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Europee, Vannacci: non credo sia utile definirsi antifascista

Europee, Vannacci: non credo sia utile definirsi antifascistaNapoli, 2 mag. (askanews) – “Io non mi sono mai definito antifascista perché non credo che sia utile nel definirsi tale, non è richiesto da nessuna norma, da nessuna legge. Il fascismo è finito 100 anni fa e quindi non si è anti qualcosa che non esiste”. A dirlo è Roberto Vannacci durante la presentazione del suo libro “Il coraggio vince” al teatro di Arte Vesuvio di Napoli.


“Il giuramento che prestano sia i politici che i militari non richiede di dichiararsi antifascismo, questa è una dichiarazione pretestuosa che serve ad alcune persone per assegnare una certificazione di qualità di cittadini di serie A o serie B” , ha aggiunto il generale candidato con la Lega alle elezioni europee.

Piazza Affari chiude poco mossa (-0,03%), sugli scudi Mps

Piazza Affari chiude poco mossa (-0,03%), sugli scudi MpsMilano, 2 mag. (askanews) – Chiusura poco mossa per Piazza Affari (Ftse Mib -0,03% a 33.736 punti), al termine di una seduta debole, nonostante l’andamento positivo di Wall Street, all’indomani della Fed, che ha lasciato invariati i tassi, e delle rassicurazioni del presidente Powell, che ha escluso un rialzo dei tassi quest’anno per contrastare l’inflazione. Quadro contrastato per le altre Borse europee: a Francoforte il Dax ha ceduto lo 0,1%, a Parigi il Cac40 lo 0,88%, mentre a Londra il Ftse100 ha guadagnato lo 0,6%, a Madrid l’Ibex35 lo 0,16%.


Tra i titoli principali della Borsa di Milano, sugli scudi Mps (+5,12%) spinta dal risiko bancario partito in Spagna: ieri Bbva ha presentato al Banco Sabadell un’offerta di scambio che valorizza l’istituto 11,5 miliardi, con un premio del 30% per gli azionisti del gruppo catalano. Bene anche Pirelli (+2,08%), Ferrari (+2,04%) e Banco Bpm (+1,84%). Ancora forti vendite su Stellantis (-4,31%) dopo la trimestrale sotto le attese. Sul fronte dei nostri titoli di Stato, lo spread ha chiuso in lieve calo a 131 punti, con il rendimento del Btp decennale che sul mercato secondario è al 3,88%.

Europee, Vannacci: mai proposte classi separate per i disabili

Europee, Vannacci: mai proposte classi separate per i disabiliNapoli, 2 mag. (askanews) – “Scusarmi? No, perché non ho mai detto che i disabili devono andare in classi separate, per cui non vedo perché mi debba scusare per qualcosa che non ho detto e che non penso”.Così Roberto Vannacci a margine della presentazione del suo libro a Napoli. “Quello che io ho detto è facilmente leggibile nell’intervista stessa. – continua il generale – Il titolo non l’ho fatto io ma lo ha fatto il giornalista che in maniera molto pretestuosa e strumentale ha interpretato in maniera totalmente erronea le mie parole”.

Europee, Vannacci: non credo mia candidatura divisiva per Lega

Europee, Vannacci: non credo mia candidatura divisiva per LegaNapoli, 2 mag. (askanews) – “Non credo che la mia candidatura sia divisiva all’interno della Lega”. Così il generale Roberto Vannacci pochi minuti prima dell’azione della presentazione del suo libro a Napoli, risponde ad una domanda di un cronista che gli chiedeva un commento sulle parole del governatore del Veneto Luca Zaia, in merito alla suya candidatura alle Europee. “Sono discussioni assolutamente legittime nell’ambito di un partito, – continua il generale – io sono un candidato indipendente. Risolveranno le loro problematiche all’interno del partito, vado avanti per la mia strada rappresentando quei valori di patria, confini, sicurezza, identità che ritengo sovrapponibili a quelli del partito con il il quale mi candido come indipendente e che ritengo basilari in Europa”.

Europee, Censis: in Italia allarmante trend di crescita dell’astensionismo

Europee, Censis: in Italia allarmante trend di crescita dell’astensionismoRoma, 2 mag. (askanews) – In Italia l’astensionismo alle elezioni europee mostra una tendenza in costante aumento, un fenomeno legato al fatto che all’incirca solo la metà degli italiani nutre fiducia nelle istituzioni Ue. Lo rileva il Censis nel rapporto “Lo stato dell’Unione. Geografia sociale dell’Europa al voto”, pubblicato oggi.


