Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Ucraina, Meloni: Salvini e Orban? Contano decisioni e voti

Ucraina, Meloni: Salvini e Orban? Contano decisioni e votiRoma, 20 mar. (askanews) – “Mi pare ci sia una questione maggiore nel famoso campo largo: e non parlo solo della posizione del M5s, parlo anche delle ambiguità del Pd che spiega a noi cosa dobbiamo fare e poi si astiene sull’invio alle armi all’Ucraina. Almeno non venite a spiegarci cosa dobbiamo fare”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, in aula alla Camera, replicando al dibattito seguito alle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì.


Meloni ha citato il deputato dem Piero De Luca che le ha chiesto di parlare con Orban e Salvini “per chiarire il loro sostegno a Ucraina”: “In entrambi i casi parlano le decisioni e i voti: e i voti dicono che la nostra posizione è chiara e che a livello europeo siamo riusciti a mandare avanti l’accesso dell’Ucraina all’Ue e a garantire la revisione del bilancio pluriennale che consente di sostenere l’Ucraina per i prossimi 4 anni. Se voi provate a parlare coi vostri alleati M5s e riuscite a fare lo stesso miracolo, l’Ucraina ve ne sarà grata”.

Meloni: grata a Ilaria Alpi, è un dovere continuare a cercare la verità

Meloni: grata a Ilaria Alpi, è un dovere continuare a cercare la veritàRoma, 20 mar. (askanews) – “Voglio unirmi al ricordo di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Oggi ricorrono 30 anni dall’agguato mortale a che a Mogadiscio ha spezzato le loro vite. Ilaria Alpi è una delle donne che ho citato nel mio discorso di insediamento alle Camere, perchè il suo coraggio è il coraggio delle donne italiane. Tutti dobbiamo esserle grati, particolarmente le donne. Io le sono grata da donna, collega giornalista, rappresentante delle istituzioni. Il cammino verso la verità non è concluso, dobbiamo percorrerlo perchè sapere nomi e cognomi di assassini e mandati è dovere di tutti. Rivolgo un pensiero a tutti i giornalisti caduti nell’esercizio della professione, a tutti i reporter che mettono a rischio la loro vita per raccontarci cosa succede nei teatri di guerra, anche oggi in Ucrauna e Medio Oriente”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica alla Camera dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo. Le sue parole sono state accolte dall’applauso dell’Aula.

Il Governo irritato per il giudizio della Corte dei Conti sul Pnrr prepara la risposta

Il Governo irritato per il giudizio della Corte dei Conti sul Pnrr prepara la rispostaRoma, 20 mar. (askanews) – C’è “irritazione” nel governo per il giudizio della Corte dei Conti sul decreto Pnrr, tanto che – spiegano fonti dell’esecutivo – si sta lavorando a una risposta ‘ufficiale’ che dovrebbe arrivare nelle prossime ore.


In una memoria sul decreto depositata ieri in Commissione bilancio alla Camera, la Corte afferma, tra l’altro, che la revisione del Pnrr e del Piano complementare porta a “ridurre l’ammontare complessivo delle risorse destinabili ad investimenti in sanità” e “a incidere su programmi di investimento regionali già avviati”. Dunque “lo spostamento comporta il rinvio dell’attuazione del progetto a quando saranno disponibili spazi finanziari adeguati”. Un giudizio che crea nervosismo nell’esecutivo. “Si è mai visto un lavoro così specifico della Corte dei Conti su un decreto?”, si chiede retoricamente un ministro, adombrando il dubbio di una attenzione ‘particolare’. Per questo – spiegano le fonti – già “in giornata” dovrebbe arrivare la risposta ufficiale del governo.

Mattarella: il diritto all’informazione è un pilastro e un presidio di libertà

Mattarella: il diritto all’informazione è un pilastro e un presidio di libertàMilano, 20 mar. (askanews) – Il diritto all’informazione “è un presidio essenziale alla libertà di tutti e un pilastro su cui si regge la vita democratica”. Lo ha dichiarato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel trentennale dell’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, sottolineando che “il valore dell’autonomia della stampa libera è sotto attacco in tante parti del mondo. Molti giornalisti pagano con la vita la loro indipendenza dai poteri, la loro ricerca di verità. Il ricordo di Alpi e Hrovatin suona anche impegno, a rimuovere gli ostacoli alla libertà di informazione, ovunque si manifestino”.


