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Dazi, Meloni: confronto con Ue, altri dazi non risposta migliore

Dazi, Meloni: confronto con Ue, altri dazi non risposta miglioreRoma, 3 apr. (askanews) – “Noi stiamo facendo e dobbiamo fare uno studio sull’impatto reale che settore per settore ha questa scelta” dei dazi. “Ci confronteremo la settimana prossima con i rappresentanti delle categorie produttive per confrontarci anche con le stime che hanno loro, cercare le soluzioni migliori. Dopodiché bisogna ovviamente condividere le nostre proposte con i partner europei, qui sì ci sono scelte che possono essere diverse. Io non sono convinta che la scelta migliore sia quella di rispondere ai dazi con altri dazi perché l’impatto potrebbe essere maggiore sulla nostra economia rispetto a quello che accade fuori dai nostri confini e bisogna aprire una discussione franca nel merito con gli americani con l’obiettivo dal mio punto di vista di arrivare a rimuovere i dazi, non a moltiplicarli”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista al Tg1.

Dazi, Meloni: scelta Usa sbagliata ma non è una catastrofe

Dazi, Meloni: scelta Usa sbagliata ma non è una catastrofeRoma, 3 apr. (askanews) – “Penso che la scelta degli Stati Uniti sia una scelta sbagliata, penso che sia una scelta che non favorisce né l’economia europea né quella americana, ma penso anche che non dobbiamo alimentare l’allarmismo che sto sentendo in queste ore”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista al Tg1.


“Il mercato degli Stati Uniti – aggiunge – è un mercato importante per le esportazioni italiane, vale alla fine il 10% del complessivo delle nostre esportazioni e noi non smetteremo di esportare negli Stati Uniti. Significa che abbiamo un altro problema che dobbiamo risolvere, ma non è la catastrofe che alcuni stanno raccontando”.

Borsa, l’Europa affossata dai dazi di Trump: Milano -3,59% maglia nera

Borsa, l’Europa affossata dai dazi di Trump: Milano -3,59% maglia neraMilano, 3 apr. (askanews) – La guerra dei dazi affossa borse europee. Piazza Affari chiude in pesante calo, con il Ftse Mib giù del 3,59% ed è maglia nera del continente. Le tariffe annunciate da Donald Trump mandano in tilt le sale operative, con cali decisi anche a Parigi -3,31%, Francoforte -2,93%, Amsterdam -2,67% e Londra -1,59%. Madrid -1,08% e Zurigo -2,34%. In Europa si salva solo Lisbona: +0,13%.


A Milano, in una giornata molto difficile, sorridono le utility. Terna in particolare: la società guidata da Giuseppina Di Foggia è maglia rosa del listino principale, con il +3,73% si porta a 8,67 euro per azione toccando il massimo storico in 21 anni di quotazione. Positiva anche Italgas +3,64%, seguita da A2A +3,5% e Snam +3,46%. Sul fronte opposto crolla Tenaris -9,85%. Male anche Saipem -9% e Stmicrolectronics -8,32%. Stellantis perde l’8% dopo aver annunciato la necessità di sospendere la produzione nelle fabbriche in Canada e Messico per riorganizzarsi dopo l’ondata di tariffe.


L’Euro Stoxx 50 che racchiude le principali azioni europee lascia il 3,57%. Nel listino predomina di gran lunga il rosso. Gli operatori temono che i dazi possano frenare la crescita globale, innescando una spirale recessiva con un aumento dell’inflazione. Colpiti i brand consumer come Adidas -11% e Siemens -8%. La paytech Adyen lascia l’8% mentre i cali non risparmiano il lusso: Kering -7,51%, Essilux -7,21%, Louis Vuitton -5,2% e Hermes -3,51%. Tra le banche soffre Intesa Sanpaolo -6,96%, male anche Bpn Paribas -5,21% e Santander -5,1%. A Milano Unicredit -6,96% e Banco Bpm -5,59%. “La risposta della Commissione europea sarà particolarmente importante, soprattutto alla luce del fatto che il dato che l’amministrazione Trump ha usato come riferimento sui dazi europei verso è un dato volutamente errato: è stato detto che l’Europa applica dazi del 39% ai prodotti americani, quando questi in realtà si aggirano tra l’1 e il 2%”, ha detto in una nota Fabrizio Pagani, partner di Vitale ed ex Capo Segreteria MEF.

