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Lunedì Meloni vede Costa per ricucire con Ue,schiaffo dalla Nato

Lunedì Meloni vede Costa per ricucire con Ue,schiaffo dalla NatoRoma, 19 lug. (askanews) – Dopo il no, per “coerenza”, di ieri a Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni deve ricostruire un rapporto con i vertici europei. Un percorso che inizia già lunedì prossimo, quando a Palazzo Chigi arriva il nuovo presidente del Consiglio europeo, il socialista Antonio Costa, eletto con il voto favorevole di tutti i leader europei tranne che della premier italiana. Sul tavolo, naturalmente, i dossier al centro dei lavori del Consiglio nei prossimi mesi, quando dopo la nomina della Commissione il lavoro riprenderà a pieno ritmo.


Proprio la formazione dell’esecutivo comunitario è al centro dell’attenzione in questi giorni. Meloni – che nelle ore decisive del voto a Strasburgo ha avuto uno scambio di messaggi con Matteo Salvini – ieri ha rivendicato la scelta di non votare per il bis della von der Leyen, non condividendo “merito e metodo”, ma ha garantito che questo “non comprometterà la collaborazione”, che peralto era stata piuttosto stretta negli ultimi mesi dell’euro-legislatura. Qualche timore di ripercussioni per un’Italia schierata decisamente all’opposizione (l’unico Paese a dare, in modo diretto o indiretto, il no ai candidati alla Presidenza del Consiglio, della Commissione e come Alto rappresentante) però evidentemente la premier ce l’ha dato il ‘messaggio’ inviato ieri ai partner: “Non ho ragione di ritenere – ha detto – che la nostra scelta possa in alcun modo compromettere il ruolo che verrà riconosciuto all’Italia nella commissione”. Per Roma il candidato attualmente più accreditato per il posto di commissario è il ministro per i Rapporti con l’Ue e il Pnrr Raffaele Fitto. Per lui si potrebbe prospettare proprio la delega al Recovery Plan con l’aggiunta di un portafoglio economico. I contatti sono in corso. Magari anche con la mediazione di Antonio Tajani, che oggi – unico nel governo – gioisce per il bis della collega Ppe: “Se von der Leyen non fosse stata rieletta sarebbe stato il caos – ha detto il ministro degli Esteri – i mercati ci avrebbero punito e i cittadini ne avrebbero pagato il prezzo. Forza Italia è una garanzia sufficiente di europeismo e di atlantismo. Grazie al nostro voto, l’Italia ha rafforzato le istituzioni della Ue in un momento di grande instabilità internazionale. Roberta Metsola al Parlamento europeo e von der Leyen alla Commissione europea sono due leadership nel segno dei Popolari e le considero una vittoria di Forza Italia”. Intanto al governo è arrivato uno “schiaffo” dalla Nato: lo spagnolo Javier Colomina è stato nominato inviato speciale del segretario generale per il Sud. Quella casella era stata ufficialmente richiesta da Meloni appena la scorsa settimana a Washington e infatti l’esecutivo non ha preso bene la decisione e ha scritto una lettera al segretario generale uscente Jens Stoltenberg per esprimere sorpresa e disappunto. Peraltro, si fa notare, Colomina è stato nominato in modo estremamente celere, a poco più di due mesi dall’entrata in carica ufficiale di Mark Rutte (il primo ottobre) con cui la premier ha un ottimo rapporto personale.

Cosa prevede il “Dl salva-casa” approvato dalla Camera

Cosa prevede il “Dl salva-casa” approvato dalla CameraRoma, 19 lug. (askanews) – Con 155 voti favorevoli, 79 contrari e 9 astensioni la Camera ha approvato il decreto ‘salva-casa’ su cui ieri l’Aula di Montecitorio aveva rinnovato la fiducia al governo. Il decreto passa ora all’esame del Senato per la conversione in legge che deve avvenire entro il 28 luglio.


