Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Mattarella: la Protezione civile concorre alla solidarietà e coesione sociale

Mattarella: la Protezione civile concorre alla solidarietà e coesione socialeRoma, 4 apr. (askanews) – “L’esperienza esemplare sviluppata nei decenni dal sistema della Protezione Civile italiana merita di essere sottolineata in occasione di questa edizione degli Stati Generali della Protezione civile. Negli anni, le diverse componenti del Servizio Nazionale, le strutture operative, gli enti e Istituzioni che, con le preziose esperienze di volontariato della società civile vi concorrono, hanno sostenuto le comunità territoriali nella gestione e nel superamento di delicate emergenze, affinando gli strumenti di previsione e prevenzione. Professionalità e spirito di servizio connotano l’intervento delle diverse componenti, concorrendo ad attuare i principi costituzionali di solidarietà e di coesione sociale, garantendo un’essenziale cornice di sicurezza rispetto alle sfide correlate alla vulnerabilità dei territori, alle implicazioni del cambiamento climatico, alle esigenze di tutela del patrimonio ambientale. Nell’auspicare ogni migliore successo per l’incontro, rinnovo a tutti i partecipanti i sentimenti di gratitudine della Repubblica per l’opera prestata a servizio del bene comune, insieme all’augurio di buon lavoro”. E’ quanto afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci.

Meloni: dazi problema ma non catastrofe. E “frena” su risposta Ue

Meloni: dazi problema ma non catastrofe. E “frena” su risposta UeRoma, 3 apr. (askanews) – I dazi decisi dal presidente americano Donald Trump sono un “problema” ma non una “catastrofe”. Al termine di una giornata al lavoro sul dossier, insieme a una ‘task force’ di ministri, Giorgia Meloni rilascia un’intervista al Tg1 per rassicurare cittadini e imprese. E il messaggio è anche quello di una ‘frenata’ alle contromisure che sta mettendo a punto l’Unione europea.


La premier, dopo un primo commento a caldo ieri sera su Facebook, questa mattina ha annullato gli impegni della giornata (era attesa alle 17 in provincia di Vibo Valentia per l’inaugurazione della stazione dei carabinieri di Limbadi) per “poter concentrare la propria attività sulle azioni da intraprendere”. Subito dopo ha convocato a Palazzo Chigi una riunione a cui hanno partecipato i ministri dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, degli Affari europei Tommaso Foti, delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, quest’ultimo collegato da Bruxelles. Proprio il ministro degli Esteri ha relazionato i colleghi sull’incontro che aveva appena avuto con il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, che domani discuterà con il proprio omologo americano, in videoconferenza, sui dazi Usa e sulla risposta dell’Ue. Per la premier, quella degli Usa è una scelta “sbagliata” che danneggia sia l’economia europea che quella americana ma non sarà una “catastrofe” perchè “non smetteremo di esportare negli Stati Uniti”. Dunque no all’”allarmismo” delle opposizioni che – accusa – “fanno il loro lavoro però da loro attualmente non è arrivata neanche una proposta”. Il governo, spiega, farà uno “studio sull’impatto reale” delle nuove tariffe settore per settore e la prossima settimana si confronterà con le categorie produttive per “cercare le soluzioni migliori”. Poi le scelte vanno “condivise” con i partner europei (magari con un Consiglio europeo straordinario) e per lei “rispondere ai dazi con altri dazi” non è “la scelta migliore” perché “l’impatto potrebbe essere maggiore sulla nostra economia rispetto a quello che accade fuori dai nostri confini”. Dunque serve un dibattito “franco” con gli americani con l’obiettivo “di arrivare a rimuovere i dazi, non a moltiplicarli”.


