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Difesa Ue, Conte: “benvenuto a ReArm EU”, follia voto Strasburgo

Difesa Ue, Conte: “benvenuto a ReArm EU”, follia voto StrasburgoRoma, 2 apr. (askanews) – “Una follia dietro l’altra. Oggi il Parlamento europeo ha detto sì a un rapporto in cui hanno infilato un emendamento che dà letteralmente un bel ‘Welcome’ al Piano ‘ReArm’”. Lo ha scritto sui suoi canali social il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.


“Per noi – ha rivendicato l’ex presidente del Consiglio – il Riarmo non è affatto benvenuto: abbiamo votato contro. Questi signori vanno avanti sulla strada di un Piano da 800 miliardi in armi, utilizzando risorse destinate alle emergenze dei cittadini su sanità e bollette per ingrassare le industrie delle armi. Non c’è ombra di difesa comune, solo un pericolosissimo riarmo dei singoli Stati che fa brindare i tedeschi e piangere l’Italia. Dobbiamo farci sentire, fermare questo piano scellerato del Governo Meloni e della Commissione europea. Il 5 aprile tutti in piazza a Roma”, ha concluso Conte, aggiungendo l’hashtag “#fermiamoli”.

Dazi, Meloni: lavorare per scongiurare una guerra commerciale ma non escluse risposte adeguate per difenderci

Dazi, Meloni: lavorare per scongiurare una guerra commerciale ma non escluse risposte adeguate per difenderciRoma, 2 apr. (askanews) – “L’introduzione dei dazi” da parte americana “avrebbe risvolti pesanti, penso personalmente che sarebbe anche un’ingiustizia per molti americani perché limiterebbe la possibilità di acquistare e consumare le nostre eccellenze solo a chi ha la possibilità economica di spendere di più”. Questa “è la ragione per la quale adesso bisogna lavorare per scongiurare in tutti i modi possibili una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l’Europa, il che ovviamente non esclude se necessario di dover anche immaginare risposte adeguate a difendere le nostre produzioni”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento al Premio Maestro dell’arte della cucina italiana, in corso a Palazzo Chigi.


 

Dazi, Meloni: risvolti pesanti, non escluse risposte adeguate a difesa

Dazi, Meloni: risvolti pesanti, non escluse risposte adeguate a difesaRoma, 2 apr. (askanews) – “L’introduzione dei dazi” da parte americana “avrebbe risvolti pesanti, penso personalmente che sarebbe anche un’ingiustizia per molti americani perché limiterebbe la possibilità di acquistare e consumare le nostre eccellenze solo a chi ha la possibilità economica di spendere di più”. Questa “è la ragione per la quale adesso bisogna lavorare per scongiurare in tutti i modi possibili una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l’Europa, il che ovviamente non esclude se necessario di dover anche immaginare risposte adeguate a difendere le nostre produzioni”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento al Premio Maestro dell’arte della cucina italiana, in corso a Palazzo Chigi.

Meloni ricorda San Giovanni Paolo II: ha plasmato Novecento e cambiato storia

Meloni ricorda San Giovanni Paolo II: ha plasmato Novecento e cambiato storiaRoma, 2 apr. (askanews) – “Vent’anni fa, il 2 aprile 2005, San Giovanni Paolo II passava dalla terra al cielo. La sua forza spirituale, il suo amore per la libertà e la sua capacità di avvicinare alla fede uomini e donne di ogni generazione e latitudine restano vivi nella memoria e nel cuore di miliardi di persone. Sono onorata di aver incontrato e conosciuto una figura così straordinaria che con la sua vita, le sue azioni e il suo esempio ha plasmato il Novecento e cambiato la storia. Grazie di tutto, San Giovanni Paolo II”. Lo scrive la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, su X.

