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Ucraina, Mattarella: auspico Russia torni a rispettare sovranità Stati

Ucraina, Mattarella: auspico Russia torni a rispettare sovranità StatiCetinje, 18 feb. (askanews) – “La Russia torni a svolgere il proprio ruolo di grande rilievo nella comunità internazionale nel rispetto dei principi di sovranità di ogni Stato”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al termine del colloquio con il presidente della Repubblica del Montenegro, Jakov Milatovic.


Il capo dello Stato ha ribadito che fin dall’inizio della guerra in Ucraina da parte dell’Italia è stato espresso “l’auspicio di tornare al rispetto del diritto internazionale, della carta dell’Onu, della sovranità di ogni Stato e di rispetto degli impegni bilaterali”.

Ucraina, le “perplessità” di Meloni a Parigi: ‘coinvolgere gli Usa’

Ucraina, le “perplessità” di Meloni a Parigi: ‘coinvolgere gli Usa’Roma, 17 feb. (askanews) – Giorgia Meloni è stata a lungo in dubbio sull’opportunità di partecipare o meno al vertice di Parigi sull’Ucraina. Alla fine, obtorto collo, è andata (arrivando in ritardo e senza rilasciare dichiarazioni) per portare il punto di vista dell’Italia, mettendo in chiaro tutte le sue “perplessità” per un formato – ha detto, secondo quanto si apprende – che “esclude” molte nazioni, a partire da quelle “più esposte” al rischio di estensione del conflitto.


Al tavolo, riuniti per tre ore, oltre a Macron e Meloni c’erano il cancelliere tedesco Olaf Scholz; il primo ministro polacco Donald Tusk; quello spagnolo Pedro Sanchez; quello dei Paesi Bassi Dick Schoof; la premier danese Mette Frederiksen; il primo ministro britannico Keir Starmer; il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il segretario generale della Nato Mark Rutte. La presidente del Consiglio avrebbe preferito un Consiglio europeo straordinario, perchè ritiene necessario “includere”, a maggior ragione in questa fase storica. Anche perché – ha ricordato – la guerra in Ucraina “l’abbiamo pagata tutti”. Il Consiglio non è stato però convocato – almeno per il momento – perchè tra i 27 ci sono Paesi (vedi l’Ungheria di Viktor Orban) che sull’Ucraina hanno una posizione diversa dagli altri partner, più vicina alle istanze di Mosca, e che potrebbero quindi sfavorire un’intesa, come del resto già avvenuto in passato.


Venendo al merito – l’avvio dei negoziati già domani a Riyad in Arabia Saudita tra Usa e Russia – per Meloni il punto centrale sono le “garanzie di sicurezza” per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato “rischia di fallire”. La premier ha quindi ribadito i suoi dubbi sull’ipotesi di un dispiegamento di soldati europei in Ucraina per garantire un eventuale cessate il fuoco. Sarebbe la soluzione, per lei, “più complessa” e forse “la meno efficace”. Al contrario, per la premier, “vanno esplorate altre strade” che prevedano il “coinvolgimento” anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto Nato che “si fonda la sicurezza europea e americana”.


E se è vero, è stato il suo ragionamento, che l’amministrazione americana ha lanciato una “sferzata” sul ruolo dell’Europa, già prima “analoghe considerazioni” erano già state fatte da “importanti personalità” europee. Adesso, per Meloni, la “sfida” è essere “più concreti” e “concentrarsi sulle cose davvero importanti”, come la necessità di “difendere la nostra sicurezza a 360 gradi”, compresi i confini, i cittadini, il sistema produttivo. E questo, ha sottolineato, l’Europa deve farlo “non perché lo chiedono gli americani, ma perché sono i nostri cittadini a farlo” e dunque, per parafrasare JFK, “non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi”. In quest’ottica – ha precisato – quello di Parigi non è un “formato anti-Trump”, anzi, perchè gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e gli europei devono fare “la propria parte”. Meloni, nel suo intervento, ha anche detto di condividere il senso delle parole del vice presidente Usa J.D. Vance, che ha accusato l’Europa, tra le altre cose, di “allontanarsi” da “alcuni dei suoi valori fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America”. “Ho espresso concetti simili da molto tempo”, ha concluso la premier, convinta che “ancora prima di garantire la sicurezza in Europa, è necessario sapere che cosa stiamo difendendo”.

