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Claudio Baglioni… torna aTUTTOCUORE con 9 maxieventi

Claudio Baglioni… torna aTUTTOCUORE con 9 maxieventiMilano, 15 feb. (askanews) – Dopo l’enorme successo del tour solistico di 156 concerti nei teatri lirici di Dodici Note Solo Bis, Claudio Baglioni ritorna ai live spettacolari con “aTUTTOCUORE”: 9 maxieventi dal vivo che si annunciano rivoluzionari, grazie a una nuova rappresentazione totale, a tre gigantesche dimensioni spaziali – orizzontalità, verticalità, profondità – nella quale si fondono musica, luce, figura, gesto, azione e le molteplici arti e modalità dello stupefacente mondo dello spettacolo.
Saranno 3 gli appuntamenti allo Stadio centrale del Foro Italico a Roma (21-22-23 settembre 2023), 3 i concerti all’Arena di Verona (5-6-7 ottobre 2023) e 3 quelli al Velodromo Paolo Borsellino di Palermo (12-13-14 ottobre 2023): spazi idonei e ideali per uno show fortemente innovativo, affascinante, travolgente, che sorprenderà il pubblico.
La storia di Baglioni, del resto, è quella di uno straordinario, instancabile pioniere, sia nelle produzioni discografiche, che nelle esibizioni dal vivo. In più di cinquant’anni di carriera, infatti, è impossibile trovare due suoi album o due concerti simili o ripetitivi: ogni volta, è una “prima”.
Baglioni, infatti, è stato il primo a inaugurare la stagione dei grandi raduni pop-rock (1982: “Alé-oó”); il primo a suonare da solo tutti gli strumenti e tutte le parti, da one man band (1986: “Assolo”); il primo a posizionare il palco al centro della scena (1991: “Oltre una bellissima notte”); il primo a eliminare completamente il palco dallo spazio d’esibizione (1996: “Tour Rosso”); il primo in tour con la propria band a bordo di un camion (1996: “Tour Elettrico”); il primo a performare al centro dei più grandi stadi italiani, con il pubblico a gremire tribune e curve come negli eventi sportivi (1998: “Da me a te”; 2003: “Tutto in un abbraccio”); il primo a utilizzare tecnologie virtuali, laser sagomati e oggetti interattivi (2000: “Tour Blu – Il Viaggio”); il primo a esibirsi, con pubblico, nell’anfiteatro di Pompei (2000: “Sogno di una notte di note”); il primo a intraprendere un giro di recital nei teatri all’italiana (2001: “InCanto”); il primo a progettare i palchi delle proprie esibizioni live (2003-2004: “Crescendo”, con il palco, su quattro livelli sovrapponibili, e 2006-2007: “Tutti Qui” con un magazzino centrale, suddiviso in quattro aree contenutistiche); il primo a riportare, in epoca moderna, il palcoscenico al centro dell’Arena di Verona (2018: “Al centro”); il primo ad aprire la stagione estiva dell’Opera di Roma, alle Terme di Caracalla e il solo a rappresentarsi per dodici serate consecutive (2022: “Dodici Note – Tutti Su!”).
Il tema centrale del progetto “aTUTTOCUORE” ruoterà attorno al cuore, suono e strumento primordiale dell’esistenza. La percussione ritmica che è musica di vita e della vita. La danza che ci muove dentro e fuori. Il ballo universale che tra coraggio e accoramento, ci mette d’accordo. «Da sempre – ha spiegato Baglioni – il cuore è considerato il centro, il nucleo, il cuore di tutto. Della vita stessa, ovviamente. Ma anche di passioni, sentimenti, emozioni, imprese, avventure. E, naturalmente, dell’amore: l’energia più grande che esista in natura. Nasce da queste riflessioni e suggestioni l’idea di chiamare il mio nuovo giro di rappresentazioni “aTUTTOCUORE”, dove, ancora una volta, la musica sarà il cuore pulsante di un progetto di concerto totale, integrale, reso ancora più prezioso e strabiliante dall’impiego e l’ausilio di illuminotecniche, proiezioni, performance da forme e discipline artistiche, per creare suggestioni particolari e mai viste prima».
«Il nostro cuore – ha aggiunto Baglioni – batterà a tempo di musica, perché questi concerti sono ideati e saranno vissuti da tutti noi a tutta forza, a tutta gioia, a tutta energia! Ma anche a tutto campo e a tutto tondo, sia strutturalmente – narrazione, illustrazione e movimentazione si svilupperanno sulle direttrici di piani orizzontali e verticali, con profondità considerevoli e altezze imponenti – sia simbolicamente, in un ideale abbraccio tra artisti, musicisti, performer e spettatori, per scambiarci, da cuore a cuore, un’esperienza unica da spartire insieme aTUTTOCUORE».

