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Liguria, Landini: Toti si dimetta, segua l’esempio di Errani

Liguria, Landini: Toti si dimetta, segua l’esempio di ErraniGenova, 13 mag. (askanews) – “Quando Vasco Errani era presidente dell’Emilia Romagna e gli arrivò un avviso di garanzia, un minuto dopo si è dimesso, per poi scoprire anni dopo che non c’entrava nulla e che era assolutamente innocente. Penso che quello sia un esempio importante perché quando uno riveste un ruolo non c’è solo il problema di quello che succede a lui ma c’è anche il problema della credibilità delle istituzioni che rappresenta”. Lo ha detto questa mattina a Genova il segretario della Cgil Maurizio Landini, rispondendo a chi gli chiedeva se il governatore della Liguria Giovanni Toti dovrebbe dimettersi dopo essere finito agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione.


“Il rischio che vedo – ha aggiunto Landini – è che, di fronte a quello che sta succedendo, aumentino le persone che non si sentono più rappresentate da nessuno e questo è un indebolimento della democrazia. Credo quindi che ci siano dei momenti in cui devi anche assumerti la responsabilità di quello che rappresenti. Se pensi di essere innocente hai tutto il diritto di tutelarti ma allo stesso tempo non puoi portare nel baratro anche le istituzioni. Poi ognuno ovviamente risponde alla sua coscienza”. “Considero ciò che fece Errani – ha concluso il segretario della Cgil – un fatto molto importante che ha ridato credibilità a lui e alle istituzioni che rappresentava. Penso che oggi siamo in una situazione anche peggiore perché qui, da quello che si legge, mi sembra che stia emergendo non un caso isolato. Il rischio è di essere di fronte a un sistema che in questi anni si è affermato. Credo vada fatta luce a 360 gradi senza guardare in faccia nessuno e per questo è molto importante difendere l’autonomia e l’indipendenza della magistratura”.

Ucraina,Conte: dopo le elezioni europee ci sarà invio truppe

Ucraina,Conte: dopo le elezioni europee ci sarà invio truppeRoma, 13 mag. (askanews) – “Macron è meno ipocrita di tanti altri leader quando pone il tema dell’invio di truppe: oggi in Ucraina mancano gli uomini che combattono tant’è che lo stesso Zelensky si sta ponendo il problema di un piano straordinario di reclutamento anche dei cittadini ucraini che sono all’estero”. Lo ha detto il leader di M5s, Giuseppe Conte, intervenendo alla Stampa Estera a Roma.


“E’ tutto dannatamente e maledettamente logico, se tu accetti una strategia militare con la logica dell’escalation, devi essere pronto a fare un ulteriore step: siamo partiti dalle armi anticarro, poi abbiamo inviato anche i blindati, i carri armati, poi gli aerei, i missili a corta gittata, a media adesso siamo a lunghissima gittata. E se ti mancano gli uomini che fai? Se hai accettato questa strategia l’unica tua modalità per affrontare questo conflitto è mandare anche gli uomini. Si arriverà a questo ovviamente” dopo “le elezioni europee” perché “non abbiamo altra strategia, non è stata costruita una strategia alternativa”, ha spiegato Conte.

Ok Consiglio Ue a standard emissioni veicoli pesanti,l’Italia vota contro

Ok Consiglio Ue a standard emissioni veicoli pesanti,l’Italia vota controBruxelles, 13 mag. (askanews) – Il Consiglio Ue ha adottato formalmente, oggi a Bruxelles, il regolamento sugli standard per le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti, che modifica e rafforza le norme esistenti. Il regolamento è stato adottato a maggioranza qualificata, con l’Italia, la Polonia e la Slovacchia che hanno votato contro, mentre la Repubblica ceca si è astenuta.