Dazi, Zaia: dazi devastanti per Veneto, no a muro contro muro Ue-Usa

Dazi, Zaia: dazi devastanti per Veneto, no a muro contro muro Ue-UsaRoma, 2 apr. (askanews) – “I dazi per noi avrebbero un impatto devastante. Il Veneto ha un export verso gli Usa che vale quasi otto miliardi di euro. Ma la soluzione non è il muro contro muro. L’Ue deve investire su un canale diplomatico sempre aperto con Washington”. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia (Lega), in una intervista al Foglio.


“Von der Leyen dice che ci saranno contro-dazi? Le abbiamo viste in questi anni – dice ancora Zaia – le strategie dell’Ue, a partire dalla guerra in Ucraina, dove si sono spesi centinaia di miliardi e continuano a morire migliaia di persone. Con le minacce non si va da nessuna parte”.

Istat, Meloni: con noi oltre 1 mln occupati in più e non ci fermeremo

Istat, Meloni: con noi oltre 1 mln occupati in più e non ci fermeremoRoma, 1 apr. (askanews) – “Quando questo Governo ha iniziato il proprio mandato, nell’ottobre del 2022, il numero di occupati in Italia era di 23 milioni e 231 mila. Oggi, la rilevazione dell’Istat ci dice che, a febbraio 2025, quel numero era già salito a 24 milioni e 332 mila: oltre un milione di occupati in più. È il frutto del lavoro di tanti, in primis delle imprese. Come Governo abbiamo cercato di fare la nostra parte: in poco più di due anni, abbiamo lavorato con l’obiettivo di creare opportunità, sostenere le imprese e ridare dignità al lavoro. È la nostra idea di Italia che prende forma, passo dopo passo. Molto c’è ancora da fare e non ci fermeremo, perché il lavoro è la prima risposta a chi vuole una Nazione più forte e un futuro più prospero”. Così, sui social, la premier Giorgia Meloni, sui dati Istat.

Francia, Marine Le Pen: ricorso anche a Corte giustizia diritti umani (Cedu)

Francia, Marine Le Pen: ricorso anche a Corte giustizia diritti umani (Cedu)Roma, 1 apr. (askanews) – Marine Le Pen intende percorrere “ogni strada possibile” per fare “appello” dopo la sentenza del tribunale di Parigi che l’ha condannata per appropriazione indebita di fondi pubblici e che le sbarrerebbe così la strada per la corsa all’Eliseo. In un’intervista esclusiva su ‘Le Parisien’, Marine Le Pen, ha annunciato che si rivolgerà alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) e al Consiglio costituzionale.


La leader dell’ultradestra del Rassemblement National ha accolto come “un’ottima notizia” la comunicazione della Corte d’Appello di Parigi secondo cui dovrebbe “emettere una decisione nell’estate del 2026”. Se questi termini saranno rispettati, ciò significherebbe che il secondo processo si terrebbe al più tardi agli inizi del 2026, e che la decisione verrebbe emessa molti mesi prima delle elezioni presidenziali del 2027, come richiesto da diversi esponenti politici.

Dazi,opposizione chiede informativa urgente Meloni a Camere su Trump

Dazi,opposizione chiede informativa urgente Meloni a Camere su TrumpRoma, 1 apr. (askanews) – “Abbiamo chiesto una informativa urgente della presidente del Consiglio. Ho presentato una richiesta, che è stata sottoscritta da tutti i capigruppo dell’opposizione, per parlare urgentemente dei dazi: avete visto che Trump ha appena annunciato le decisioni sui dazi per domani e quindi è un fatto molto urgente e non si può in alcun modo derogare a questa richiesta”. Lo ha detto la presidente dei senatori di Italia viva, Raffaella Paita, conversando con i cronisti dopo la conclusione della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama.

Il vicepresidente Usa Vance vuol vedere Meloni a Roma. Ancora scintille Salvini-Tajani (e il caso Le Pen imbarazza)

Il vicepresidente Usa Vance vuol vedere Meloni a Roma. Ancora scintille Salvini-Tajani (e il caso Le Pen imbarazza)Roma, 1 apr. (askanews) – Il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha in programma una visita a Roma e ha chiesto un incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Lo segnala Bloomberg, secondo cui l’ambasciata statunitense a Roma ha comunicato oggi al Ministero degli Affari Esteri italiano i piani del vice di Trump. “I piani sono in evoluzione e potrebbero cambiare prima di essere finalizzati”, ha detto un funzionario Usa.


