Ue, Tajani: è giusto che Fitto abbia la vicepresidenza esecutivaRoma, 12 set. (askanews) – “Non penso proprio” ci saranno problemi per Raffaele Fitto in Europa ed “è giusto che l’Italia abbia una vicepresidenza esecutiva perché è la seconda manifattura d’Europa, la terza economia europea, è un Paese fondatore, è uno dei più grandi Paesi anche come numero di abitanti e quindi credo che sia anche utile all’Europa avere un rappresentante italiano che possa dare il massimo del contributo con l’esperienza, perché Fitto è una persona esperta che conosce il Parlamento, che è sempre stato in Parlamento, è apprezzato tutto il Parlamento”. Lo ha detto il segretario di Forza Italia, e vice premier, Antonio Tajani.
“Le strumentalizzazioni politiche non servono, non è utile il lavoro della Commissione europea, non è utile al lavoro del Parlamento”, ha aggiunto.
Ue, Tajani: giusto Fitto abbia vicepresidenza esecutivaRoma, 12 set. (askanews) – “Non penso proprio” ci saranno problemi per Raffaele Fitto in Europa ed “è giusto che l’Italia abbia una vicepresidenza esecutiva perché è la seconda manifattura d’Europa, la terza economia europea, è un Paese fondatore, è uno dei più grandi Paesi anche come numero di abitanti e quindi credo che sia anche utile all’Europa avere un rappresentante italiano che possa dare il massimo del contributo con l’esperienza, perché Fitto è una persona esperta che conosce il Parlamento, che è sempre stato in Parlamento, è apprezzato tutto il Parlamento”. Lo ha detto il segretario di Forza Italia, e vice premier, Antonio Tajani.
“Le strumentalizzazioni politiche non servono, non è utile il lavoro della Commissione europea, non è utile al lavoro del Parlamento”, ha aggiunto.
La Camera mette fuori legge la cannabis lightRoma, 12 set. (askanews) – L’aula della Camera ha approvato con 157 favorevoli e 109 contrari l’articolo 18 del ddl sicurezza che mette fuori legge, tra le altre cose, la cannabis light.
Introdotta durante l’esame in sede referente, la norma modifica la disciplina relativa al sostegno e alla promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa. Tra le modifiche introdotte vi è, in particolare, il divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii da esse derivati. Si prevede che, in tali ipotesi, si applicano le sanzioni previste al Titolo VIII del D.P.R. n. 309/1990 in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza.
Ddl sicurezza, aula Camera approva divieto cannabis lightRoma, 12 set. (askanews) – L’aula della Camera ha approvato con 157 favorevoli e 109 contrari l’articolo 18 del ddl sicurezza che mette fuori legge, tra le altre cose, la cannabis light.
Introdotta durante l’esame in sede referente, la norma modifica la disciplina relativa al sostegno e alla promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa. Tra le modifiche introdotte vi è, in particolare, il divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii da esse derivati. Si prevede che, in tali ipotesi, si applicano le sanzioni previste al Titolo VIII del D.P.R. n. 309/1990 in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza.
Mattarella: meditare su corsa armamenti, no politica potenzaRoma, 12 set. (askanews) – “La politica di potenza, la potenza dei singoli Paesi non servono la causa dell’umanità”. Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un testo inviato alla ’47esima tavola rotonda su questioni attuali di Diritto internazionale umanitario’ organizzato dall’Istituto Internazionale di Diritto umanitario di Sanremo.
“La irruzione della intelligenza artificiale, la presenza di armi autonome” per il capo dello Stato “obbligano a una meditata riflessione sul valore della pace per i destini dell’uomo. Il tema degli armamenti – della corsa agli armamenti – per imporre la propria supremazia militare e, così, il proprio dominio, è questione che non può certamente essere trascurata. Quando il vento del dialogo e della pace spirava, fu possibile limitare progressivamente il volume degli armamenti disponibili e stabilire misure di controllo. La stessa Assemblea generale dell’Onu diede vita al Trattato sul commercio delle armi nel 2013, firmato da 113 Paesi. Non sono scritte sull’acqua le norme di trattati sottoscritti in sede internazionale e a cui ambiti qualificati come questo recano contributi inestimabili di studio e analisi. Gli strumenti pattizi lanciano un messaggio forte ai responsabili dei governi: la politica di potenza, la potenza dei singoli Paesi non servono la causa dell’umanità. Altre, numerose, sono le cause che, invece, interessano autenticamente i popoli e su cui occorre lavorare. Concorrere a questo risultato vede in primo piano proprio coloro che sono chiamati ad assolvere funzione di difesa degli interessi delle rispettive nazioni”, conclude Mattarella.
Mattarella: in Medio oriente un conflitto disumano, Gaza interpella le coscienzeRoma, 12 set. (askanews) – “La tutela della popolazione civile, dei minori, delle donne, dei più fragili, è tema che interpella le coscienze anche a Gaza. Il Medio Oriente, terra così ricca di culture e a noi così prossima, continua a essere dilaniato da un conflitto che non riesce a trovare soluzione e che dal 7 ottobre scorso si è riacceso in modo disumano”. Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un testo inviato alla ’47esima tavola rotonda su questioni attuali di Diritto internazionale umanitario’ organizzato dall’Istituto Internazionale di Diritto umanitario di Sanremo.