Dopo il nuovo attacco dalla Russia, Mattarella sceglie il silenzio. Ecco perché

Dopo il nuovo attacco dalla Russia, Mattarella sceglie il silenzio. Ecco perchéPodgorica, 17 feb. (askanews) – Nessun commento. Sceglie il silenzio Sergio Mattarella dopo il nuovo attacco della portavoce del ministero degli Esteri secondo la quale “il paragone della Russia con il Terzo Reich, nell’anno dell’80esimo anniversario della Vittoria sovietica sui nazisti, la Guerra Patriottica, non può essere lasciato senza conseguenze e non lo sarà mai”. La situazione evidentemente tesa suggerisce prudenza e attesa. Su questo e sui prossimi passi eventuali da fare il Colle e la Farnesina, fanno sapere, si muovono insieme. Del resto, fanno notare fonti di governo, non è ancora chiaro il ruolo svolto da Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo. Secondo alcune voci fatte trapelare da Mosca, infatti, potrebbe trattarsi di un regolamento di conti interno all’establishment russo e alla volontà di mostrarsi come “falco” in vista di qualche riequilibrio.


La situazione quindi richiede per ora di non esacerbare ancora di più gli animi, l’Italia, viene ricordato, ha sempre svolto un ruolo di mediatore e di interlocutore con tutti gli attori in campo, e questo deve continuare a fare. Di qui la scelta di non aggiungere altro a quello fatto trapelare nei giorni scorsi dal Quirinale, ossia che il presidente è “assolutamente sereno”, e “richiama al discorso fatto a Marsiglia” quando ha svolto un’analisi sull’attuale situazione internazionale associando la “guerra di conquista” della federazione russa in Ucraina al progetto del Terzo Reich. Intanto oggi sono continuate le attestazioni di stima e la difesa da parte di esponenti politici e parlamentari, seppur con qualche distinguo come quello dei Cinque stelle, mentre dal punto di vista istituzionale si è tenuto un basso profilo. Il momento è reso ancora più delicato dalla presenza di due vertici in contemporanea, quello tra Usa e Russia in Arabia Saudita e quello di Parigi con i leader dei paesi europei che cercano di far valere le loro ragioni nella difficile ricerca di pace per l’Ucraina.


Il capo dello Stato è volato oggi a Podgorica, per una visita ufficiale in Montenegro dove ribadirà la volontà di collaborazione con il paese vicino, “siamo uniti dall’Adriatico” ha detto oggi incontrando i connazionali che lavorano in Montenegro. La posizione italiana è di sostegno all’ingresso del paese balcanico nell’Unione europea per ragioni di amicizia e vicinanza. Con le tensioni che si registrano nell’area, (in Serbia da mesi ci sono manifestazioni di protesta in piazza contro il governo e il presidente Aleksandar Vucic accusati tra l’altro di corruzione e controllo sui media) l’Italia cerca di sostenere il governo europeista del Montenegro.

Conte chiama in piazza, Schlein e Avs: noi ci siamo. Nodo piattaforma

Conte chiama in piazza, Schlein e Avs: noi ci siamo. Nodo piattaformaRoma, 17 feb. (askanews) – Il sasso è stato lanciato. A farlo il presidente M5S Giuseppe Conte: “siamo pronti ad una grande mobilitazione di piazza” contro il governo Meloni e la Commissione europea che “mettono il cappio al collo a famiglie e imprese, mentre offrono champagne a banche e industrie delle armi”. Una mobilitazione tutta da costruire su cui Conte ha di fatto voluto dare le carte senza dilungarsi in dettagli e che, nel ‘campo’ dell’area progressista e/o di centrosinistra, ha registrato subito le prime reazioni.