I dazi di Trump, Meloni annulla gli impegni. Al lavoro sulle azioni da intraprendere

I dazi di Trump, Meloni annulla gli impegni. Al lavoro sulle azioni da intraprendereRoma, 3 apr. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annullato gli impegni previsti oggi in agenda. Questo, secondo quanto si apprende, per “poter concentrare la propria attività sulle azioni da intraprendere in seguito all’introduzione di nuovi dazi da parte del governo degli Stati Uniti”. Meloni, in particolare, ha convocato un vertice a Palazzo Chigi, per discutere del tema dei dazi Alla riunione, secondo quanto si apprende, partecipano i vice premier Matteo Salvini e Antonio Tajani, quest’ultimo in video-collegamento da Bruxelles, i ministri dell’Economia Giancarlo Giorgetti, degli Affari europei Tommaso Foti, dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso.


 

Dazi, Schlein: Meloni si svegli, scegliere l’Ue e reagire uniti

Dazi, Schlein: Meloni si svegli, scegliere l’Ue e reagire unitiRoma, 3 apr. (askanews) – “I dazi di Trump sono una mazzata per le imprese e i lavoratori italiani che faranno perdere all’Italia miliardi di euro e decine di migliaia di posti di lavoro. I danni saranno enormi, sia per i Paesi colpiti (l’Italia, che con gli USA ha registrato nel 2024 un surplus commerciale di 39 miliardi, il secondo in Europa dopo la Germania) che per gli Stati Uniti. È incredibile come il governo sia rimasto fermo, senza fare niente, si sapeva da mesi che questo giorno sarebbe arrivato. Ma Giorgia Meloni ha usato il condizionale fino a ieri per non urtare l’amico Donald e fa arrivare l’Italia impreparata a questo disastro. Adesso basta, il governo deve svegliarsi e scegliere di stare dalla parte dell’Europa. Bisogna reagire uniti come Unione Europea in maniera mirata e proporzionata, e costringere Trump a negoziare con una voce unica europea e tenendo la schiena dritta per scongiurare una guerra commerciale senza limiti e evitare la delocalizzazione di produzioni manifatturiere dall’Europa e dall’Italia verso gli USA.” Così la segretaria del Pd Elly Schlein.

Dazi, Schlein: Meloni si svegli, scegliere Ue e reagire uniti

Dazi, Schlein: Meloni si svegli, scegliere Ue e reagire unitiRoma, 3 apr. (askanews) – “I dazi di Trump sono una mazzata per le imprese e i lavoratori italiani che faranno perdere all’Italia miliardi di euro e decine di migliaia di posti di lavoro. I danni saranno enormi, sia per i Paesi colpiti (l’Italia, che con gli USA ha registrato nel 2024 un surplus commerciale di 39 miliardi, il secondo in Europa dopo la Germania) che per gli Stati Uniti. È incredibile come il governo sia rimasto fermo, senza fare niente, si sapeva da mesi che questo giorno sarebbe arrivato. Ma Giorgia Meloni ha usato il condizionale fino a ieri per non urtare l’amico Donald e fa arrivare l’Italia impreparata a questo disastro. Adesso basta, il governo deve svegliarsi e scegliere di stare dalla parte dell’Europa. Bisogna reagire uniti come Unione Europea in maniera mirata e proporzionata, e costringere Trump a negoziare con una voce unica europea e tenendo la schiena dritta per scongiurare una guerra commerciale senza limiti e evitare la delocalizzazione di produzioni manifatturiere dall’Europa e dall’Italia verso gli USA.” Così la segretaria del Pd Elly Schlein.

Dazi, Meloni: scelta Usa su Ue sbgaliata, no a una guerra commerciale

Dazi, Meloni: scelta Usa su Ue sbgaliata, no a una guerra commercialeRoma, 2 apr. (askanews) – “L’introduzione da parte degli Usa di dazi verso l’Unione Europea è una misura che considero sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti. Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali. In ogni caso, come sempre, agiremo nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei”. Lo ha dichiarato la premier Giorgia Meloni.

Ue, Pd cerca equilibrio con doppio voto ma ancora si discute

Ue, Pd cerca equilibrio con doppio voto ma ancora si discuteRoma, 2 apr. (askanews) – Alla fine la spaccatura di tre settimane fa viene scongiurata, il Pd riesce a mantenere una sostanziale unità nel voto, anche se poi ognuno racconta una versione diversa di cosa si è votato. Al Parlamento europeo i democratici trovano una soluzione ‘double-face’, che può essere presentata in due modi opposti all’opinione pubblica e che permette alla segretaria valutare con più serenità le modalità con cui andare alla manifestazione M5s.