Il programma provvisorio prevede che Vance sia a Roma dal 18 al 20 aprile (nel ponte di Pasqua) e i diplomatici statunitensi hanno chiesto alle loro controparti italiane di coordinare un incontro con la Meloni. Al momento da Palazzo Chigi non arrivano indicazioni, ma gli uffici – secondo quanto si apprende – sono al lavoro per organizzare l’incontro. Nei giorni scorsi aveva fatto molto discutere un passaggio dell’intervista della premier al Financial Times, in cui si era detta d’accordo con le dure parole contro l’Europa che il numero due americano aveva pronunciato a febbraio alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Vance (che a margine dei lavori aveva anche incontrato la leader di Afd Alice Weidel) aveva, tra l’altro, accusato l’Europa di “perdere i valori fondamentali condivisi con gli Stati Uniti”, irritando non poco la Germania (ma non solo) per una “ingerenza” negli affari interni del Paese e dell’Ue. Meloni, però, ha un’altra opinione: “Sono d’accordo con Vance, l’Europa si è un po’ persa”, aveva commentato la premier a FT, sorvolando (ma probabilmente non le era stato chiesto) sul fatto che poche ore prima il vicepresidente Usa avesse dato della “scroccona” all’Europa in fatto di difesa. Un giudizio poi condiviso dallo stesso Donald Trump, che aveva rincarato la dose definendo gli europei “parassiti”. Se il tema dell’incontro con Vance è quindi un dossier da maneggiare con cura e da preparare attentamente, la notizia riapre anche le tensioni nella maggioranza. Matteo Salvini rilancia subito la sua “diplomazia parallela”. Il leader leghista aveva avuto una conversazione telefonica con Vance lo scorso 21 marzo. Tra i temi trattati, aveva riferito la Lega, i migranti, l’Ucraina e “l’eccellenza americana nel campo della connessione satellitare” (ovvero Starlink). Il vice premier aveva anche anticipato “la volontà di una missione negli Usa con imprese e investitori”. Un’iniziativa considerata una ‘fuga in avanti’, ma che Salvini rilancia anche oggi, dando preventiva disponibilità a vedere il vice di Trump. “Avere buoni rapporti con l’amministrazione Trump è fondamentale, ritengo che Vance sia una persona di assoluto spessore. Io l’ho invitato a venire in Italia per le Olimpiadi, se venisse anche prima sarebbe per me un’opportunità incontrarlo”, ha detto oggi a Torino, ricordando che “sto lavorando ad una delegazione di imprese italiane per portare business e sviluppo sul tema infrastrutture e trasporti, quindi i miei dossier così nessuno polemizza, il prima possibile negli Stati uniti”.


