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Sangiuliano, Schlein: dimissioni arrivano tardive

Sangiuliano, Schlein: dimissioni arrivano tardiveTreviso, 6 set. (askanews) – “Le dimissioni di Sangiuliano arrivano tardive ma sono comunque l’atto più opportuno da quando è ministro. E’ lo specchio della classe dirigente di Giorgia Meloni. Una classe dirigente arrogante, inebriata di potere, che ha passato il tempo ad occupare posizioni nella cultura, hanno fatto disastri sul cinema, c’è stata una lettera durissima in questi giorni da parte del comparto del cinema che è una eccellenza italiana da salvaguardare e per le lentezze e la foga ideologica di questo Governo ha visto una disoccupazione sfrenata. Rischiamo di perdere competenze vitali proprio nei giorni in cui Venezia è una finestra sul cinema italiano nel mondo”. Così Elly Schlein, segretaria del Pd, a Treviso, sulle dimissioni del ministro Sangiuliano.


“Abbiamo visto la foga con cui hanno occupato la Rai. Abbiamo visto veramente da ogni punto di vista una foga di occupazione di potere. Il ministro Sangiuliano e gli altri, Delmastro e Santanchè, di cui si è parlato in questi mesi, hanno fatto perdere tempo al Paese a parlare delle loro beghe anziché mettere al centro il diritto alla salute, il diritto allo studio. Di questo si dovrebbe occupare il Governo, invece in questi giorni la presidente del Consiglio ha dovuto perdere un’ora e mezza a guardare degli scontrini anziché occuparsi dei costi dell’energia, dei salari bassi degli italiani e delle liste d’attesa. Ecco, non è un governo serio”, ha concluso Schlein.

Meloni prova a passare oltre Sangiuliano, Giuli nuovo ministro lampo

Meloni prova a passare oltre Sangiuliano, Giuli nuovo ministro lampoRoma, 6 set. (askanews) – Dopo giorni di rivelazioni, polemiche, interviste e contro-interviste, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha gettato la spugna, rassegnando le sue dimissioni “irrevocabili” in una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Al suo posto è stato nominato Alessandro Giuli, giornalista e attuale direttore della Fondazione Maxxi, che ha giurato già questa sera nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.


Fino a ieri sera la premier aveva tenuto il punto, decisa a difendere il suo ministro. Le nuove rivelazioni rilasciate a ‘La Stampa’ da Maria Rosaria Boccia (che questa sera sarà intervistata a ‘In Onda’ su La7) e le polemiche che continuavano a crescere hanno convinto Meloni del fatto che la situazione non fosse più sostenibile, a maggior ragione in vista dell’imminente G7 Cultura. Che si stesse andando verso il passo indietro del ministro si era capito fin dal primo mattino: poco dopo le 8 fonti di Palazzo Chigi annunciavano che la premier annullava la presenza al G7 Parlamenti di Verona – dove era attesa per le 10 – limitandosi a un intervento in collegamento. E nel primo pomeriggio lo schema dei piani del volo di Stato mostrava anche che Meloni sarà domani mattina a Cernobbio, non anticipando (come era possibile) la partenza a oggi per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nel frattempo si rincorrevano le voci su un ‘pressing’ di Palazzo Chigi su Sangiuliano. Alla fine il ministro, che i giornalisti attendevano nella sede della Presidenza del Consiglio nel pomeriggio, ha inviato alla premier una lettera con cui comunicava le sue dimissioni “irrevocabili”. Nella lettera, Sangiuliano ringrazia la presidente del Consiglio per “l’affetto” e “per avermi difeso con decisione” in “giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico-mediatico” ma spiega di aver deciso di dimettersi perché il suo lavoro “non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip. Le Istituzioni sono un valore troppo alto e non devono sottostare alle ragioni dei singoli”. In questo momento, spiega, ha bisogno di “tranquillità” e di “stare accanto a mia moglie che amo”. E anche di avere le “mani libere per agire in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno” e per questo – annuncia – è “imminente” un “esposto”, così come azioni “contro chi ha pubblicato fake news” e per “verificare se alla vicenda abbiano concorso interessi diversi”.


