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Al G7 progressi sull’uso degli asset russi per aiutare l’Ucraina

Al G7 progressi sull’uso degli asset russi per aiutare l’UcrainaStresa, 25 mag. (askanews) – Il Ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, ammette le difficoltà nel formulare la proposta sull’uso degli extraprofitti dagli asset sovrani russi immobilizzati. Parla di “difficoltà tecniche”, mentre sottolinea “l’intesa politica” a cui sono giunti i ministri delle finanze dei Sette Grandi. Ed è fiducioso che per il vertice dei Capi di Stato e di Governo, in programma in Puglia a metà agosto, possa essere messa nero su bianco una proposta dettagliata “con il marchio G7”.


A questo ha portato la ministeriale di Stresa, sotto la presidenza italiana, sul tema della due giorni che ha più tenuto banco nelle discussioni. Presente ai lavori, come ospite, il ministro delle finanze Ucraino, Serhiy Marchenko, che si è detto “soddisfatto” dei progressi registrati. Il governatore della Banca D’Italia, Fabio Panetta, dal canto suo, ha posto l’accento sulla necessità di individuare una soluzione che abbia “basi legali solide” e di evitare rischi di indebolimento del sistema monetario. Nel comunicale finale che riporta la posizione ufficiale del G7 Finanze, si sottolinea che i ministri e i governatori “accolgono con favore la decisione dell’Unione europea di indirizzare i profitti straordinari derivanti da asset sequestrati alla Russia a beneficio dell’Ucraina”. Si ricordano i progressi fatti in vista della presentazione di una proposta al G7 dei leader e si riafferma che, “coerentemente con i nostri rispettivi sistemi legali, gli asset russi nelle nostre giurisdizioni resteranno sequestrati fino a quando la Russia pagherà i danni che ha provocato in Ucraina”.


In paticolare, le discussioni, come ha spiegato Giorgetti, si sono incentrate “l’utilizzo futuro dei proventi dagli asset” a partire dal 2025, perchè per il 2024 i Paesi eurpei hanno già trovato la soluzione. Obiettivo, garantire per i prossimi 2-3 anni all’Ucraina il sostegno necessario “di cui ha assoluto bisogno” per coprire il gap di bilancio, escluse le spese per la difesa. Quindi, raggiunta a Stresa “l’intesa politica”, si lavorerà nelle prossime settimane per definire “gli aspetti tecnici” con basi legali solide. Difficoltà non mancano, considerando la diversità di posizione tra Paesi europei e Usa: la prima che considera l’uso degli extraprofitti degli asset, la seconda che guarda all’uso degli stessi asset. Ma “ciascuno deve fare la sua parte. Sarà chiaramente una proposta con il marchio G7 e per questo la condivisione degli oneri deve essere bilanciata”. Alla ministeriale di Stresa era presente anche il segretario del Tesoro Janet Yellen, che sembra aver aperto a possibili modifiche. “La proposta Usa è flessibile e pragmatica – ha spiegato il Ministro – perchè va incontro alle riserve legali di regolazione dell’Unione europea. Gli americani stessi si rendono conto che per arrivare ad un risultato c’è bisogno di collaborazione”. La soluzione potrebbe anche andare nella direzione di far nascere “un veicolo ad hoc, con una governance ad hoc, per gestiore questa forma di prestito”.


Sul fronte bancario, Panetta in conferenza sgtampa ha riferito che “le banche centrali non hanno perplessità” sull’utilizzo delle attività finanziarie sequestrate alla Russia per sostenere l’Ucraina, ma “hanno fatto presente due elementi”. Il primo è “avere una base legale più solida, perché sarebbe paradossale se reagissimo a una violazione del diritto internazionale adottando una misura senza senza base legale”. Il secondo elemento è “valutare i pro e i contro di queste misure”, perché “vi possono essere ripercussioni sul funzionamento del sistema monetario internazionale da cui potrebbe derivare l’indebolimento di una importante arma di pressione per il rispetto del diritto in futuro”. Marchenko, alla fine del summit Finanze si è dichiarato “soddisfatto dei progressi fatti e delle dichiarazioni dei ministri” tutti d’accordo a garantire all’Ucraina il sostegno economico di cui ha bisogno. Il ministro ucraino ha poi rimarcato che data l’alta probabilità che la guerra si prolunghi, in base alle stime attuali sul 2025 il Paese avrà un gap sui finanziamenti per la spesa sociale pari a circa 10 miliardi di euro. Infine “è importante dare un segnale che non stiamo combattendo solo per l’Ucraina, per questo ci serve il sostegno”.


