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Europee, dati (quasi) definitivi: Fdi 28,8%, Pd 24%, M5s 9,9%

Europee, dati (quasi) definitivi: Fdi 28,8%, Pd 24%, M5s 9,9%Roma, 10 giu. (askanews) – Fratelli d’Italia con 6 milioni 704.423 voti, pari al 28,81%, è il primo partito in Italia; seguito dal Pd con 5 milioni 604.346 voti, pari al 24,08%. E’ quanto emerge dai dati ‘quasi’ definitivi del Viminale per l’Italia alle elezioni europee dopo lo scrutinio delle 61.650 sezioni italiane. “Quasi” perché “gli atti relativi ad alcune sezioni del comune di Roma e alla sezione 9 del Comune di Campobasso – si legge sulla piattaforma Eligendo del Viminale – sono stati inviati all’ufficio centrale per il completamento delle operazioni”. Il problema, dopo il bug informatico che ha impedito di inserire le preferenze all’interno del Sistema digitale di Roma Capitale, riguarda soprattuto 78 sezioni del Comune di Roma, ma secondo l’assessore al Personale di Roma Capitale, Andrea Catarci, “l’inserimento dei voti di lista ormai si è concluso e non c’è nessuna empasse sulle 78 sezioni elettorali: ci sono 78 verbali con dati manifestamente incongruenti che pertanto sono stati chiusi a 0 e che poi saranno oggetto di riconteggio da parte dell’autorità giudiziaria”.


In ogni caso, al terzo posto dei partiti più votati c’è il Movimento cinque stelle con 2 milioni 344.533 voti (9,99%) che resta sotto l’ambita percentuale a due cifre. Nel centrodestra Forza Italia con 2 milioni 237.837 voti (9,61%) supera la Lega (2 milioni 93.133 voti, 9%). Alleanza Verdi Sinistra conquista il 6,73% con un milione 563.596 voti, mentre si registra una brusca frenata per le forze di centro che restano lontane dalla soglia di sbarramento del 4%: Stati uniti d’Europa ottiene 875.570 voti (3,76%) e Azione-Siamo europei si ferma a 778.858 voti (3,33%).


La formazione di Michele Santoro Pace terra dignità raccoglie 513.240 voti (2,21%), Libertà di Cateno De Luca 284.460 (1,22%). La Svp ottiene 120.077 (0,52%), Alternativa popolare 90.567 (0,39%); Democrazia sovrana popolare 35.669 voti pari allo 0,15%, il Partito animalista-Italexit 29.325 (0,13%), Rassemblement Valdotain 14.418 voti (0,06%). Il bug informatico che ha impedito di inserire le preferenze alle europee nei seggi all’interno del Sistema digitale di Roma Capitale “è assolutamente spiacevole e me ne scuso con tutti perché è un incidente molto grave su cui noi abbiamo già disposto un’indagine interna per accertare le responsabilità. Tuttavia – ha chiarito il sindaco di Roma Roberto Gualtieri -, tutto questo non ha nulla a che vedere con il procedimento giuridico che porta dal voto alla proclamazione degli eletti da parte del Tribunale”.

Europee, Meloni vede il governo al riparo. “Ci avrei messo la firma”

Europee, Meloni vede il governo al riparo. “Ci avrei messo la firma”Roma, 10 giu. (askanews) – Ignazio La Russa lo definisce un “risultato perfetto”. E anche Giorgia Meloni, parlando con alcuni fedelissimi, avrebbe usato parole molto simili: “Ci avrei messo la firma sotto”. Perché non c’è soltanto la soddisfazione per un risultato che, dice la premier, “non era scontato”. Ossia la crescita di Fratelli d’Italia di quasi tre punti percentuali rispetto alle Politiche. Ma anche la tenuta complessiva della maggioranza.


