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Mattarella all’Onu: no all’invasione a Rafah, ora finanziare l’Unrwa

Mattarella all’Onu: no all’invasione a Rafah, ora finanziare l’UnrwaNew York, 7 mag. (askanews) – In questo momento “l’imperativo morale è fornire assistenza per lenire le immani sofferenze della popolazione civile di Gaza”. Sergio Mattarella, nel suo intervento all’assemblea generale dell’Onu, sposa l’appello del segretario generale Guterres contro l’invasione di terra a Rafah e sottolinea l’importanza di finanziare l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) che svolge una “essenziale funzione”. Una novità confermata dalla dichiarazione del viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, che accompagna Mattarella nella visita all’Onu: “Ho detto ieri, in presenza del presidente Mattarella, al segretario generale dell’Onu che, sentiti il ministro Tajani e la presidente Meloni, ho deciso di riaprire la linea dei finanziamenti a Unwra ma su progetti specifici”.


Nel suo primo intervento all’assemblea generale dell’Onu, preceduto da un colloquio con il segretario generale Antonio Guterres ieri, il capo dello Stato ha affrontato tutti i temi caldi di questa fase, dalle numerose tensioni internazionali, Ucraina, Medioriente, Africa, Mar Rosso, soffermandosi poi sul ruolo delle Nazioni Unite per ribadire il pieno sostegno dell’Italia al multilateralismo e alla riforma del Consiglio di sicurezza che potrebbe arrivare ad una svolta nel Summit per il futuro che si terrà a settembre. Mattarella ha voluto anche testimoniare il suo sostegno a Guterres e alla sua azione di riforma del sistema. Il discorso, lungo e articolato, si è aperto con il riferimento alla Costituzione italiana che condivide gli obiettivi della Carta delle Nazioni Unite: “L’obiettivo del multilateralismo ha rappresentato il pilastro fondamentale della nostra politica estera”, ha ricordato Mattarella riferendosi alla scelta di adesione di ormai 70 anni fa e ribadendo per oggi “la determinazione dell’Italia a collaborare alla costruzione di un mondo più giusto, sicuro e sostenibile, in cui ogni popolo e ogni persona possano ottenere pieno riconoscimento dei propri diritti”.


Una scelta che parte dalla condanna per l’aggressione russa all’Ucraina, un atto che “contraddice le ragioni fondanti dell’Onu ed è ancora più grave in quanto proveniente da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza”. Per Mattarella infatti la Russia è responsabile di aver riportato la guerra in Europa. L’Italia continua a sostenere l’Ucraina dall’invasione russa e invoca una “pace giusta”, ossia “non qualsiasi soluzione o, tantomeno, una soluzione che premi l’aggressore e mortifichi l’aggredito. Creando un precedente di grande pericolo per tutti”. Quindi il capo dello Stato ha sviluppato la sua analisi sulla crisi in Medioriente sottolineando l’aspetto della crisi umanitaria pur ribadendo la condanna dell’attacco sferrato da Hamas. “Va evitato un ulteriore aggravamento della situazione – ha avvertito Mattarella -. Mi unisco all’appello del Segretario Generale Guterres affinché siano evitate operazioni militari a Rafah per la drammaticita’ delle conseguenze che potrebbero avere sui civili palestinesi”, ha ribadito aggiungendo che “il conflitto più aspro e duro non può consentire di violare le norme del Diritto umanitario, sancito dalle Convenzioni di Ginevra del 1949, a tutela delle popolazioni civili”.


Il presidente della Repubblica ha poi posto l’accento sulle altre situazioni di crisi nella regione: Siria e Yemen: “Garantire la libertà e la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso è parte degli elementi caratterizzanti le ragioni della convivenza internazionale. La militarizzazione di ambiti come il mare, le regioni dell’Artico e dell’Antartico, lo spazio, va combattuta fermamente – ha ammonito: sono domini che riguardano l’intera umanità”. La preoccupazione di Mattarella è quindi rivolta alle “sinistre minacce di ricorso ad armamenti nucleari” ma il patto per il controllo degli arsenali nucleari “è un patrimonio comune a tutti gli Stati, violarlo, anche con semplici minacce, significa porre a rischio i destini dei popoli, tutti, anche quelli i cui governi minacciano l’uso delle armi nucleari”. Di qui l’esigenza di riaffermare il ruolo e l’efficacia delle Nazioni unite, unico luogo in cui si possono trovare forme di collaborazione, anche grazie ad una riforma del Consiglio che dia il giusto peso ai paesi emergenti finora ingiustamente sottovalutati. “Le istituzioni dell’Onu sono state modellate sui rapporti usciti dalla Seconda Guerra mondiale, sulla guerra – ha ricordato il capo dello Stato -. E’ tempo di plasmarle sulla pace, tenendo conto delle positive iniziative di cooperazione continentale cresciute in questi decenni, come l’Unione Africana e l’Unione Europea e di quelle in itinere in altre regioni del mondo”.


