchezza finanziaria è cresciuta nel primo semestre dell’anno, prosegue Bankitalia, a fronte dei bassi tassi di interesse sui depositi a vista le famiglie ne hanno ridotto le consistenze e hanno aumentato gli investimenti in attività finanziarie. Il rapporto tra indebitamento e reddito disponibile, già basso nel confronto internazionale, è sceso. Tuttavia è salito il tasso di deterioramento del credito, in particolare, si legge, nel comparto dei mutui a tasso variabile. Passando alle imprese, il rallentamento economico e l’incremento dei costi di finanziamento incidono sulla situazione finanziaria, la cui rischiosità si mantiene comunque nel complesso limitata, secondo Bankitalia. Il credito si è ridotto in modo significativo per effetto del maggiore costo, delle minori esigenze finanziarie per investimenti e dell’aumento dei rimborsi di prestiti assistiti da garanzia pubblica contratti durante la pandemia. L’indebitamento in rapporto al Pil ha continuato a flettere, rimanendo ben al di sotto della media dell’area dell’euro mentre la capacità di servizio del debito si conferma buona. Ma anche qui Bankitalia avverte: l’incremento del costo dei finanziamenti potrebbe determinare nel 2024 un aumento del tasso di deterioramento dei prestiti. Passando al sistema bancario della Penisola, secondo il Rapporto i principali rischi continuano a dipendere dalle deboli prospettive di crescita. Sebbene la qualità degli attivi abbia mostrato finora solo lievi segnali di deterioramento, la decelerazione dell’attività economica e l’elevato livello dei tassi di interesse potranno determinare un peggioramento della capacità dei debitori di fare fronte ai propri impegni. La redditività delle banche è fortemente aumentata, si legge, favorita dal buon andamento del margine di interesse, ma nel prossimo biennio risentirà del maggior costo della raccolta e di un più alto tasso di deterioramento dei prestiti. Il profilo di liquidità resta equilibrato; il rimborso, nel mese di giugno, di un importo rilevante delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Tltro3) non ha avuto ripercussioni di rilievo. I coefficienti patrimoniali sono migliorati. Uno stress test condotto sulle banche vigilate direttamente dalla Banca d’Italia mostra che queste sarebbero nel complesso in grado di sostenere l’impatto di scenari macroeconomici avversi, in linea con quanto già riscontrato per i gruppi maggiori nell’esercizio condotto nei mesi scorsi a livello europeo. Quanto alle assicurazioni, prosegue lo studio, nei primi nove mesi dell’anno la patrimonializzazione del comparto è cresciuta, beneficiando dell’aumento del valore degli investimenti. Nel primo semestre la redditività è migliorata, anche se continua a risentire delle minusvalenze non realizzate sui titoli in portafoglio. La posizione di liquidità si mantiene complessivamente buona, benché nel comparto vita siano proseguiti il calo della raccolta premi e le estinzioni anticipate dei contratti. Infine, la raccolta netta dei fondi comuni italiani è risultata negativa sia nel secondo sia nel terzo trimestre dell’anno, risentendo dell’incertezza connessa con la situazione macroeconomica e con il rialzo dei tassi di interesse; i deflussi sono riconducibili soprattutto a risparmiatori al dettaglio. I fondi hanno aumentato gli investimenti in titoli governativi e in obbligazioni con merito di credito elevato, riducendo le disponibilità liquide. I rischi del comparto rimangono contenuti. E generale La Banca d’Italia ha rivisto la metodologia di individuazione delle banche a rilevanza sistemica nazionale (O-SII) e di calibrazione della relativa riserva di capitale (buffer), designando sette O-SII per il 2024. Con l’introduzione dei nuovi buffer i requisiti macroprudenziali richiesti alle O-SII italiane si avvicinano a quelli mediamente applicati alle altre O-SII europee con profili di rischio simili.

Bankitalia: debito pubblico e Pil lento rischi su stabilità finanza

Bankitalia: debito pubblico e Pil lento rischi su stabilità finanzaRoma, 24 nov. (askanews) – Debolezza dell’economia globale, alto debito pubblico dell’Italia e timori che si ritorni a una situazione di bassa crescita strutturale: sono i fattori che in questa fase stanno pesando sui rischi per la stabilità finanziaria della Penisola. All’opposto, a contenere queste spinte contribuiscono il miglioramento delle condizioni nel sistema bancario italiano e il basso livello di indebitamento di famiglie e imprese. E’ la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria.

