Dossieraggio, Gasparri: scandalo enorme, si esprima MattarellaRoma, 5 mar. (askanews) – “E’ una vicenda inquietante, si dovrebbe disporre immediatamente un’ispezione alla procura e anche il presidente del Csm, che ha giustamente vigilato sulla tranquillità del paese in occasioni recenti, faccia sentire la sua voce su uno scandalo enorme. Anche in qualità di presidente del Csm deve dare una garanzia come ha fatto sull’ordine pubblico. Bisogna farlo su tutti gli aspetti del paese”. Lo ha detto il presidente dei senatori Fi Maurizio Gasparri chiamando in causa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in aula al Senato e chiedendo che il governo riferisca sul dossieraggio.
Gasparri ha quindi sollevato il caso della “incompatibilità” del deputato M5s Cafiero De Raho: “Non è che chi ha diretto la procura antimafia stando in commissione Antimafia si fa le domande e si dà le risposte, è in conflitto d’interesse grandioso, non lo consentiremo. Non facciamo lo sciopero generale ma esprimiamo indignazione. Vogliamo verità su questo che è il più grande scandalo della storia recente”.
Dopo la Camera anche il Senato dà l’ok alle missioni internazionali in Ucraina, Medioriente e Mar RossoRoma, 5 mar. (askanews) – L’aula del Senato ha approvato con parere favorevole del governo le risoluzioni di maggioranza e quelle di Pd, M5s, Azione e Italia Viva che autorizzano le missioni Aspides in Mar Rosso, Levante a Gaza e EUAM Ukraine in Ucraina. Non si è proceduto al voto sulla risoluzione di Alleanza Verdi Sinistra perché precluso in quanto il testo bocciava la missione in Mar Rosso.
La risoluzione di maggioranza è stata votata per parti separate su richiesta di Pd e M5s che si sono astenuti sulle premesse approvate con 95 voti a favore, 2 contrari e 58 astenuti. Mentre l’impegno ha ottenuto un voto quasi unanime: 153 a favore, 2 contro, zero astenuti. Anche la risoluzione del Pd è stata votata per parti separate su richiesta dei dem dopo che Tajani aveva condizionato il parere favorevole del governo alla cancellazione del paragrafo in cui si chiedeva di ripristinare i fondi per le Ong italiane che operano in Palestina e in Israele, così come i contributi nell’anno in corso all’UNRWA. Il paragrafo, su cui il governo ha espresso parere negativo, è stato bocciato con 54 voti a favore, 96 contro e un astenuto. Approvato invece il resto della risoluzione: 123 i voti a favore, 24 gli astenuti, 3 i contrari. L’Ok del Senato è arrivato dopo quello alla Camera. Con tre voti distinti l’aula della Camera ha approvato l’impegno per le nuove missioni internazionali: una per l’Ucraina, l’altra Levante per il Medioriente e la terza Aspides per la difesa del Mar Rosso. La prima è passata con un voto unanime. La seconda e la terza con la contrarietà di Avs.
Missioni, ok Senato a risoluzioni maggioranza e opposizione (tranne Avs)Roma, 5 mar. (askanews) – L’aula del Senato ha approvato con parere favorevole del governo le risoluzioni di maggioranza e quelle di Pd, M5s, Azione e Italia Viva che autorizzano le missioni Aspides in Mar Rosso, Levante a Gaza e EUAM Ukraine in Ucraina. Non si è proceduto al voto sulla risoluzione di Alleanza Verdi Sinistra perché precluso in quanto il testo bocciava la missione in Mar Rosso.
La risoluzione di maggioranza è stata votata per parti separate su richiesta di Pd e M5s che si sono astenuti sulle premesse approvate con 95 voti a favore, 2 contrari e 58 astenuti. Mentre l’impegno ha ottenuto un voto quasi unanime: 153 a favore, 2 contro, zero astenuti. Anche la risoluzione del Pd è stata votata per parti separate su richiesta dei dem dopo che Tajani aveva condizionato il parere favorevole del governo alla cancellazione del paragrafo in cui si chiedeva di ripristinare i fondi per le Ong italiane che operano in Palestina e in Israele, così come i contributi nell’anno in corso all’UNRWA. Il paragrafo, su cui il governo ha espresso parere negativo, è stato bocciato con 54 voti a favore, 96 contro e un astenuto. Approvato invece il resto della risoluzione: 123 i voti a favore, 24 gli astenuti, 3 i contrari.