Le nuove norme ridurranno ulteriormente le emissioni di CO2 derivanti dal trasporto stradale e introdurranno nuovi obiettivi per il 2030, per il 2035 e per il 2040. Rimane valido, invece, l’obiettivo esistente per il 2025, che richiede una riduzione delle emissioni del 15% per i camion pesanti di peso superiore a 16 tonnellate. In base alle nuove norme, l’ambito di applicazione del regolamento esistente sarà ampliato per sottoporre a obiettivi di riduzione delle emissioni tutti i nuovi veicoli pesanti, compresi i camion più piccoli, gli autobus urbani, i pullman e i rimorchi.


In linea con gli obiettivi climatici dell’Ue per il 2030 e oltre, il regolamento stabilisce tre nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni: del 45% a partire dal 2030 (in aumento rispetto al 30% previsto dalle norme attuali); del 65% a partire dal 2035; e del 90% a partire dal 2040. Questi obiettivi si applicheranno agli autocarri medi, agli autocarri pesanti di peso superiore a 7,5 tonnellate e agli autobus interurbani. Per gli autobus urbani, invece, le nuove norme introducono un obiettivo di emissioni zero entro il 2035, con un obiettivo intermedio del 90% entro il 2030. L’efficacia e l’impatto del regolamento modificato saranno riesaminati dalla Commissione nel 2027. Tra le altre cose, la Commissione dovrà anche valutare la possibilità di sviluppare una metodologia comune per la valutazione e la rendicontazione delle emissioni di CO2 dell’intero ciclo di vita dei nuovi veicoli pesanti.


Il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue. Il settore dei veicoli pesanti è responsabile di oltre il 25% delle emissioni di gas serra derivanti dal trasporto su strada nell’Ue. La proposta di revisione dell’attuale regolamento sulle emissioni di questa categoria di veicoli, in vigore dal 2019, era prevista entro il 2022. La Commissione aveva presentato la proposta il 14 febbraio 2023, come parte integrante del pacchetto legislativo “Fit for 55”, che ha fissato l’obiettivo generale di ridurre le emissioni nette di gas serra nell’Ue di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Don Patriciello: De Luca? Parole pericolose, incoraggia i camorristi

Don Patriciello: De Luca? Parole pericolose, incoraggia i camorristiRoma, 11 mag. (askanews) – Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha messo “a repentaglio” la vita di don Maurizio Patriciello: è stato lo stesso parroco della chiesa di San Paolo Apostolo a Caivano a lanciare l’accusa in una intervista a Rainews24, replicando molto duramente a De Luca che aveva ironizzato sulla sua presenza al convegno sul premierato. “Il problema politico fra destra e sinistra mi riguarda poco, io – ha dichiarato don Patriciello – sono il parroco di questa parrocchia, in questo quartiere che lui stesso ha detto che è stato abbandonato dallo Stato per 40 anni. Mi sono rivolto oggi al governo Meloni, ieri al governo Conte e l’altro ieri al governo Renzi, per cercare di dare un aiuto a questa povera gente. Il 25 di agosto ho mandato un messaggio whatsapp al presidente Giorgia Meloni, il 31 di agosto lei stava qua con mezzo governo, ha preso degli impegni e li sta mantenendo. Io sono una persona seria, sono un credente, sono un cristiano, sono un prete, e non posso dire che questa mano è nera. Se il Governo sta mantenendo gli impegni presi, è mio dovere non solamente dire che è così ma anche ringraziare. Se la cosa dispiace al nostro presidente (De Luca, ndr), se ne faccia una ragione”.


“Tra il presidente della Regione e il presidente del Consiglio, essendo di diversi colori politici, io posso comprendere benissimo – ha aggiunto il sacerdote – che ci sono delle cose che non condividono, delle vedute diverse, ma tirare me in ballo… voglio ricordarvi che io vivo sotto scorta perché la camorra ha messo una bomba fuori alla mia parrocchia, tirare me in ballo in questo momento soprattutto mette a repentaglio la mia vita… le parole del presidente sono pericolosissime, sta dicendo ai camorristi ‘avete fatto bene, continuate a fare quello che avete fatto’”. Quanto alla solidarietà espressa nei suoi confronti dalla premier Meloni, “Sarei contento – ha detto Patriciello – se le stesse parole le dicesse anche la Schlein, perché non è una questione di partito, De Luca ha offeso la mia dignità innanzitutto di uomo, poi di prete, di parroco e poi di parroco impegnato da tanti anni su questo territorio. De Luca in altre occasioni mi ha detto grazie, mi ha espresso la sua riconoscenza, la sua stima, vedo che si rivolge con queste parole al suo pubblico”.


