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L’Istat: ad aprile in calo il clima di fiducia di consumatori e imprese

L’Istat: ad aprile in calo il clima di fiducia di consumatori e impreseRoma, 24 apr. (askanews) – Ad aprile peggiora sia il clima di opinione dei consumatori sia quello delle imprese: l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce da 96,5 a 95,2 e l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese scende da 97,0 a 95,8. Lo ha reso noto l’Istat.


La dinamica negativa dell’indicatore di fiducia dei consumatori esprime il deterioramento del clima economico (da 101,9 a 99,4), di quello personale (da 94,6 a 93,7) e, soprattutto, di quello futuro (l’indice cala da 97,2 a 93,9). Il clima corrente, invece, registra un lieve incremento (l’indice sale da 96,0 a 96,2). Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia si riduce in tutti e quattro i comparti economici indagati, seppur con intensità diverse: nelle costruzioni, nel commercio al dettaglio e nei servizi di mercato si registrano i cali più consistenti (rispettivamente da 105,7 a 103,4, da 104,5 a 103,0 e da 100,7 a 99,5); nella manifattura la diminuzione è più contenuta (l’indice scende da 88,4 a 87,6). Quanto alle componenti degli indici di fiducia dei comparti economici, nella manifattura peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sul livello di produzione; le scorte sono giudicate in decumulo. Nelle costruzioni tutte le componenti si deteriorano.


Passando al comparto dei servizi di mercato, un peggioramento dei giudizi sugli ordini si unisce ad un’evoluzione positiva delle opinioni sull’andamento degli affari; le attese sugli ordini rimangono stabili rispetto allo scorso mese. Con riferimento al commercio al dettaglio, le vendite sono giudicate in miglioramento mentre le relative attese diminuiscono; si stima un accumulo delle scorte di magazzino. “Dopo il rialzo registrato a marzo 2024, il clima di fiducia delle imprese – è il commento dell’Istat – diminuisce tornando al livello dello scorso febbraio. Il calo dell’indicatore complessivo rappresenta un diffuso peggioramento della fiducia in tutti i comparti economici indagati. Ad aprile 2024 l’indice di fiducia dei consumatori si riduce per il secondo mese consecutivo e registra il valore più basso da novembre 2023. Il ridimensionamento dell’indice è dovuto principalmente al peggioramento delle aspettative sulla situazione economica generale (comprese le attese sulla disoccupazione), su quella familiare nonché ad un deciso deterioramento delle opinioni sulla possibilità di risparmiare in futuro”.

Istat, ad aprile in calo il clima di fiducia di consumatori e imprese

Istat, ad aprile in calo il clima di fiducia di consumatori e impreseRoma, 24 apr. (askanews) – Ad aprile peggiora sia il clima di opinione dei consumatori sia quello delle imprese: l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce da 96,5 a 95,2 e l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese scende da 97,0 a 95,8. Lo ha reso noto l’Istat.


La dinamica negativa dell’indicatore di fiducia dei consumatori esprime il deterioramento del clima economico (da 101,9 a 99,4), di quello personale (da 94,6 a 93,7) e, soprattutto, di quello futuro (l’indice cala da 97,2 a 93,9). Il clima corrente, invece, registra un lieve incremento (l’indice sale da 96,0 a 96,2). Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia si riduce in tutti e quattro i comparti economici indagati, seppur con intensità diverse: nelle costruzioni, nel commercio al dettaglio e nei servizi di mercato si registrano i cali più consistenti (rispettivamente da 105,7 a 103,4, da 104,5 a 103,0 e da 100,7 a 99,5); nella manifattura la diminuzione è più contenuta (l’indice scende da 88,4 a 87,6).


Quanto alle componenti degli indici di fiducia dei comparti economici, nella manifattura peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sul livello di produzione; le scorte sono giudicate in decumulo. Nelle costruzioni tutte le componenti si deteriorano. Passando al comparto dei servizi di mercato, un peggioramento dei giudizi sugli ordini si unisce ad un’evoluzione positiva delle opinioni sull’andamento degli affari; le attese sugli ordini rimangono stabili rispetto allo scorso mese. Con riferimento al commercio al dettaglio, le vendite sono giudicate in miglioramento mentre le relative attese diminuiscono; si stima un accumulo delle scorte di magazzino.