Da parte sua Meloni chiude subito la partita: poco prima delle 17 – quando le dimissioni di Sangiuliano non sono ancora state rese pubbliche – sale al Quirinale per proporre a Mattarella il nome di Giuli. In una nota ringrazia Sangiuliano, “una persona capace e un uomo onesto, per lo straordinario lavoro svolto”. Il nuovo ministro, sottolinea, “proseguirà l’azione di rilancio della cultura nazionale, consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto e che abbiamo avviato dal nostro insediamento ad oggi”. La premier spera così di chiudere il ‘caso’ che negli ultimi giorni ha tenuto in altissima tensione Palazzo Chigi, anche con riflessi negativi a livello internazionale, per tornare a occuparsi dei dossier sul tavolo. Domani mattina sarà a Cernobbio, poi volerà a Parigi per incontrare gli atleti italiani impegnati nelle Paralimpiadi. L’opposizione però non molla la presa, auspicando che sulla vicenda venga fatta “chiarezza”.

Meloni: Giuli proseguirà il rilancio della cultura nazionale

Meloni: Giuli proseguirà il rilancio della cultura nazionaleRoma, 6 set. (askanews) – “Ho preso atto delle dimissioni irrevocabili di Sangiuliano e ho proposto al Presidente della Repubblica di nominare Alessandro Giuli, attualmente Presidente della Fondazione MAXXI, nuovo Ministro della Cultura. Proseguirà l’azione di rilancio della cultura nazionale, consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto e che abbiamo avviato dal nostro insediamento ad oggi”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Alessandro Giuli è il nuovo ministro della Cultura

Alessandro Giuli è il nuovo ministro della CulturaRoma, 6 set. (askanews) – Alessandro Giuli è il nuovo ministro della Cultura. Sostituisce Gennaro Sangiuliano che ha rassegnato le sue dimissioni. Lo ha comunicato il Quirinale al termine di un incontro al Colle fra la premier Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha fissato per le 19 di stasera il giuramento del nuovo ministro.


“Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questo pomeriggio, al palazzo del Quirinale, il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni. Il presidente della Repubblica – si legge nella nota del Colle – ha firmato il decreto con il quale, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, vengono accettate le dimissioni rassegnate dal dottor Gennaro Sangiuliano dalla carica di ministro della Cultura. Con lo stesso decreto, su proposta del presidente del Consiglio, è stato nominato ministro della Cultura Alessandro Giuli”. “La cerimonia del giuramento del nuovo ministro avrà luogo questa sera al Quirinale alle ore 19”.

Governo, Alessandro Giuli nuovo ministro Cultura

Governo, Alessandro Giuli nuovo ministro CulturaRoma, 6 set. (askanews) – Alessandro Giuli è il nuovo ministro della Cultura. Sostituisce Gennaro Sangiuliano che ha rassegnato le sue dimissioni. Lo ha comunicato il Quirinale al termine di un incontro al Colle fra la premier Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha fissato per le 19 di stasera il giuramento del nuovo ministro.


“Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questo pomeriggio, al palazzo del Quirinale, il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni. Il presidente della Repubblica – si legge nella nota del Colle – ha firmato il decreto con il quale, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, vengono accettate le dimissioni rassegnate dal dottor Gennaro Sangiuliano dalla carica di ministro della Cultura. Con lo stesso decreto, su proposta del presidente del Consiglio, è stato nominato ministro della Cultura Alessandro Giuli”. “La cerimonia del giuramento del nuovo ministro avrà luogo questa sera al Quirinale alle ore 19”.

Sangiuliano a Meloni: grazie per avermi difeso e per l’affetto

Sangiuliano a Meloni: grazie per avermi difeso e per l’affettoRoma, 6 set. (askanews) – “Caro Presidente, cara Giorgia… Ti ringrazio per avermi difeso con decisione, per aver già respinto una prima richiesta di dimissioni e per l’affetto che ancora una volta mi hai testimoniato. Ma ritengo necessario per le Istituzioni e per me stesso di rassegnare le dimissioni. Come hai ricordato di recente, stiamo facendo grandi cose, e lo dico come comunità politica e umana alla quale mi sento di appartenere”. Lo scrive il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, nella lettera di dimissioni inviata a Giorgia Meloni.