Il tasso di astensionismo alle ultime elezioni europee – ricorda il Censis nell’ultimo capitolo del rapporto – si è attestato al 49,3% nella media dell’Unione europea, con un picco raggiunto in Slovacchia (75,3%), un valore minimo toccato in Belgio (11,5%) e l’Italia collocata poco sotto la media europea (nel 2019 si astenne il 45,5% degli elettori italiani). In Italia la tendenza all’astensionismo elettorale, intensa e prolungata nel corso del tempo, mostra dati più allarmanti alle votazioni europee (il 45,5% di astenuti nel 2019) rispetto alle elezioni politiche (il 36,1% di astenuti nel 2022).


Il confronto temporale – evidenzia il Censis – mostra che l’astensionismo alle elezioni europee in Italia è aumentato costantemente, dal 14,3% del 1979 al 30,3% nel 1999, fino al 42,8% nel 2014 e al 45,5% del 2019. D’altra parte – prosegue l’istituto di ricerca socio-economica -, oggi meno della metà dei cittadini europei nutre fiducia nelle istituzioni europee. Il dato relativo all’Italia è in linea con la media europea: il 49% degli italiani ha fiducia nel Parlamento europeo, poco meno (il 46%) nella Commissione europea.


Sono dati – secondo il Censis – analoghi a quanto si registra fra i tedeschi, superiori a quelli dei francesi, più alti di quelli degli spagnoli. Tuttavia, in Svezia e Danimarca, ad esempio, la fiducia nel Parlamento europeo viene espressa dal 72% dei cittadini. Per contro, in Slovenia appena il 37% dei cittadini si fida del Parlamento europeo e in Grecia solo il 33% della Commissione europea. La ridotta partecipazione elettorale e la scarsa fiducia nelle istituzioni europee si legano – sostiene il Censis – al lungo ciclo del declassamento storico e sociale che ha investito l’Europa a partire dal 2008, che interessa direttamente un terzo dei cittadini europei e si manifesta nella bruciante percezione di aver perso posizioni sul terreno del proprio benessere, delle proprie disponibilità economiche e del tenore di vita.


Se a giugno andrà a votare per il rinnovo del Parlamento europeo soltanto la metà circa degli elettori e se meno della metà dei cittadini europei ha fiducia nelle istituzioni comunitarie – conclude l’istituto di analisi socio-economica – saremo di fronte a qualcosa che “può insidiare gli stessi meccanismi di funzionamento delle democrazie liberali”.

Schlein: la mia candidatura? Me lo ha chiesto il Pd

Schlein: la mia candidatura? Me lo ha chiesto il PdRoma, 2 mag. (askanews) – “Si può anche non essere d’accordo, non c’è nulla di male. Io ascolto sempre, ascolto tutti e devo fare poi la sintesi”. Il Pd è “un partito che discute, per davvero e alla luce del sole. Preferisco quelli che ascoltano e poi magari decidono non essendo d’accordo, piuttosto che quelli che fingevano di ascoltare e poi pugnalavano alle spalle come spesso è successo nella storia del centrosinistra”.


Insomma, candidarsi precisando che non si andrà comunque in Europa “non penso sia una truffa, penso si debba dire la verità a cittadine e cittadini. Ho chiarito da subito che il mio posto è qui a confrontarmi ogni giorno con le scelte sbagliate di Giorgia Meloni. Però il partito mi ha chiesto di guidare partito al centro e nelle isole per portare un valore aggiunto, per rimobilitare quelle energie che hanno voglia di cambiamento e che si sono mobilitate straordinariamente soltanto un anno fa alle elezioni primarie. Naturalmente io sono qui per spingere una squadra e provare a fare eleggere il più possibile deputate e deputati europei del Pd.

Schlein: Conte è un potenziale alleato ma non dipende solo da noi

Schlein: Conte è un potenziale alleato ma non dipende solo da noiRoma, 2 mag. (askanews) – “Penso sia un potenziale alleato, naturalmente non dipende solo da noi. Ma per parte nostra continueremo a essere ostinatamente unitari. Ce lo chiede la gente che incrociamo”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando a ‘Tagadà’ su La7.


La leader Pd minimizza gli “schiaffi” di Giuseppe Conte: “Non li considero nemmeno come tali. Che ci sia competizione prima delle europee è fisiologico. Da parte mia non è mai arrivata una parola di polemica per le altre forze di opposizione. Le persone ci chiedono di costruire un’alternativa. La matematica non è un’opinione”. Aggiunge la Schlein: “Abbiamo la consapevolezza di non poter fare da soli. Stiamo crescendo, siamo cresciuti di sei punti, ma non bastiamo. Allora vogliamo parlare con le altre forze di opposizione, non solo con M5s. come facciamo a metterci insieme? Non certo aspettando di starci tutti simpatici a vicenda. Io non ho problemi con nessuno ma evidentemente qualche problema c’èà Siamo d’accordo sul salario minimo? Andiamo avanti su quello insieme. Siamo d’accordo a salvare la sanità pubblica dai tagli che questo governo sta facendo?”.