Ma da parte sua l’Ue può fare anche altro ovvero “rimuovere i ‘dazi’ che si è autoimposta”. Quindi rivedendo un Grean Deal “ideologico” in particolare sull’automotive; procedendo con la semplificazione perchè “siamo soffocati dalle regole”; agendo con “più coraggio” sull’energia e aprendo a una “revisione” del Patto di stabilità. A Bruxelles, rimarca, “il ruolo dell’Italia è portare gli interessi italiani”. La premier è consapevole che “è possibile” che le sue proposte “non siano perfettamente sovrapponibili con i partner ma abbiamo il dovere di farlo”. Nella maggioranza, anche per Tajani “bisogna evitare una guerra dei dazi” e “andare avanti nella trattativa con gli Stati Uniti”. Certo, ammette, “è chiaro che poi dovrà essere presa una decisione con delle scelte di imporre dazi ad alcuni prodotti americani per rispondere ai dazi che sono stati imposti”. La Lega, come Meloni, auspica a un ripensamento profondo dell’Ue (“prima di pensare a guerre commerciali o contro-dazi che sarebbero un suicidio, l’Unione Europea tagli burocrazia, vincoli e regole europee che soffocano le imprese italiane, azzerando il Green Deal e il tutto elettrico”, afferma il Carroccio in una nota) ma si spinge anche oltre, ventilando l’ipotesi di aprire anche trattative ‘separate’. Questa mattina, Matteo Salvini ha avuto un confronto con il ‘gruppo economico’ del partito, ribadendo “che se gli Stati Uniti hanno deciso di tutelare le proprie imprese, è necessario che l’Italia continui a difendere con determinazione il proprio interesse nazionale anche alla luce dei troppi limiti dell’Europa”. Un invito a ‘fare da soli’ che non piace a Forza Italia: “Dobbiamo rimanere compatti e uniti come Unione europea – avverte il vice ministro azzurro del Mimit Valentino Valentini – perché singolarmente non ce la facciamo. Ci può essere la volontà di singoli di utilizzare rapporti privilegiati ma coscienti del fatto che noi siamo dentro l’Ue, non possiamo distaccarci, nessun paese può pensare di farcela da solo”.


Del tema Meloni parlerà sicuramente con J.D. Vance, che proprio oggi ha definito “necessari” i dazi. Il vice presidente Usa è atteso a Roma nei giorni della Pasqua. Le diplomazie sono al lavoro per preparare il faccia a faccia, che potrebbe portare anche a un contatto con Ursula von der Leyen.

Dazi, Meloni: confronto con Ue, altri dazi non risposta migliore

Dazi, Meloni: confronto con Ue, altri dazi non risposta miglioreRoma, 3 apr. (askanews) – “Noi stiamo facendo e dobbiamo fare uno studio sull’impatto reale che settore per settore ha questa scelta” dei dazi. “Ci confronteremo la settimana prossima con i rappresentanti delle categorie produttive per confrontarci anche con le stime che hanno loro, cercare le soluzioni migliori. Dopodiché bisogna ovviamente condividere le nostre proposte con i partner europei, qui sì ci sono scelte che possono essere diverse. Io non sono convinta che la scelta migliore sia quella di rispondere ai dazi con altri dazi perché l’impatto potrebbe essere maggiore sulla nostra economia rispetto a quello che accade fuori dai nostri confini e bisogna aprire una discussione franca nel merito con gli americani con l’obiettivo dal mio punto di vista di arrivare a rimuovere i dazi, non a moltiplicarli”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista al Tg1.

Dazi, Meloni: scelta Usa sbagliata ma non è una catastrofe

Dazi, Meloni: scelta Usa sbagliata ma non è una catastrofeRoma, 3 apr. (askanews) – “Penso che la scelta degli Stati Uniti sia una scelta sbagliata, penso che sia una scelta che non favorisce né l’economia europea né quella americana, ma penso anche che non dobbiamo alimentare l’allarmismo che sto sentendo in queste ore”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista al Tg1.


“Il mercato degli Stati Uniti – aggiunge – è un mercato importante per le esportazioni italiane, vale alla fine il 10% del complessivo delle nostre esportazioni e noi non smetteremo di esportare negli Stati Uniti. Significa che abbiamo un altro problema che dobbiamo risolvere, ma non è la catastrofe che alcuni stanno raccontando”.

Borsa, l’Europa affossata dai dazi di Trump: Milano -3,59% maglia nera

Borsa, l’Europa affossata dai dazi di Trump: Milano -3,59% maglia neraMilano, 3 apr. (askanews) – La guerra dei dazi affossa borse europee. Piazza Affari chiude in pesante calo, con il Ftse Mib giù del 3,59% ed è maglia nera del continente. Le tariffe annunciate da Donald Trump mandano in tilt le sale operative, con cali decisi anche a Parigi -3,31%, Francoforte -2,93%, Amsterdam -2,67% e Londra -1,59%. Madrid -1,08% e Zurigo -2,34%. In Europa si salva solo Lisbona: +0,13%.


A Milano, in una giornata molto difficile, sorridono le utility. Terna in particolare: la società guidata da Giuseppina Di Foggia è maglia rosa del listino principale, con il +3,73% si porta a 8,67 euro per azione toccando il massimo storico in 21 anni di quotazione. Positiva anche Italgas +3,64%, seguita da A2A +3,5% e Snam +3,46%. Sul fronte opposto crolla Tenaris -9,85%. Male anche Saipem -9% e Stmicrolectronics -8,32%. Stellantis perde l’8% dopo aver annunciato la necessità di sospendere la produzione nelle fabbriche in Canada e Messico per riorganizzarsi dopo l’ondata di tariffe.