Alla vigilia di queste elezioni Europee, infatti, erano due i campanelli d’allarme risuonati a via della Scrofa. Il primo era, inevitabilmente, il responso del referendum che la stessa presidente del Consiglio aveva chiamato su di sé. L’asticella di un punto in più del 26% preso nel 2022 era prudenziale, ma nelle settimane precedenti il voto avevano cominciato a circolare sondaggi non proprio confortanti e, certo, ‘l’incidente del redditometro non aveva contribuito a generare ottimismo. Per questo la presidente del Consiglio ha giocato le ultime battute della campagna elettorale all’attacco: nel partito sono convinti che da Caivano in poi – a cominciare dal famoso ‘sono quella stronza della Meloni’ detto al governatore De Luca – sia cominciata la risalita che ha portato infine al 28,8%. Ma sotto i riflettori c’erano anche le performance degli alleati, a cominciare dalla Lega. I continui distinguo e le sparate degli ultimi giorni di Salvini hanno creato non pochi problemi e imbarazzi alla premier che si accinge a presiedere un G7 nel quale già inevitabilmente ci saranno i riflessi del voto che ha penalizzato Macron in Francia e Scholz in Germania.


Non a caso, già ieri sera Meloni ha tenuto ha sottolineare il buon esito elettorale degli alleati. Il ragionamento è più o meno questo: tutti crescono, anche se magari il Carroccio meno degli altri, e in fondo il sorpasso di Forza Italia è da attribuire all’accordo con Noi moderati. Quindi – il senso – ora l’esecutivo è più al riparo da scossoni e bordate né avrebbero senso richieste di riequilibri della compagine di governo. Certo, resta l’incognita di come Salvini affronterà il fronte interno al suo partito ma la convinzione di chi circonda la premier è che la navigazione dovrebbe essere più tranquilla. Almeno fino a quando non ci si troverà davanti al grande scoglio della manovra economica. Anche perchè adesso la presidente del Consiglio dovrà dedicare molta attenzione al nodo dell’elezione dei vertici delle istituzioni europee, con l’opzione Ursula von der Leyen che torna prepotentemente sul piatto. Meloni, che è anche leader del gruppo dei Conservatori europei, avrebbe avviato già oggi con i suoi un primo giro di orizzonte sulla strategia da attuare. Non che i banchi di prova all’orizzonte manchino. Già dal 20, per esempio, si avvia il grande balletto delle nomine. Tra queste Cdp, il cda della Rai e anche Fs, al cui vertice il ministro dei Trasporti vorrebbe piazzare Stefano Donnarumma, mentre Fdi preferirebbe la conferma di Luigi Ferraris.


E già da domani riprende anche il cammino delle riforme. L’autonomia alla Camera e il premierato in Senato. Anche in queste ore i meloniani sono tornati a descrivere la “madre di tutte le riforme” come un antidoto all’astensionismo. Il primo via libera è atteso per la settimana prossima, più probabilmente mercoledì o giovedì perché l’aula di palazzo Madama sarà anche impegnata nell’esame del ddl sulla cybersicurezza. Poi l’elezione diretta del premier sbarcherà a Montecitorio dove c’è già un rischio ingorgo con un’altra riforma costituzionale: la separazione delle carriere dei magistrati tanto cara a Forza Italia dovrebbe infatti cominciare il suo iter proprio dalla Camera dove la commissione Affari costituzionali è guidata dall’azzurro Nazario Pagano.

Schlein festeggia e avverte alleati: “Il tempo dei veti è finito”

Schlein festeggia e avverte alleati: “Il tempo dei veti è finito”Roma, 10 giu. (askanews) – E’ la festa di Elly Schlein, per certi versi ancor più del febbraio 2023 quando vinse a sorpresa le primarie Pd. La leader democratica stacca Giuseppe Conte, più che doppiato, avvicina Giorgia Meloni – riducendo a 4,8 punti il distacco tra i due partiti – e rimette prepotentemente al centro il Pd ricordando: “Dopo la sconfitta delle politiche di un anno e mezzo fa c’era chi dava il Pd per morto, mi sembra che sia più vivo che mai”. Un quadro che premia la sua linea di pazienza di fronte alle punzecchiate degli alleati-rivali, i suoi oltre cento comizi in giro per l’Italia e che la porta a rivendicare: “Il messaggio è chiaro: Giorgia Meloni, stiamo arrivando”.