L’altro tema in agenda al G7 Finanza, quello sulla global tax, Giorgetti ha dovuto registrare che “siamo ad un binario quasi morto. Ma dobbiamo alimentare la speranza”. Difficile, a questo punto, arrivare ad un accordo alla scadenza di giugno. Anche per le riserve di India e Cina, ha concluso il ministro “la dead line di giugno rischia di essere mancata”.

G7, progressi su asset russi per aiuti Ucraina ma nodi tecnici

G7, progressi su asset russi per aiuti Ucraina ma nodi tecniciStresa, 25 mag. (askanews) – Il Ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, ammette le difficoltà nel formulare la proposta sull’uso degli extraprofitti dagli asset sovrani russi immobilizzati. Parla di “difficoltà tecniche”, mentre sottolinea “l’intesa politica” a cui sono giunti i ministri delle finanze dei Sette Grandi. Ed è fiducioso che per il vertice dei Capi di Stato e di Governo, in programma in Puglia a metà agosto, possa essere messa nero su bianco una proposta dettagliata “con il marchio G7”.


A questo ha portato la ministeriale di Stresa, sotto la presidenza italiana, sul tema della due giorni che ha più tenuto banco nelle discussioni. Presente ai lavori, come ospite, il ministro delle finanze Ucraino, Serhiy Marchenko, che si è detto “soddisfatto” dei progressi registrati. Il governatore della Banca D’Italia, Fabio Panetta, dal canto suo, ha posto l’accento sulla necessità di individuare una soluzione che abbia “basi legali solide” e di evitare rischi di indebolimento del sistema monetario. Nel comunicale finale che riporta la posizione ufficiale del G7 Finanze, si sottolinea che i ministri e i governatori “accolgono con favore la decisione dell’Unione europea di indirizzare i profitti straordinari derivanti da asset sequestrati alla Russia a beneficio dell’Ucraina”. Si ricordano i progressi fatti in vista della presentazione di una proposta al G7 dei leader e si riafferma che, “coerentemente con i nostri rispettivi sistemi legali, gli asset russi nelle nostre giurisdizioni resteranno sequestrati fino a quando la Russia pagherà i danni che ha provocato in Ucraina”.


In paticolare, le discussioni, come ha spiegato Giorgetti, si sono incentrate “l’utilizzo futuro dei proventi dagli asset” a partire dal 2025, perchè per il 2024 i Paesi eurpei hanno già trovato la soluzione. Obiettivo, garantire per i prossimi 2-3 anni all’Ucraina il sostegno necessario “di cui ha assoluto bisogno” per coprire il gap di bilancio, escluse le spese per la difesa. Quindi, raggiunta a Stresa “l’intesa politica”, si lavorerà nelle prossime settimane per definire “gli aspetti tecnici” con basi legali solide. Difficoltà non mancano, considerando la diversità di posizione tra Paesi europei e Usa: la prima che considera l’uso degli extraprofitti degli asset, la seconda che guarda all’uso degli stessi asset. Ma “ciascuno deve fare la sua parte. Sarà chiaramente una proposta con il marchio G7 e per questo la condivisione degli oneri deve essere bilanciata”. Alla ministeriale di Stresa era presente anche il segretario del Tesoro Janet Yellen, che sembra aver aperto a possibili modifiche. “La proposta Usa è flessibile e pragmatica – ha spiegato il Ministro – perchè va incontro alle riserve legali di regolazione dell’Unione europea. Gli americani stessi si rendono conto che per arrivare ad un risultato c’è bisogno di collaborazione”. La soluzione potrebbe anche andare nella direzione di far nascere “un veicolo ad hoc, con una governance ad hoc, per gestiore questa forma di prestito”.