“Il loro ricordo è presente come nei giorni drammatici in cui la terribile notizia da Mogadiscio piombò sul nostro Paese. Erano giornalisti di valore alla ricerca in Somalia di verifiche e riscontri su una pista che avrebbe potuto portare a svelare traffici ignobili. Le Medaglie d’oro al Merito Civile, di cui Alpi e Hrovatin sono stati insigniti, testimoniano il valore che la Repubblica riconosce alla loro opera”, ha sottolineato il Capo dello Stato. “Un prezzo pagato nell’esercizio di un diritto, quello all’informazione, che è un presidio essenziale alla libertà di tutti e un pilastro su cui si regge la vita democratica. Gli assassini e i mandanti sono ancora senza nome e senza volto dopo indagini, depistaggi, ritrattazioni, processi finiti nel nulla. È una ferita che riguarda l’intera società. Le Istituzioni sanno che non ci si può mai arrendere nella ricerca della verità”, haconcluso il Capo dello Stato.

Renzi: alle europee siamo pronti ad andare da soli, corriamo per il quarto posto

Renzi: alle europee siamo pronti ad andare da soli, corriamo per il quarto postoMilano, 20 mar. (askanews) – Se alle Europee “si realizzerà una lista di scopo” tra i soggetti dell’area di centro “come proposto da Più Europa, noi ci saremo. Altrimenti andremo da soli convinti di superare agevolmente lo sbarramento: il 5% è alla nostra portata. Anzi, correremmo per il quarto posto insieme a Fi e Lega. Sono pronto a metterci la faccia, e il cuore, in tutti i collegi”. Lo dice Matteo Renzi, leader di Italia Viva, in una intervista a La Stampa. Consapevole che “uno spazio centrale che si allontani dagli opposti estremismi è possibile solo alle Europee, grazie al proporzionale”.


Quanto alla possibilità di “scossoni” per la maggioranza dal voto europeo, in passato evocata dallo stesso Renzi, l’ex premier spiega: “Vedo la premier nervosa, anche ieri in Aula. E non capisco perchè. In teoria ha una maggioranza solida. Ma sembra dubitare della sua stessa coalizione. Il tempo dirà se è tutto cinema o sono davvero divisi”. Tornando alle dinamiche nel centro in vista delle Europee, Renzi ribadisce le critiche a Calenda (“La scelta di spaccare il terzo polo è inspiegabile, illogica, impolitica”), ma si dice sicuro di non essere ‘fagocitato’ da Forza Italia: “Non credo che Fi farà un gran risultato. Anche perchè Tajani è schiacciato su von der Leyen che con il suo furore ideologico ambientalista ha fatto male agli italiani e alle imprese italiane”.

Ingegneri e geologi a colloquio con Salvini: dialogo costruttivo

Ingegneri e geologi a colloquio con Salvini: dialogo costruttivoMilano, 19 mar. (askanews) – Presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, i rappresentanti dei Consigli Nazionali dei Geologi e degli Ingegneri hanno incontrato il Ministro Matteo Salvini. La prima parte dell’incontro è stata incentrata sulla necessità di garantire una progettazione esecutiva di qualità per la corretta realizzazione dei lavori di costruzione del Ponte sullo Stretto. Particolarmente importante, si legge in una nota, è stato il confronto sulle attività sinergiche da mettere in campo per il raggiungimento di tale obiettivo. Nella seconda parte dell’incontro i partecipanti hanno discusso dei correttivi ritenuti utili, dai professionisti operanti nel settore, per assicurare una più efficace attuazione del nuovo Codice dei contratti pubblici, che a breve compirà un anno dalla sua approvazione. È stata poi condivisa l’opportunità di una norma di raccordo delle disposizioni di tale Codice con quelle della Legge sull’equo compenso, nonché la necessità di alcuni emendamenti allo stesso Codice al fine di agevolare la massima partecipazione dei tecnici, in possesso dei requisiti necessari alle procedure di affidamento dei servizi di progettazione.