“Dopo il rialzo registrato a marzo 2024, il clima di fiducia delle imprese – è il commento dell’Istat – diminuisce tornando al livello dello scorso febbraio. Il calo dell’indicatore complessivo rappresenta un diffuso peggioramento della fiducia in tutti i comparti economici indagati. Ad aprile 2024 l’indice di fiducia dei consumatori si riduce per il secondo mese consecutivo e registra il valore più basso da novembre 2023. Il ridimensionamento dell’indice è dovuto principalmente al peggioramento delle aspettative sulla situazione economica generale (comprese le attese sulla disoccupazione), su quella familiare nonché ad un deciso deterioramento delle opinioni sulla possibilità di risparmiare in futuro”.

Euro digitale, Cipollone: siamo a un crocevia sui sistemi pagamento

Euro digitale, Cipollone: siamo a un crocevia sui sistemi pagamentoRoma, 24 apr. (askanews) – “Sistemi di pagamento al dettaglio innovativi, integrati e indipendenti sono componenti cruciali del nostro sistema monetario”. Gli sforzi compiuti dall’Eurosistema delle banche centrali con il meccanismo Sepa, per ottenere sul contante l’accettazione di un metodo di pagamento universale sono stati cruciali per l’integrazione e l’efficienza nel sistema europeo dei pagamenti. Ora però siamo a un crocevia nella transizione sui pagamenti ell’era digitale, con il rischio di veder estromessa la moneta pubblica e che i provider europei non riescano a risultare competitivi in una dimensione europea, per non parlare di una scala globale”. Lo ha affermato Piero cipollone, componente del comitato esecutivo della Bce, aprendola conferenza su innovazione integrazione dei sistemi di pagamento europei, organizzata oggi dall’istituzione moneta monetaria a Francoforte.


Cipollone, che ha la delega sui sistemi di pagamento è tornato a promuovere la necessità di adottare l’euro digitale. Secondo l’esponente della Bce “per gestire queste sfide abbiamo approntato due strategie di trasformazione: l’euro digitale e la strategia sui pagamenti al dettaglio, quest’ultima si focalizza su soluzioni di pagamento paneuropee Nella fase di interazione”. L’ipotesi di creare valute versioni digitali delle monete delle banche centrali e allo studio da parte di diverse giurisdizioni e economie. Oltre alla Bce, ad esempio, su questo versante è al lavoro anche la Banca d’Inghilterra. Vi sono tuttavia delle controversie sulla questione, assieme a dubbi sull’uso finale che potrebbero avere questi strumenti; gli scetticismi risultano particolarmente accentuati negli Stati Uniti, tanto che lì al momento la Federal Reserve appare in una fase molto meno avanzata sui preparativi di un ipotetico dollaro digitale.


Secondo Cipollone l’euro digitale “non solo darebbe ai cittadini europei più libertà di scelta”, ma anche “l’abilità di pagare con una soluzione sicura che sia ampiamente accettata dentro tutta l’area euro. Stabilirebbe anche una infrastruttura comune con dimensioni europee sulla quale gli intermediari privati potranno costruire per offrire soluzioni di pagamento competitive e innovative in Europa”. Cipollone ha parlato della cooperazione tra settore pubblico e privato, tramite la quale si può raggiungere “maggiore integrazione, innovazione e indipendenza sui pagamenti a beneficio dei consumatori e dei fornitori di servizi di pagamento”.

Per i ponti di primavera 16 milioni di partenze e 5,5 mld di spesa

Per i ponti di primavera 16 milioni di partenze e 5,5 mld di spesaRoma, 24 apr. (askanews) – Con quasi 16 milioni di partenze tra il 25 aprile e il primo maggio gli italiani non mancano l’appuntamento con la primavera e i suoi ponti, spendendo complessivamente circa 5,5 miliardi di euro. Se poi il meteo si stabilizzasse, in particolare per quel 30% circa che punta alle località balneari, questi valori potrebbero crescere ulteriormente, sfiorando i 20 milioni di partenze per circa 6 miliardi in termini di spesa. Resta assolutamente maggioritaria, nel panorama complessivo dei due ponti, la scelta di strutture turistico ricettive per i pernottamenti a destinazione: tra il 55% e il 60% a seconda del periodo preso in considerazione, anche se, per quello del primo maggio, raddoppia la percentuale di coloro che optano per affitti brevi (dal 6% al 12%). Questi i principali dati che emergono dal Focus sui ponti di primavera dell’Osservatorio Turismo Confcommercio in collaborazione con Swg.