Sul fronte bancario, Panetta in conferenza sgtampa ha riferito che “le banche centrali non hanno perplessità” sull’utilizzo delle attività finanziarie sequestrate alla Russia per sostenere l’Ucraina, ma “hanno fatto presente due elementi”. Il primo è “avere una base legale più solida, perché sarebbe paradossale se reagissimo a una violazione del diritto internazionale adottando una misura senza senza base legale”. Il secondo elemento è “valutare i pro e i contro di queste misure”, perché “vi possono essere ripercussioni sul funzionamento del sistema monetario internazionale da cui potrebbe derivare l’indebolimento di una importante arma di pressione per il rispetto del diritto in futuro”. Marchenko, alla fine del summit Finanze si è dichiarato “soddisfatto dei progressi fatti e delle dichiarazioni dei ministri” tutti d’accordo a garantire all’Ucraina il sostegno economico di cui ha bisogno.


Il ministro ucraino ha poi rimarcato che data l’alta probabilità che la guerra si prolunghi, in base alle stime attuali sul 2025 il Paese avrà un gap sui finanziamenti per la spesa sociale pari a circa 10 miliardi di euro. Infine “è importante dare un segnale che non stiamo combattendo solo per l’Ucraina, per questo ci serve il sostegno”. L’altro tema in agenda al G7 Finanza, quello sulla global tax, Giorgetti ha dovuto registrare che “siamo ad un binario quasi morto. Ma dobbiamo alimentare la speranza”. Difficile, a questo punto, arrivare ad un accordo alla scadenza di giugno. Anche per le riserve di India e Cina, ha concluso il ministro “la dead line di giugno rischia di essere mancata”.

Benetton, l’addio amaro di Luciano: “Tradito dai manager”

Benetton, l’addio amaro di Luciano: “Tradito dai manager”Roma, 25 mag. (askanews) – Addio di Luciano Benetton in prima pagina oggi sul Corriere della Sera: “Sono stato tradito – rivela il fondatore dell’impero dell’abbigliamento di Treviso -: le verità dei bilanci nascoste dai manager”.


L’industriale parla di una “bomba”, un “buco” di bilancio presentato “all’improvviso” dai manager “che ci lascia senza fiato. Saremo attorno ai 100 milioni”. Con “amarezza profonda”, descrive il quotidiano nell’intervista, Benetton ricostruisce le tappe della vicenda. “In sintesi, mi sono fidato e ho sbagliato. Sono stato tradito nel vero senso della parola. Qualche mese fa ho capito che c’era qualche cosa che non andava. Per fortuna avevamo deciso di ritirare da tempo dalla Borsa la Benetton”. Benetton ricorda che nel 2018 Edizione non era riuscita a trovare una compagine manageriale di qualità. La società perdeva parecchio”. Che rientrò in azienda e che cercò “di risolvere gli errori più evidenti” e verso la fine del 2019 “mi suggeriscono una candidatura per il ruolo di amministratore delegato. La mia funzione in quel momento era quella di tutor”.


“Iniziamo la collaborazione”, prosegue. Dopo il Covid “il piano triennale per il pareggio è stato spostato al 2023 e l’obiettivo era risultato accettabile”. Nei vari Cda i numeri continuano a dare la fotografia di un pareggio possibile. “Solo il 23 settembre del ’23 viene accennato a qualche problema ma in modo tenue. Sembrava tutto sotto controllo”. Poi “mi accorgo che i numeri non mi tornano e che il problema va ben oltre”. In uno dei Consigli dei mesi successivi “scoppia la bomba, di questo si tratta”.


Sui manager “o sono impreparati al punto da non saper comprendere i fondamentali dell’azienda, quindi in buona fede ma gravemente inadeguati agli incarichi che hanno ricoperto, oppure hanno deciso volontariamente di tenere nascosta la realtà dei fatti quindi omettendo informazioni preziose, fino al punto in cui non hanno più potuto nascondere la verità. Ci sarà un’investigazione a riguardo”. “Da parte mia è stato grave l’essermi fidato e l’aver pensato che fossero consapevoli e responsabili”. Ora bisogna “guardare avanti” e nei prossimi mesi “sarà fatto un piano per il futuro”, conclude “purtroppo ci saranno sacrifici da fare”.