Il provvedimento interviene sul testo unico in materia di edilizia introducendo importanti novità: sanatoria per lievi irregolarità edilizie, ma anche per “variazioni essenziali” con il superamento della doppia conformità e sanzioni ridotte; via libera ai micro appartamenti di 20 metri quadri; procedure semplificate per il cambio di destinazione d’uso, anche per locali al piano terra e seminterrati; possibilità di recuperare i sottotetti anche se non sono rispettate le distanze minime tra gli edifici; soglie di ‘tollerabilità’ per superfici, altezze e cubature che non rispettano il progetto. Secondo il ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, si tratta della “prima risposta concreta alla ‘tassa sulla casa’ del progetto Von der Leyen. Misure che agevolano famiglie e pubbliche amministrazioni”. Secondo Pd, M5S e Avs, le misure rappresentano un condono e una deregulation selvaggia, destinata a cambiare in peggio il volto delle città e la qualità dell’abitare, consentendo alle persone di poter vivere in “loculi”. I deputati di Italia Viva e Azioni si sono astenuti ritenendo il decreto un passo avanti ma non sufficiente a sbloccare il settore e favorire interventi di rigenerazione.


Niente da fare, in questo provvedimento, per le norme su Milano, su cui al momento non ci sarebbe accordo nella maggioranza. Oggi Salvini ha buttato la palla in campo avversario puntando l’indice contro il sindaco Beppe Sala, che avrebbe criticato le diverse proposte della Lega senza presentare una sua proposta. Ecco le principali misure del decreto.


Sanatoria per difformità parziali e le variazioni essenziali – Per la regolarizzazione degli abusi viene superata la doppia conformità edilizia(ossia conformità alle discipline urbanistica ed edilizia vigenti sia al momento della realizzazione dell’intervento, sia al momento della presentazione della domanda). Con le nuove regole è richiesta la conformità urbanistica al momento della presentazione della domanda e la conformità edilizia al momento della realizzazione dell’intervento. Questo regime semplificato, inizialmente era previsto solo per le difformità parziali, poi con un emednamento della Lega è stato esteso alle ‘variazioni essenziali’ che includono, ad esempio, gli aumenti della cubatura. Sconti nelle sanzioni per la sanatoria – Per regolarizzare delle difformità è richiesto il pagamento di un importo non superiore a 10.328 euro, che si riduce a 5.164 euro se l’intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della presentazione della domanza sia al momento della realizzazione dell’intervento. Nella prima versione del decreto la sanzione poteva arrivare a oltre 30.000 euro.