“Per la verità per me ieri sera, dopo una giornata veramente faticosa, quando stanco sono ritornato a casa e ho sentito quelle parole, è stata una vera pugnalata al cuore”, ha concluso.

Don Patriciello: De Luca? Parole pericolose, incoraggia camorristi

Don Patriciello: De Luca? Parole pericolose, incoraggia camorristiRoma, 11 mag. (askanews) – Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha messo “a repentaglio” la vita di don Maurizio Patriciello: è stato lo stesso parroco della chiesa di San Paolo Apostolo a Caivano a lanciare l’accusa in una intervista a Rainews24, replicando molto duramente a De Luca che aveva ironizzato sulla sua presenza al convegno sul premierato. “Il problema politico fra destra e sinistra mi riguarda poco, io – ha dichiarato don Patriciello – sono il parroco di questa parrocchia, in questo quartiere che lui stesso ha detto che è stato abbandonato dallo Stato per 40 anni. Mi sono rivolto oggi al governo Meloni, ieri al governo Conte e l’altro ieri al governo Renzi, per cercare di dare un aiuto a questa povera gente. Il 25 di agosto ho mandato un messaggio whatsapp al presidente Giorgia Meloni, il 31 di agosto lei stava qua con mezzo governo, ha preso degli impegni e li sta mantenendo. Io sono una persona seria, sono un credente, sono un cristiano, sono un prete, e non posso dire che questa mano è nera. Se il Governo sta mantenendo gli impegni presi, è mio dovere non solamente dire che è così ma anche ringraziare. Se la cosa dispiace al nostro presidente (De Luca, ndr), se ne faccia una ragione”.


“Tra il presidente della Regione e il presidente del Consiglio, essendo di diversi colori politici, io posso comprendere benissimo – ha aggiunto il sacerdote – che ci sono delle cose che non condividono, delle vedute diverse, ma tirare me in ballo… voglio ricordarvi che io vivo sotto scorta perché la camorra ha messo una bomba fuori alla mia parrocchia, tirare me in ballo in questo momento soprattutto mette a repentaglio la mia vita… le parole del presidente sono pericolosissime, sta dicendo ai camorristi ‘avete fatto bene, continuate a fare quello che avete fatto’”. (segue)

De Luca insiste: don Patriciello non ha monopolio della lotta alla camorra

De Luca insiste: don Patriciello non ha monopolio della lotta alla camorraNapoli, 11 mag. (askanews) – “In relazione al polverone sollevato dall’onorevole Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, è utile precisare che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali. Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra”. A scriverlo, in un post sui social, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, aggiungendo un altro tassello alla polemica che si è sollevata nelle ultime ore.


“Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi – ha proseguito il governatore – questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta. Per il resto, siamo impegnati oggi in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro”. De Luca ha poi concluso: “Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.

Mattarella: il mondo ha bisogno di pace

Mattarella: il mondo ha bisogno di paceRoma, 11 mag. (askanews) – “Con la vostra testimonianza recate un segno di speranza nel mondo. Molti di voi, attraverso scelte e gesti compiuti in aree di conflitto o di grandi difficoltà, dimostrano, con l’esempio della vita, che persino quando il dialogo si interrompe e i rapporti degenerano fino a divenire scontri, il senso di umanità che unisce è più forte del dolore che divide”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’incontro al Quirinale con una delegazione del World Meeting on Human Fraternity.