Su Vance Forza Italia tace, ma gli azzurri tengono anche un profilo bassissimo su un altro tema che nelle ultime ore sta evidenziando una divisione nella maggioranza: la condanna di Marine Le Pen. Salvini, ieri sera, ha subito dato il suo supporto – come Orban, Elon Musk e il Cremlino – alla compagna di ‘famiglia’ europea (i Patriots), la cui condanna è “una dichiarazione di guerra da parte di Bruxelles”. Meloni, da parte sua, si è rifugiata dietro una dichiarazione diplomatica: “Non conosco il merito delle contestazioni mosse a Marine Le Pen, né le ragioni di una decisione così forte – ha detto al ‘Messaggero’ – ma penso che nessuno che abbia a cuore la democrazia possa gioire di una sentenza che colpisce il leader di un grande partito e toglie rappresentanza a milioni di cittadini”. Forza Italia, con Antonio Tajani, ribadisce il “garantismo” che è uno dei principi fondamentali del partito per cui “tutti sono innocenti fino al terzo grado di giudizio, alla condanna definitiva, e anche la signora Le Pen per me è innocente”. Il ministro degli Esteri non risparmia però una ‘frecciata’ al sempre più scomodo alleato leghista. “E’ una sentenza della giustizia francese e l’Europa non c’entra niente”, ha detto rispedendo al mittente l’accusa lanciata da Salvini. Altro tema divisivo è quello dei dazi, proprio alla vigilia del ‘liberation day’ il giorno in cui saranno ufficializzate le nuove tariffe doganali decise da Trump. Per Salvini, che qualche tempo fa aveva parlato di “opportunità”, è sbagliata l’idea di “vendicarsi” che attribuisce alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e auspica negoziati bilaterali tra Roma e Washington, senza seguire la risposta europea. “Le guerre commerciali o militari non portano nulla di buono – ha detto ancora a Torino – le questioni vanno risolte al tavolo. Come europei? Io sono italiano, mi pagano lo stipendio gli italiani, ho il dovere di difendere le imprese e gli operai italiani”. Dunque tavoli ‘uno a uno’? “Sì, dal mio punto di vista sì”. Una linea totalmente diversa da quella di Forza Italia (ma anche da quanto previsto dai Trattati). “Non possiamo andare per conto nostro a trattare sui dazi – ha ricordato ancora Tajani -. Tocca all’Unione Europea trattare le regole sui dazi. Possiamo avere una certa politica commerciale, decidendo dove esportare di più o meno, ma le regole le fa la Commissione Europea. Stiamo nell’Unione Europea e ne siamo parte”.


Insomma, se ‘tregua’ fra i tre leader del centrodestra c’era stata, sembra durata ben poco. La speranza di Meloni è che dopo il congresso del Carroccio (sabato e domenica a Firenze) la tensione si smorzi un po’. Non resta che attendere.

Vance vuol vedere Meloni a Roma. Ancora scintille Salvini-Tajani

Vance vuol vedere Meloni a Roma. Ancora scintille Salvini-TajaniRoma, 1 apr. (askanews) – Il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha in programma una visita a Roma e ha chiesto un incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Lo segnala Bloomberg, secondo cui l’ambasciata statunitense a Roma ha comunicato oggi al Ministero degli Affari Esteri italiano i piani del vice di Trump. “I piani sono in evoluzione e potrebbero cambiare prima di essere finalizzati”, ha detto un funzionario Usa.


Il programma provvisorio prevede che Vance sia a Roma dal 18 al 20 aprile (nel ponte di Pasqua) e i diplomatici statunitensi hanno chiesto alle loro controparti italiane di coordinare un incontro con la Meloni. Al momento da Palazzo Chigi non arrivano indicazioni, ma gli uffici – secondo quanto si apprende – sono al lavoro per organizzare l’incontro. Nei giorni scorsi aveva fatto molto discutere un passaggio dell’intervista della premier al Financial Times, in cui si era detta d’accordo con le dure parole contro l’Europa che il numero due americano aveva pronunciato a febbraio alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Vance (che a margine dei lavori aveva anche incontrato la leader di Afd Alice Weidel) aveva, tra l’altro, accusato l’Europa di “perdere i valori fondamentali condivisi con gli Stati Uniti”, irritando non poco la Germania (ma non solo) per una “ingerenza” negli affari interni del Paese e dell’Ue. Meloni, però, ha un’altra opinione: “Sono d’accordo con Vance, l’Europa si è un po’ persa”, aveva commentato la premier a FT, sorvolando (ma probabilmente non le era stato chiesto) sul fatto che poche ore prima il vicepresidente Usa avesse dato della “scroccona” all’Europa in fatto di difesa. Un giudizio poi condiviso dallo stesso Donald Trump, che aveva rincarato la dose definendo gli europei “parassiti”. Se il tema dell’incontro con Vance è quindi un dossier da maneggiare con cura e da preparare attentamente, la notizia riapre anche le tensioni nella maggioranza. Matteo Salvini rilancia subito la sua “diplomazia parallela”. Il leader leghista aveva avuto una conversazione telefonica con Vance lo scorso 21 marzo. Tra i temi trattati, aveva riferito la Lega, i migranti, l’Ucraina e “l’eccellenza americana nel campo della connessione satellitare” (ovvero Starlink). Il vice premier aveva anche anticipato “la volontà di una missione negli Usa con imprese e investitori”. Un’iniziativa considerata una ‘fuga in avanti’, ma che Salvini rilancia anche oggi, dando preventiva disponibilità a vedere il vice di Trump. “Avere buoni rapporti con l’amministrazione Trump è fondamentale, ritengo che Vance sia una persona di assoluto spessore. Io l’ho invitato a venire in Italia per le Olimpiadi, se venisse anche prima sarebbe per me un’opportunità incontrarlo”, ha detto oggi a Torino, ricordando che “sto lavorando ad una delegazione di imprese italiane per portare business e sviluppo sul tema infrastrutture e trasporti, quindi i miei dossier così nessuno polemizza, il prima possibile negli Stati uniti”.