Sangiuliano,Tajani: dimissioni? Fi sostiene pienamente scelte Meloni

Sangiuliano,Tajani: dimissioni? Fi sostiene pienamente scelte MeloniCernobbio (Co), 6 set. (askanews) – “Ci riconosciamo nelle parole del presidente del Consiglio, ha già parlato e quindi pieno sostegno e piena solidarietà al presidente del Consiglio”. Lo ha detto il vicepremier e ministero degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del forum Ambrosetti, a chi gli chiedeva se il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dovesse fare un passo indietro dopo la vicenda Boccia. “Io non sono abituato a guardare nel buco della serratura, sarà il presidente del consiglio a dire quello che vorrà dire, se vorrà dirlo e ci riconosciamo in quello che ha già detto”.

G7 Parlamenti, Metsola: la nostra unità è fondamentale per la pace

G7 Parlamenti, Metsola: la nostra unità è fondamentale per la paceVerona, 6 set. (askanews) – “Condividiamo la responsabilità di lavorare per un mondo di pace e più sicuro”, di fronte alle sfide “non serve solo la determinazione individuale ma l’unità: l’importanza e rilevanza di questo gruppo non può essere sottovalutata: la sua influenza, le sue azioni, e i principi su cui le azioni si basano, servono come riferimenti globali”. Lo ha affermato la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, intervenendo al G7 dei Parlamenti, a Verona e ringraziando il presidente della Camera Lorenzo Fontana per l’ospitalità, e la premier Giorgia Meloni “per la leadership eccellente nel G7 italiano”.


“La sicurezza è diventata un leitmotiv nelle nostre discussioni, in un mondo sempre più interconnesso, insicurezza e instabilità creano effetti”, ha spiegato, come si vede nel conflitto in Ucraina e nella crisi in Medio Oriente. “Le minacce all’ordine del mondo democratico trovano terreno fertile dove c’è più bisogno di democrazia”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza della presenza al summit, “non solo simbolica ma necessaria e giusta”, del presidente della Verkhovna Rada ucraina, Ruslan Stefanchuk: “Gli ucraini – ha rimarcato Metsola – non combattono solo per la loro sicurezza ma per noi e per i valori che condividiamo”.

Mattarella: l’Italia è un debitore onorabile, scelte fatte da protagonisti

Mattarella: l’Italia è un debitore onorabile, scelte fatte da protagonistiRoma, 6 set. (askanews) – Da un lato la critica a chi (i sovranisti?) critica le scelte dell’Unione europea che vengono fatte proprio dai “protagonisti”, ossia dagli esecutivi che ne fanno parte. Dall’altro la rivendicazione della serietà del nostro paese nell’onorare i debiti assunti a fronte di criteri di valutazione da parte dei mercati “quantomeno opinabili” che ci penalizzano sul lato degli interessi. Sono i due punti salienti dell’intervento di Sergio Mattarella al Forum Ambrosetti di Cernobbio con un collegamento in videoconferenza dal Quirinale, una riflessione ampia sul significato dell’Europa e sul suo ruolo nel futuro.


Per il capo dello Stato è indubbiamente l’Europa l’ambito in cui possiamo svolgere un ruolo nel contesto globale e cercare di esprimere le nostre aspirazioni, perciò non può condividere “le critiche rivolte al progetto europeo che lo vogliono, di volta in volta, come una mera ‘utopia consolatoria’, frutto delle sofferenze della Seconda guerra mondiale, oppure lo definiscono talvolta come espressione del modello di sviluppo proprio alla globalizzazione capitalistica internazionale”. Nel dibatitto contemporaneo si oscilla tra chi vede l’Unione “come un vincolo, talora soffocante” e chi invece la vede “come un’opportunità in un mondo – i Brics insegnano – fatto sempre più di giganti”. E’ ai critici che il Presidente si rivolge ricordando loro “due aspetti: anzitutto l’Unione europea è caratterizzata dalla partecipazione diretta dei popoli alle decisioni; inoltre, le scelte che, talvolta, sono oggetto di polemiche a livello locale – sconcertanti quando derivano da protagonisti che han preso parte a questi passaggi – sono il frutto non di normative imposte da oscuri poteri, bensì sono concordate in sede comunitaria tra i governi nazionali, la Commissione, il Parlamento Europeo, con procedimenti partecipati e trasparenti. Va detto piuttosto che l’Europa è incompiuta, è un progetto in divenire”.