“Il mondo ha bisogno di pace. E la pace – ha sottolineato – è sempre il frutto anzitutto di una scelta personale, che si riversa nella vita sociale e si rinnova nel tempo. Nell’articolo 11 della Costituzione italiana si legge che ‘L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’. La Carta delle Nazioni Unite, nel suo preambolo, qualche anno prima aveva già sottolineato come i popoli fossero decisi ‘a salvare le future generazioni dal flagello della guerra’; aveva anche riaffermato – quella Carta – ‘la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni’, grandi o piccole che fossero; aveva richiamato anche l’esigenza di giustizia nella vita internazionale; aveva esortato a ‘promuovere progresso sociale e più ampia libertà’”. “Dunque, ai massimi livelli, è stata sovente enunciata – ha rimarcato il capo dello Stato – l’aspirazione alla pace e il dovere di perseguirla e di difenderla. È una scelta che ha permesso di educare intere generazioni alla cultura della pace che Voi promuovete. È questo l’orizzonte a cui guardare, anche se è oscurato da tensioni e conflitti. Anzi, tanto più per questa ragione”.

De Luca a Meloni: pensi a sbloccare i fondi e non alle fanfaluche

De Luca a Meloni: pensi a sbloccare i fondi e non alle fanfalucheNapoli, 11 mag. (askanews) – “Apprendo con animo turbato e contrito che l’onorevole Meloni ha trovato ‘spaventosa’ una mia battuta relativa alla sua performance sul premierato, e al carattere propagandistico che l’ha caratterizzata. Sono grato e commosso per l’attenzione. Ma sono spaventato del suo spavento. Mi aspetterei che il presidente del Consiglio, oltre che delle fanfaluche, si preoccupasse di sbloccare i nostri fondi di sviluppo e coesione bloccati da un anno, e consentisse così la realizzazione di opere e la creazione di lavoro. Consideriamo questa la risposta più efficace ai poteri criminali”. A scriverlo in un post su Facebook il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, rispondendo a quanto detto dalla premier Giorgia Meloni in merito a don Maurizio Patriciello.

Meloni: da De Luca segnale spaventoso, lo Stato è con don Patriciello

Meloni: da De Luca segnale spaventoso, lo Stato è con don PatricielloMilano, 11 mag. (askanews) – “‘Pippo Baudo dell’area nord di Napoli. Così, deridendolo, il presidente della Regione Campania definisce Don Maurizio Patriciello, un prete, un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo”. Lo scrive sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, stigmatizzando le parole pronunciate ieri da Vincenzo De Luca: “Padre Maurizio vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell’allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità. Invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso”.


Aggiunge Meloni: “Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c’è, al suo fianco. Che non è solo. E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici”.

Europee,l’appello dei presidenti di Italia-Germania-Austria:”votare, in gioco democrazia”

Europee,l’appello dei presidenti di Italia-Germania-Austria:”votare, in gioco democrazia”Roma, 11 mag. (askanews) – “Nel 2024 si svolgono elezioni in Paesi che rappresentano più della metà della popolazione mondiale. Sarà un anno cruciale per la democrazia in Europa e in molte parti del mondo. In un futuro non troppo lontano, potremmo arrivare a considerarlo come un anno decisivo che avrà stabilito la rotta per i decenni a venire.Più di quattrocento milioni di cittadini europei possono scegliere i loro rappresentanti al Parlamento europeo a cui affidare la costruzione della nostra futura Europa. Dobbiamo riflettere collettivamente su quali prospettive future vogliamo garantire e su come intendiamo affrontare le sfide di vasta portata che ci attendono. Come presidenti della Repubblica, chiediamo ai nostri cittadini di prendere parte a questa decisione e di andare a votare”.