Ad aprile il Salone del mobile “rinnovato”, atteso ritorno visitatori Cina

Ad aprile il Salone del mobile “rinnovato”, atteso ritorno visitatori CinaMilano, 15 feb. (askanews) – La 61esima edizione del Salone del Mobile.Milano torna al suo tradizionale appuntamento di aprile, dal 18 al 23, nei padiglioni di Fiera Milano a Rho. Ma di tradizionale, a sentire la presidente Maria Porro, avrà soltanto le date in calendario, negli anni scorsi modificate in forza della pandemia. Per il resto la fiera si annuncia profondamente trasformata a partire dal format espositivo.
“Sono passati tre anni dall’ultimo salone di aprile e non potevamo tornare nella data canonica senza riflettere sul modello fieristico – ha detto Porro in occasione della presentazione alla stampa a Milano al Teatro Franco Parenti – Quest’anno abbiamo messo al centro il visitatore con una fiera su un unico livello per cercare di creare un percorso organico e poi grande innovazione su Euroluce, la grande biennale dedicata alla luce che non è più solo lampada o oggetto illuminante ma è progetto, e per questo ci sarà una multidisciplinarietà dell’offerta del palinsesto culturale che integra l’offerta delle aziende”. Quella di aprile, sarà, infatti, l’edizione della biennale della luce, giunta al suo 31esimo appuntamento, che si rinnoverà nel layout espositivo, ripensato dallo studio Lombardini22 per garantire un miglior collegamento fra i quattro padiglioni, semplificare il percorso di visita, che diventa ad anello irregolare e, contemporaneamente, aumentare la visibilità degli espositori. Al suo interno ci sarà anche il 24esimo SaloneSatellite con gli oltre 550 designer e neo-laureandi e le 27 scuole internazionali.
Ma in parallelo alle novità espositive la prossima edizione del Salone del Mobile sarà segnata dal ritorno dei cinesi. “La Cina è un mercato molto importante per il settore dell’arredamento ci aspettiamo finalmente il ritorno dei buyer da quell’area – ha detto Porro senza sbilanciarsi sui numeri – Abbiamo segnali molto importanti, c’è una fortissima richiesta di visti per quella data e stiamo lavorando con le ambasciate per agevolare questo percorso”. Assenti invece i russi: “Gli espositori russi sicuramente non saranno presenti così come i buyer – ha confermato la presidente – il mercato russo, uno dei mercati storicamente più interessanti per il settore arredamento, quest’anno esce dalla top ten sostituito dagli emirati arabi. Sicuramente è un mercato in calo che viene bilanciato dalla presenza di Emirati, ma anche di India e del ritorno dei cinesi”.
Negli oltre 170mila metri quadrati di superficie, il Salone 2023 radunerà, complessivamente, 1.962 espositori, di cui oltre 550 designer del SaloneSatellite, con un 30% di aziende estere (escluso il SaloneSatellite): “Il pubblico del Salone è un pubblico globale – ha detto Maria Porro – e anche gli espositori sono internazionali, il 30% delle aziende quest’anno vengono da tutto il mondo e in genere il 70% dei visitatori esteri”. Per ora nessuna indicazione su chi parteciperà all’inaugurazione: le più alte cariche dello Stato sono state come di consueto invitate “ma le agende si compongono cammin facendo – ha tagliato corto la presidente – non si possono ancora fare i nomi”.
“Da città olimpica quale siamo – ha salutato dal palco il sindaco di Milano Giuseppe Sala – queste sono le Olimpiadi del design. Tutte le volte mi chiedo come faremo a mettere tutto assieme perchè è una complessità organizzarlo però se rispetti le regole ambrosiane poi alla fine funziona tutto”.
“La capacità del Salone del mobile di sperimentare, innovare e farsi interprete dei cambiamenti è lo specchio della dinamicità e del voler fare, sempre di più e meglio, delle imprese del legno-arredo che hanno reso il design italiano, il design per eccellenza nel mondo – ha commentato Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo – La 61esima edizione, con la Biennale Euroluce, saprà sprigionare quell’energia che le nostre aziende, grandi e piccole, hanno impiegato per portare nel 2022 la filiera a un fatturato alla produzione di quasi 57 miliardi di euro”.