Al riguardo, il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Angelo Domenico Perrini, ci ha tenuto ad evidenziare che – a differenza del caso trattato nella sentenza C- 438/2022 del 25/01/2024 della Corte di Giustizia UE, ove oggetto di disamina è la fattispecie nella quale una organizzazione di operatori economici (qual è appunto l’associazione degli avvocati in Bulgaria) determina autonomamente e senza alcuna forma di controllo i prezzi di un determinato servizio professionale – in Italia i compensi equi sono adottati con decreto ministeriale (e non direttamente dagli Ordini, i quali peraltro hanno natura pubblicistica e non privatistica) e peraltro essi interessano, quale controparte dei professionisti, i soli operatori “forti” del mercato; sicché non sono applicabili le stesse conclusioni di cui alla citata sentenza. Il Presidente del CNG Arcangelo Francesco Violo: Abbiamo evidenziato al Ministro la necessità di apportare alcuni correttivi al codice dei contratti, in particolare sui requisiti necessari per gli affidamenti di incarichi professionali per le relazioni specialistiche e della necessità di prevedere espressamente la presenza dei geologi nei collegi consultivi tecnici in quanto risulta indispensabile la professionalità degli stessi in ipotesi di controversie su tematiche di loro competenza. Inoltre ho informato il Ministro della costituzione di un gruppo di studio coordinato dal Consiglio Nazionale dei Geologi per il progetto del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, con la partecipazione di autorevoli rappresentanti del mondo accademico e professionale, come peraltro fatto anche dal CNI, concordando con il Ministro Salvini la necessità di programmare un incontro tecnico tra il gruppo di studio e la Società Stretto di Messina.


A margine del colloquio con il Ministro Salvini, la delegazione si è detta molto entusiasta.

Ucraina, Meloni: maggioranza compatta, tentennamenti nel Pd

Ucraina, Meloni: maggioranza compatta, tentennamenti nel PdRoma, 19 mar. (askanews) – “Credo non ci sia nulla più della linea politica che un governo vota in aula e rappresenta all’estero senza tentennamenti che rappresenti la compattezza di una maggioranza. E credo senza timore di smentita, che questo governo in questo anno e mezzo ha sempre potuto rappresentare la stessa posizione con estrema forte e detrminazione come tutti a livello internazionale ci riconoscono”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso della replica al dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, in risposta al dem Filippo Sensi.


“Mi pare piuttosto – ha aggiunto – che qualche tentennamento ci sia dalle parti dell’opposizioni, e per una volta non mi riferisco al M5s ma al Pd che nell’ultima occasione si è astenuto sulle armi all’Ucraina. Non si posso avere due facce”, “ci sono temi sui quali non si fa la campagna elettorale”

Meloni in Senato dice no a Macron e alle truppe in Ucraina. E sulla Russia striglia Salvini (assente)

Meloni in Senato dice no a Macron e alle truppe in Ucraina. E sulla Russia striglia Salvini (assente)Roma, 19 mar. (askanews) – Un ‘no’ secco alla proposta di Emmanuel Macron di inviare truppe in Ucraina, una “bacchettata” sulla Russia a Matteo Salvini (che però non c’è). Sono due dei principali temi affrontati dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle comunicazioni in Senato in vista del Consiglio europeo in programma a Bruxelles giovedì e venerdì.


L’intervento di Meloni è partito dall’Ucraina, a cui i leader ribadiranno “ancora una volta il sostegno”. E a proposito dell’Ucraina, la premier ha voluto esprimere con nettezza la contrarietà alla proposta francese di un intervento diretto di truppe di nazioni dell’Unione europea: “La nostra posizione – ha scandito – non è favorevole in alcun modo a questa ipotesi, che consideriamo foriera di una escalation pericolosa, da evitare, invece, a ogni costo. Spero che questo Parlamento sia compatto nel rispondere con noi sul punto”.Qui il passaggio sulla Russia, dopo il ‘plebiscito’ per Vladimir Putin e le parole di Matteo Salvini. Il leader della Lega non è presente in Aula perchè, fa sapere, “impegnato in una serie di appuntamenti in ufficio” (da dove posta le condoglianze per la morte del direttore generale della Fiorentina Joe Barone) mentre il ministro Giancarlo Giorgetti non siede ai banchi dell’esecutivo, anche se poi lascia Palazzo Madama insieme alla premier. “Quando un popolo vota ha sempre ragione”, aveva commentato a caldo ieri il leader leghista, ‘ripreso’ sia dal ministro degli Esteri Antonio Tajani che da Meloni. Che oggi – senza mai citare Salvini – mette in chiaro la sua idea su Mosca: il governo “condanna ogni atteggiamento aggressivo da parte della Federazione Russa nei confronti” di Svezia, Finlandia e Paesi Baltici, e ribadisce “condanna” per “lo svolgimento di elezioni farsa in territorio ucraino” e per le “vicende che hanno portato al decesso in carcere di Alexei Navalny, il cui sacrificio in nome della libertà non sarà dimenticato”.