La Festa della liberazione – che cade di giovedì e quindi configura un ponte particolarmente allettante – vedrà oltre 9 milioni di italiani in viaggio, circa un milione in più dello scorso anno, confermando quindi la buona performance della domanda interna di turismo che, da febbraio, sembra avere superato la fase di “stanca” che l’aveva contraddistinta per buona parte del secondo semestre dello scorso anno. Abbastanza concentrata la scelta delle destinazioni, con il 31% che opta per località della costa e un ulteriore 31% che punta invece a borghi, città e città d’arte, mentre 1 italiano su 10 preferisce la montagna. Ma soprattutto, nel confronto con lo stesso periodo del 2023, aumenta di ben 6 punti percentuali la schiera di coloro che si spingono al di fuori della propria regione, restando comunque in Italia (il 47%) o andando all’estero (17%). Aumenta anche la permanenza media a destinazione, con 3 italiani su 10 che programmano viaggi di 4 giorni o più, un terzo dei quali unirà i due ponti restando oltre 6 giorni a destinazione. Meno entusiastico l’approccio alle previsioni di budget, che, in termini di spesa media pro capite, resta sostanzialmente in linea con quello dello scorso anno, a 320 euro. Positive anche le previsioni per il ponte del primo maggio con quasi 7,5 milioni di italiani in viaggio, un milione dei quali però, come detto, in vacanza già dal 25 aprile. Qui pesa di più, almeno per il momento, la variabile delle condizioni metereologiche: un’incertezza che si riversa sulla scelta delle destinazioni, con quelle balneari che scendono lievemente, passando al 26%, mentre borghi, città e città d’arte totalizzano complessivamente un 22%, 9 punti in meno del ponte della liberazione; terza tipologia di destinazione, le località di campagna, con una componente rilevante di seconde case, che realizza il 14% delle preferenze. Stabile la montagna. Anche in questo caso aumenta, rispetto all’anno scorso, il raggio di spostamento degli italiani in viaggio: si riduce infatti di 12 punti percentuali (dal 51% al 39%) la quota di chi resterà vicino a casa o, comunque, nella propria regione, e aumenta di 14% quella di chi si recherà all’estero. Si riduce, invece, da 340 a 310 euro la spesa media pro capite ipotizzata dagli intervistati come budget: sarà un esercizio complicato renderla compatibile con le previsioni “incrementali” di durata e raggio della vacanza.

Schlein: il mio nome sul simbolo sarebbe stato divisivo

Schlein: il mio nome sul simbolo sarebbe stato divisivoRoma, 24 apr. (askanews) – “Credo che sia positivo che siamo l’unico partito che discute in chiaro: non c’è qualcuno che si chiude in una stanza e decide. Io ho ascoltato il dibattito di questi mesi sulla mia candidatura, ho ascoltato quello sulla proposta del simbolo. E mi è sembrato che il modo migliore per rafforzare questa squadra e spingere il partito più in alto fosse quello di correre anche io, mentre l’altra proposta mi è parsa divisiva e l’ho accantonata. Io ascolto sempre e poi da segretaria mi prendo la responsabilità di fare le scelte che ritengo più utili ed efficaci per questo progetto collettivo”. Così, sul Corriere della Sera, la segretaria del Pd, Elly Schlein, spiega la scelta di non mettere il proprio nome sul simbolo del Pd per le elezioni europee.

L’Antitrust ha irrogato una sanzione di 10 milioni ad Amazon per pratica scorretta

L’Antitrust ha irrogato una sanzione di 10 milioni ad Amazon per pratica scorrettaRoma, 24 apr. (askanews) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato una sanzione di 10 milioni di euro in solido a due società del gruppo Amazon (le aziende lussemburghesi Amazon Services Europe e Amazon EU) per pratiche commerciali scorrette.