Lo studio rileva come l’economia globale stia rallentando e le prospettive di crescita siano condizionate dalle forti tensioni geopolitiche e dalla decelerazione dell’attività economica in Cina. L’inflazione nei paesi avanzati è in calo, ma ancora superiore agli obiettivi della politica monetaria, che permane restrittiva. La scorsa estate, ricorda Bankitalia, i timori di una restrizione monetaria più protratta del previsto hanno determinato un peggioramento delle condizioni dei mercati finanziari internazionali, in gran parte riassorbito nelle ultime settimane. E negli ultimi mesi i tassi sono fortemente aumentati sui mercati dei titoli di Stato a lungo termine, soprattutto negli Stati Uniti.

Il tutto mentre Bce e Eurosistema delle banche centrali proseguono la manovra di inasprimento quantitativo, non rinnovando i titoli acquistati con il piano App quando giungono a scadenza. Ma secondo Bankitalia la liquidità e il funzionamento del mercato secondario dei titoli di Stato non hanno risentito di questa manovra, più che compensata dall’aumento degli acquisti da parte delle famiglie. Seppure favorevoli, prosegue lo studio, le condizioni di liquidità sono comunque particolarmente sensibili alle notizie relative all’economia globale e alla politica di bilancio, oltre che alle decisioni di politica monetaria.

Nel frattempo in Italia i prezzi delle abitazioni hanno continuato a salire, benché a ritmi inferiori a quelli dello scorso anno e molto al di sotto dell’inflazione. E il rallentamento proseguirebbe nel 2024. Le compravendite sono risultate ancora in flessione, anche a seguito del peggioramento delle condizioni di accesso al credito. L’immobiliare italiano, comunque, anche per l’assenza di corse al rialzo eccessive negli anni scorsi, appare esposto a rischi di brusche correzioni al ribasso rispetto a quelli di altri Paesi Ue, in particolare la Germania.

I rischi provenienti dal settore delle famiglie rimangono contenuti. La loro ricchezza finanziaria è cresciuta nel primo semestre dell’anno, prosegue Bankitalia, a fronte dei bassi tassi di interesse sui depositi a vista le famiglie ne hanno ridotto le consistenze e hanno aumentato gli investimenti in attività finanziarie. Il rapporto tra indebitamento e reddito disponibile, già basso nel confronto internazionale, è sceso. Tuttavia è salito il tasso di deterioramento del credito, in particolare, si legge, nel comparto dei mutui a tasso variabile. Passando alle imprese, il rallentamento economico e l’incremento dei costi di finanziamento incidono sulla situazione finanziaria, la cui rischiosità si mantiene comunque nel complesso limitata, secondo Bankitalia. Il credito si è ridotto in modo significativo per effetto del maggiore costo, delle minori esigenze finanziarie per investimenti e dell’aumento dei rimborsi di prestiti assistiti da garanzia pubblica contratti durante la pandemia. L’indebitamento in rapporto al Pil ha continuato a flettere, rimanendo ben al di sotto della media dell’area dell’euro mentre la capacità di servizio del debito si conferma buona. Ma anche qui Bankitalia avverte: l’incremento del costo dei finanziamenti potrebbe determinare nel 2024 un aumento del tasso di deterioramento dei prestiti. Passando al sistema bancario della Penisola, secondo il Rapporto i principali rischi continuano a dipendere dalle deboli prospettive di crescita. Sebbene la qualità degli attivi abbia mostrato finora solo lievi segnali di deterioramento, la decelerazione dell’attività economica e l’elevato livello dei tassi di interesse potranno determinare un peggioramento della capacità dei debitori di fare fronte ai propri impegni. La redditività delle banche è fortemente aumentata, si legge, favorita dal buon andamento del margine di interesse, ma nel prossimo biennio risentirà del maggior costo della raccolta e di un più alto tasso di deterioramento dei prestiti. Il profilo di liquidità resta equilibrato; il rimborso, nel mese di giugno, di un importo rilevante delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Tltro3) non ha avuto ripercussioni di rilievo. I coefficienti patrimoniali sono migliorati. Uno stress test condotto sulle banche vigilate direttamente dalla Banca d’Italia mostra che queste sarebbero nel complesso in grado di sostenere l’impatto di scenari macroeconomici avversi, in linea con quanto già riscontrato per i gruppi maggiori nell’esercizio condotto nei mesi scorsi a livello europeo. Quanto alle assicurazioni, prosegue lo studio, nei primi nove mesi dell’anno la patrimonializzazione del comparto è cresciuta, beneficiando dell’aumento del valore degli investimenti. Nel primo semestre la redditività è migliorata, anche se continua a risentire delle minusvalenze non realizzate sui titoli in portafoglio. La posizione di liquidità si mantiene complessivamente buona, benché nel comparto vita siano proseguiti il calo della raccolta premi e le estinzioni anticipate dei contratti. Infine, la raccolta netta dei fondi comuni italiani è risultata negativa sia nel secondo sia nel terzo trimestre dell’anno, risentendo dell’incertezza connessa con la situazione macroeconomica e con il rialzo dei tassi di interesse; i deflussi sono riconducibili soprattutto a risparmiatori al dettaglio. I fondi hanno aumentato gli investimenti in titoli governativi e in obbligazioni con merito di credito elevato, riducendo le disponibilità liquide. I rischi del comparto rimangono contenuti. E generale La Banca d’Italia ha rivisto la metodologia di individuazione delle banche a rilevanza sistemica nazionale (O-SII) e di calibrazione della relativa riserva di capitale (buffer), designando sette O-SII per il 2024. Con l’introduzione dei nuovi buffer i requisiti macroprudenziali richiesti alle O-SII italiane si avvicinano a quelli mediamente applicati alle altre O-SII europee con profili di rischio simili.