Mattarella obietta anche a chi parla di “vincolo esterno” che imporrebbe “di subire scelte che sarebbero rivolte contro l’interesse nazionale. Anche se è singolare – osserva – pensare a Governi che, scientemente, approvino regole le cui conseguenze tradirebbero l’interesse della popolazione che ha affidato loro il mandato di governare”. Insomma il capo dello Stato invita gli esecutivi ad assumersi in pieno le loro responsabilità perchè le decisioni che riguardano l’Unione vengono prese proprio da loro, “dai protagonisti”. E da qui una domanda provocatoria e pertinente alla luce delle prossime scadenze economiche che riguardano il nostro paese: il vincolo deriva dalle regole o dal debito per quei paesi che sono particolarmente indebitati? Su questo punto Mattarella ha da sollevare qualche obiezione, o per meglio dire una “riflessione” proprio sul debito pubblico, un tema che non è solo finanziario ma riguarda anche “le politiche che assicurano l’esercizio dei diritti dei cittadini e la loro eguaglianza”. E dunque l’Italia. E’ vero abbiamo un debito molto alto: la somma di quello di Francia e Germania, ma questo è dovuto, spiega, al “diverso tasso di interesse. Eppure l’Italia – avverte il capo dello Stato – è un debitore onorabile, con una storia trentennale di avanzi statali primari annui, con un debito pubblico cresciuto in larga misura, dal 1992, principalmente a causa proprio degli interessi”. Ne discende che “il termometro della percezione dei mercati sull’affidabilità di un Paese può rivelarsi quanto meno opinabile” se si tiene conto che “il mercato dei titoli pubblici trascura temi come il rapporto debito pubblico-ricchezza finanziaria netta delle famiglie”, che notoriamente vede l’Italia in una posizione di forza.


Ma per non essere frainteso Mattarella avverte: “Attenzione, il mio non è un invito a trascurare il debito: sono pienamente consapevole dell’esigenza ineludibile di abbatterlo. Si tratta di un invito a procedere su una strada che assuma i fondamentali dell’economia come criterio e un invito a completare l’edificio finanziario europeo in maniera più rassicurante per tutti, ponendovi mano sollecitamente”. Questi sono alcuni dei capitoli: “ruolo internazionale e gestione degli aggregati finanziari, di ciò che può essere l’Europa”. In conclusione un auspicio e un ammonimento: “Non bisogna avere paura delle riforme, di guardare avanti, di immaginare un’Europa sempre più perfezionata e sempre più inclusiva di quei popoli, come quelli dei Balcani occidentali, che aspirano da tempo di partecipare a questa avventura”. E’ necessario guardare al futuro e non al passato, dice Mattarella invitando la società civile a combattere quelle “spinte che immaginano, senza motivo, un futuro frutto di nostalgie di un passato che ci ha riservato, invece, spesso, tragedie”.


La storia dell’integrazione europea dimostra che “libertà, giustizia sociale, aspirazione alla pace, esprime valori destinati a prevalere sui disvalori dell’egoismo, della contrapposizione, del razzismo, della violenza, dell’odio, della guerra. Con fermezza, con determinazione, proseguiamo su questa strada”.

Mattarella: l’Italia è debitore onorabile, scelte fatte da protagonisti

Mattarella: l’Italia è debitore onorabile, scelte fatte da protagonistiRoma, 6 set. (askanews) – Da un lato la critica a chi (i sovranisti?) critica le scelte dell’Unione europea che vengono fatte proprio dai “protagonisti”, ossia dagli esecutivi che ne fanno parte. Dall’altro la rivendicazione della serietà del nostro paese nell’onorare i debiti assunti a fronte di criteri di valutazione da parte dei mercati “quantomeno opinabili” che ci penalizzano sul lato degli interessi. Sono i due punti salienti dell’intervento di Sergio Mattarella al Forum Ambrosetti di Cernobbio con un collegamento in videoconferenza dal Quirinale, una riflessione ampia sul significato dell’Europa e sul suo ruolo nel futuro.