“Ogni iniziativa del sindacato la guardiamo con grande attenzione, nel rispetto della sua autonomia. Chiaramente mi aspetto che tante e tanti del Pd daranno una mano in quella raccolta” ha quindi detto la segretaria Pd parlando del referendum della Cgil sul ‘Jobs act’.

Schlein: sfida tv con Meloni ci sarà, non ho cambiato idea

Schlein: sfida tv con Meloni ci sarà, non ho cambiato ideaRoma, 2 mag. (askanews) – “Ci sarà, non ho mai cambiato idea su questo. Dove e come vogliono. Non è ancora deciso, stiamo discutendo attraverso i nostri staff”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando a ‘Tagadà’ su La7. “Io penso sia un momento di chiarezza utile al paese. Due visioni contrapposte che si confrontano sui temi. Alla fine dei conti chi come me non intende personalizzare questa sfida è interessato a capire cosa ci stiamo candidando a fare in Europa. Qual è l’Europa che serve”.

Meloni: con Abdullah II continuiamo il lavoro per la de-escalation

Meloni: con Abdullah II continuiamo il lavoro per la de-escalationRoma, 2 mag. (askanews) – “Oggi ho ricevuto a Palazzo Chigi Sua Maestà il Re di Giordania, Abdullah II. Abbiamo discusso della situazione in Medio Oriente, auspicando che gli sforzi diplomatici in corso per un cessate il fuoco e il rilascio dei prigionieri abbiano presto successo”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


“Nel corso del colloquio – aggiunge la premier – ho ribadito l’impegno italiano nel fornire l’assistenza umanitaria necessaria alla popolazione civile di Gaza esprimendo anche l’apprezzamento per il ruolo cruciale svolto dalla Giordania in tale ambito. Continuiamo a lavorare a una de-escalation a livello regionale”. “L’incontro di oggi è stata anche l’occasione per dialogare delle nostre eccellenti relazioni bilaterali che continuano a svilupparsi in ogni settore”, conclude la premier.

Bonus di 100 euro, secondo l’esperto c’è il rischio di doverlo restituire

Bonus di 100 euro, secondo l’esperto c’è il rischio di doverlo restituireRoma, 2 mag. (askanews) – I lavoratori dipendenti che a gennaio 2025 percepiranno in busta paga il bonus di 100 euro potrebbero trovarsi nella condizione di doverlo restituire. “Questo rischio esiste – spiega ad Askanews il fiscalista Gianluca Timpone -. Per ricevere il bonus a gennaio 2025, il lavoratore dipendente deve presentare domanda al datore di lavoro quando ancora non può avere la chiara consapevolezza di quali siano stati i suoi redditi complessivi nel 2024. Vanno considerati anche i redditi da locazione, da lavoro straordinario, premi e altre indennità. E basta superare anche di un euro la soglia dei 28.000 euro per perdere il diritto al bonus, come è avvenuto per gli 80 euro di Renzi”.


Il bonus di 100 euro, spiega ancora Timpone “agisce sotto forma di detrazione/maggiorazione in busta paga”, quindi “è da considerarsi una cifra lorda e a tassazione con l’aliquota marginale del primo scaglione Irpef ossia del 23%”. Da considerare inoltre che sono esclusi dal bonus i contribuenti ‘incapienti’, sia perchè hanno un reddito sotto gli 8.500 euro e quindi rientrano nella no tax area, sia nel caso in cui “hanno una imposta pari a zero per effetto di detrazioni. Rientrano in questa casistica i contribuenti che, pur dovendo pagare l’irpef ad esempio per 1500 euro, sono allo stesso tempo destinatari di detrazioni generate dal pagamento di interessi su mutui, lavori di ristrutturazione, spese mediche, per 1.500 euro. Anche in questo caso nessuna indennità potrà essere riconosciuta, mentre se le detrazioni arrivano a 1480 euro il bonus massimo riconoscibile non potrà superare i 20 euro”.


“In pratica – conclude Timpone – è stato variato il meccanismo che disciplinava il bonus una tantum di 200 euro erogato dal governo Draghi a fronte dell’aumento delle bollette. In quel caso l’importo era netto e non bisognava neanche formulare domanda da parte del dipendente. Ma le risorse in campo erano molto superiori”.