L’Antitrust “ha accertato che Amazon attua una pratica commerciale scorretta consistente nella pre-selezione dell’acquisto periodico per un’ampia selezione di prodotti offerti sul sito” ed in particolare “nella pagina web dove sono descritte le caratteristiche dell’articolo selezionato, viene pre-impostata l’opzione ‘acquisto periodico’ anziché ‘acquisto singolo’, sia per prodotti venduti da Amazon sia per prodotti venduti da terzi sul marketplace”. Secondo l’Antitrust “in questo modo, viene limitata in modo considerevole la libertà di scelta dei consumatori. La pre-spunta grafica dell’acquisto ricorrente induce a comprare periodicamente un prodotto, anche senza effettivo bisogno, limitando così la facoltà di scelta. Inoltre, la condotta attuata dal gruppo è stata ritenuta in contrasto con il canone di diligenza professionale perché un operatore dell’importanza di Amazon sarebbe tenuto a costruire le interfacce online, relative ai processi di acquisto, in modo da consentire ai consumatori di effettuare scelte commerciali libere e consapevoli”.


In avvio di istruttoria, aggiunge l’Agcm, “era stata contestata anche la pre-selezione della consegna veloce a pagamento. Rispetto a questa condotta, l’Autorità ha accolto gli impegni proposti da Amazon che in futuro predefinirà soltanto l’opzione di consegna gratuita. Inoltre le due società erogheranno un ristoro a favore dei consumatori che durante il 2023 si sono rivolti al Servizio Clienti per lamentarsi di questa condotta”.

Antitrust, sanzione di 10 mln ad Amazon per pratica scorretta

Antitrust, sanzione di 10 mln ad Amazon per pratica scorrettaRoma, 24 apr. (askanews) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato una sanzione di 10 milioni di euro in solido a due società del gruppo Amazon (le aziende lussemburghesi Amazon Services Europe e Amazon EU) per pratiche commerciali scorrette.


L’Antitrust “ha accertato che Amazon attua una pratica commerciale scorretta consistente nella pre-selezione dell’acquisto periodico per un’ampia selezione di prodotti offerti sul sito” ed in particolare “nella pagina web dove sono descritte le caratteristiche dell’articolo selezionato, viene pre-impostata l’opzione ‘acquisto periodico’ anziché ‘acquisto singolo’, sia per prodotti venduti da Amazon sia per prodotti venduti da terzi sul marketplace”. Secondo l’Antitrust “in questo modo, viene limitata in modo considerevole la libertà di scelta dei consumatori. La pre-spunta grafica dell’acquisto ricorrente induce a comprare periodicamente un prodotto, anche senza effettivo bisogno, limitando così la facoltà di scelta. Inoltre, la condotta attuata dal gruppo è stata ritenuta in contrasto con il canone di diligenza professionale perché un operatore dell’importanza di Amazon sarebbe tenuto a costruire le interfacce online, relative ai processi di acquisto, in modo da consentire ai consumatori di effettuare scelte commerciali libere e consapevoli”.


In avvio di istruttoria, aggiunge l’Agcm, “era stata contestata anche la pre-selezione della consegna veloce a pagamento. Rispetto a questa condotta, l’Autorità ha accolto gli impegni proposti da Amazon che in futuro predefinirà soltanto l’opzione di consegna gratuita. Inoltre le due società erogheranno un ristoro a favore dei consumatori che durante il 2023 si sono rivolti al Servizio Clienti per lamentarsi di questa condotta”.

Voto Basilicata e liste, nel M5S torna il tema dei due mandati

Voto Basilicata e liste, nel M5S torna il tema dei due mandatiRoma, 23 apr. (askanews) – Le liste elettorali le decide Giuseppe Conte, che nei mesi scorsi per riempire la quota dei candidati “esterni” da presentare alle elezioni europee ha sollecitato i suoi a segnalare personalità da valutare. “Ma ad esempio – racconta a taccuini chiusi un parlamentare stellato di grande esperienza – Carolina Morace non sappiamo da dove sia venuta fuori, l’avrà sentita lui”. Qualche malumore rimane sempre dopo la composizione delle liste, ma, racconta una fonte di sicura fede “contiana”, le scelte “bloccate” dal leader del M5S, a parte gli uscenti “che non aveva certo messo lui” sono sette dei quali uno solo l’ex premier conosceva da qualche anno. Tutti dotati di robusti curriculum “che inviterei” spiega, “a confrontare con quello di eventuali scontenti”.