Addio al poeta Giampiero Neri, aveva 95 anni

Addio al poeta Giampiero Neri, aveva 95 anniMilano, 15 feb. (askanews) – È mancato questa notte a Milano il poeta Giampietro Pontiggia. Il pubblico dei lettori lo conosceva con lo pseudonimo di Giampiero Neri. Era nato a Erba il 7 aprile 1927, aveva 95 anni ed era il fratello maggiore di Peppo Pontiggia cui fu legato, per tutta la vita, da un complesso rapporto.
La giovinezza, nella sua amata provincia lombarda, era stata toccata da due segni opposti. Da una parte l’uccisione del padre, nel 1943, in un agguato nei torbidi della guerra civile, dall’altra l’incontro con il professor Luigi Fumagalli, all’Istituto Annoni di Erba, che lo fece sognare con i suoi paradossi, le lezioni all’aperto e l’amore per i classici. Al termine della guerra Neri conseguì il diploma di maturità scientifica, si iscrisse poi alla Facoltà di Scienze Naturali, ma sarà un percorso che non riuscirà a terminare anche per far fronte alle esigenze economiche della famiglia. Nel 1947 inizierà a lavorare presso il Banco ambrosiano e in banca, pur passando da diversi Istituti, resterà fino all’età della pensione.
Incoraggiato dal fratello Giuseppe Pontiggia, Neri continuò a coltivare la passione letteraria. I suoi primi testi uscirono nel 1971 per l’Almanacco dello Specchio di Mondadori. Tardivo, poi, il suo esordio, del 1976, con una prima raccolta intitolata L’aspetto occidentale del vestito, pubblicata da Giovanni Raboni nei “Quaderni della Fenice” di Guanda. All’uscita della sua prima opera, subito, fu pure entusiastica l’accoglienza di Giovanni Giudici che, sul “Corriere della Sera”, lodò i suoi versi distillatissimi, austeri e severi. E, nel contesto di quella che Luciano Anceschi definì la “linea lombarda”, Neri, considerato il decano della scuola, era da molti conosciuto anche per la sua attitudine petrosa, per la sua ricerca di compattezza stilistica, per il suo carattere schivo che gli valse una celeberrima definizione di Maurizio Cucchi, quella di “maestro in ombra” della poesia italiana.
Dopo lo sperimentalismo della prima raccolta, la scrittura di Neri si fece sempre più limpida e asciutta, attenta ai dettagli, lontana da ogni artificio retorico. Spesso indugiava sul tema dei vinti, la violenza e la memoria sono stati il basso continuo della sua ricerca poetica.
Spesso premiate e, comunque, contraddistinte da successo di critica anche le sue opere successive all’esordio tra cui si ricordano: “Liceo”, 1986; “Dallo stesso luogo”, 1992; “Teatro naturale”, 1998; “Armi e mestieri”, 2004; “Paesaggi inospiti”, 2009; “Il professor Fumagalli e altre figure”, 2012. Del 2007 l’Oscar Mondadori a lui dedicato.
In ognuno dei suoi scritti, delle sue poesie o delle sue prose poetiche, Neri sapeva regalare intensi lampi di intimità con il lettore. Quasi mai cedendo all’interiorità, alla forza visionaria, preferendo invece la rappresentazione di Storia e vita, l’osservazione di uno spazio rarefatto spesso quello del suo paese d’origine, Erba, capace pure di assurgere a scena del senso, dell’amore e della vita.
Negli ultimi anni aveva lasciato le poesie per dedicarsi alla prosa, ma a chi gli chiedeva se scrivesse in poesia o in prosa, rispondeva: “Scrivo poesia in prosa”. Del resto, aveva sempre confidato che non gli interessasse il computo delle sillabe, quanto la ricerca della verità: “Ho spesso accostato la poesia alla ricerca della verità, perché richiede tempo, concentrazione, qualità che oggi non sono di moda. Viviamo tempi mercantili, in cui il tempo è denaro, ma chi si occupa di poesia non segue il denaro, ma il tempo in profondità”.