Missioni, in Senato 6 risoluzioni, no governo a fondi per UnrwaRoma, 5 mar. (askanews) – Sono sei le risoluzioni presentate in aula al Senato in seguito alle comunicazioni del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sulle missioni e gli impegni operativi internazionali da avviare nel 2024, in particolare quelli in Mar Rosso.
Oltre alla risoluzione di maggioranza, hanno presentato una propria risoluzione Azione, a prima firma di Carlo Calenda, Avs, M5s, Pd. Tutte le risoluzioni autorizzano le missioni delle nostre Forze armate ad eccezione di quella firmata da De Cristofaro (Avs), contraria alle operazioni militari. Il governo ha dato parere favorevole agli altri documenti che prevedono (tutti) l’autorizzazione delle missioni. Nel caso del Pd il parere favorevole è legato alla condizione di espungere un paragrafo, quello in cui si chiede di “ripristinare i fondi per le Ong italiane che operano in Palestina e in Israele, così come i contributi nell’anno in corso all’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East), per consentire agli operatori di pace di aiutare concretamente la popolazione sui territori, garantendo altresì l’accesso illimitato alle cure- anche alla luce dello sblocco da parte della Commissione europea di una prima tranche da 50 milioni- di euro degli 82 previsti per il 2024- all’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), dopo che, a fine gennaio, aveva sospeso il suo sostegno all’agenzia in seguito alle accuse riguardo il coinvolgimento di 12 membri del personale negli attacchi di Hamas di ottobre scorso”. I dem stanno valutando se accogliere la richiesta. Contrario il parere alla risoluzione Avs ma favorevole al primo impegno del testo in cui si autorizza la partecipazione dell’Italia alla missione civile dell’Unione europea EUAM Ukraine in Ucraina.
M5s dà il via libera alle missioni Aspides e LevanteRoma, 5 mar. (askanews) – Si va verso un voto bipartisan in Parlamento sulle nuove missioni internazionali Aspides e Levante: anche il Movimento 5 stelle, infatti, dopo i dubbi di ieri e l’astensione nelle commissioni, voterà a favore. Resta solo il distinguo di Alleanza Verdi e Sinistra che voterà la propria risoluzione in cui non autorizza l’operazione nel Mar Rosso.
Il voto quasi unanime del Parlamento è stato ricercato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani personalmente e, grazie anche alla mediazione del Pd, questa mattina è arrivata la decisione dei pentastellati di votare a favore del dispositivo della risoluzione di maggioranza dopo aver ottenuto il parere favorevole del governo alla propria. Ieri, nelle commissioni Esteri e Difesa della Camera, i pentastellati avevano scelto l’astensione, spaccando l’opposizione. Il partito di Giuseppe Conte non aveva gradito la specifica contenuta nella deliberazione del Cdm sui “compiti eminentemente difensivi” della missione in Mar Rosso. Mentre si moltiplicavano le dichiarazioni di Fdi che non mancava di evidenziare le contraddizioni del centrosinistra sulla politica estera (“Il campo largo non esiste”, ha attaccato Foti), il Pd si è messo immediatamente al lavoro con la capogruppo a Montecitorio Chiara Braga e il capogruppo in commissione Difesa, Stefano Graziano, che hanno mediato con il presidente dei deputati M5s, Francesco Silvestri, e il capogruppo in Difesa, Marco Pellegrini, in triangolazione con Tajani. Tutti si sono adoperati per far sparire dalla scheda del governo l’avverbio “eminentemente” mal digerito dal partito di Giuseppe Conte. Inoltre “il governo ha approvato la nostra risoluzione. Siamo soddisfatti”, commenta Pellegrini.