Bankitalia: banche italiane hanno azzerato divario Npl ratio con Ue

Bankitalia: banche italiane hanno azzerato divario Npl ratio con UeRoma, 24 nov. (askanews) – Le banche italiane sono riuscite ad azzerare il divario sul rapporto tra crediti deteriorati e finanziamenti totali (Non Performing Loans Ratio) rispetto all’insieme delle banche europee significative. Lo rileva la Banca d’Italia, che nel rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria riporta come nei primi sei mesi dell’anno le banche tricolori abbiano effettuato altre cessioni di crediti deteriorati per circa 3 miliardi di euro.

Le valutazioni dei mercati implicite nei principali indicatori non mostrano al momento particolari segnali di tensione sul settore bancario italiano, aggiunge Bankitalia. E nel primo semestre il rapporto medio tra il valore di mercato e quello contabile (price-to-book ratio) delle banche italiane è aumentato, anche per effetto del miglioramento della redditività; rimane comunque inferiore all’unità, in linea con quanto osservato per gli intermediari dell’area dell’euro. Secondo lo studio, i principali rischi per il sistema bancario continuano a dipendere dalle deboli prospettive di crescita, e dall’evoluzione della situazione geopolitica internazionale. La qualità degli attivi bancari si è mantenuta soddisfacente nei primi nove mesi dell’anno. Il tasso di deterioramento è salito in misura marginale, portandosi all’1,1 per cento.

Secondo Bankitalia l’incremento è imputabile in prevalenza al peggioramento per le famiglie (0,9 per cento, da 0,5 a dicembre del 2022); il dato relativo alle imprese è invece rimasto pressoché invariato (1,5 per cento). La rischiosità dei crediti assistiti da una garanzia pubblica legata all’emergenza pandemica è leggermente aumentata, ma si mantiene su livelli contenuti. Bankitalia riporta che nei primi sei mesi del 2023 dalle banche italiane sono state effettuate operazioni di cessione di crediti deteriorati (Npl) per circa 3 miliardi di euro. Il rapporto tra questi crediti e il totale dei finanziamenti (non- performing loans ratio, Npl ratio) al netto delle rettifiche si è mantenuto stabile all’1,4 per cento, riflettendo la concomitante riduzione dei prestiti in essere. Il divario tra i gruppi significativi italiani e il complesso degli intermediari soggetti alla supervisione diretta della Bce, si legge, si è sostanzialmente azzerato.

Nel frattempo l’incidenza dei prestiti in stadio 2 della classificazione Ifrs 9 sul totale dei prestiti in bonis al lordo delle rettifiche è ulteriormente diminuita (di 30 punti base), al 9,7 per cento. Il divario tra banche significative e quelle meno significative è quasi nullo. L’andamento degli indicatori anticipatori del deterioramento (ad es. i ritardi di pagamento dei prenditori in bonis) non evidenzia particolari segnali di peggioramento della qualità del credito; tuttavia gli effetti del rialzo dei tassi di interesse e del quadro macroeconomico meno favorevole, non ancora interamente dispiegati, potrebbero incidere sulla futura capacità di rimborso dei debitori con una quota rilevante di prestiti a tasso variabile.