Musica, “M’Innamoro al buio”: esce quarto singolo di Stefano Colli

Musica, “M’Innamoro al buio”: esce quarto singolo di Stefano ColliRoma, 15 feb. (askanews) – Quarto singolo estratto da “Aquiloni”, album di esordio di Stefano Colli, dopo l’omonimo singolo di lancio e ancora “Mozambico” (feat. Iskra) e “Indispensabile” (feat. Giò Di Tonno) arriva in radio il 15 febbraio 2022 “M’Innamoro al buio”, accompagnato da un video di forte impatto emotivo, per la regia di Miriam Previati, con la partecipazione dell’attrice Elisa Billi.
“M’innamoro al buio” è la ballata di chi non si arrende davanti alle ombre del cuore ma, al contrario, trova proprio lì il senso del proprio cammino. È il racconto di quanto sia sottile, in amore, quel filo che divide luce e buio e di come noi esseri umani siamo portati ad oltrepassarlo per poi comprendere che, quando si ama davvero, vale sempre e comunque la pena mettere in gioco fino in fondo i propri sentimenti ed accogliere la propria vulnerabilità.
Da questo concept, nasce l’idea di un videoclip davvero particolare, che tocca le corde intime dell’ascoltatore e dello spettatore, idea che si concretizza grazie alla preziosa collaborazione con l’ASSOCIAZIONE AIDUS, (Associazione per l’Inclusione di Udenti e Sordi) nata a Ferrara nel 2017 con l’obiettivo di abbattere le barriere che limitano l’interazione tra la cultura sorda e quella udente. Si è voluto far sì che il messaggio del testo raggiungesse quante più persone possibili: la carica espressiva della LIS (Lingua dei Segni Italiana) rende infatti fruibile il testo attraverso il canale visivo, mostrando come la potenza delle parole passi attraverso il il viso, il corpo e le mani, grazie all’esibizione di un gruppo misto di sordi madrelingua, bilingue, oralisti e udenti segnanti e non. Al contempo, obiettivo di questo lavoro e della collaborazione con AIDUS è anche quello di apportare un contributo sincero alla diffusione della LIS, lingua veicolare per AIDUS, la cui diffusione avviene anche grazie a questo genere di iniziative, secondo l’ideale associativo che vede l’inclusione possibile solo attraverso la conoscenza reciproca in ogni sfaccettatura, senza alcuna esclusione.
La produzione di “Mi innamoro al buio” è caratterizzata da una miscela elegante di sonorità acustiche ed elettroniche. L’arrangiamento richiama il British pop ed è una culla per la melodia e la voce. Anche questo singolo è stato prodotto e arrangiato da Giancarlo Di Maria, come tutto l’album “Aquiloni” di cui fa parte, un lavoro di ampia portata che arriva dopo l’uscita dei singoli “Crudele” e “Guarda la notte” e dopo le esperienze televisive del Festival di Castrocaro (RAI 1) e di The Voice of Italy (RAI 2 nel Team di Gigi D’Alessio); si compone di nove tracce che includono sette pezzi inediti, una cover del brano “La lettera che non scriverò mai”, portato al successo da Fiorella Mannoia, e un prologo introduttivo, recitato dal noto attore italiano Ivano Marescotti. Il sincretismo artistico di tutta l’opera rispecchia proprio la poliedricità di Stefano, una ricerca che si concretizza in un lavoro pluriartistico, che unisce letteratura, musica, teatro, arti visive.
Un progetto impreziosito ulteriormente dalla collaborazione con Giò Di Tonno, Iskra Menarini (storica vocalist di Lucio Dalla) e della cantautrice pescarese Rebecca Pecoriello, in arte Marsali.