Lavoro, Calderone: a maggio assegno inclusione a 672mila famiglie

Lavoro, Calderone: a maggio assegno inclusione a 672mila famiglieRoma, 25 mag. (askanews) – “A maggio l’assegno di inclusione arrivera’ a 672.926 nuclei familiari a cui si aggiungono quasi 29mila domande in fase istruttoria”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Marina Calderone collegata al Festival dell’Economia di Trento parlando di lotta alla povertà. “A differenza del reddito di cittadinanza, – ha sostenuto il ministro – l’assegno di inclusione e’ rivolto a una platea di nuclei che hanno al loro interno delle condizioni di fragilità e quindi serve a sostenere l’assistenza all’inclusione sociale e lavorativa dei nuclei fragili. Accanto a questa abbiamo il supporto per la formazione e il lavoro. Ma se ci rapportiamo alla dinamica con cui vengono esaminate le domande e concessi gli interventi, le domande di assegno inclusione e supporto a formazione e lavoro vengono sottoposte al 100% al controllo prima dell’erogazione del primo assegno”.

G7 Finanze: su asset Russia progressi per proposte a summit leader

G7 Finanze: su asset Russia progressi per proposte a summit leaderStresa, 25 mag. (askanews) – Ministri delle Finanze e banchieri del centrali del G7 accolgono positivamente “la decisione dell’Unione europea di dirigere i profitti straordinari derivanti da asset sequestrati alla Russia a beneficio dell’Ucraina. A seguito del comunicato dei leader del G7 del 24 febbraio 2024, stiamo facendo progressi nelle nostre discussioni su possibili strade da perseguire, nell’ottica di presentare opzioni per supporto finanziario addizionale all’Ucraina, da presentare ai nostri leader in vista del vertice in Puglia a giugno”. Lo recita il comunicato finale diffuso dalla presidenza italiana del G7 al termine delle riunioni organizzate a Stresa.


“Riaffermiamo che, coerentemente con i nostri rispettivi sistemi legali, gli asset russi nelle nostre giurisdizioni resteranno sequestrati fino a quando la Russia pagherà i danni che ha provocato in Ucraina”.

Euro digitale, Panetta: indipendente dalle scelte che faranno Usa

Euro digitale, Panetta: indipendente dalle scelte che faranno UsaStresa, 25 mag. (askanews) – Al G7 delle Finanze si è discusso “di moneta e di moneta digitale”, nell’ambito degli scambi tra banchieri centrali sui sistemi di pagamento, non si è discusso di euro digitale su cui i Paesi dell’area valutaria assumeranno le loro decisioni indipendentemente dal fatto che gli Stati Uniti procedano, o meno, alla creazione di un dollaro digitale. “Non vi è nessun nesso tra la decisione degli Stati Uniti di introdurre o meno il dollaro digitale sulla decisione che la all’interno dell’area dell’euro ci sarà sull’introduzione dell’euro digitale: l’euro digitale è fatto per gli europei e non è fatto per gli statunitensi”, ha spiegato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, rispondendo ad una domanda nella conferenza stampa della presidenza italiana al termine del G7 delle Finanze a Stresa.


“E’ fatto per dare una moneta digitale in un mondo che sta diventando digitale, da un lato i pagamenti che cittadini europei effettuano sono, per loro scelta, sempre più digitali, e sempre meno fatti con moneta cartacea. In secondo luogo sta cambiando il commercio: è diventato commercio online e se queste due tendenze proseguiranno noi potremmo essere in una situazione paradossale: una Unione monetaria – ha rilevato Panetta – che non ha una sua unica moneta perché avremmo soltanto moneta privata delle banche commerciali commerciali, sistemi di pagamento privati, come carte di credito e sistemi online, ma non avremmo una moneta unica con cui si possono fare i pagamenti in tutta l’area”. “Questo è qualcosa che per una banca centrale è difficile da accettare”, ha detto. Prima di rilevare la guida di Bankitalia, Panetta era nel Comitato esecutivo della Bce dove aveva le deleghe proprio sui sistemi di pagamento, e dove ha curato tutta la fase uno di preparativi e studio sull’euro digitale. La Bce sta portando avanti questo progetto, laddove negli Stati Uniti sul dollaro la Federal Reserve non ha avviato progetti analoghi, avvertendo peraltro che servirebbe un provvedimento in tal senso da parte del Congresso.