Micro appartamenti – Possono ottenere l’abitabilità, in quanto soddisfani i requisiti igienico sanitari, i monolocali fino a 20 metri quadri (anzichè 28) per una persona mentre per due persone sono richiesti 28 metri quadri, anzichà 38. L’altezza minima interna dei locali passa da 2,70 a 2,40 metri. Cambio di destinazione d’uso della singola unità immobiliare – E’ sempre consentito all’interno della stessa categoria funzionale, nel rispetto della normativa di settore, ferma restando la possibilità per gli stumenti urbanistici comunali di fissare specifiche condizioni. È stata introdotta una disciplina uniforme per i cambi di destinazione d’uso, senza distinzione se con opere o senza. Locali al piano terra o seminterrati – E’ possibile il passaggio alla categoria residenziale, che è regolato dalla legislazione regionale e permette ai comuni di individuare le zone consentite. Sottotetti – Possono essere recuperati e diventare abitazioni. L’obiettivo della norma è quello di ‘”ampliamento dell’offerta abitativa limitando il consumo di nuovo suolo”. Il recupero è consentito anche quando non c’è il rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini, Tollerabilità – il decreto introduce soglie di ‘tollerabilità’ per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024, soglie che riguardano il mancato rispetto di altezza, distacchi, cubatura, superficie coperta. Le soglie sono del 2% delle misure previste nel titolo abitative per gli immobili superiori a 500 metri quadri, del 3% per gli immobili tra 300 e 500 metri quadri, del 4% tra i 100 e i 300 metri quadri, del 5% per gli immobili inferiori a 100 metri quadri. Con un emendamento in Commissione è stata inserita un’altra soglia, pari al 6% per gli immobili sotto i 60 metri quadri. Proroga per le demolizioni – Il Comune può concedere fino a 240 giorni di tempo dall’ingiunzione, anzichè 90, per la demolizione di un immobile abusivo qualora il residente dello stesso immobile abbia “serie e comprovate esigenze di salute” o versi in “stato di bisogno o in gravi situazioni di disagio socio-economico”. Più semplice effettuare interventi di efficientamento – Questi lavori nella singola unità immobiliare sono possibili anche in presenza di eventuali difformità nelle parti comuni del condomonio. Allo stesso modo, gli interventi di efficientamento nelle parti comuni di un edificio sono possibile anche in presenza di difformità nei singoli appartamenti. Edilizia libera – Il decreto amplia gli interventi che non hanno bisogno di autorizzazione. Rientrano in questa categoria la possibilità di realizzare vetrate panoramiche amovibili e totalmente trasparenti (cosiddette “VEPA”) in tutti i porticati, rientranti o meno all’interno dell’edificio, e l’installazione di strutture di protezione dal sole e dalle intemperie, tipo tende a pergola, comprese le cosiddette tende “bioclimatiche”. Sanatoria difformità in zone vincolate – Il decreto ha introdotto una sanatoria anche per gli interventi in zone soggette a vincoli che, prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice dei beni culturali del 2006, pur essendo stati autorizzati dal Comune, non avevano il preventivo accertamento della compatibilità paesaggistica.

Renzi: con Schlein, Conte e gli altri unica alternativa a Meloni

Renzi: con Schlein, Conte e gli altri unica alternativa a MeloniRoma, 19 lug. (askanews) – Un’alleanza con Schlein, Conte e gli altri? “Non facciamola lunga: non solo è possibile ma è anche l’unica alternativa per evitare che ci teniamo per lustri Giorgia Meloni con sorelle, cognati e compagnia cantante”. Lo ha detto il leader di Italia viva, Matteo Renzi, al Corriere della sera.


“La maggioranza è divisa su tutto, dalla politica estera ai vaccini per i bambini. Però sta insieme grazie al potere, perché usa il potere, senza pudore. L’alternativa è semplice: subire o reagire. Per reagire va costruita l’alternativa dichiarando chiusa la stagione dei veti e mettendo insieme i voti”, ha aggiunto. “Forte del successo alle europee il Pd di Schlein ha detto: vogliamo costruire l’alternativa e per farlo non mettiamo veti. Questo significa che cade il veto che su di noi era stato messo nel 2022. Ma anche noi abbiamo un obbligo allora: non possiamo mettere veti sugli altri a cominciare dai 5 Stelle. Il no ai veti non può che essere reciproco. Noi alle europee abbiamo sfiorato il 4% e dunque abbiamo un consenso che alle prossime politiche può fare la differenza in almeno una trentina di collegi marginali. Saremmo decisivi. Per noi è tempo di scelte. O si riapre la partita del terzo Polo o si prende atto che il centro è decisivo solo se si allea in modo strutturale”, ha spiegato ancora Renzi.


Con quali prospettive? “Costruire un centro che guarda a sinistra per dirla con De Gasperi. Non rinnego quello che abbiamo fatto: avere mandato a casa Salvini al Papeete, aver portato Draghi, aver costruito le condizioni per il bis di Mattarella. Ma accettare la nuova sfida significa costruire una coalizione organica dove noi proviamo a occupare il campo riformista almeno con come altri provano a occupare lo spazio più a sinistra. Questa sarà la proposta che porterò all’assemblea nazionale di Italia viva”, ha sottolineato l’ex premier.