Nicola Zingaretti, di prima mattina, detta la linea agli eurodeputati dem: no all’emendamento che “accoglie con favore il piano ‘Rearm Europe’”, ma sì alla ‘Relazione sulla difesa e la sicurezza’ in cui quella frase è stata però inserita lo stesso, perché l’emendamento è comunque passato. Un altro equilibrismo, che appunto viene raccontato in maniera diametralmente opposta dalle varie anime del partito e che conferma quanto sia complicata la sintesi tra i dem su questo argomento. La maggioranza Pd enfatizza il no all’emendamento sul riarmo, sorvolando sul fatto che poi a quella frase è stato comunque detto sì al momento del voto sull’intero documento. La minoranza cerca di inchiodare il vertice Pd al voto finale, rimarcando il ‘sì’ anche al piano von der Leyen. In realtà ci sono anche alcuni dissidenti, i tre ‘riformisti’ che votano sì anche all’emendamento (Pina Picierno, Giorgio Gori e Elisabetta Gualmini) e i due indipendenti Marco Tarquinio e Cecilia Strada che votano no anche alla ‘Relazione’ nel suo complesso. Ma, è il ritornello del Nazareno, sono solo “posizioni personali”, la linea del Pd non cambia.


Il problema è capire se la linea Pd è quella del no all’emendamento – che peraltro riprende il giudizio “radicalmente” critico fissato nella mozione presentata a Camera e Senato e votata da tutti – o quella del ‘sì’ finale alla ‘Relazione’, che invece i riformisti festeggiano come una vittoria, considerando che tre settimane fa l’indicazione del partito fu per l’astensione in una situazione simile. Giuseppe Provenzano è perentorio: “Le singole distinzioni sul no al ‘Rearm Eu’, e le dichiarazioni successive che le rivendicano, non cambiano e non appannano una linea che oggi è stata riaffermata anche dalla stragrande maggioranza della delegazione. Sulla linea di contrarietà ai riarmi nazionali proposti da von der Leyen e di impegno per una vera difesa europea abbiamo raggiunto l’unanimità in direzione e nel Parlamento italiano”. E appunto Marco Sarracino, Alfredo D’Attorre, Marina Sereni e tanti altri rimarcano il “no” del Pd al riarmo. La Picierno ribatte: “Noto anche oggi una certa tendenza a confondere le acque del dibattito pubblico. Pazienza e chiarezza: nel testo finale votato dalla delegazione del Pd e da tutto il gruppo dei socialisti e democratico c’è ‘Rearm Europe’, ed è motivo di grande soddisfazione per la responsabilità dimostrata da parte di tutti”. Ma di “responsabilità” parla anche Provenzano, per chiedere a tutti di evitare polemiche: “Nel momento in cui le divisioni delle forze di maggioranza mettono a rischio la credibilità dell’Italia sarebbe responsabilità di tutti non alimentare confusione”.


Di fatto rimane la fotografia di un equilibrio precario, che verrà messo alla prova altre volte. A cominciare da sabato, quando si terrà la piazza M5s. La segretaria potrebbe andare di persona, oppure mandare una delegazione. Ma di sicuro la minoranza è pronta a farsi sentire, se – come molto probabile – da quel palco dovessero arrivare frasi su difesa e Europa irricevibili per i riformisti Pd.

Dazi, Meloni non esclude “risposte adeguate”. Mattarella chiede unità Ue

Dazi, Meloni non esclude “risposte adeguate”. Mattarella chiede unità UeRoma, 2 apr. (askanews) – Dopo tanta prudenza e inviti a “non agire per impulso” e a cercare “con la diplomazia” di “raggiungere un punto di equilibrio”, alla fine l’occasione per annunciare che il governo italiano, in concerto con l’Unione europea, è pronto a reagire ai dazi Usa che verranno delineati da Trump è arrivata nel giorno in cui Palazzo Chigi ha voluto celebrare il comparto che più di ogni altro ne soffrirà: l’agroalimentare. Nelle stesse ore in cui, dal Quirinale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontrando il presidente dell’Estonia Alar Karis, ha definito i dazi voluti dal presidente Usa un “errore profondo”, evidenziando come, da parte europea, servisse “una risposta compatta, serena, determinata”.