L’inchiesta di Perugia, Nordio: antepongo la privacy a ogni altro valoreMilano, 5 mar. (askanews) – “Come liberale, io antepongo la dignità e la privacy del cittadino a ogni altro valore, salvo i casi di necessità di tutela della sicurezza dello stato”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in un’intervista al Foglio, sull’inchiesta a Perugia su presunti casi di dossieraggio. “Purtroppo in Italia non abbiamo questa sensibilità: teniamo ancora in vigore il codice Rocco, di matrice fascista, ispirato a quello Stato etico hegeliano che può interferire in modo eccessivo nella vita dei cittadini. Come appunto accade nel dossieraggio e, ovviamente, anche nelle intercettazioni”.
L’inchiesta di Perugia, Renzi: “Un dossieraggio da dittatura sudamericana”Milano, 5 mar. (askanews) – “Ciò che stiamo leggendo è una vicenda enorme, che ricorda le dittature populiste del Sud America”. Lo afferma Matteo Renzi, leader di Italia Viva, in una intervista al Foglio sull’inchiesta a Perugia su presunti casi di dossieraggio.
Renzi racconta inoltre che con il ministro della Difesa Guido Crosetto, “ogni tanto ci sfoghiamo reciprocamente al telefono”, dice. “Siamo due avversari politici ma l’attenzione che ci è stata dedicata appare sospetta. La cosa che più mi dispiace è che la testa del ministro della Difesa debba essere concentrata su queste vicende in un momento in cui l’Italia subisce un attacco dagli estremisti Houthi. In un Paese civile vicende del genere dovrebbero portare a stringersi attorno al governo sulla politica estera, qui invece abbiamo i dossier contro il titolare della Difesa”.
Parlamento al voto su Italia in Mar Rosso e a Gaza, opposizione divisaRoma, 4 mar. (askanews) – Arriverà domani il voto del Parlamento sulle nuove missioni internazionali che vedranno impegnata l’Italia dal 2024: sia l’aula della Camera che quella del Senato si esprimeranno sulla partecipazione alle operazioni dell’Ue Aspides in Mar Rosso e all’operazione Levante che riguarda il conflitto Israele-Hamas. Tuttavia, alla vigilia dell’appuntamento che vedrà anche l’intervento del ministro degli Esteri Tajani prima a Montecitorio, poi a Palazzo Madama, il Parlamento non è riuscito a trovare una compattezza intorno al tema: un assaggio di quello che accadrà domani si è avuto infatti oggi nelle commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera dove l’opposizione si è divisa sulla deliberazione del Consiglio dei ministri dello scorso 26 febbraio che sancisce appunto le nuove missioni internazionali delle Forze Armate. Pd, Iv e Azione hanno votato a favore con il centrodestra, M5s si è astenuto.
Per la verità il Partito democratico non è pienamente soddisfatto di come il governo Meloni sta portando avanti l’impegno italiano sul fronte mediorientale. Oggi si è visto bocciare un emendamento per il ripristino dei fondi per le Ong italiane che operano in Palestina e in Israele e dei contributi all’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente. “Senza questi fondi e senza il ruolo dell’Unrwa – commenta Lia Quartapelle – è veramente difficile consentire agli operatori di pace di aiutare la popolazione sui territori e garantire l’accesso illimitato alle cure”. Il capogruppo dem in commissione Esteri Enzo Amendola spiega che, come fatto oggi in Commissione, anche domani il Pd voterà a favore delle nuove missioni “ma – sottolinea – per aiutare in quella regione e a Gaza il ritorno della politica e delle soluzioni negoziali. Senza il cessate il fuoco a Gaza, senza una soluzione politica negoziale per liberare gli ostacoli, ma soprattutto per salvare la popolazione innocente nella Striscia, sarà complicato mantenere missioni militari in sicurezza, come ne abbiamo tante da italiani nell’intera regione”. Dunque per lasciare traccia delle proprie critiche negli atti parlamentari i dem hanno deciso di presentare una propria risoluzione sia alla Camera che al Senato che autorizza sì le missioni ma puntualizzando nelle premesse alcuni aspetti critici che il capogruppo dem in commissione Difesa, Stefano Graziano, sintetizza così: “L’Italia può e deve essere promotrice di una forte azione diplomatica per favorire la consegna del materiale umanitario nella Striscia di Gaza. Non basta sostenere l’impegno europeo, serve un intervento concreto che passa necessariamente attraverso il potenziamento dei fondi. Sulla stampa Tajani parla di 10 milioni che però non trovano conferma negli atti ufficiali. Così come è fondamentale il ripristino dei fondi per le Ong e il coinvolgimento dell’agenzia delle nazioni unite per consentire agli operatori di pace di aiutare concretamente la popolazione e garantire accesso illimitato alle cure”.