Lo si legge nella dichiarazione congiunta dei presidenti delle Repubbliche di Italia Germania ed Austria Sergio Mattarella Frank-Walter Steinmeier,Alexander Van der Bellen, pubblicata sul sito del Quirinale. “Vediamo nel mondo sfidati, se non apertamente minacciati, i valori fondamentali del pluralismo, dei diritti umani e dello Stato di diritto, i nostri valori. La posta in gioco – avvertono i presidenti- non è altro che i fondamenti del nostro ordine democratico. Un ordinamento in cui i governi sono ritenuti responsabili da una cittadinanza informata, in cui istituzioni forti garantiscono i diritti di tutti, in particolare delle minoranze, e in cui la politica è un processo che cerca soluzioni attraverso un dibattito vigoroso ma civile”.


“I nostri tre paesi sanno – ammoniscono insieme i presidenti di Italia Germania e Austria- che una volta raggiunta, la democrazia non è garantita. Sappiamo che la libertà e la democrazia vanno difese e consolidate, che la contrapposizione dei nazionalismi esasperati genera la guerra. La storia insegna che, dove viene meno la democrazia, l’umanità e la ragione politica vengono soffocate”. “Come presidenti di democrazie liberali – sottolineano Mattarella Steinmeier e Van der Bellen – siamo onorati di rappresentare le nostre diverse società, con una molteplicità di opinioni e culture. Come presidenti sappiamo che rappresentare tali società significa ascoltare molte voci e unire molte opinioni. È quindi essenziale difendere le istituzioni e i valori democratici, le garanzie della libertà, l’indipendenza dei media, il ruolo delle opposizioni politiche democratiche, la separazione dei poteri, il valore dei limiti all’esercizio del potere”.


“Il nostro ordine democratico liberale – evidenziano ancora” è profondamente legato all’unificazione europea: ancorandoci a una comunità europea di valori e di norme giuridiche, abbiamo presentato al mondo una convivenza basata sull’ordine democratico e sulla pace.Non sorprende che coloro che mettono in dubbio i principi democratici di base mettano in dubbio anche il progetto europeo. Dimenticano che in un mondo in cui i sistemi autoritari sono in aumento, le democrazie europee devono essere veramente unite. Solo in un’Unione europea forte avremo un peso sufficiente per difendere la nostra libertà e la nostra democrazia in un mondo sempre più precario, operando per un ordine globale caratterizzato da libertà, dignità di ogni persona, rispetto di ogni Stato e del diritto internazionale”. “L’Europa unita – prosegue l’appello congiunto dei tre capi di Stato Ue- è impensabile senza democrazia, e la democrazia europea ha bisogno di democratici in tutta Europa. Cittadini che vedono la libertà democratica come una propria causa.Votare alle elezioni è un modo semplice, ma potente per riaffermare e consolidare questo modello.È incoraggiante che molti dei nostri concittadini lavorino duramente per rafforzare e difendere il tessuto democratico che ci unisce ogni giorno. Impiegando volontariamente il loro tempo e le loro energie per aiutare i meno fortunati, assumendosi responsabilità nelle associazioni, nelle comunità e in politica”.


“Le nostre democrazie – asicurano i tre presidenti – sono forti perché hanno il sostegno di cittadini impegnati. In questo modo sono radicalmente diverse dai regimi che opprimono i loro cittadini, seminano la paura nelle loro società, minacciano i loro vicini”. “Le prossime elezioni per il Parlamento europeo – concludono Mattarella Steinmeier e Van der Bellen – offriranno l’opportunità di eleggere rappresentanti che si impegnino a trovare soluzioni costruttive, accettando la complessità del sistema democratico. Usiamo questa occasione quando esercitiamo questo diritto fondamentale.Partecipando al voto si difendono le istituzioni liberali, lo Stato di diritto, i nostri valori fondanti, la nostra comune libertà.Siamo veramente “uniti nella diversità”, all’interno dei nostri Paesi e all’interno della nostra Unione Europea. Questo ci ha consentito di vivere nell’Europa più pacifica e prospera che abbiamo mai conosciuto. È un grande patrimonio che vale la pena difendere e sviluppare esercitando il democratico diritto al voto”.