Assegno unico, Ue avvia procedura di infrazione contro l’Italia

Assegno unico, Ue avvia procedura di infrazione contro l’ItaliaRoma, 15 feb. (askanews) – La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia sull’Assegno unico e universale per i figli a carico delle famiglie. Con un comunicato, l’esecutivo comunitario riferisce di aver inviato una lettera di messa in mora alla Penisola per la mancata attuazione delle normative europee sul coordinamento delle misure di welfare sociale (in base al regolamento 883 del 2004) e per la violazione delle normative sul libero movimento dei lavoratori.
Bruxelles rileva che il provvedimento è riservato a coloro che siano legalmente residenti in Italia da almeno due anni e unicamente se abitano nella stessa casa con i loro figli. “Secondo la Commissione questa norma viola le regole comunitarie dato che non riconosce parità di trattamento ai cittadini Ue, in quanto tale va ritenuta discriminatoria”.
La Commissione afferma inoltre che le normative sul coordinamento delle politiche sociali “vietano qualunque requisito di residenza per ricevere questo tipo di benefici al sostegno della mia famiglia”.
Come nel caso del Reddito di cittadinanza, che a sua volta è stato oggetto oggi dell’avvio di una procedura di infrazione, ora il governo ha due mesi di tempo per intervenire sui rilievi mossi dalla Commissione, altrimenti questa potrebbe decidere di procedere all’invio di un parere motivato che è un secondo passo formale sulla procedura.

Nordio:revoca 41bis Cospito aprirebbe strada a centinaia mafiosi

Nordio:revoca 41bis Cospito aprirebbe strada a centinaia mafiosiRoma, 15 feb. (askanews) – “Le condizioni di Cospito, dovute esclusivamente a un deterioramento che il detenuto di sta volutamente procurando, non sono tali da incidere in maniera determinante sulla sua rilevante pericolosità sociale, e dunque da determinare una revoca del 41bis”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nella informativa urgente alla Camera.
“Mi preme sottolineare – ha aggiunto il Guardasigilli – che se il mantenimento del 41 bis fosse determinato da uno stato di salute volutamente procurato, la stessa norma perderebbe immediatamente di efficacia” e “chiunque adottasse la medesima strategia potrebbe ottenere la revoca” aprendo così strada un domani per le richieste di centinaia di mafiosi sottoposti al 41 bis,
“Vi è dunque una insanabile contraddizione logica – ha sottolineato Nordio – tra la richiesta di mantenere questa disciplina severa e quella di modularla secondo le decisioni dello stesso detenuto”.

“Mélusine”, Cécile McLorin Salvant presenta nuovo album in Italia

“Mélusine”, Cécile McLorin Salvant presenta nuovo album in ItaliaRoma, 15 feb. (askanews) – Partirà il prossimo 21 marzo dal Parco della Musica di Roma il breve tour italiano della cantante statunitense Cécile McLorin Salvant, che farà poi tappa al Teatro San Giorgio di Udine (23 marzo) e al Bergamo Jazz Festival (Teatro Doninzetti il 24 marzo).
Vincitrice di tre Grammy Award come Best Jazz Vocal Album nel 2016, 2018, 2019, di un MacArthur Fellow nel 2020 e di numerosi altri premi tra cui quello dalla storica rivista Downbeat (Jazz Album of the Year, 2014 e 2018) – e il premio NPR – National Public Radio Jazz Critics Poll (Top Vocal Album 2014 e 2015), Cécile McLorin Salvant sarà nel nostro paese per presentare in concerto sia il suo repertorio, frutto di sei dischi pubblicati tra il 2010 e il 2022, che i brani in anteprima del suo nuovo album “Mélusine”, in uscita il 24 marzo per la Nonesuch Records.
Con lei sul palco Glenn Zaleski (Piano), Marvin Sewell -(chitarra), Yasushi Nakamura (basso), Keita Ogawa (batteria e percussioni).
Cécile McLorin Salvant è una cantante e compositrice di grande originalità e talento. Ha iniziato con studi di musica classica ma ben presto è stata immersa nel jazz, blues e folk e, ispirandosi al teatro musicale e al vaudeville, Salvant è arrivata ad abbracciare un ampio repertorio che estende le possibilità della sua performance live andando da essenziali duetti piano e voce a trio strumentali, fino a ensemble orchestrali come nella sua opera Ogresse, un’ambiziosa favola musicale basata su fiabe trasmesse oralmente dal diciannovesimo secolo, per esplorare la natura della libertà e il desiderio.
Salvant ha studiato alla Université Pierre Mendès-France. Si è esibita in venue nazionali e internazionali come il Newport Jazz Festival, il Monterey Jazz Festival, il Village Vanguard di New York e il Kennedy Center di Washington.