L’Euro Stoxx 50 che racchiude le principali azioni europee lascia il 3,57%. Nel listino predomina di gran lunga il rosso. Gli operatori temono che i dazi possano frenare la crescita globale, innescando una spirale recessiva con un aumento dell’inflazione. Colpiti i brand consumer come Adidas -11% e Siemens -8%. La paytech Adyen lascia l’8% mentre i cali non risparmiano il lusso: Kering -7,51%, Essilux -7,21%, Louis Vuitton -5,2% e Hermes -3,51%. Tra le banche soffre Intesa Sanpaolo -6,96%, male anche Bpn Paribas -5,21% e Santander -5,1%. A Milano Unicredit -6,96% e Banco Bpm -5,59%. “La risposta della Commissione europea sarà particolarmente importante, soprattutto alla luce del fatto che il dato che l’amministrazione Trump ha usato come riferimento sui dazi europei verso è un dato volutamente errato: è stato detto che l’Europa applica dazi del 39% ai prodotti americani, quando questi in realtà si aggirano tra l’1 e il 2%”, ha detto in una nota Fabrizio Pagani, partner di Vitale ed ex Capo Segreteria MEF.

I dazi di Trump, Meloni annulla gli impegni. Al lavoro sulle azioni da intraprendere

I dazi di Trump, Meloni annulla gli impegni. Al lavoro sulle azioni da intraprendereRoma, 3 apr. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annullato gli impegni previsti oggi in agenda. Questo, secondo quanto si apprende, per “poter concentrare la propria attività sulle azioni da intraprendere in seguito all’introduzione di nuovi dazi da parte del governo degli Stati Uniti”. Meloni, in particolare, ha convocato un vertice a Palazzo Chigi, per discutere del tema dei dazi Alla riunione, secondo quanto si apprende, partecipano i vice premier Matteo Salvini e Antonio Tajani, quest’ultimo in video-collegamento da Bruxelles, i ministri dell’Economia Giancarlo Giorgetti, degli Affari europei Tommaso Foti, dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso.


 

Dazi, Schlein: Meloni si svegli, scegliere l’Ue e reagire uniti

Dazi, Schlein: Meloni si svegli, scegliere l’Ue e reagire unitiRoma, 3 apr. (askanews) – “I dazi di Trump sono una mazzata per le imprese e i lavoratori italiani che faranno perdere all’Italia miliardi di euro e decine di migliaia di posti di lavoro. I danni saranno enormi, sia per i Paesi colpiti (l’Italia, che con gli USA ha registrato nel 2024 un surplus commerciale di 39 miliardi, il secondo in Europa dopo la Germania) che per gli Stati Uniti. È incredibile come il governo sia rimasto fermo, senza fare niente, si sapeva da mesi che questo giorno sarebbe arrivato. Ma Giorgia Meloni ha usato il condizionale fino a ieri per non urtare l’amico Donald e fa arrivare l’Italia impreparata a questo disastro. Adesso basta, il governo deve svegliarsi e scegliere di stare dalla parte dell’Europa. Bisogna reagire uniti come Unione Europea in maniera mirata e proporzionata, e costringere Trump a negoziare con una voce unica europea e tenendo la schiena dritta per scongiurare una guerra commerciale senza limiti e evitare la delocalizzazione di produzioni manifatturiere dall’Europa e dall’Italia verso gli USA.” Così la segretaria del Pd Elly Schlein.

Dazi, Schlein: Meloni si svegli, scegliere Ue e reagire uniti

Dazi, Schlein: Meloni si svegli, scegliere Ue e reagire unitiRoma, 3 apr. (askanews) – “I dazi di Trump sono una mazzata per le imprese e i lavoratori italiani che faranno perdere all’Italia miliardi di euro e decine di migliaia di posti di lavoro. I danni saranno enormi, sia per i Paesi colpiti (l’Italia, che con gli USA ha registrato nel 2024 un surplus commerciale di 39 miliardi, il secondo in Europa dopo la Germania) che per gli Stati Uniti. È incredibile come il governo sia rimasto fermo, senza fare niente, si sapeva da mesi che questo giorno sarebbe arrivato. Ma Giorgia Meloni ha usato il condizionale fino a ieri per non urtare l’amico Donald e fa arrivare l’Italia impreparata a questo disastro. Adesso basta, il governo deve svegliarsi e scegliere di stare dalla parte dell’Europa. Bisogna reagire uniti come Unione Europea in maniera mirata e proporzionata, e costringere Trump a negoziare con una voce unica europea e tenendo la schiena dritta per scongiurare una guerra commerciale senza limiti e evitare la delocalizzazione di produzioni manifatturiere dall’Europa e dall’Italia verso gli USA.” Così la segretaria del Pd Elly Schlein.