Dunque le risoluzioni sul tavolo, al momento, sono due: quella di maggioranza e quella del Pd che per la verità ha sperato di poter coinvolgere anche M5s. Oggi però i pentastellati hanno deciso di astenersi in commissione alla Camera. Secondo quanto viene riferito, ciò che li ha fatti desistere è stata un espressione contenuta nella delibera del governo in cui si specifica che l’Operazione dell’Unione Europea Aspides ha “compiti eminentemente difensivi”. Una puntualizzazione pleonastica, secondo il parere anche del Pd, visto che le missioni italiane, in linea con la Costituzione, non possono essere che difensive. La maggioranza ha assicurato che l’espressione sotto accusa verrà espunta dalla risoluzione che sarà presentata domani e a sera i 5 stelle non danno più per scontata l’astensione. “E’ in corso una valutazione, stiamo decidendo”, spiega Marco Pellegrini, capogruppo M5s in commissione Difesa alla Camera. Avs invece è più netta: “La missione nel Mar Rosso rischia di aumentare il livello del conflitto soprattutto se si autorizzerà l’attacco alle basi nello Yemen. Per questo non voteremo una missione che autorizza attacchi militari”, spiega Marco Grimaldi. Oggi l’unico componente di Avs in commissione Esteri Nicola Fratoianni era assente (in Difesa Avs non ha membri) perché impegnato nella missione verso Rafah. E non è stato sostituito.
A pochi giorni dal voto in Abruzzo, Fdi non manca di sottolineare le opposizioni in ordine sparso: “Ancora una volta i fatti dimostrano che non esiste all’opposizione nessun campo largo. L’opposizione si è frantumata in commissione sulle missioni. Altro che luna di miele. Quello tra Pd e M5S dimostra di essere solo un matrimonio d’interesse, combinato a soli fini elettorali. Un matrimonio destinato a fallire”, commenta il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati Tommaso Foti. Domani si comincerà alla Camera alle 9: i relatori delle commissioni Esteri e Difesa (Loperfido di Fdi e Bicchielli di Noi Moderati) prenderanno la parola per 15 minuti ciascuno. Poi si svolgerà un dibattito generale senza votazioni di circa un’ora e quaranta. Quindi verranno annunciate le risoluzioni presentate (per ora due). A seguire ci sarà la replica di Tajani, dunque il governo esprimerà il parere sulle risoluzioni. A seguire le dichiarazioni di voto e il voto. Al Senato l’appuntamento è alle 12 con le comunicazioni di Tajani e successivo dibattito e voto sulle risoluzioni.
Elezioni in Sardegna, lo spoglio (ufficioso) si è chiuso con 1.600 voti in più per ToddeRoma, 4 mar. (askanews) – Lo scrutinio da parte dei Tribunali delle 19 sezioni che non avevano completato in tempo lo spoglio delle schede delle regionali del 25 febbraio in Sardegna si è concluso oggi, dopo sette giorni, con un distacco di circa 1.600 voti tra la presidente in pectore Alessandra Todde e lo sconfitto Paolo Truzzu. Un margine ridotto rispetto a quello delle prime ore successive al voto, ma secondo la coalizione vincente non sufficiente per far sperare al centrodestra un capovolgimento del risultato. La stessa candidata del campo largo di centrosinistra, intervenuta ieri a in Mezz’ora su Rai3, si è detta “serena e tranquilla” parlando di un suo vantaggio che considerava compreso tra i 1.450 e i 1.600 voti.