Tutto liscio? Niente affatto. Stavolta, nel gioco delle votazioni on line parlamentarie, è stato introdotto qualche controllo informatico più rigido che, sospettano ai piani alti del Movimento, “ha magari sorpreso qualcuno che si preparava da anni per la corsa al posto in lista”. Ma la rete, la “base”, la democrazia diretta delle origini mitiche di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio? “Dalla base – giura la stessa fonte – in tanti pensano che sia tempo di farla finita con questi click, ‘le liste le decida Conte’, ci dicono”. Mito della base o sistema verticistico, però, qualche strascico i risultati spesso deludenti delle consultazioni locali lo lasciano. Alle regionali della Basilicata, dopo il tira e molla interminabile sul candidato presidente, del campo non più tanto largo, il M5S ha rimediato un modesto 7,7 per cento con due consiglieri eletti contro il 20,3 e tre consiglieri delle precedenti regionali, e con circa un terzo dei voti rispetto a quelle e alle più recenti politiche di settembre 2022. Ecco che si riapre, allora, il dibattito sulle regole interne troppo rigide: “Nessun malumore vero su Conte, ma sento molti ragionamenti sul tema dei limiti ai mandati elettivi. Certo, nessuno – racconta ancora un’autorevole voce interna – vuole litigare con Grillo in questo momento, ma la verità è che è solo lui che non accetta di allentare il vincolo sui due mandati: nessuno pone veramente il problema di allungare le carriere parlamentari ma che senso ha presentare sempre sconosciuti anche alle comunali e alle regionali? Mentre i nostri alleati presentano gente radicata sul territorio, conosciuta, affidabile, che magari di mandati ne ha fatti quattro o cinque… Allora il compromesso ci sarebbe: consentire almeno la formazione di liste civiche con i nostri esponenti di maggiore esperienza”.


Discussione tutta da fare, quindi, probabilmente però se ne riparlerà dopo le europee (e l’election day che coinvolge nello stesso giorno città importanti). Il M5S di oggi non è quello sempre in fibrillazione, pronto a scannarsi in interminabili assemblee notturne segretissime, la cui cronaca dettagliata veniva fatta in tempo reale sulle agenzie di stampa.

Con l’approvazione del Senato il Dl Pnrr è legge. Queste le misure

Con l’approvazione del Senato il Dl Pnrr è legge. Queste le misureRoma, 23 apr. (askanews) – Misure per migliorare la sicurezza nei cantieri come la patente a punti, più tutele nel sistema degli appalti e subappalti, ma anche disposizioni per evitare che la cessione della quota di PagoPa a Poste Italiane comporti una “influenza dominante” di quest’ultima società, misure per favorire la decarbonizzazione dell’ex Ilva, interventi per le guide turistiche, possibilità per gli enti del Terzo Settore di operare nei consultori, con particolare riferimento alle associazioni a sostegno della maternità (pro-life). Misura questa che ha fatto insorgere le opposizioni, che temono il rischio di un passo indietro sull’aborto.


Sono le principali misure del decreto sul Pnrr, un provvedimento ‘omnibus’ che è diventato legge con il voto definitivo del Senato allo stesso testo già approvato alla Camera. I voti a favore sono stati 95, quelli contrari 68 mentre un senatore si è astenuto. Il decreto nasce dall’esigenza di adeguare il Pnrr alle novità approvate a dicembre scorso dall’Ecofin, che ha aumentato la dotazione finanziaria del Piano di 2,9 miliardi di euro per l’Italia, contributi a fondo perduto per l’inserimento del nuovo capitolo RepowerEu.