Era l’obiettivo che Schlein si era fissata fin dall’inizio, lo scorso autunno, quando ha cominciato a rendere la corsa per le europee una ‘cosa a due’, lei e “Giorgia”, con gli altri relegati nel ruolo di gregari. Uno schema che sia Conte che Matteo Salvini hanno provato a far saltare, ma senza successo: sono loro i veri sconfitti. Certo, il successo del Pd ha anche un risvolto che non sarà semplice da gestire: a parte il boom di Avs, che sfiora il 7%, crollano i 5 stelle e viene bocciata, ancora una volta, qualsiasi ipotesi centrista. Se da un lato sfuma definitivamente lo spettro del Ps francese, spolpato a destra da Macron e a sinistra da Melenchon, per Schlein ora si pone il problema di rimettere insieme i cocci. Perché è vero, come dice la segretaria dem, che “il voto delle forze di opposizione supera quello delle forze di maggioranza al governo”, ma un conto è l’aritmetica e un altro è la politica, come lei stessa ha sperimentato bene nei mesi scorsi, a cominciare dalla Basilicata. Per questo Schlein alza anche i toni: “Il tempo dei veti è finito. Noi non ne poniamo, ma non intendiamo neanche subirne. Non ci consideriamo autosufficienti, non abbiamo questa presunzione. Ma mi viene da dire che le divisioni non pagano. Non credo che perseverare in questa strada di divisione o di competizione col Pd porti a un risultato diverso – se non peggiore – di quello che c’è stato ieri”. Insomma, ora è il momento di mettere da parte le rivalità e costruire davvero l’alternativa. Schlein ne è convinta, e i numeri le danno ragione. Bisognerà vedere come gli alleati-rivali reagiranno alla botta.

Schlein festeggia e avverte alleati: “Il tempo dei veti è finito”

Schlein festeggia e avverte alleati: “Il tempo dei veti è finito”Roma, 10 giu. (askanews) – E’ la festa di Elly Schlein, per certi versi ancor più del febbraio 2023 quando vinse a sorpresa le primarie Pd. La leader democratica stacca Giuseppe Conte, più che doppiato, avvicina Giorgia Meloni – riducendo a 4,8 punti il distacco tra i due partiti – e rimette prepotentemente al centro il Pd ricordando: “Dopo la sconfitta delle politiche di un anno e mezzo fa c’era chi dava il Pd per morto, mi sembra che sia più vivo che mai”. Un quadro che premia la sua linea di pazienza di fronte alle punzecchiate degli alleati-rivali, i suoi oltre cento comizi in giro per l’Italia e che la porta a rivendicare: “Il messaggio è chiaro: Giorgia Meloni, stiamo arrivando”.


Era l’obiettivo che Schlein si era fissata fin dall’inizio, lo scorso autunno, quando ha cominciato a rendere la corsa per le europee una ‘cosa a due’, lei e “Giorgia”, con gli altri relegati nel ruolo di gregari. Uno schema che sia Conte che Matteo Salvini hanno provato a far saltare, ma senza successo: sono loro i veri sconfitti. Certo, il successo del Pd ha anche un risvolto che non sarà semplice da gestire: a parte il boom di Avs, che sfiora il 7%, crollano i 5 stelle e viene bocciata, ancora una volta, qualsiasi ipotesi centrista. Se da un lato sfuma definitivamente lo spettro del Ps francese, spolpato a destra da Macron e a sinistra da Melenchon, per Schlein ora si pone il problema di rimettere insieme i cocci. Perché è vero, come dice la segretaria dem, che “il voto delle forze di opposizione supera quello delle forze di maggioranza al governo”, ma un conto è l’aritmetica e un altro è la politica, come lei stessa ha sperimentato bene nei mesi scorsi, a cominciare dalla Basilicata. Per questo Schlein alza anche i toni: “Il tempo dei veti è finito. Noi non ne poniamo, ma non intendiamo neanche subirne. Non ci consideriamo autosufficienti, non abbiamo questa presunzione. Ma mi viene da dire che le divisioni non pagano. Non credo che perseverare in questa strada di divisione o di competizione col Pd porti a un risultato diverso – se non peggiore – di quello che c’è stato ieri”. Insomma, ora è il momento di mettere da parte le rivalità e costruire davvero l’alternativa. La Schlein ne è convinta, e i numeri le danno ragione. Bisognerà vedere come gli alleati-rivali reagiranno alla botta.