Anche la crisi in Medio Oriente sarà oggetto del summit. Se da un lato c’è la “ferma condanna della brutale aggressione perpetrata da Hamas”, dall’altro sarà ribadita la convinzione che “il legittimo diritto all’autodifesa di Israele deve esercitarsi con proporzionalità e nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Non possiamo restare insensibili di fronte all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, vittime due volte: prima del cinismo di Hamas che le utilizza come scudi umani e poi delle operazioni militari israeliane”. L’Italia è anche contraria “a un’azione militare di terra da parte di Israele a Rafah che potrebbe avere conseguenze ancora più catastrofiche sui civili ammassati in quell’area”. Il governo sostiene l’impegno di Usa, Egitto e Qatar per un cessate il fuoco e intanto prosegue il suo impegno negli aiuti umanitari.Quanto sta avvenendo a livello internazionale – compresa la crisi del Mar Rosso – porta in primo piano il tema della difesa europea perchè, dice, “spendere in difesa significa investire nella propria autonomia, nella propria capacità di contare e decidere, nella possibilità di difendere al meglio i propri interessi nazionali, ed è la strada che segue qualsiasi nazione seria. Ma è la strada che deve seguire anche l’Europa, se vuole essere seria”.


Meloni ha quindi rivendicato la bontà degli accordi con l’Egitto (un “salto di qualità nelle relazioni con un partner fondamentale nel Mediterraneo”) e della strategia di “una cooperazione di lungo periodo, strutturata, con le nazioni africane e mediterranee” come “lo strumento più efficace per costruire una soluzione strutturale al problema migratorio”. La presidente del Consiglio respinge quindi le critiche delle opposizioni sull’opportunità di stringere intese con al-Sisi, che non ha mai collaborato sul caso dell’omicidio di Giulio Regeni. “Grazie a questa rinnovata cooperazione e ai buoni rapporti coltivati – ha rivendicato – abbiamo raggiunto l’importante risultato della scarcerazione di Patrick Zaki, ma a differenza di quanto sostenuto da alcuni, non abbiamo interrotto, e non intendiamo interrompere, la ricerca della verità sul caso di Giulio Regeni, come dimostra il processo in corso in Italia, che il Governo segue con molta attenzione e rispetto al quale ci siamo costituiti parte civile”.Sui migranti – sottolinea – il ‘modello Tunisia’ “sta dando i suoi frutti” con “un calo di arrivi sulla rotta del Mediterraneo centrale di circa il 60% nei primi mesi del 2024”, a cui si somma “la drastica riduzione della rotta proveniente dalla Turchia”. Cifre che però non consentono di “abbassare la guardia” in vista della bella stagione e anzi devono portare a spingere per “attuare pienamente il piano di azione in dieci punti presentato dalla Commissione Ue e attualmente in fase di implementazione”.


Meloni parla anche di agricoltura (per noi “l’agricoltore è il primo ambientalista”), dichiara “urgente intervenire sull’attuazione della Pac” e conclude esprimendo “soddisfazione” per l’esito del negoziato sul nuovo regolamento sugli imballaggi, un risultato raggiunto grazie al “gioco di squadra”, al di là degli schieramenti, che dimostra che “quando l’Italia ha belle storie da raccontare e buone ragioni da difendere, soprattutto se riesce a mettere l’interesse nazionale davanti agli interessi di parte, non c’è nulla che non possa fare”. 