Alla cerimonia di consegna del Premio Maestro dell’arte della cucina italiana, la premier ha ricordato che “i prodotti agroalimentari italiani sono richiesti in tutto il mondo, a partire ovviamente dall’Europa”. Ma gli Stati Uniti, ha sottolineato Meloni, “sono il secondo mercato di destinazione, con un export che nel 2024 è salito del 17%. Quello statunitense è per noi un mercato fondamentale ed è evidente che l’introduzione di nuovi dazi avrebbe risvolti pesanti per i produttori italiani”, ha premesso la premier. “Questa è la ragione – ha proseguito la presidente del Consiglio nel cortile d’onore di Palazzo Chigi – per la quale adesso bisogna lavorare per scongiurare in tutti i modi possibili una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l’Europa. Il che, ovviamente – ha ammesso -, non esclude se necessario di dover anche immaginare risposte adeguate a difendere le nostre produzioni”. Parole, queste di Meloni, pronunciate per rassicurare i “Maestri dell’arte della cucina italiana” premiati (tra i quali Riccardo Cotarella, presidente dell’Unione internazionale degli enologi, lo chef tristellato Massimo Bottura, il fondatore e presidente internazionale di Slow Food Carlo Petrini) e insieme a loro l’intero settore.


Rassicurazione ribadita subito dopo dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida: “Il governo è consapevole – ha detto – dell’immenso valore anche economico del Made in Italy agroalimentare e della conseguente necessità di proteggerlo in ogni modo. Il timore dei dazi non ci deve fare dimenticare i record di questi anni del settore: l’Italia è una superpotenza in questo settore e saprà vincere ogni sfida grazie a un governo che sia di supporto e non di ostacolo”. A richiamare le parole del capo dello Stato è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Mattarella dice parole sagge – ha commentato – ma l’ha detto anche il presidente del Consiglio oggi e noi lo stiamo ripetendo da giorni: la linea della saggezza è quella che paga sempre. Non dobbiamo reagire di pancia a dei dazi – il monito di Tajani -, dobbiamo valutare esattamente i contenuti, quali sono i danni che possono provocare nella nostra economia e poi, se non si riesce con il dialogo ad ottenere una situazione diversa, è ovvio che in tempi brevi ci sarà una risposta europea. E’ l’ultima ratio – ha specificato – però, se dobbiamo reagire, allora reagiremo. Viene da loro la decisione di fare un’offensiva sui dazi, noi non vogliamo fare nessuna guerra commerciale, ma se dobbiamo difenderci ci difenderemo”.


Sui tempi della reazione europea, ha proseguito Tajani, “non si andrà alle calende greche. Una volta capito stasera cosa gli americani vorranno fare allora si valuterà l’impatto, si parlerà con loro, e si valuterà contemporaneamente, con tempi non biblici, un’eventuale scelta di reazione che sia intelligente e non controproducente”. Ormai, non resta che attendere poche ore.

Dazi, Tajani: è ultima ratio ma se dobbiamo reagire reagiremo

Dazi, Tajani: è ultima ratio ma se dobbiamo reagire reagiremoRoma, 2 apr. (askanews) – Sui dazi da parte Usa “mi pare saggia l’idea di dire ‘noi non siamo in guerra’, però se se dobbiamo reagire allora reagiremo, è l’ultima ratio, però viene da loro la decisione di fare un’offensiva sui dazi, noi non vogliamo fare nessuna guerra commerciale, però se dobbiamo difenderci ci difenderemo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani conversando nel ‘transatlantico’ della Camera coi giornalisti al termine del Question Time.


“Ripeto – ha sottolineato Tajani -, è l’ultima soluzione, vediamo quali saranno le scelte” dell’amministrazione Usa “e poi studieremo, sono stati fatti tanti studi, ma non sappiamo ancora quale sarà la decisione americana”. “Prima di reagire in qualsiasi modo – ha spiegato il ministro parlando della tempistica di un’eventuale reazione europea – bisogna sapere cosa vogliono fare gli americani. Una volta capito cosa vogliono fare si valuterà l’impatto, si parlerà con gli americani, e si valuterà contemporaneamente, con tempi non biblici, una eventuale scelta di reazione che sia intelligente e non controproducente”.