Meloni: complimenti a Schlein ma rischio radicalizzazione sinistra

Meloni: complimenti a Schlein ma rischio radicalizzazione sinistraRoma, 10 giu. (askanews) – Il risultato del Pd “ci avvicina al bipolarismo, che io considero una notizia assolutamente positiva. Io penso che il confronto tra visioni distinte e contrapposte sia una chiarezza nel nostro gioco democratico. E’ quello che accade nella stragrande maggioranza delle grandi democrazie occidentali. Faccio i complimenti a Elly Schlein per il risultato del Pd ma non posso dire che siamo ancora al bipolarismo perchè non c’è una coalizione coesa nel campo avverso”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di ‘Cinque minuti’ in onda stasera su Rai1.


“C’è – ha aggiunto – una coalizione coesa nel centrodestra perchè abbiamo una visione comune e questo oggi nel centrosinistra non c’è anzi, è molto difficile oggi immaginare che i partiti della sinistra radicale possano essere messi insieme con quelli del centrosinistra che infatti sono stati penalizzati: l’elettorato moderato ha sostenuto più il centrodestra. Nell’alto risultato di Fratoianni e nel buon risultato del Pd vedo il rischio di una radicalizzazione a sinistra che abbiamo visto in questi mesi nei toni e nei contenuti. Ma sicuramente c’è stata una parte di semplificazione del quadro che è una buona notizia”.

Meloni: il risultato delle Europee è un riconoscimento del lavoro fatto

Meloni: il risultato delle Europee è un riconoscimento del lavoro fattoRoma, 10 giu. (askanews) – “Questo risultato è il risultato di Fdi, della maggioranza di governo, e anche personale legato alle preferenze. Ho detto ieri notte che considero questo risultato più bello di quello di due anni fa. Lo penso sul serio perchè quello poteva essere un voto di protesta, di speranza, confermare e invece aumentare quel consenso dopo due anni di governo, quando sei stato chiamato anche a fare scelte difficili in una situazione molto complessa è un voto diverso, un consenso meditato che ti dice ‘devi andare avanti, devi fare anche con maggiore determinazione. Chiaramente è una enorme responsabilità per chi ha detto ‘voglio cambiare questa nazione, lasciarla in condizioni migliori di come l’abbia trovata”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di ‘Cinque minuti’ in onda stasera su Rai1.


“Quindi – ha aggiunto – i miei festeggiamenti sono durati 5 minuti e poi ho ricominciato a lavorare con maggiore determinazione di prima. Ma so almeno che tutto questo lavoro viene riconosciuto, l’ho sempre pensato ma ne ho la conferma”.

Comunali, al centrosinistra Bergamo, Cagliari e Modena. Pescara al centrodestra

Comunali, al centrosinistra Bergamo, Cagliari e Modena. Pescara al centrodestraRoma, 10 giu. (askanews) – Bergamo, Cagliari e Modena al centrosinistra, Pescara al centrodestra. Sono questi i principali risultati delle elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno che hanno portato al voto 3.708 comuni, anche se i dati sono ancora parziali.