Mattarella rinnova appello alla pace: rimuovere i fuochi di guerra

Mattarella rinnova appello alla pace: rimuovere i fuochi di guerraRoma, 19 mar. (askanews) – Un nuovo appello alla pace, “a rimuovere i fuochi di guerra” dentro e accanto all’Europa arriva dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ne parla all’inaugurazione della nuova sede della stampa estera in Italia.L’incontro con i corrispondenti stranieri è anche l’occasione per rilanciare un tema che da sempre sta molto a cuore al capo dello Stato: la libertà di stampa, il cui “ruolo è decisivo”.


“Fino a due anni fa, l’Europa viveva non in una belle époque, ma in una époque de paix – ha detto il capo dello Stato -, che cerchiamo e speriamo di riuscire a difendere, a preservare e a ripristinare appieno, eliminando, rimuovendo ed estinguendo venti e fuochi di guerra che, dentro l’Europa e accanto all’Europa, si stanno manifestando da qualche tempo”. Da giorni Mattarella nei suoi interventi, discorsi e messaggi esprime preoccupazione per quanto sta accadendo in Europa, con la guerra in Ucraina, e nel Mediterraneo orientale, con la crisi in Medioriente. E’ di martedì scorso il suo appello da Cassino a “far memoria di tragedia, una battaglia così sanguinosa, che ha inciso nelle carni e nelle coscienze del nostro popolo e di popoli divenuti nostri fratelli, è anche un richiamo a far cessare, ovunque, il fuoco delle armi, a riaprire una speranza di pace”. Mattarella, che oggi ha inviato anche un messaggio al Santo Padre per l’undicesimo anniversario del suo pontificato, ha sottolineato gli “incessanti appelli” che Papa Francesco ha rivolto a tutela “dei bisognosi, degli emarginati, di coloro che soffrono a causa di conflitti e violenza, e alla pace”, sono “spunti di riflessione – ha detto – per quanti sono sinceramente impegnati nella ricerca di soluzioni ispirate a fondamentali principi di diritto internazionale e a criteri di giustizia e di autentica equità”.


Per il capo dello Stato “di fronte alle principali sfide del nostro tempo, non soltanto le guerre, ma anche le crescenti disparità economiche e sociali, i rischi ambientali e le ricadute etiche dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, credenti e non credenti sono chiamati a confrontarsi per individuare risposte coerenti con la tutela della dignità umana e con la promozione, in ogni ambito e circostanza, del bene comune”. Un richiamo che viene ribadito nel saluto alla stampa estera quando Mattarella ha ricordato ai giornalisti quanto sia “fondamentale” il loro ruolo nello sviluppare “rapporti collaborativi e non conflittuali”. In un mondo come quello attuale interconnesso e integrato “il ruolo della libera stampa è un presidio indispensabile della libertà delle persone”, ha concluso.

Meloni in Senato dice no a Macron.E su Russia striglia Salvini (assente)

Meloni in Senato dice no a Macron.E su Russia striglia Salvini (assente)Roma, 19 mar. (askanews) – Un ‘no’ secco alla proposta di Emmanuel Macron di inviare truppe in Ucraina, una “bacchettata” sulla Russia a Matteo Salvini (che però non c’è). Sono due dei principali temi affrontati dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle comunicazioni in Senato in vista del Consiglio europeo in programma a Bruxelles giovedì e venerdì.


L’intervento di Meloni è partito dall’Ucraina, a cui i leader ribadiranno “ancora una volta il sostegno”. E a proposito dell’Ucraina, la premier ha voluto esprimere con nettezza la contrarietà alla proposta francese di un intervento diretto di truppe di nazioni dell’Unione europea: “La nostra posizione – ha scandito – non è favorevole in alcun modo a questa ipotesi, che consideriamo foriera di una escalation pericolosa, da evitare, invece, a ogni costo. Spero che questo Parlamento sia compatto nel rispondere con noi sul punto”. Qui il passaggio sulla Russia, dopo il ‘plebiscito’ per Vladimir Putin e le parole di Matteo Salvini. Il leader della Lega non è presente in Aula perchè, fa sapere, “impegnato in una serie di appuntamenti in ufficio” (da dove posta le condoglianze per la morte del direttore generale della Fiorentina Joe Barone) mentre il ministro Giancarlo Giorgetti non siede ai banchi dell’esecutivo, anche se poi lascia Palazzo Madama insieme alla premier. “Quando un popolo vota ha sempre ragione”, aveva commentato a caldo ieri il leader leghista, ‘ripreso’ sia dal ministro degli Esteri Antonio Tajani che da Meloni. Che oggi – senza mai citare Salvini – mette in chiaro la sua idea su Mosca: il governo “condanna ogni atteggiamento aggressivo da parte della Federazione Russa nei confronti” di Svezia, Finlandia e Paesi Baltici, e ribadisce “condanna” per “lo svolgimento di elezioni farsa in territorio ucraino” e per le “vicende che hanno portato al decesso in carcere di Alexei Navalny, il cui sacrificio in nome della libertà non sarà dimenticato”.