Ricerca, ridisegnata la mappa di distribuzione della foca monaca

Ricerca, ridisegnata la mappa di distribuzione della foca monacaRoma, 15 feb. (askanews) – Alto Adriatico tra Istria e laguna di Venezia, Salento-Golfo di Taranto, le isole minori siciliane, Sardegna orientale-Canyon di Caprera, Arcipelago Toscano e l’arcipelago delle Baleari. Sono i sei “hot spot” di presenza della foca monaca individuati dai ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca, grazie alla tecnica basata sul DNA ambientale, in collaborazione con il Gruppo Foca Monaca APS e con il supporto di nove associazioni ed enti di ricerca impegnati nelle operazioni di campionamento.
A rivelarlo è l’articolo “Playing hide and seek with the Mediterranean monk seal”, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, in cui sono raccolti i dati della vasta campagna di monitoraggio effettuata lungo le coste italiane e nei tratti di mari limitrofi tra il 2020 e 2021 per tracciare la presenza della foca monaca del Mediterraneo (Monachus monachus), una delle specie più rare al mondo.
Con un rivoluzionario sistema di rilevamento non invasivo, basato sulla ricerca di DNA ambientale in campioni di acqua di mare, – informa Bicocca – i ricercatori hanno analizzato 135 campioni prelevati in 120 punti del Mar Mediterraneo centro-occidentale, alla ricerca di tracce molecolari della foca monaca: l’analisi ha rivelato così la presenza del raro pinnipede in aree dove mancano osservazioni dirette da decenni, come ad esempio in molti tratti di mare che circondano la nostra Penisola, dalle acque sovrastanti il canyon di Caprera all’Alto Adriatico fino alle isole Baleari. La ricerca ha fornito una nuova “visione” della distribuzione territoriale della foca monaca, individuando sei aree di grande interesse (“hot spot”) dove saranno concentrate da subito le attività di monitoraggio dei prossimi anni. Altro dato rilevante è la “positività” di alcuni siti storicamente noti per la presenza della specie e anche di aree vicine alle piccole isole e alle Aree Marine Protette.
Il metodo di rilevamento è stato messo a punto da Elena Valsecchi, ecologa molecolare del dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra dell’Università di Milano-Bicocca, autrice principale dell’articolo e coordinatrice del gruppo di DNA ambientale marino (Marine eDna Group) dell’ateneo milanese, che da alcuni anni promuove il progetto “MeD for Med – Marine environmental DNA for the Mediterranean”, sistema di monitoraggio della biodiversità marina basato proprio sul prelievo di campioni d’acqua e sull’analisi del DNA ambientale in essi contenuto.
Nel 2020 il gruppo di ricerca milanese ha lanciato il progetto “Spot the Monk” in collaborazione con il Gruppo Foca Monaca, per lo studio “focalizzato” su questo pinnipede. Emanuele Coppola, presidente del Gruppo Foca Monaca APS e coautore della pubblicazione, si è occupato di individuare i siti di campionamento al fine di stimare il passaggio stagionale dei pinnipedi e il grado di fedeltà alle singole aree. Siti costieri che, per esperienza diretta o valutazione geo-morfologica, costituivano i potenziali habitat di elezione della foca monaca.
La campagna “Spot the Monk” 2021, che ha portato alla individuazione dei sei “hot spot”, è stata realizzata anche grazie al coinvolgimento di diversi programmi di citizen science, facenti capo a nove tra associazioni ed enti di ricerca – Centro Ricerca Cetacei, Circolo Nautico Rimini, Filicudi Wildlife Conservation, Fondazione Cetacea, IMEDEA (CSIC-UIB), One Ocean Foundation, Progetto Mediterranea, Progetto Manaia e Sailing for Blue Life) – che si sono adoperati a raccogliere i campioni, consentendo la raccolta simultanea in distretti marini differenti, strategia che ha consentito di delineare meglio la mappa di presenza o assenza del pinnipede.
“È importante che questi monitoraggi siano svolti in modo omogeneo e scientificamente certificato – dichiarano i team leader della ricerca, Elena Valsecchi e Emanuele Coppola -. Solo così potremo avere dati confrontabili che consentiranno di seguire nei prossimi anni il tanto sperato ritorno della specie nel Mediterraneo centrale. Un lieto evento atteso non solo dal nostro Paese, ma anche da Francia, Spagna, Marocco e Tunisia”. Questa ricerca integra i risultati, ottenuti con lo stesso approccio, pubblicati un anno fa dai ricercatori su “Biodiversity and Conservation”. L’obiettivo finale è quello di stimare gli spostamenti stagionali e l’utilizzo che la specie fa dei vari habitat marini, grazie anche all’integrazione di altri campioni raccolti in alto mare, come quelli prelevati da traghetti in navigazione lungo le rotte commerciali (come descritto in un altro articolo a cura di Elena Valsecchi, pubblicato su “Frontiers in Marine Science”).
La collaborazione tra Università di Milano-Bicocca e il Gruppo Foca Monaca ha visto il coinvolgimento anche di realtà accademiche straniere: l’IMEDEA (Instituto Mediterráneo de Estudios Avanzados) con sede nell’isola di Maiorca e l’Università di Edimburgo, coinvolta nel più recente monitoraggio svolto lo scorso autunno tra il golfo di Taranto, Salento e le coste albanesi.