Meloni: Italia non dimentica via d’Amelio, lotta a mafia priorità

Meloni: Italia non dimentica via d’Amelio, lotta a mafia prioritàRoma, 19 lug. (askanews) – “Oggi ricorre il 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio, un giorno che ha segnato profondamente la nostra Nazione. Ricordiamo con rispetto e commozione il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano e Claudio Traina, che hanno sacrificato la loro vita nella lotta contro la mafia. Il loro coraggio e il loro impegno per la giustizia e la legalità rimangono un faro di speranza e determinazione per tutti noi. È nostro dovere onorare la loro memoria continuando a combattere ogni forma di criminalità e difendere i valori di giustizia e libertà per i quali hanno dato la vita”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


“Il Governo italiano – aggiunge – è fortemente impegnato nel contrasto alla criminalità organizzata. Per noi la lotta alla mafia è una priorità assoluta, e non smetteremo mai di combattere per una società libera dalla paura e dall’oppressione mafiosa. La loro eredità ci spinge a rinnovare il nostro impegno nella costruzione di una società più giusta e sicura. L’Italia non dimentica”.

Meloni dice “no” a von der Leyen e avverte: ruolo di peso a Italia

Meloni dice “no” a von der Leyen e avverte: ruolo di peso a ItaliaRoma, 18 lug. (askanews) – Alla fine Giorgia Meloni ha detto “no” a Ursula von der Leyen, confermata oggi presidente della Commissione Ue. I contatti (diretti e tramite emissari) sono andati avanti fino all’ultimo sull’asse Bruxelles-Blenheim Palace, l’antica residenza di Winston Churchill a Woodstock dove la presidente del Consiglio ha partecipato al summit della Comunità politica europea.


A testimoniare la difficoltà del momento il silenzio della premier: rimasta per tutta la giornata britannica ben lontana da microfoni e taccuini a sera, prima di ripartire, pubblica un video registrato in cui spiega la sua decisione. “Siamo rimasti coerenti con la posizione espresa in Consiglio europeo di non condivisione del merito e del metodo”, afferma, facendo però gli auguri di buon lavoro alla rieletta presidente e assicurando che il no di Fratelli d’Italia “non comprometterà la collaborazione che il governo e la Commissione hanno già dimostrato di saper portare avanti su molte materie come quella della migrazione”. Va detto che per Meloni la strada era stretta: da un lato un via libera al bis della presidente della Commissione – anche con un voto non ufficiale o non dichiarato – avrebbe potuto facilitare la trattativa per il ruolo del prossimo commissario italiano, dall’altro avrebbe scoperto il fianco ai prevedibili attacchi dei ‘Patrioti’, a partire da Matteo Salvini (che infatti oggi grida all’”inciucio”). Il no rende nell’immediato più solido il fronte destro dei Conservatori, ma spinge Meloni più lontano dal perimetro dei ‘governisti’, con il rischio di un peso minore per l’Italia. Messi i pro e i contro sul piatto della bilancia, al momento del voto la premier ha scelto. E i Verdi le hanno dato una mano nel poter rivendicare il voto contrario senza però per questo dare un giudizio nettamente negativo della von der Leyen. Il sì annunciato degli ambientalisti, ha spiegato infatti il capodelegazione di Fdi al parlamento europeo Carlo Fidanza, ha “reso impossibile il nostro sostegno a questa riconferma” pur “avendo apprezzato lo spirito collaborativo che ha caratterizzato il rapporto tra Ursula von der Leyen e il governo italiano”. In realtà la scelta tra Verdi e Conservatori l’aveva in qualche modo già fatta la presidente della Commissione, che aveva preferito intavolare una trattativa prioritariamente con i primi, pur senza mai chiudere la porta a un sostegno dei secondi.