Dazi, Meloni: scelta Usa su Ue sbgaliata, no a una guerra commerciale

Dazi, Meloni: scelta Usa su Ue sbgaliata, no a una guerra commercialeRoma, 2 apr. (askanews) – “L’introduzione da parte degli Usa di dazi verso l’Unione Europea è una misura che considero sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti. Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali. In ogni caso, come sempre, agiremo nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei”. Lo ha dichiarato la premier Giorgia Meloni.

Ue, Pd cerca equilibrio con doppio voto ma ancora si discute

Ue, Pd cerca equilibrio con doppio voto ma ancora si discuteRoma, 2 apr. (askanews) – Alla fine la spaccatura di tre settimane fa viene scongiurata, il Pd riesce a mantenere una sostanziale unità nel voto, anche se poi ognuno racconta una versione diversa di cosa si è votato. Al Parlamento europeo i democratici trovano una soluzione ‘double-face’, che può essere presentata in due modi opposti all’opinione pubblica e che permette alla segretaria valutare con più serenità le modalità con cui andare alla manifestazione M5s.


Nicola Zingaretti, di prima mattina, detta la linea agli eurodeputati dem: no all’emendamento che “accoglie con favore il piano ‘Rearm Europe’”, ma sì alla ‘Relazione sulla difesa e la sicurezza’ in cui quella frase è stata però inserita lo stesso, perché l’emendamento è comunque passato. Un altro equilibrismo, che appunto viene raccontato in maniera diametralmente opposta dalle varie anime del partito e che conferma quanto sia complicata la sintesi tra i dem su questo argomento. La maggioranza Pd enfatizza il no all’emendamento sul riarmo, sorvolando sul fatto che poi a quella frase è stato comunque detto sì al momento del voto sull’intero documento. La minoranza cerca di inchiodare il vertice Pd al voto finale, rimarcando il ‘sì’ anche al piano von der Leyen. In realtà ci sono anche alcuni dissidenti, i tre ‘riformisti’ che votano sì anche all’emendamento (Pina Picierno, Giorgio Gori e Elisabetta Gualmini) e i due indipendenti Marco Tarquinio e Cecilia Strada che votano no anche alla ‘Relazione’ nel suo complesso. Ma, è il ritornello del Nazareno, sono solo “posizioni personali”, la linea del Pd non cambia.


Il problema è capire se la linea Pd è quella del no all’emendamento – che peraltro riprende il giudizio “radicalmente” critico fissato nella mozione presentata a Camera e Senato e votata da tutti – o quella del ‘sì’ finale alla ‘Relazione’, che invece i riformisti festeggiano come una vittoria, considerando che tre settimane fa l’indicazione del partito fu per l’astensione in una situazione simile. Giuseppe Provenzano è perentorio: “Le singole distinzioni sul no al ‘Rearm Eu’, e le dichiarazioni successive che le rivendicano, non cambiano e non appannano una linea che oggi è stata riaffermata anche dalla stragrande maggioranza della delegazione. Sulla linea di contrarietà ai riarmi nazionali proposti da von der Leyen e di impegno per una vera difesa europea abbiamo raggiunto l’unanimità in direzione e nel Parlamento italiano”. E appunto Marco Sarracino, Alfredo D’Attorre, Marina Sereni e tanti altri rimarcano il “no” del Pd al riarmo. La Picierno ribatte: “Noto anche oggi una certa tendenza a confondere le acque del dibattito pubblico. Pazienza e chiarezza: nel testo finale votato dalla delegazione del Pd e da tutto il gruppo dei socialisti e democratico c’è ‘Rearm Europe’, ed è motivo di grande soddisfazione per la responsabilità dimostrata da parte di tutti”. Ma di “responsabilità” parla anche Provenzano, per chiedere a tutti di evitare polemiche: “Nel momento in cui le divisioni delle forze di maggioranza mettono a rischio la credibilità dell’Italia sarebbe responsabilità di tutti non alimentare confusione”.


Di fatto rimane la fotografia di un equilibrio precario, che verrà messo alla prova altre volte. A cominciare da sabato, quando si terrà la piazza M5s. La segretaria potrebbe andare di persona, oppure mandare una delegazione. Ma di sicuro la minoranza è pronta a farsi sentire, se – come molto probabile – da quel palco dovessero arrivare frasi su difesa e Europa irricevibili per i riformisti Pd.