In conclusione del suo discorso alle Nazioni Unite Sergio Mattarella ha citato le parole di uno storico segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan: “Oggi ‘più che mai nella storia umana, condividiamo un destino comune. Possiamo dominarlo solo affrontandolo insieme. E questo è il motivo per cui abbiamo le Nazioni Unite’”. Parole che per il presidente della Repubblica sono ancora “di grande saggezza, e dopo due decenni, ci appaiono ancora più cruciali e ci debbono esortare verso un impegno proficuo per consolidare questa Organizzazione, e le sue regole, in grado di promuoverle e renderle effettive”.

Toti, il vice presidente della Liguria: ritorno al voto? Le leggi prevedono la reggenza

Toti, il vice presidente della Liguria: ritorno al voto? Le leggi prevedono la reggenzaMilano, 7 mag. (askanews) – “Non mi sento di condannare le parole della minoranza” che chiede il ritorno al voto in Liguria, “ma ci andrei cauto sul fatto che si debba andare al voto, quando ci sono delle leggi che prevedono la reggenza”. Lo ha dichiarato Alessandro Piana, presidente facente funzione della Regione Liguria dopo che Giovanni Toti è stato posto agli arresti domiciliari, intervenuto oggi a Radio Giornale Radio.


L’inchiesta “è stato un fulmine a ciel sereno, non me lo aspettavo minimamente. Esprimo massima fiducia nell’operato del presidente Toti e piena solidarietà alla persona”, ha aggiunto l’esponente leghista, che ha poi assicurato di essere “completamente estraneo” ai fatti contestatigli in alcune vecchie inchieste: “Mai ricevuto un avviso di garanzia, non sono nemmeno indagato, eppure mi sono ritrovato in una ordinanza. Ho già chiarito la mia posizione alla magistratura, mi auguro che venga fatta luce, perché è un fatto che mi ha fatto girare i coglioni e non poco. Mi auguro che certi giornali la smettano di scrivere minchiate”. 

Meloni in Libia con focus sui migranti, domani vede Stoltenberg

Meloni in Libia con focus sui migranti, domani vede StoltenbergRoma, 7 mag. (askanews) – Mattinata a Tripoli e pomeriggio a Bengasi per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, impegnata oggi in una missione lampo in Libia. La stabilità nella regione e il contenimento dei flussi migratori, ma anche la cooperazione bilaterale, gli obiettivi principali della missione.


A Tripoli la premier ha incontrato il primo ministro del governo di unità nazionale libico Abdul Hamid Mohammed Dabaiba e successivamente il presidente del Consiglio presidenziale libico, Mohammed Yunis Ahmed Al-Menfi. A margine dei colloqui, i ministri dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, della Salute Orazio Schillaci e dello Sport e i Giovani Andrea Abodi hanno siglato con gli omologhi libici delle dichiarazioni di intenti nei settori della formazione di alto livello, della ricerca, della sanità e dello sport. Intese, è stato sottolineato, che rientrano nel quadro del Piano Mattei per creare “partenariati egualitari attorno a progetti concreti individuati di comune intesa”. Nei suoi colloqui Meloni ha affrontato il tema “chiave” della gestione dei flussi migratori. La premier, spiega una nota di Palazzo Chigi, “ha espresso apprezzamento per i risultati raggiunti dalla cooperazione” tra le due nazioni, aggiungendo che è “fondamentale intensificare gli sforzi in materia di contrasto al traffico di esseri umani, anche in un’ottica regionale, e in linea con l’attenzione specifica che l’Italia sta dedicando a questa sfida globale nell’ambito della sua Presidenza G7”. Meloni, con i suoi interlocutori, ha anche discusso “dell’importanza di indire le elezioni libiche presidenziali e parlamentari, nel quadro della mediazione delle Nazioni Unite che va rilanciata. L’Italia, in tal senso, continuerà a lavorare per assicurare una maggiore unità di intenti della Comunità internazionale e per promuovere la cooperazione tra Libia e Unione Europea”. Sul fronte della cooperazione bilaterale, la presidente del Consiglio “ha ribadito l’impegno a lavorare con la Libia in tutti gli ambiti di interesse comune attraverso un partenariato su base paritaria fondato su progetti concreti, in particolare nel settore energetico e infrastrutturale”. A questo proposito è stato annunciato che entro la fine dell’anno sarà organizzato un business forum italo-libico.