Al di là delle rassicurazioni ufficiali e del fair play istituzionale, è evidente che qualche timore di ‘contraccolpi’ da parte dei vertici comunitari e degli altri leader Meloni ce l’ha. Del resto è l’unica ad aver detto tre “no”, se si conta quello ‘indiretto’ di oggi: ad Antonio Costa, a von der Leyen e a Kaja Kallas. Per questo sulla trattativa per il commissario italiano da Blenheim Palace lancia un messaggio: “Non ho ragione di ritenere – scandisce – che la nostra scelta possa in alcun modo compromettere il ruolo che verrà riconosciuto all’Italia nella commissione. L’Italia è un Paese fondatore, la seconda manifattura, la terza economia e uno dei governi più solidi delle grandi democrazie europee ed è sulla base di questo e solo di questo che si definisce il peso italiano”. Peso ancora da definire, mentre per quanto riguarda la persona pare ormai certa la scelta di Raffaele Fitto. La premier ha compreso che non avrà una vicepresidenza esecutiva – ma questo era abbastanza chiaro fin dall’inizio, non essendo parte della maggioranza – e punta a deleghe pesanti che dovrebbero vedere la responsabilità del Pnrr e un portafoglio economico. Ma proprio sul commissario la Lega non ha perso un attimo per punzecchiare Palazzo Chigi, sostenendo che chi sarà nominato “dovrà cercare di portare una voce contrastante e antitetica rispetto a quella della presidente della Commissione europea”.


Una prima avvisaglia, forse, del fatto che da oggi si fa anche più ‘caldo’ il fronte politico, in due sensi. Su quello interno la maggioranza è divisa in tre distinte aree in Europa, con Forza Italia in maggioranza e Fdi e Lega in due diverse opposizioni.Cosa che complica i rapporti europei della premier e le fa temere “fibrillazioni” e sgambetti da parte di Salvini. Sul versante comunitario, a Bruxelles e Strasburgo è prevedibile che si apra una competizione a destra, con i ‘Patrioti’ di Marine Le Pen, Viktor Orban e Matteo Salvini che appaiono spinti da un grande slancio e che potrebbero attrarre nuovi arrivi anche dagli stessi conservatori di Ecr.

Ue, Schlein: si è vista totale irrilevanza Italia in Europa

Ue, Schlein: si è vista totale irrilevanza Italia in EuropaGenova, 18 lug. (askanews) – Le destre “si sono divise su questo voto ma soprattutto quello che abbiamo visto è la totale irrilevanza di questo governo in Europa”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, commentando la rielezione della Von Der Leyen a presidente della Commissione europea, a margine della manifestazione a Genova per chiedere le dimissioni di Toti.


“Abbiamo visto le parole – ha aggiunto Schlein – gli interventi della Lega, ci chiediamo chi chi rappresenti oggi questo governo in Europa? Gli interventi sguaiati dei leghisti a cui Giorgia Meloni si è accodata con il suo voto? Oppure il plauso del ministro degli Esteri italiani? Io vedo grandi spaccature lì dentro, ma soprattutto vedo la mancanza di una visione del futuro dell’Italia e dell’Europa da da parte di questo governo”. “Giorgia Meloni – ha concluso la segretaria del Pd – non lo diciamo dal voto di oggi, ma come sapete lo diciamo da tempo, in Europa si è sempre scelta gli alleati sbagliati. Questo sta isolando il nostro Paese. Nel voto di oggi ha dimostrato ancora una volta di anteporre gli interessi del suo partito a quelli del Paese”.

Mattarella: c’è urgenza transizione verde concreta

Mattarella: c’è urgenza transizione verde concretaRoma, 18 lug. (askanews) – C’è “l’urgenza di una transizione verde che sia concreta, pragmatica, sostenibile ed efficace. Per troppo tempo abbiamo affrontato in modo inadeguato la questione della tutela dell’ambiente e del cambiamento climatico”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al centro brasiliano di relazioni internazionali a Rio de Janeiro.