Donzelli, Nordio: ‘Limitata divulgazione’ esula da segreto Stato

Donzelli, Nordio: ‘Limitata divulgazione’ esula da segreto StatoRoma, 15 feb. (askanews) – La formulazione della’ limitata divilgazione” è “una formula che esula dal Segreto di Stato”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nella informativa urgente alla Camera sul ‘caso Donzelli´.
“Il 29 gennaio 2023 – fa ricostruito Nordio – il sottosegretario Delmastro chiedeva al capo del Dap una relazione aggiornata su Cospito. Il 30 gennaio il capo del Dap trasmetteva alla segreteria le informazioni richieste. La rilevata apposizione della dicitura ‘limitata divulgazione’ nella nota di trasmissione rappresenta una formulazione che esula dalla materia del segreto di Stato e dalle classificazione di segretezza. Quindi di per sé inidonea a connotare il documento come atto classificato”, ha sottolineato Nordio nella informativa urgente alla Camera.

Tomaso Montanari al Teatro di Tor Bella Monaca con “Eretici”

Tomaso Montanari al Teatro di Tor Bella Monaca con “Eretici”Roma, 15 feb. (askanews) – “Eretici” è il titolo del nuovo spettacolo di e con Tomaso Montanari che andrà in scena venerdì 24 e sabato 25 febbraio alle 21 al Teatro Tor Bella Monaca di Roma.
“Eretici” è un libro scritto dallo storico dell’arte, accademico, saggista e firma de Il Fatto Quotidiano Tomaso Montanari, dove l’autore racconta alcuni degli “eretici” che hanno attraversato la Storia in una lettura molto particolare, per costruire anticorpi contro il più pericoloso virus in circolazione: il pensiero unico. Eretici ora, è anche uno spettacolo teatrale, prodotto da Lo Stanzone delle Apparizioni e Loft Produzioni Srl. Sul palco Daniela Morozzi, attrice di teatro, cinema e televisione e Stefano ‘Cocco’ Cantini, sassofonista noto a livello internazionale.
La ricerca di questo storico duo artistico con la regia di Matteo Marsan permette di realizzare un “reading” fuori dai canoni tradizionali, dove non si canta, ma si legge. I ritratti dei nostri eretici sono raccontati contemporaneamente, da entrambi i linguaggi in continuo dialogo tra loro, in una versione di forte intensità. Ed ecco la storia di Tina Anselmi, Caravaggio, Rosa Luxemburg, Don Lorenzo Milani, Lev Tolstoj, Virginia Woolf. Donne e uomini che hanno dimostrato per tutta la vita che costruire un mondo diverso è possibile. Difficile, ma sempre più necessario, come ci ricorda, nella scelta dei suoi Eretici, lo stesso Tomaso Montanari.