A Stresa non era presente il presidente della Fed, Jay Powell, risultato positivo al Covid alcuni giorni fa, ma la banca centrale Usa era rappresentata dal vicepresidente, Philip Jefferson. “Noi – ha proseguito Panetta – ci stiamo attrezzando per fornire ai cittadini quello che è un bene pubblico. Perché ci sono poche cose che si fanno ogni giorno nella vita, bere, mangiare, dormire e pagare. E se non abbiamo la moneta pubblica diventa difficile. Poi c’è pure morire – ha scherzato – ma quello una volta sola, invece con la moneta paghiamo tutti i giorni. E’ un bene pubblico, è un servizio che le banche centrali rendono ai cittadini: fornire un bene pubblico, un sistema di pagamento sicuro, che non abbia rischi, che funzioni bene, che sia a basso costo, perché non si può avere un costo di un bene pubblico così importante, che sia elevato, e che sia fuori dal controllo delle autorità pubbliche. Non deve essere un monopolio pubblico, ma il sistema dei pagamenti – ha concluso – non può essere senza il settore pubblico e senza le banche centrali”.

Il G7 Finanze: crescita resiliente ma resterà sotto le medie storiche

Il G7 Finanze: crescita resiliente ma resterà sotto le medie storicheStresa, 25 mag. (askanews) – L’economia globale “ha mostrato una una resilienza superiore al previsto durante gli shock multipli tra cui la pandemia, la guerra della Russia contro l’Ucraina e le correlate pressioni inflazionistiche. I mercati del lavoro restano relativamente solidi e l’inflazione ha continuato a moderarsi, anche se l’inflazione di fondo sta mostrando una certa persistenza, in particolare nel settore dei servizi”. Lo rilevano ministri delle Finanze e banchieri centrali del G7, nel comunicato finale diffuso al termine delle riunioni organizzate a Stresa dalla presidenza italiana.


“Tuttavia è probabile che la crescita economica globale resti al di sotto delle medie storiche e che risulti eterogenea tra paesi e regioni – aggiunge il documento -. Le prospettive economiche restano soggette a rischi, tra l’aumento delle tensioni geopolitiche e la volatilità dei prezzi dell’energia” Il G7 ribadisce che la guerra tra Russia e l’Ucraina e la situazione critica in Medioriente “potrebbero danneggiare ulteriormente i flussi commerciali internazionali, il funzionamento delle catene di approvvigionamento e le condizioni di vita generali”.

G7 Finanze: crescita resiliente ma resterà sotto medie storiche

G7 Finanze: crescita resiliente ma resterà sotto medie storicheStresa, 25 mag. (askanews) – L’economia globale “ha mostrato una una resilienza superiore al previsto durante gli shock multipli tra cui la pandemia, la guerra della Russia contro l’Ucraina e le correlate pressioni inflazionistiche. I mercati del lavoro restano relativamente solidi e l’inflazione ha continuato a moderarsi, anche se l’inflazione di fondo sta mostrando una certa persistenza, in particolare nel settore dei servizi”. Lo rilevano ministri delle Finanze e banchieri centrali del G7, nel comunicato finale diffuso al termine delle riunioni organizzate a Stresa dalla presidenza italiana.


“Tuttavia è probabile che la crescita economica globale resti al di sotto delle medie storiche e che risulti eterogenea tra paesi e regioni – aggiunge il documento -. Le prospettive economiche restano soggette a rischi, tra l’aumento delle tensioni geopolitiche e la volatilità dei prezzi dell’energia” Il G7 ribadisce che la guerra tra Russia e l’Ucraina e la situazione critica in Medioriente “potrebbero danneggiare ulteriormente i flussi commerciali internazionali, il funzionamento delle catene di approvvigionamento e le condizioni di vita generali”.