Per il capo dello Stato è indubbiamente l’Europa l’ambito in cui possiamo svolgere un ruolo nel contesto globale e cercare di esprimere le nostre aspirazioni, perciò non può condividere “le critiche rivolte al progetto europeo che lo vogliono, di volta in volta, come una mera ‘utopia consolatoria’, frutto delle sofferenze della Seconda guerra mondiale, oppure lo definiscono talvolta come espressione del modello di sviluppo proprio alla globalizzazione capitalistica internazionale”. Nel dibatitto contemporaneo si oscilla tra chi vede l’Unione “come un vincolo, talora soffocante” e chi invece la vede “come un’opportunità in un mondo – i Brics insegnano – fatto sempre più di giganti”. E’ ai critici che il Presidente si rivolge ricordando loro “due aspetti: anzitutto l’Unione europea è caratterizzata dalla partecipazione diretta dei popoli alle decisioni; inoltre, le scelte che, talvolta, sono oggetto di polemiche a livello locale – sconcertanti quando derivano da protagonisti che han preso parte a questi passaggi – sono il frutto non di normative imposte da oscuri poteri, bensì sono concordate in sede comunitaria tra i governi nazionali, la Commissione, il Parlamento Europeo, con procedimenti partecipati e trasparenti. Va detto piuttosto che l’Europa è incompiuta, è un progetto in divenire”.


Mattarella obietta anche a chi parla di “vincolo esterno” che imporrebbe “di subire scelte che sarebbero rivolte contro l’interesse nazionale. Anche se è singolare – osserva – pensare a Governi che, scientemente, approvino regole le cui conseguenze tradirebbero l’interesse della popolazione che ha affidato loro il mandato di governare”. Insomma il capo dello Stato invita gli esecutivi ad assumersi in pieno le loro responsabilità perchè le decisioni che riguardano l’Unione vengono prese proprio da loro, “dai protagonisti”. E da qui una domanda provocatoria e pertinente alla luce delle prossime scadenze economiche che riguardano il nostro paese: il vincolo deriva dalle regole o dal debito per quei paesi che sono particolarmente indebitati? Su questo punto Mattarella ha da sollevare qualche obiezione, o per meglio dire una “riflessione” proprio sul debito pubblico, un tema che non è solo finanziario ma riguarda anche “le politiche che assicurano l’esercizio dei diritti dei cittadini e la loro eguaglianza”. E dunque l’Italia. E’ vero abbiamo un debito molto alto: la somma di quello di Francia e Germania, ma questo è dovuto, spiega, al “diverso tasso di interesse. Eppure l’Italia – avverte il capo dello Stato – è un debitore onorabile, con una storia trentennale di avanzi statali primari annui, con un debito pubblico cresciuto in larga misura, dal 1992, principalmente a causa proprio degli interessi”. Ne discende che “il termometro della percezione dei mercati sull’affidabilità di un Paese può rivelarsi quanto meno opinabile” se si tiene conto che “il mercato dei titoli pubblici trascura temi come il rapporto debito pubblico-ricchezza finanziaria netta delle famiglie”, che notoriamente vede l’Italia in una posizione di forza.


Ma per non essere frainteso Mattarella avverte: “Attenzione, il mio non è un invito a trascurare il debito: sono pienamente consapevole dell’esigenza ineludibile di abbatterlo. Si tratta di un invito a procedere su una strada che assuma i fondamentali dell’economia come criterio e un invito a completare l’edificio finanziario europeo in maniera più rassicurante per tutti, ponendovi mano sollecitamente”. Questi sono alcuni dei capitoli: “ruolo internazionale e gestione degli aggregati finanziari, di ciò che può essere l’Europa”. In conclusione un auspicio e un ammonimento: “Non bisogna avere paura delle riforme, di guardare avanti, di immaginare un’Europa sempre più perfezionata e sempre più inclusiva di quei popoli, come quelli dei Balcani occidentali, che aspirano da tempo di partecipare a questa avventura”. E’ necessario guardare al futuro e non al passato, dice Mattarella invitando la società civile a combattere quelle “spinte che immaginano, senza motivo, un futuro frutto di nostalgie di un passato che ci ha riservato, invece, spesso, tragedie”. La storia dell’integrazione europea dimostra che “libertà, giustizia sociale, aspirazione alla pace, esprime valori destinati a prevalere sui disvalori dell’egoismo, della contrapposizione, del razzismo, della violenza, dell’odio, della guerra. Con fermezza, con determinazione, proseguiamo su questa strada”.