Su Vance Forza Italia tace, ma gli azzurri tengono anche un profilo bassissimo su un altro tema che nelle ultime ore sta evidenziando una divisione nella maggioranza: la condanna di Marine Le Pen. Salvini, ieri sera, ha subito dato il suo supporto – come Orban, Elon Musk e il Cremlino – alla compagna di ‘famiglia’ europea (i Patriots), la cui condanna è “una dichiarazione di guerra da parte di Bruxelles”. Meloni, da parte sua, si è rifugiata dietro una dichiarazione diplomatica: “Non conosco il merito delle contestazioni mosse a Marine Le Pen, né le ragioni di una decisione così forte – ha detto al ‘Messaggero’ – ma penso che nessuno che abbia a cuore la democrazia possa gioire di una sentenza che colpisce il leader di un grande partito e toglie rappresentanza a milioni di cittadini”. Forza Italia, con Antonio Tajani, ribadisce il “garantismo” che è uno dei principi fondamentali del partito per cui “tutti sono innocenti fino al terzo grado di giudizio, alla condanna definitiva, e anche la signora Le Pen per me è innocente”. Il ministro degli Esteri non risparmia però una ‘frecciata’ al sempre più scomodo alleato leghista. “E’ una sentenza della giustizia francese e l’Europa non c’entra niente”, ha detto rispedendo al mittente l’accusa lanciata da Salvini. Altro tema divisivo è quello dei dazi, proprio alla vigilia del ‘liberation day’ il giorno in cui saranno ufficializzate le nuove tariffe doganali decise da Trump. Per Salvini, che qualche tempo fa aveva parlato di “opportunità”, è sbagliata l’idea di “vendicarsi” che attribuisce alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e auspica negoziati bilaterali tra Roma e Washington, senza seguire la risposta europea. “Le guerre commerciali o militari non portano nulla di buono – ha detto ancora a Torino – le questioni vanno risolte al tavolo. Come europei? Io sono italiano, mi pagano lo stipendio gli italiani, ho il dovere di difendere le imprese e gli operai italiani”. Dunque tavoli ‘uno a uno’? “Sì, dal mio punto di vista sì”. Una linea totalmente diversa da quella di Forza Italia (ma anche da quanto previsto dai Trattati). “Non possiamo andare per conto nostro a trattare sui dazi – ha ricordato ancora Tajani -. Tocca all’Unione Europea trattare le regole sui dazi. Possiamo avere una certa politica commerciale, decidendo dove esportare di più o meno, ma le regole le fa la Commissione Europea. Stiamo nell’Unione Europea e ne siamo parte”.


Insomma, se ‘tregua’ fra i tre leader del centrodestra c’era stata, sembra durata ben poco. La speranza di Meloni è che dopo il congresso del Carroccio (sabato e domenica a Firenze) la tensione si smorzi un po’. Non resta che attendere.