Nel pomeriggio, a Bengasi, l’incontro con il generale dell’Esercito nazionale arabo di Libia Khalifa Belqasim Haftar. A lui Meloni – spiegano fonti italiane – ha ribadito “l’importanza di far progredire il processo politico, preservando l’unità delle istituzioni libiche” e di “lavorare per porre fine alla presenza di forze straniere” (in particolare russe) sul suolo libico. Tra i temi affrontati, si legge in una nota di Palazzo Chigi, le iniziative italiane nel settore dell’agricoltura e della salute che interessano anche l’area della Cirenaica. Meloni ha anche ribadito “la disponibilità dell’Italia a contribuire, anche attraverso le competenze specifiche del nostro settore privato, alla ricostruzione di Derna, colpita lo scorso anno da una drammatica alluvione”. Chiusa la missione libica, domani a Palazzo Chigi arriva il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: l’incontro con Meloni è in programma alle 11.30. Sul tavolo, naturalmente, in primo luogo la crisi ucraina e la necessità di sostenere ancora militarmente Kiev. Nelle prossime settimane il governo dovrebbe predisporre un nuovo pacchetto di forniture: in cima alla lista delle priorità di Volodymyr Zelensky ci sono i sistemi di difesa antiaerea. L’Italia, insieme alla Francia, ha già inviato batterie di Samp T e potrebbe incrementare la dotazione. Si parlerà poi, naturalmente, della crisi in Medio Oriente, ma sarà toccato anche il nodo – molto spinoso – della partecipazione alle spese della Nato. Stoltenberg, con tutta probabilità, chiederà a Meloni di incrementare l’investimento italiano nella difesa per raggiungere la soglia del 2% del Pil. Attualmente l’Italia è all’1,43% che dovrebbe diventare l’1,45% nel 2025. Troppo poco per il contesto attuale e per le richieste degli alleati, ma per lo stato attuale delle casse pubbliche un incremento consistente – spiegherà Meloni – è molto difficile da realizzare.

Meloni: bene la cooperazione con la Libia sui migranti, intensificarla

Meloni: bene la cooperazione con la Libia sui migranti, intensificarlaRoma, 7 mag. (askanews) – Nel corso della sua missione di oggi in Libia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha “espresso apprezzamento per i risultati raggiunti dalla cooperazione tra le due nazioni in ambito migratorio” sottolineando che “permane fondamentale intensificare gli sforzi in materia di contrasto al traffico di esseri umani, anche in un’ottica regionale, e in linea con l’attenzione specifica che l’Italia sta dedicando a questa sfida globale nell’ambito della sua Presidenza G7”. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi. Nel corso della sua missione di oggi in Libia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha discusso con i suoi interlocutori “dell’importanza di indire le elezioni libiche presidenziali e parlamentari, nel quadro della mediazione delle Nazioni Unite che va rilanciata”. Meloni ha assicurato che l’Italia “continuerà a lavorare per assicurare una maggiore unità di intenti della Comunità internazionale e per promuovere la cooperazione tra Libia e Unione Europea”.

Moschee, ok Camera a stretta su libertà culto con 135 sì e 112 no

Moschee, ok Camera a stretta su libertà culto con 135 sì e 112 noRoma, 7 mag. (askanews) – L’aula della Camera ha approvato la proposta di legge, a prima firma Tommaso Foti (Fdi), che punta ad una stretta sull’attività di culto di religione islamica attraverso la modifica dell’articolo 71 del codice del Terzo settore. I voti a favore sono stati 135, i contrari 112 e cinque le astensioni.