“Le conseguenze – prosegue – sono sempre nefaste, come ho potuto constatare con grande tristezza visitando il Rio Grande do Sul.Se vogliamo lasciare alle future generazioni un pianeta dove l’umanità possa vivere e prosperare in pace, dovremo compiere, tutti insieme, progressi decisivi verso un sistema di vita eco-compatibile”. “Guardiamo con grande interesse alle iniziative che nell’ultimo biennio il Brasile ha rinnovato in una logica di contrasto ai cambiamenti climatici e di tutela dei numerosi biomi naturali presenti nel Paese. Tra essi, il mio pensiero non può che andare alla foresta amazzonica, sterminato patrimonio di biodiversità, il cui tasso di deforestazione è notevolmente diminuito nel corso dell’ultimo anno e mezzo, a beneficio di noi tutti”, ha concluso.

Liguria, avvocato Toti: stupisce tempistica nuova misura cautelare

Liguria, avvocato Toti: stupisce tempistica nuova misura cautelareGenova , 18 lug. (askanews) – “La nuova misura cautelare notificata oggi al presidente Toti non modifica, a nostro avviso, lo stato di fatto e di diritto relativo all’inchiesta. In particolare stupisce la tempistica della stessa, visto che non incide sullo stato di Toti, già agli arresti domiciliari da oltre due mesi”. Lo afferma in una nota l’avvocato Stefano Savi, difensore del governatore ligure sospeso Giovanni Toti.


“Nel merito – aggiunge Savi – le nuove accuse appaiono corollario all’interpretazione accusatoria della precedente ordinanza, senza aggiungere nulla di nuovo: gli interessamenti di cui si reiterano le accuse, come emerge dagli stessi atti investigativi, altro non sono che legittima attività poltica di collegamento tra una azienda e gli uffici preposti di Regione al fine di meglio comprendere le esigenze dell’ente e le relative integrazioni”. “Nessun favoritismo – conclude la nota – e nessuna pressione risulta nelle informative e la pratica in questione, correttamente istruita e processata, è stata approvata in Regione in assenza del Presidente, già sottoposto a misura cautelare.Quanto alla consistenza dei contratti pubblicitari l’analisi della stessa, sulla quale ovviamente ci riserviamo approfondimenti, risulta parziale e non tenenti conto le politiche commerciali dei soggetti erogatori il servizio. Resta la difficoltà di comprendere l’esigenza di questo ulteriore provvedimento, proprio oggi, a distanza di oltre due anni dai fatti contestati ed in presenza di misure cautelari già in essere”.

Liguria, domani nuovo interrogatorio Toti, slitta l’incontro con Salvini

Liguria, domani nuovo interrogatorio Toti, slitta l’incontro con SalviniGenova, 18 lug. (askanews) – “Le esigenze relative al nuovo interrogatorio di garanzia, fissato per domani, ci costringono a rivedere il calendario degli incontri previsti dal Presidente, in particolare quello con il Vice Presidente del Consiglio”, Matteo Salvini, “che sarà posticipato ovvero, data la fittissima agenda di impegni istituzionali, potrebbe svolgersi in remoto, ove i magistrati lo consentano tenuto conto degli impegni dell’Alta Carica Istituzionale”. Lo annuncia in una nota l’avvocato Stefano Savi, difensore del governatore ligure sospeso Giovanni.

Italia-Gb, Meloni vede Starmer: collaborazione su migranti

Italia-Gb, Meloni vede Starmer: collaborazione su migrantiRoma, 18 lug. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato il primo ministro britannico Keir Starmer a margine del Vertice della Comunità Politica Europea di Blenheim Palace.


Il colloquio, riferisce Palazzo Chigi, “ha consentito di approfondire il confronto avviato in occasione del Vertice Nato di Washington sulla collaborazione nelle principali aree di crisi e in ambito migratorio, con specifico riferimento alla lotta ai trafficanti di esseri umani”. I due leader hanno infine concordato di “proseguire lo stretto coordinamento avviato su tutti i più importanti temi dell’agenda internazionale e sulle sfide globali in occasione di una prossima visita a Roma del primo ministro Starmer”.