Meloni inaugura “la vera TeleMeloni” e attacca Schlein

Meloni inaugura “la vera TeleMeloni” e attacca SchleinRoma, 25 mag. (askanews) – “Eccomi qui in una nuova puntata de ‘Gli appunti di Giorgia’ che però ho deciso di ribattezzare ‘TeleMeloni’ perché l’unica TeleMeloni che esiste è questa, tutto il resto sono fake news di una sinistra che essendo abituata ad occupare la televisione pensa che gli altri siano come lei”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni esordisce attaccando l’opposizione nel nuovo video della serie “Gli appunti di Giorgia”, che periodicamente vengono pubblicati sui suoi canali social (ma in effetti da tempo mancava una nuova puntata) per spiegare direttamente ai cittadini i provvedimenti varati di volta in volta dal governo da lei guidato.


La premier parte dal decreto cosiddetto ‘salva Casa’, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, che, afferma, “permetterà di dare risposte a una serie di esigenze abitative e anche di dare un po di respiro al mercato immobiliare. La norma – spiega la premier – consente di porre rimedio a piccole difformità che si trovano nelle case di tantissimi italiani e che impediscono di acquistare o vendere quegli immobili perché sono formalmente considerati irregolari. Non parliamo ovviamente di abusi edilizi che nessuno di noi intende sanare ma sono piccole irregolarità, per lo più formali e burocratiche”, sottolinea Meloni.La presidente del Consiglio affronta poi il tema del “macigno” Superbonus attaccando l’operato del governo Conte II, sostenuto da Pd e M5s. “Questa legislatura si è aperta subito con il fardello del Superbonus e degli altri bonus edilizi introdotti dal governo Conte II. Gli implacabili report di Istat, Bankitalia, Upb, Fmi, confermano che questa misura ha avuto un costo altissimo e un beneficio minimo. Il costo di tutti i bonus edilizi – sottolinea Meloni – è pari a 220 miliardi euro, più dell’importo dell’intero Pnrr e sono soldi che sono serviti a ristrutturare poche case, per lo più per chi stava meglio, e che sono stati tolti a lavoratori, famiglie, scuole e sanità”.


Meloni giustifica inoltre così il dietrofront del governo sul redditometro: “Nel 2015 il governo Renzi ha normato il meccanismo” dell’accertamento sintetico “in modo estremamente vessatorio per il contribuente”. Poi “nel 2018 il governo Conte I ha deciso di abolire quel redditometro dichiarando che avrebbe emanato un nuovo decreto ministeriale, più attento ai diritti del contribuente. Solo che questo decreto non è mai arrivato, col risultato che da 6 anni a questa parte l’amministrazione finanziaria non ha limiti nel suo potere di accertamento”, che senza quella norma è diventato “del tutto arbitrario. Noi – sostiene la premier – abbiamo ereditato questa situazione, abbastanza pericolosa, e per questo il Mef” aveva emesso un “decreto per fissare dei paletti””. Poi il decreto ministeriale è stato sospeso e in accordo col viceministro all’Econnomia Maurizio Leo, continua la premier, “ci siamo presi del tempo per valutare con più calma una norma diversa, sulla quale ci sono due ipotesi: o superare in toto il principio dell’accertamento sintetico oppure lavorare a una norma che circoscriva questo strumento ai fenomeni oggettivamente inaccettabili ma senza vessare con norme invasive le persone comuni”.Verso la fine del video arriva l’attacco più duro della premier, diretto alla segretaria del Pd: “Voglio rivolgere una domanda a Elly Schlein, che ha detto che in questo anno e mezzo io starei cancellando la libertà delle persone. Accusa singolare – rimarca Meloni – da chi ha varato provvedimenti per chiudere dentro casa la gente durante la pandemia, provvedimenti sui quali invece noi votammo contro”. “Tra persone serie quando qualcuno muove un’accusa, soprattutto se così pesante, dev’essere in grado di argomentarla, per cui voglio chiedere a Schlein di dire con chiarezza quali siano le libertà che sarebbero state cancellate da questo governo e con quali provvedimenti”. “Queste – conclude Meloni – non sono accuse che si fanno senza essere argomentate, la libertà in Italia è sempre stata limitata solo dalla sinistra”.