Il testo stabilisce che la procedura agevolata per il cambio di destinazione d’uso degli immobili del terzo settore non si applichi “alle sedi e ai locali utilizzati esclusivamente o prevalentemente dagli enti per attività di culto, che non rispettino gli standard di sicurezza e accessibilità, definiti, anche tenendo conto dell’impatto delle attività sul tessuto urbano circostante”, da un decreto da varare entro 120 giorni. Ma dall’applicazione della norma si fanno salve le confessioni religiose che hanno siglato intese con lo Stato italiano. E tra queste non c’è la confessione di fede islamica. “L’approvazione della proposta di legge è un passo avanti verso regole minime e limiti chiari che pongano un freno alle situazioni di abusivismo che hanno permesso di utilizzare garage, capannoni, magazzini, per finalità diverse da quelle proprie”, ha sottolineato Foti. Nella relazione illustrativa Fdi ha esplicitato bene il suo intento: una legge “nata per aiutare circoli culturali e associazioni sportive dilettantistiche o culturali ad essere riconosciute e procurarsi una sede senza eccessivi aggravi burocratici è diventata il grimaldello utilizzato dalle comunità islamiche per insediarsi nel territorio italiano creando moschee e madrasse nella completa indifferenza delle istituzioni, in spregio alla legge e nella sostanziale impossibilità a intervenire da parte delle Forze dell’ordine”.


Le opposizioni hanno definito la proposta di legge Foti come “incostituzionale, discriminatoria e fuorviante” e hanno accusato il centrodestra di fare “propaganda politica” attaccando Fratelli d’Italia che “fa a sportellate con la Lega in vista delle elezioni europee”. “Oggi siamo chiamati a votare una nuova norma di compressione della libertà, l’ennesima che questo governo sta mettendo in atto dal suo insediamento”, ha esordito il Dem Paolo Ciani che ha invitato a “smetterla di associare la parola islamico-musulmano alla parola terrorista, offendete milioni di esseri umani, questa è la subcultura da cui discende questa norma”. “Con questa legge – ha detto Alfonso Colucci (M5S) – il ministro Salvini potrà chiudere centinaia di moschee. Infatti, il testo propone di introdurre un’evidente discriminazione contro le associazioni di culto della religione islamica”.


Angelo Bonelli (Avs) ha parlato di una “dichiarazione di vera e propria ostilità nei confronti della comunità musulmana italiana, composta per la stragrande maggioranza da cittadini italiani” e di un “atto ostile nei confronti della Costituzione che con l’art.19 sancisce la libertà di culto in luoghi pubblici e privati”. La proposta di legge di Fdi passa ora all’esame del Senato.

Vicenda Open, Renzi: metterò gli sms agli atti a prescindere dal voto del Senato

Vicenda Open, Renzi: metterò gli sms agli atti a prescindere dal voto del SenatoRoma, 7 mag. (askanews) – “Voglio sgombrare il campo da ogni dubbio: per il processo, qualsiasi cosa voi decidiate, non cambierà niente, perché al termine della votazione io depositerò gli sms oggetto della contestazione anche qualora voi votiate, come credo logico e naturale, per respingere l’autorizzazione”. Lo ha detto il leader di Italia Viva Matteo Renzi intervenendo nell’aula del Senato durante la discussione sulla richiesta, alla Giunta delle elezioni di Palazzo Madama, di autorizzare un sequestro di corrispondenza nei confronti dello stesso Renzi nell’ambito della inchiesta penale sulla vicenda Open.


“Se questo vi sembra un atto di sfida nei confronti dei pm – ha aggiunto Renzi – sappiate che è esattamente così, nel senso che ritenendo questo processo una farsa senza precedenti, una volta che il Parlamento avrà posto la parola fine a questa storia, dicendo che non c’è diritto di violare l’articolo 69 della Costituzione, io comunque prenderò questi sms e li metterò agli atti perché non vi sia nessuno che un domani possa dire che questo processo finisce per la mancata autorizzazione”, ha sottolineato il leader di Italia Viva.

Toti, gip: c’era rischio corruzione anche alle prossime elezioni

Toti, gip: c’era rischio corruzione anche alle prossime elezioniGenova, 7 mag. (askanews) – Le esigenze cautelari per Giovanni Toti sono scattate per “il pericolo attuale e concreto che l’indagato commetta altri gravi reati”, in particolare “che possa reiterare in occasione delle prossime elezioni analoghe condotte corruttive, mettendo la propria funzione al servizio di interessi privati in cambio di utilità per sé e per gli altri. Tale esigenze cautelari sono desumibili essenzialmente dalle modalità stesse della condotta dalle quali traspare una evidente sistematicità del meccanismo corruttivo”. Lo si legge nell’ordinanza con cui la gip del Tribunale di Genova Paola Faggioni ha disposto le misure cautelari per il governatore della Liguria, per il suo capo di gabinetto, per l’imprenditore Aldo Spinelli e per l’ad di Iren Paolo Emilio Signorini.