A Bergamo, Elena Carnevali, candidata del centrosinistra – ad oltre la metà delle sezioni scrutinate, – è sicura di raccogliere il testimone da Giorgio Gori, al primo turno. Carnevali è al 55% delle preferenze davanti al candidato del centrodestra Andrea Pezzotta al 42,07%. Anche a Cagliari, Massimo Zedda, sostenuto dalla stessa coalizione che ha portato Alessandra Todde alla presidenza della Regione Sardegna, ha un vantaggio consistente sulla candidata del centrodestra, l’omonima Alessandra Zedda, distante circa 13 punti percentuali (seppur solo 10 sezioni su 173). A Bari, Vito Leccese, candidato del centrosinistra, sfrutta il traino del sindaco uscente Antonio Decaro, il più votato del Pd alle europee, per garantirsi 28 punti percentuali di vantaggio su Fabio Romito del centrodestra: 48,65% contro 30,24% (26 sez. su 345). Anche a Modena Massimo Mazzetti del centrosinistra è sicuro del successo al primo turno, grazie al 64,94% di preferenze (121 sez. su 190). Distanziato di 35 punti percentuali l’esponente del centrodesta Luca Negrini. A Perugia, si assiste ad un testa a testa tra Vittoria Ferdinandi, candidata del centrosinistra, al 49,7% e Margherita Scoccia del centrodestra al 47,22%. Ballottaggio sicuro anche a Firenze, con Sara Funaro del centrosinistra avanti di quasi 9 punti sul candidato del centrodestra Eike Schmidt; 42,4% contro 33,7%.


Il centrodestra è vicino all’affermazione al primo turno a Pescara: Carlo Masci è al 50,63%, Carlo Costantini, del centrosinistra con M5s, è al 34,45% (39 sez. su 170).

Regionali Piemonte, Cirio: orgoglioso per il bis, i edecessori non rieletti

Regionali Piemonte, Cirio: orgoglioso per il bis, i edecessori non rielettiTorino, 10 giu. (askanews) – “Sono orgoglioso perché siamo riusciti a confermare un governo. In Piemonte non era naturale se pensiamo a chi mi ha preceduto, tutte persone di valore come Bresso, Chiamparino e Cota, furono eletti in un primo mandato, ma non vennero mai confermati. La conferma diciamo che in Piemonte non era usuale e non era abituale, quindi di questo vado orgoglioso”. Lo ha detto da Alba (Cuneo) il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, commentando a scrutinio in corso la sua conferma per un secondo mandato, risultato sfuggito a tutti i suoi predecessori dal 2000.


“Sono molto soddisfatto di questo risultato soprattutto perché è una conferma: cinque anni fa per me fu straordinario diventare governatore della mia Regione, ma arrivavo da Bruxelles, nuovo nel contesto torinese e piemontese e tanti non mi conoscevano. Oggi dopo cinque anni essere confermato vuol dire che ti hanno scelto vedendo pregi e difetti, come ciascuno di noi ha, però questo mi responsabilizza moltissimo e domani saremo in ufficio a lavorare per il Piemonte”.“Però da una parte mi fa molto piacere, dall’altra mi responsabilizza ancora di più, perché quando uno viene scelto scientemente poi non deve tradire naturalmente le aspettative ed è quello che io cercherò di fare come ho sempre fatto in questi cinque anni” ha concluso.


 

Comunali, Funaro: a Firenze un dato straordinario, da domani si riparte

Comunali, Funaro: a Firenze un dato straordinario, da domani si riparteFirenze, 10 giu. (askanews) – “E’ un dato straordinario soprattutto se consideriamo il quadro da cui siamo partiti”. Così Sara Funaro commenta dal suo comitato elettorale l’andamento dello spoglio per l’elezione del sindaco di Firenze, dove lei, come candidata del Pd e di forze del centrosinistra, è avanti di circa 9 punti sull’avversario di centrodestra Eike Schmidt, intorno al 42,4% contro il 33,7%.