 

Meloni ribattezza ‘Gli appunti di Giorgia’: “Vera TeleMeloni è questa”

Meloni ribattezza ‘Gli appunti di Giorgia’: “Vera TeleMeloni è questa”Roma, 25 mag. (askanews) – “Eccomi qui in una nuova puntata de ‘Gli appunti di Giorgia’ che però ho deciso di ribattezzare ‘TeleMeloni’ perché l’unica TeleMeloni che esiste è questa, tutto il resto sono fake news di una sinistra che essendo abituata ad occupare la televisione pensa che gli altri siano come lei”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni esordisce attaccando l’opposizione nel nuovo video della serie “Gli appunti di Giorgia”, che periodicamente vengono pubblicati sui suoi canali social (ma in effetti da tempo mancava una nuova puntata) per spiegare direttamente ai cittadini i provvedimenti varati di volta in volta dal governo da lei guidato.


La premier parte dal decreto cosiddetto ‘salva Casa’, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, che, afferma, “permetterà di dare risposte a una serie di esigenze abitative e anche di dare un po’ di respiro al mercato immobiliare. La norma – spiega la premier – consente di porre rimedio a piccole difformità che si trovano nelle case di tantissimi italiani e che impediscono di acquistare o vendere quegli immobili perché sono formalmente considerati irregolari. Non parliamo ovviamente di abusi edilizi che nessuno di noi intende sanare ma sono piccole irregolarità, per lo più formali e burocratiche”, sottolinea Meloni. La presidente del Consiglio affronta poi il tema del “macigno” Superbonus attaccando l’operato del governo Conte II, sostenuto da Pd e M5s. “Questa legislatura si è aperta subito con il fardello del Superbonus e degli altri bonus edilizi introdotti dal governo Conte II. Gli implacabili report di Istat, Bankitalia, Upb, Fmi, confermano che questa misura ha avuto un costo altissimo e un beneficio minimo. Il costo di tutti i bonus edilizi – sottolinea Meloni – è pari a 220 miliardi euro, più dell’importo dell’intero Pnrr e sono soldi che sono serviti a ristrutturare poche case, per lo più per chi stava meglio, e che sono stati tolti a lavoratori, famiglie, scuole e sanità”.


Meloni giustifica inoltre così il dietrofront del governo sul redditometro: “Nel 2015 il governo Renzi ha normato il meccanismo” dell’accertamento sintetico “in modo estremamente vessatorio per il contribuente”. Poi “nel 2018 il governo Conte I ha deciso di abolire quel redditometro dichiarando che avrebbe emanato un nuovo decreto ministeriale, più attento ai diritti del contribuente. Solo che questo decreto non è mai arrivato, col risultato che da 6 anni a questa parte l’amministrazione finanziaria non ha limiti nel suo potere di accertamento”, che senza quella norma è diventato “del tutto arbitrario. Noi – sostiene la premier – abbiamo ereditato questa situazione, abbastanza pericolosa, e per questo il Mef” aveva emesso un “decreto per fissare dei paletti””. Poi il decreto ministeriale è stato sospeso e in accordo col viceministro all’Econnomia Maurizio Leo, continua la premier, “ci siamo presi del tempo per valutare con più calma una norma diversa, sulla quale ci sono due ipotesi: o superare in toto il principio dell’accertamento sintetico oppure lavorare a una norma che circoscriva questo strumento ai fenomeni oggettivamente inaccettabili ma senza vessare con norme invasive le persone comuni”. Verso la fine del video arriva l’attacco più duro della premier, diretto alla segretaria del Pd: “Voglio rivolgere una domanda a Elly Schlein, che ha detto che in questo anno e mezzo io starei cancellando la libertà delle persone. Accusa singolare – rimarca Meloni – da chi ha varato provvedimenti per chiudere dentro casa la gente durante la pandemia, provvedimenti sui quali invece noi votammo contro”. “Tra persone serie quando qualcuno muove un’accusa, soprattutto se così pesante, dev’essere in grado di argomentarla, per cui voglio chiedere a Schlein di dire con chiarezza quali siano le libertà che sarebbero state cancellate da questo governo e con quali provvedimenti”. “Queste – conclude Meloni – non sono accuse che si fanno senza essere argomentate, la libertà in Italia è sempre stata limitata solo dalla sinistra”.