Con lo stesso decreto, il Pnrr viene rimodulato con l’uscita di interventi già finanziati ma che hanno manifestato criticità attuative nei tempi previsti e il reperimento per essi di nuove coperture attraverso altri canali, tra cui le risorse della politica di coesione. Nel complesso la revisione del Pnrr ha comportato il finanziamento di investimenti aggiuntivi per circa 25 miliardi di euro, di cui 11,17 miliardi relativi al RepowerEu, e il definanziamento di interventi per circa 22 miliardi.Ha fatto molto discutere la decisione di definanziare per 1,2 miliardi il progetto per la messa in sicurezza sismica degli ospedali e di trasferire la copertura su vecchio fondo per l’edilizia ospedaliera (conosciuto come articolo 20 di una legge del 1988) che secondo Fitto dispone ancora di risorse non impegnate. Aspre critiche da parte delle Regioni che invece denunciano tagli alla sanità. Tutela negli appalti – Al personale impiegato in appalti e subappalti si applica un trattamento “economico e normativo” complessivamente non inferiore a quello previsto “dal contratto collettivo nazionale e territoriale stipulato dalle associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale applicato nel settore”.


La precedente versione della norma faceva invece riferimento all’applicazione del “contratto maggiormente applicato nel settore” e non conteneva il riferimento anche alla parte normativa. Patente a punti settore edile – Novità per questo strumento finalizzato alla qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi. Si ottiene con autocertificazione dei requisiti e potrà essere estesa ad altri ambiti con un decreto ministeriale sentiti i sindacati e le organizzazioni datoriali. Le opposizioni hanno votato contro l’emendamento criticando la nuova tabella sul taglio dei punti, giudicata alleggerita, e quella che considerano una ‘delega in bianco’ al governo per la fissazione dell’ammontare dei punti aggiuntivi e per le modalità di recupero.La patente, che si applica dal primo ottobre 2024 e parte con 30 punti, è obbligatoria per le imprese e i lavoratori autonomi che operano in cantieri edili temporanei o mobili. Sono esclusi dall’obbligo le imprese che effettuano soltanto forniture o prestazioni di natura intellettuale, ad esempio ingegneristiche. Con un numero di punti inferiore a 15 le imprese non possono operare.


In mancanza della patente, o del documento equivalente in caso di imprese straniere, o con una patente con meno di 15 punti, si applica una sanzione amministrativa pari al 10% del valore dei lavori e comunque non inferiore a 6.000 euro. PagoPa – Poste italiane spa, se acquisirà dal Mef il 49% di PagoPa (che gestisce la piattaforma digitale per i pagamenti della Pubblica amministrazione), non potrà stipulare patti di sindacato che hanno per effetto l’esercizio di una influenza dominante sulla società. Resta fermo, per operazioni di questo tipo, il controllo preventivo dell’Antitrust. Ex Ilva – Sarà la Dri d’Italia spa, la società per la produzione del preridotto- direct reduced iron partecipata al 100% da Invitalia, a provvedere alla parziale decarbonizzazione dell’ex Ilva. La norma del decreto prevede di destinare investimenti per un miliardo di euro dal 2024 al 2029 all’utilizzo dell’idrogeno nei settori ‘hard-to-abate. Con l’emendamento dei relatori approvato si aggiunge che questi interventi saranno realizzati attraverso la società Dri. In questo modo è possibile per l’ex Ilva inserire nel piano industriale, in fase di elaborazioe dai commissari, il progetto di decarbonizzazione prevedendo l’utilizzo di forni diversi da quelli convenzionali.Residenze universitarie – La Cassa Depositi e Prestiti e le sue controllate supporteranno il Ministero dell’Università e della Ricerca nelle attività di “verifica e controllo sull’attuazione esulla rendicontazione degli interventi” del Pnrr per il potenziamento degli alloggi universitari “al fine di accelerare le procedure di erogazione dei finanziamenti”. La norma affida a Cdp anche anche “la gestione dei fondi statali” per gli interventi ritenuti ammissibili ai fini degli obiettivi del Pnrr. I rapporti tra MUR e Cdp “sono regolati da apposita convenzione”. Guide turistiche – Stop al requisito della seconda lingua e all’obbligo di sottoscrivere una copertura assicurativa a garanzia della responsabilità civile professionale. Eliminato anche l’obbligo della laurea triennale per sostenere l’esame di abilitazione alla professione per il quale basterà un diploma di istruzione secondaria di secondo grado titolo equivalente. Sisma Marche e Umbria – è prevista la ricognizione, affidata al Commissario straordinario, dei fabbisogni per la ricostruzione, la riparazione o il ripristino delle strutture, pubbliche e private, danneggiate a seguito del sisma che ha colpito le Marche (9 novembre 2022) e l’Umbria (9 marzo 2023).Metropolitana di Torino – il Commissario straordinario per la realizzazione della linea 2 della metropolitana di Torino, entro 30 giorni, dovrà presentare al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti la rimodulazione del progetto in lotti funzionali “al fine di garantirne la realizzazione con le risorse disponibili”. La rimodulazione in lotti funzionali si rende necessaria per poter avviare l’intervento anche a seguito dell’aumento dei prezzi dei materiali, nelle more dell’individuazione delle risorse aggiuntive. Con lo stesso emendamento viene autorizzata la spesa di 150.000 euro per l’anno 2024 di cui 100.000 per il compenso del Commissario e 50.000 per l’eventuale supporto tecnico. Consultori – Con un emendamento di FdI alla Camera è stato previsto che potranno avvalersi delle associazioni del Terzo Settore “che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”. Per il Pd si tratta di “un affronto diretto alla dignità e all’autonomia delle donne”.