“Ancora una volta – aggiunge – a farne le spese sono prevalentemente quei civili che l’articolo 3, comune alle quattro Convenzioni di Ginevra, espressamente sottrae alla violenza bellica disponendo che siano trattati con ‘umanità’. Assistiamo purtroppo ad una dinamica contraria: un bollettino quotidiano di uccisioni, distruzioni di infrastrutture, tra cui anche scuole, ospedali e campi profughi, attacchi contro operatori umanitari, personale medico, giornalisti, con lo spostamento forzato di centinaia di migliaia di persone: tutto questo ci interroga su quei principi di proporzionalità e distinzione fra civili e belligeranti, che costituiscono pilastri portanti del Diritto Internazionale Umanitario. A ciò si aggiunge il sequestro e l’uccisione di ostaggi israeliani inermi, che ha raggiunto nei giorni scorsi nuovi livelli di orrore. Nello sterile rimpallo delle responsabilità fra le parti in guerra, nel chiaroscuro delle narrative opposte, nel ripetersi – infine – di appelli inascoltati da parte dei principali organismi internazionali, si ha la sensazione che il mondo si stia infilando in una fase in cui il patrimonio racchiuso nelle Convenzioni di Ginevra appaia una pura petizione di principio”. “Lo stesso scenario si presenta dallo Yemen al Sudan, dalla Siria ad Haiti” e “si tratta di una situazione che la Comunità Internazionale non può tollerare”.
M.O.,Mattarella: conflitto disumano, Gaza interpella coscienzeRoma, 12 set. (askanews) – “La tutela della popolazione civile, dei minori, delle donne, dei più fragili, è tema che interpella le coscienze anche a Gaza. Il Medio Oriente, terra così ricca di culture e a noi così prossima, continua a essere dilaniato da un conflitto che non riesce a trovare soluzione e che dal 7 ottobre scorso si è riacceso in modo disumano”. Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un testo inviato alla ’47esima tavola rotonda su questioni attuali di Diritto internazionale umanitario’ organizzato dall’Istituto Internazionale di Diritto umanitario di Sanremo.
“Ancora una volta – aggiunge – a farne le spese sono prevalentemente quei civili che l’articolo 3, comune alle quattro Convenzioni di Ginevra, espressamente sottrae alla violenza bellica disponendo che siano trattati con ‘umanità’. Assistiamo purtroppo ad una dinamica contraria: un bollettino quotidiano di uccisioni, distruzioni di infrastrutture, tra cui anche scuole, ospedali e campi profughi, attacchi contro operatori umanitari, personale medico, giornalisti, con lo spostamento forzato di centinaia di migliaia di persone: tutto questo ci interroga su quei principi di proporzionalità e distinzione fra civili e belligeranti, che costituiscono pilastri portanti del Diritto Internazionale Umanitario. A ciò si aggiunge il sequestro e l’uccisione di ostaggi israeliani inermi, che ha raggiunto nei giorni scorsi nuovi livelli di orrore. Nello sterile rimpallo delle responsabilità fra le parti in guerra, nel chiaroscuro delle narrative opposte, nel ripetersi – infine – di appelli inascoltati da parte dei principali organismi internazionali, si ha la sensazione che il mondo si stia infilando in una fase in cui il patrimonio racchiuso nelle Convenzioni di Ginevra appaia una pura petizione di principio”. “Lo stesso scenario si presenta dallo Yemen al Sudan, dalla Siria ad Haiti” e “si tratta di una situazione che la Comunità Internazionale non può tollerare”.
Sangiuliano,Boccia: mia nomina stracciata dopo colloquio con Arianna Meloni?Roma, 12 set. (askanews) – “Ho già fornito le prove che ero stata nominata consigliera” e allora “la domanda è sempre la stessa: come è stato possibile che un decreto di nomina sia stato strappato senza lasciare traccia? E qual è il motivo? È stato per un capriccio della moglie di Sangiuliano? Perché c’era un’incompatibilità di curriculum? (Il Ministro al TG1 ha detto di no). Perché c’era un conflitto di interesse con la mia azienda? (Se così fosse, anche tutti gli altri consiglieri avrebbero un conflitto di interesse, come si legge dai curriculum pubblicati sul sito del Ministero). È avvenuto dopo il dialogo con Arianna Meloni? (Il Ministro mi chiamò subito dopo e mi chiese di vederci per raccontarmi il contenuto della conversazione)”. Lo scrive su Instagram Maria Rosaria Boccia.