Nella sua attività di vigilanza, la Banca d’Italia continua a seguire da vicino l’adeguatezza delle rettifiche di valore sui prestiti apportate dalle banche. E proiezioni dell’istituzione, coerenti con lo scenario macroeconomico pubblicato nel Bollettino economico di ottobre, indicano un graduale incremento del tasso di deterioramento del complesso dei prestiti a famiglie e imprese nel corso del prossimo biennio, che raggiungerebbe il 3,2 per cento nel 2025, guidato dall’aumento dell’onere del debito. Il tasso di deterioramento resterebbe comunque ben inferiore a quello registrato in passati episodi di crisi sia per le famiglie sia per le imprese.

Violenza donne, Calenda: Circo Massimo sta diventando corteo pro Hamas

Violenza donne, Calenda: Circo Massimo sta diventando corteo pro HamasRoma, 24 nov. (askanews) – Questa non è la piattaforma di una manifestazione contro la violenza sulle donne e per una società meno maschilista e più equa. Questa è la piattaforma di un collettivo di estrema sinistra antisraeliano e filo Hamas (notoriamente sostenitore dei diritti delle donne). Sorvolo sui restanti deliri veteromarxisti. Decine di migliaia di persone, tra cui tutta la mia famiglia dai nonni ai bambini, si preparavano ad andare ad una manifestazione che credevano organizzata per ragioni diverse. Strumentalizzare così un grande moto spontaneo di solidarietà e vicinanza alla causa femminista, non è giusto e non è corretto”. Lo denuncia via social il segretario di Azione Carlo Calenda.

Fratoianni alle opposizioni: manifestiamo insieme, si può fare

Fratoianni alle opposizioni: manifestiamo insieme, si può farePerugia, 24 nov. (askanews) – “Mi rivolgo ai leader e alle leader delle altre forze di opposizione: io penso che senza discutere dei contenuti non abbia senso consumarsi all’infinito sugli aggettivi con cui descrivere il ‘campo’, giusto, largo, lasciamolo lì. Ma mi pare altrettanto chiaro che senza una disponibilità e un impegno perché il confronto si avvii la destra continuerà ad avere gioco facile”. Lo ha detto il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, nella sua relazione al terzo congresso del partito apertosi oggi a Perugia.

“Non è un caso – ha aggiunto – che il momento di massima difficoltà, questa maggioranza e il Governo l’abbiano vissuto attorno alla nostra proposta unitaria sul salario minimo. Certo, innanzitutto perché quella proposta è chiara, interviene sul lavoro povero, ma anche perché investe sulla contrattazione. Ma nessuno mi toglie dalla testa che quella proposta abbia guadagnato forza anche perché, per la prima volta, è stata percepita come una iniziativa unitaria, come l’indicazione su quella questione cruciale di una possibile alternativa. Una speranza insomma, che faremmo bene a non deludere”. “Allora avanzo qui – ha proseguito il leader di Si – una prima proposta, bene incrociarsi ciascuno alle manifestazioni degli altri, è un gesto di rispetto, va bene praticare convergenze. Si può fare di meglio incontriamoci, quando volete e dove preferite, organizziamo tutti insieme una grande mobilitazione nazionale. Si può anche salire sullo stesso palco insieme. Per il salario minimo, contro l’autonomia differenziata e il premierato”, ha concluso Fratoianni.

Pnrr,Meloni:governo fiero del lavoro fatto,ringrazio Commissione Ue

Pnrr,Meloni:governo fiero del lavoro fatto,ringrazio Commissione UeRoma, 24 nov. (askanews) – “Oggi abbiamo la conferma di aver fatto un lavoro di cui il Governo può essere molto fiero. Abbiamo fatto ciò che avevamo promesso che avremmo fatto, siamo scesi nel concreto, abbiamo verificato le criticità e le abbiamo superate, abbiamo fatto in modo che tutti i soldi del Pnrr venissero spesi nei tempi e quindi abbiamo concentrato le risorse sulla crescita e la modernizzazione della nazione e mi pare che il risultato, sul quale in pochi scommettevano, dice che non era una scelta sbagliata”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, concludendo il suo intervento in occasione dell’incontro con le associazioni datoriali.

“Ringrazio anche la Commissione europea – ha aggiunto – che è stata sicuramente rigida per certi versi, ma molto aperta alla possibilità che queste risorse fossero spese nel migliore dei modi. Quindi possiamo essere contenti che oltre a lavorare alla manovra incentrata a dare più risorse a lavoratori e famiglie, parallelamente lavoravamo a una revisione del Pnrr che invece concentrava le sue risorse soprattutto sulla competitività del nostro sistema e delle nostre imprese”.