L’Europarlamento ha approvato la proroga dei dazi zero per l’import dall’Ucraina

L’Europarlamento ha approvato la proroga dei dazi zero per l’import dall’UcrainaStrasburgo, 23 apr. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha dato il suo via libera, oggi a Strasburgo, all’estensione delle misure temporanee di liberalizzazione commerciale per l’Ucraina (quelle attuali scadono il 6 giugno prossimo), insieme a nuove misure di salvaguardia (“misure commerciali autonome”), che verranno attivate se dovessero verificarsi improvvisi aumenti delle importazioni di alcuni prodotti agricoli dall’Ucraina, al di là dei volumi medi registrati dalla seconda metà del 2021 fino alla fine del 2023. L’Assemblea ha approvato con 428 voti favorevoli, 131 contrari e 44 astensioni, la proroga della sospensione dei dazi all’importazione e delle quote sui prodotti agricoli ucraini per un altro anno, fino al 5 giugno 2025, per sostenere il paese sottoposto all’aggressione militare della Russia.


In base al nuovo regolamento, la Commissione dovrà garantire il monitoraggio del mercato e potrà intervenire rapidamente e imporre tutte le misure che riterrà necessarie in caso di perturbazioni significative non solo nell’insieme dell’Ue, ma anche nei mercati nazionali di uno o più Stati membri, a causa delle importazioni ucraine (ad esempio il frumento o i semi oleosi). Inoltre, con le nuove misure di salvaguardia rafforzate per proteggere gli agricoltori dell’Ue, la Commissione potrà attivare un “freno di emergenza” per i prodotti agricoli particolarmente sensibili, vale a dire pollame, uova, zucchero, avena, semola, granturco e miele. Se le importazioni di questi prodotti superano la media dei volumi delle importazioni registrate nella seconda metà del 2021 e in tutto il 2022 e il 2023, potranno essere di nuovo essere imposti i dazi esistenti prima dell’invasione russa.


Il voto del Parlamento europeo fa seguito a un accordo provvisorio raggiunto il 20 marzo con il Consiglio Ue, in base al quale erano stati aggiunti, rispetto alla proposta iniziale della Commissione, altri quattro prodotti alla lista delle importazioni “sensibili” dall’Ucraina (miele, mais, avena e semole, ma non i cereali come diversi paesi chiedevano). Era stato anche accorciato da 21 a 14 giorni il tempo di reintroduzione dei dazi in caso di superamento delle soglie. L’accordo finale aveva poi esteso alla seconda metà del 2021 (l’anno precedente alla guerra) la base per calcolare i volumi normali delle importazioni dall’Ucraina, abbassando così la soglia di attivazione del freno d’emergenza.