Anche la crisi in Medio Oriente sarà oggetto del summit. Se da un lato c’è la “ferma condanna della brutale aggressione perpetrata da Hamas”, dall’altro sarà ribadita la convinzione che “il legittimo diritto all’autodifesa di Israele deve esercitarsi con proporzionalità e nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Non possiamo restare insensibili di fronte all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, vittime due volte: prima del cinismo di Hamas che le utilizza come scudi umani e poi delle operazioni militari israeliane”. L’Italia è anche contraria “a un’azione militare di terra da parte di Israele a Rafah che potrebbe avere conseguenze ancora più catastrofiche sui civili ammassati in quell’area”. Il governo sostiene l’impegno di Usa, Egitto e Qatar per un cessate il fuoco e intanto prosegue il suo impegno negli aiuti umanitari. Quanto sta avvenendo a livello internazionale – compresa la crisi del Mar Rosso – porta in primo piano il tema della difesa europea perchè, dice, “spendere in difesa significa investire nella propria autonomia, nella propria capacità di contare e decidere, nella possibilità di difendere al meglio i propri interessi nazionali, ed è la strada che segue qualsiasi nazione seria. Ma è la strada che deve seguire anche l’Europa, se vuole essere seria”.


Meloni ha quindi rivendicato la bontà degli accordi con l’Egitto (un “salto di qualità nelle relazioni con un partner fondamentale nel Mediterraneo”) e della strategia di “una cooperazione di lungo periodo, strutturata, con le nazioni africane e mediterranee” come “lo strumento più efficace per costruire una soluzione strutturale al problema migratorio”. La presidente del Consiglio respinge quindi le critiche delle opposizioni sull’opportunità di stringere intese con al-Sisi, che non ha mai collaborato sul caso dell’omicidio di Giulio Regeni. “Grazie a questa rinnovata cooperazione e ai buoni rapporti coltivati – ha rivendicato – abbiamo raggiunto l’importante risultato della scarcerazione di Patrick Zaki, ma a differenza di quanto sostenuto da alcuni, non abbiamo interrotto, e non intendiamo interrompere, la ricerca della verità sul caso di Giulio Regeni, come dimostra il processo in corso in Italia, che il Governo segue con molta attenzione e rispetto al quale ci siamo costituiti parte civile”. Sui migranti – sottolinea – il ‘modello Tunisia’ “sta dando i suoi frutti” con “un calo di arrivi sulla rotta del Mediterraneo centrale di circa il 60% nei primi mesi del 2024”, a cui si somma “la drastica riduzione della rotta proveniente dalla Turchia”. Cifre che però non consentono di “abbassare la guardia” in vista della bella stagione e anzi devono portare a spingere per “attuare pienamente il piano di azione in dieci punti presentato dalla Commissione Ue e attualmente in fase di implementazione”.


Meloni parla anche di agricoltura (per noi “l’agricoltore è il primo ambientalista”), dichiara “urgente intervenire sull’attuazione della Pac” e conclude esprimendo “soddisfazione” per l’esito del negoziato sul nuovo regolamento sugli imballaggi, un risultato raggiunto grazie al “gioco di squadra”, al di là degli schieramenti, che dimostra che “quando l’Italia ha belle storie da raccontare e buone ragioni da difendere, soprattutto se riesce a mettere l’interesse nazionale davanti agli interessi di parte, non c’è nulla che non possa fare”.