Nell’ordinanza la giudice aggiunge che “si ritengono altresì sussistenti stante il pericolo attuale e concreto di inquinamento probatorio”, ovvero che l’indagato “si ponga in contatto con altri indagati per elaborare una strategia comune”, oppure che contatti persone “in grado di fornire circostanze utili ai fini di una conveniente ricostruzione degli eventi”. Per Matteo Cozzani, capo di gabinetto del governatore ligure, le esigenze cautelari vengono applicate anche sulla base della “sorprendente disinvoltura manifestata nel compiere le condotte corruttive”. Per l’imprenditore Aldo Spinelli, ex presidente del Genoa e del Livorno, la gip parla inoltre di “evidente sistematicità del meccanismo corruttivo per il raggiungimento dei propri interessi imprenditoriali”.

M.O, Mattarella con Guterres: evitare operazioni militari a Rafah

M.O, Mattarella con Guterres: evitare operazioni militari a RafahNew York, 7 mag. (askanews) – “Va evitato un ulteriore aggravamento della situazione. Mi unisco all’appello del Segretario Generale Guterres affinché siano evitate operazioni militari a Rafah per la drammaticita’ delle conseguenze che potrebbero avere sui civili palestinesi”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’intervento all’assemblea generale delle Nazioni Unite dal titolo “Italia, Nazioni Unite e multilateralismo per affrontare le sfide comuni”, parlando della crisi in Medioriente.

Ucraina, Mattarella all’Onu: aggressione russa contraddice ragioni Nazioni Unite

Ucraina, Mattarella all’Onu: aggressione russa contraddice ragioni Nazioni UniteNew York, 7 mag. (askanews) – “L’aggressione mossa dalla Federazione Russa all’Ucraina contraddice le ragioni fondanti dell’Onu ed è ancora più grave in quanto proveniente da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’intervento all’assemblea generale delle Nazioni Unite dal titolo “Italia, Nazioni Unite e multilateralismo per affrontare le sfide comuni”.


“La difesa dell’indipendenza dell’Ucraina, Paese fondatore delle Nazioni Unite, ha visto impegnata l’Italia, assieme a tanti altri partner internazionali, per l’affermazione del diritto internazionale e del principio per il quale va offerta solidarietà alle nazioni aggredite da atti di prepotenza che intendono sostituire il diritto con la forza militare. E’ quanto viene richiesto dall’art.51 della Carta dell’Onu che sancisce il diritto all’autodifesa – ha ricordato il capo dello Stato -. Uno Stato – per quanto potente, per quanto dotato di un minaccioso arsenale nucleare – non può pensare di violare, senza sanzioni, principi come quelli della sovranità, dell’integrità territoriale e dell’indipendenza di un altro Paese”. “La Russia si è assunta la grande responsabilità – storica – di avere riportato la guerra nel cuore del continente europeo. L’invasione russa dell’Ucraina, per altro, non è un mero conflitto regionale. Non foss’altro perché ad esserne protagonista è una potenza che ambisce a esercitare influenza e ruolo globali, che derivano dall’ineludibile responsabilità di essere membro permanente del Consiglio di Sicurezza e che nessuno intende ignorare. Ciascun suo gesto è moltiplicatore di effetti”, avverte Mattarella.

Mattarella: i principi della Costituzione condividono gli obiettivi della Carta dell’Onu

Mattarella: i principi della Costituzione condividono gli obiettivi della Carta dell’OnuNew York, 7 mag. (askanews) – “I principi fondamentali della Costituzione del 1948 della Repubblica Italiana corrispondono, per molti versi, a quelli che ispirano la Carta delle Nazioni Unite, condividendone gli obiettivi”. Lo sottolinea il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’intervento all’assemblea generale delle Nazioni Unite dal titolo “Italia, Nazioni Unite e multilateralismo per affrontare le sfide comuni”. “L’obiettivo del multilateralismo ha rappresentato il pilastro fondamentale della nostra politica estera e con orgoglio accogliamo sul nostro territorio uffici e strutture delle Nazioni Unite, da Torino a Roma, da Firenze a Trieste, a Brindisi”, ha ricordato il capo dello Stato. “L’aspirazione della appena nata Repubblica Italiana ad aderire all’Onu rifletteva la nostra vocazione al multilateralismo e sono lieto di poter riaffermare oggi, di fronte a Voi, la determinazione dell’Italia a collaborare alla costruzione di un mondo più giusto, sicuro e sostenibile, in cui ogni popolo e ogni persona possano ottenere pieno riconoscimento dei propri diritti”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’intervento all’assemblea generale delle Nazioni Unite dal titolo “Italia, Nazioni Unite e multilateralismo per affrontare le sfide comuni”.