“Avevamo una situazione all’interno del centrosinistra con tante candidature. I cittadini – ha proseguito Funaro – hanno dato una proiezione chiara e netta, rispetto ai sondaggi che abbiamo visto circolare nelle ultime settimane, è un dato straordinario. E’ chiaro che stiamo aspettando i risultati finali e li commenteremo, ma è chiaro che da domani si tira una riga e si riparte da zero. Da domani la sfida è tra noi e la destra, come abbiamo sempre sostenuto. La sfida è tra i nostri valori, la nostra identità e la peggior destra che stiamo vedendo ormai da troppo tempo. Dobbiamo fare un appello a tutti i fiorentini e ricominciare a girare strada per strada a raccontare le nostre idee, la nostra visione di città. La sfida è tra questa destra e la possibilità di avere a Firenze la prima sindaca donna e io penso che Firenze sia pronta”. “Con la segretaria Elly Schlein ci siamo sentite ieri sera, le ho fatto le congratulazioni per lo straordinario risultato alle Europee, dove peraltro è stato premiato il lavoro del partito e del nostro sindaco Dario Nardella”, ha concluso Funaro, rispondendo ad una domanda dei giornalisti.

Europee, Salis eletta con Avs. E’ scontro con il governo sull’immunità

Europee, Salis eletta con Avs. E’ scontro con il governo sull’immunitàRoma, 10 giu. (askanews) – Ilaria Salis, agli arresti domiciliari in Ungheria, ha vinto un seggio all’europarlamento con Avs ma è scontro con il governo Meloni su tempi e modalità della sua liberazione. Nella notte il padre Roberto insieme ad Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni si sono rivolti subito ai ministri Tajani e Piantedosi sollecitandoli ad un’azione immediata: comunicare immediatamente l’elezione all’esecutivo ungherese per far scattare l’immunità e permettere il rientro di Ilaria in Italia. Al momento senza successo: il ministro degli Esteri intende aspettare la “proclamazione ufficiale”.


E’ “Ponzio Pilato” replicano da Avs. “Tajani – sostiene il padre della giovane ex insegnante – ha sempre ignorato le esigenze di Ilaria durante questi sedici mesi, ora è più grave perché Ilaria è stata legittimata da 176mila italiani che hanno scritto il suo nome sulla scheda”. A sollevare ulteriori polemiche è il presidente del Senato Ignazio La Russa che sentenzia che “essendo stata eletta bisogna consentirle di partecipare quantomeno ai lavori del Parlamento quando è in seduta” aggiungendo però di considerare “una candidatura per far scarcerare una persona qualcosa che non appartiene alla democrazia”.


Così mentre Bonelli accusa Tajani di fare “Ponzio Pilato” e esprime preoccupazione per l’incolumità di Salis “già minacciata da gruppi di neo-nazisti in Ungheria”, Fratoianni definisce una “battutaccia” quella di La Russa: “democrazia è presentarsi alle elezioni con un programma, con le proprie idee, con i propri candidati e con le proprie candidate. E i cittadini e le cittadine di questo Paese hanno ritenuto giusto ed utile mandare Ilaria all’Europarlamento”. Secondo quanto riferito dall’avvocato di Ilaria Salis, ha spiegato il padre Roberto, il giudice è “informato di quanto successo e attende” che il ministro degli esteri ungherese gli fornisca il pezzo di carta affinché possa disporre l’immunità. Basterebbe che la Farnesina rilasci la dichiarazione richiesta” all’omologo ungherese con l’evidenza dei dati sui risultati elettorali “per procedere, sospendere il processo e rilasciarla”.


Il governo deve smettere di “trincerarsi dietro dei formalismi e andare alla sostanza”, affermano con forza Bonelli e Fratoianni: attendere può significare “ulteriori settimane di detenzione”. Memori di quanto accaduto dopo le europee del 2019 quando la Cassazione proclamò gli eletti diverse settimane dopo. Dal gruppo dei futuri colleghi della Sinistra europea, il portavoce David Lundy annuncia che contatteranno Salsi “nei prossimi giorni. E se ci fossero difficoltà” per applicare, nel suo caso, l’immunità parlamentare, “faremo pressione al Parlamento europeo per assicurare che possa esercitare il suo mandato democratico fin dall’inizio” della nuova legislatura.


Nel frattempo la vice portavoce capo dell’Europarlamento, Delphine Colard, puntualizza che l’immunità è regolata dalle leggi nazionali che devono rispettare il ‘Protocollo su privilegi e immunità’ e dunque i giornalisti sono invitati a rivolgere eventuali domande alle autorità italiane.