“I dati che noi abbiamo dai rappresentanti di lista e dai presidenti di seggio delle sezioni mancanti ci lasciano stare tranquilli, poi aspetteremo quello che ci comunicherà il Tribunale della Corte d’appello di Cagliari, ma voglio dire una cosa molto serenamente: per riuscire ad andare contro l’evidenza del Tribunale delle Corte d’appello serve un ricorso, che deve essere motivato, e un riconteggio totale non è proprio previsto. Deve essere fatto su singole sezioni con delle motivazioni che devono essere precise” ha detto Todde. Il distacco di circa 1.600 voti è ancora un dato ufficioso, visto che quello definitivo sarà pubblicato dalla Regione Sardegna solo dopo l’ufficializzazione da parte degli Uffici centrali circoscrizionali, istituiti presso i Tribunali, e dell’Ufficio centrale regionale, istituito presso la Corte d’Appello di Cagliari, che stanno svolgendo gli accertamenti di loro competenza previsti dalle leggi regionali in materia elettorale. Il centrodestra aspetta l’ufficialità per valutare se presentare o meno un ricorso al Tar. Potrà farlo comunque dopo la proclamazione del nuovo presidente e dei 59 consiglieri eletti, attesa tra una decina di giorni.
Schlein al Pd: siamo tornati a vincere ma c’è ancora 47% astenuti, orecchio a terraFrascati, (Roma) 4 mar. (askanews) – “E’ difficile intervenire dopo interventi intensi di ricordi. Io non avuto la fortuna di conoscere a fondo” Bruno Astorre e “credo che il motivo per cui è importante essere qui è come onorare questo ricordo”. Lo ha sottolineato la segretaria del Pd Elly Schlein, alla cerimonia organizzata dai gruppi parlamentari del Pd al Comune di Frascati ad un anno dalla tragica scomparsa del senatore dem. Schlein ha definito Astorre un “buon politico” che cercava “risposta ai bisogni concreti delle persone, le ascolta fino in fondo, guardandoli negli occhi per costruire con loro una risposta”.
Ed è da qui che bisogna sempre ripartire secondo la segretaria. “Stiamo provando a mettere al centro del nostro sforzo la dignitß del lavoro, l’avere accesso alle cure adeguate per tutti, la casa che è ora un’ emergenza vera. Ci stiamo provando ma credo che c’è ancora una grande questione da affrontare. L’altro giorno abbiamo vinto le elezioni. Era dal 2015 che non riuscivamo a vincere in una regione dove governavano i nostri avversari. Ma c’è ancora il 47% delle persone che non è andato a votare”, ha sottolineato. “Essere qui ci insegna a non giovarci di una vittoria se non capiamo che cosa non facciamo” ancora.Occorre lavorare per “comunità inclusive che non marginalizzano, che non espongono le persone al ricatto della criminalità e della violenza perché prima c’è una risposta pubblica”.. “Se hai consapevolezza che essendo il nostro un paese rugoso – ha affermato riportando una definizione Fabrizio Barca – devi ascoltare la voce delle aree interne, delle sue persone, dei suoi corpi intermedi, del sui associazionismo, del terzo settore e dei suoi amministratori perché servono risposte su misura, diverse da quelle che servono a un grande centro urbano”.
“Per Bruno le persone e il politico sono la stessa cosa” e “ci insegna a non perdere traccia dell’umanità Unica cosa che ci rende credibili con le persone che incontriamo. Se riusciremo a fare questo daremo anche qualcosa alla democrazia di questo pese che ha bisogno si riscoprire quella capacitß di tradurre qui i bisogni della politica concreta per quelle persone che non ci credono piú Perché la politica è l’unico strumento per farlo insostituibile”. Alla cerimonia hanno partecipato i parlamentari dem di Senato e Camera e i dirigenti del Pd del Lazio di cui Astorre era stato segretario regionale, la moglie sindaca di Frascati Francesca Sbardella. Al suo intervento commosso sono seguiti quelli dei capigruppo Francesco Boccia e Chiara Braga e quelli di Simona Malpezzi, Andrea Marcucci, Luigi Zanda, Dario Franceschini, daniele Leodori.
“Bruno Astorre, per sempre con noi”,è scritto sulla targa che il Pd e i senatori hanno voluto per lui.