“Invece di spostare l’attenzione mediatica sulla mia vita privata, che non importa a nessuno – attacca – vediamo chi ha detto bugie e chi non ha svolto bene il proprio lavoro: il Ministro, il gabinetto, la segretaria del Ministro, l’ufficio stampa, ecc.” Boccia sottolinea che “il primo a inviare una lettera al quotidiano ‘La Stampa’ è stato il Ministro, e io, non avendo altri mezzi, ho risposto attraverso i miei canali social. Poi il Ministro ha rilasciato un’intervista al quotidiano, e io ho risposto sullo stesso giornale. In seguito, il Ministro ha rilasciato un’intervista di 17 minuti al TG1, usando il servizio pubblico per un affare personale, e io ho accettato un’intervista su La7. I tempi e i modi li ha sempre dettati lui. Io non ho mai usato l’ingiustizia subita per ottenere popolarità, ho solo risposto per difendermi. Ora è chiaro a tutti che stampa e televisione hanno avuto il compito di distruggermi denigrandomi. Per questo, da ora in poi, confermerò tutto il male sulla mia vita privata, ma non permetterò che si sposti l’attenzione dalla verità su un decreto ministeriale stracciato. ‘Nessuna arma fabbricata contro di te riuscirà e tu confuterai ogni lingua che si alzerà contro di te in giudizio. Questa è l’eredità dei servi del Signore, la giustizia che viene da me, dice il Signore’”
“Tutto questo scandalo – aggiunge in un altro post – è nato da chi ha strappato atti ministeriali. Perché si continua a parlare della mia vita privata? Perché non si parla più del reale motivo che ha generato il caso? La stampa e la televisione mi dipingono come una millantatrice, un’amante, una bugiarda, un’influencer, una che cerca di accreditarsi…Ebbene sì, sono tutto ciò che la disinformazione vuole, ma lotto per la verità”, conclude.
La Camera approva la stretta su detenute madri, protesta e cartelli Avs in aulaRoma, 12 set. (askanews) – Protesta dei deputati di Alleanza Verdi sinistra in aula alla Camera dopo l’approvazione con 163 sì, 116 contrari e 2 astenuti dell’articolo 15 del ddl sicurezza che rende facoltativo, e non più obbligatorio, il rinvio dell’esecuzione della pena per le condannate incinte o madri di figli di età inferiore ad un anno. I parlamentari hanno alzato cartelli con lo slogan “Fuori i bambini dalle sbarre”. Tra i banchi del governo è presente il ministro della Giustizia Carlo Nordio.
L’articolo 15 modifica gli articoli 146 e 147 del codice penale, rendendo facoltativo, e non più obbligatorio, il rinvio dell’esecuzione della pena per le condannate incinte o madri di figli di età inferiore ad un anno e disponendo che le stesse scontino la pena, qualora non venga disposto il rinvio, presso un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Inoltre è previsto che l’esecuzione non sia rinviabile se sussiste il rischio, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori delitti. Nel corso dell’esame in aula alla Camera è stato approvato un emendamento della Commissione che prevede che entro il 31 ottobre di ciascun anno il governo presenti al Parlamento una relazione sull’attuazione delle misure cautelari nei confronti delle detenute madri. Una norma frutto del compromesso in maggioranza che ha portato al dietrofront di Forza Italia sulla questione: inzialmente i forzisti infatti volevano il ripristino del differimento di pena quanto meno per le donne con figli fino a un anno. Secondo il Pd si tratta di una norma “irrilevante” perché esiste già una legge per il monitoraggio delle misure detentive”, la legge n.47 del 2015.
Camera approva stretta su detenute madri,protesta e cartelli Avs in aulaRoma, 12 set. (askanews) – Protesta dei deputati di Alleanza Verdi sinistra in aula alla Camera dopo l’approvazione con 163 sì, 116 contrari e 2 astenuti dell’articolo 15 del ddl sicurezza che rende facoltativo, e non più obbligatorio, il rinvio dell’esecuzione della pena per le condannate incinte o madri di figli di età inferiore ad un anno. I parlamentari hanno alzato cartelli con lo slogan “Fuori i bambini dalle sbarre”. Tra i banchi del governo è presente il ministro della Giustizia Carlo Nordio.
L’articolo 15 modifica gli articoli 146 e 147 del codice penale, rendendo facoltativo, e non più obbligatorio, il rinvio dell’esecuzione della pena per le condannate incinte o madri di figli di età inferiore ad un anno e disponendo che le stesse scontino la pena, qualora non venga disposto il rinvio, presso un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Inoltre è previsto che l’esecuzione non sia rinviabile se sussiste il rischio, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori delitti. Nel corso dell’esame in aula alla Camera è stato approvato un emendamento della Commissione che prevede che entro il 31 ottobre di ciascun anno il governo presenti al Parlamento una relazione sull’attuazione delle misure cautelari nei confronti delle detenute madri. Una norma frutto del compromesso in maggioranza che ha portato al dietrofront di Forza Italia sulla questione: inzialmente i forzisti infatti volevano il ripristino del differimento di pena quanto meno per le donne con figli fino a un anno. Secondo il Pd si tratta di una norma “irrilevante” perché esiste già una legge per il monitoraggio delle misure detentive”, la legge n.47 del 2015.