Disponibilità a “organizzarla insieme” è arrivata dalla segretaria dem Elly Schlein sul refrain dell’essere ‘testardamente unitari’ contro l’esecutivo Meloni. “Per manifestare sulla questione sociale, i salari bassi, le pensioni, le bollette noi ci siamo e ci saremo sempre contro la propaganda di questo governo”, ha precisato. Avs con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni hanno accolto l’idea non solo come occasione di “convergenza” delle opposizioni ma pure sui temi, su cui c’è “sintonia”. A mettere il dito su una potenziale piaga Riccardo Magi di +Europa: “se i temi sono bollette, mancanza di lavoro, crisi industriali, sanità, diritti noi ci siamo. Se è invece una piazza per dire no al sostegno a Kiev e quindi sì alla politica imperialista di Putin, noi non ci saremo”. Uno scenario che, se si materializzasse, rischierebbe di provocare diversi distinguo nel Pd tra riformisti e ‘pacifisti’. Nell’intervista a ‘La Stampa, Conte è sembrato volersi smarcare in anticipo sul coinvolgimento degli ‘alleati’: “i nostri primi alleati sono i cittadini, quell’Italia che non si rassegna al declino, all’impunità di chi si sente intoccabile e al di sopra della legge”, ha risposto a domanda diretta. Dal Movimento Cinque Stelle si è poi fatto notare che non c’è ancora una data né una ‘veste’ della mobilitazione, e si puntualizza che l’iniziativa non vuole ridursi ad una photo ‘opportunity’ dei leader dell’opposizione ma vuole essere un percorso di coinvolgimento dei cittadini nel dibattito pubblico. Una mobilitazione tutta da costruire quindi, un bilancio al contrario dei primi due anni di governo del centrodestra.


D’altronde il ventaglio di argomenti toccati da Conte è ampio: c’è certamente la questione economico-sociale ma anche le critiche all’economia di guerra invocata da Bruxelles, dopo l’aggressione russa all’Ucraina, e la bocciatura dello scorporo dal patto di stabilità delle spese militari. Spese, osserva, che drenano risorse che altrimenti potrebbero essere impiegate ad esempio per investimenti sulla politica industriale e il lavoro. Chissà se la mobilitazione troverà una saldatura con la Cgil di Maurizio Landini, al momento impegnata sul dossier dei cinque referendum (dal jobs act alla cittadinanza).


Il sasso è stato lanciato nello stagno. Vedremo che spinte a fare e pensare porterà.

A Genova al via la sfida per il dopo Bucci, la numero 2 del Coni Salis vs vicesindaco Piciocchi

A Genova al via la sfida per il dopo Bucci, la numero 2 del Coni Salis vs vicesindaco PiciocchiGenova, 17 feb. (askanews) – Sarà la vicepresidente del Coni ed ex campionessa italiana di lancio del martello Silvia Salis la candidata sindaco di Genova per il centrosinistra. L’annuncio è arrivato proprio in contemporanea con la presentazione ufficiale del candidato del centrodestra, l’attuale vicesindaco reggente Pietro Piciocchi, davanti a tutti i coordinatori regionali dei partiti della coalizione, compreso il vice ministro leghista Edoardo Rixi, e al presidente della Regione Liguria ed ex sindaco del capoluogo ligure Marco Bucci, che aveva spinto da subito per la sua investitura.


Una mossa a sorpresa che permette al Pd di tenere insieme quel campo largo progressista che alle ultime elezioni regionali in Liguria il candidato del centrosinistra Andrea Orlando non era riuscito a realizzare per l’opposizione del M5s all’entrata in coalizione di Italia Viva. A pesare sulla scelta di una candidata civica come Silvia Salis, secondo quanto trapelato da fonti del centrosinistra, sarebbe stato anche un sondaggio commissionato a Tecnè che dava la vicepresidente del Coni vincente sul vicesindaco uscente con il 51% dei consensi. Tutto si è deciso nel fine settimana. In un primo incontro sabato i rappresentanti liguri del Pd hanno comunicato a Silvia Salis il sostegno compatto del partito che a Genova alle Regionali ha sfiorato il 30% e dunque la disponibilità a rinunciare alla candidatura di un proprio esponente, a condizione che attorno al suo profilo civico e al suo nome si realizzasse la convergenza larga delle opposizioni di centrosinistra dai Cinque Stelle a Italia Viva che alle Regionali era mancata, costando la sconfitta al centrosiniostra guidato da Andrea Orlando.


Da qui una maratona domenicale genovese Salis-Pd per chiedere e ottenere il consenso di Cinque Stelle (primi a essere consultati la mattina e ultimi a dare la risposta a tarda sera al termine di una valutazione interna), Avs e Italia Viva. Ha fatto invece eccezione Azione che, impegnata nel we di congresso, comunicherà entro domani la sua decisione. Una consultazione-maratona con tutta la coalizione larga alternativa al centrodestra forte di un sondaggio Tecnè della scorsa setttimana che vedrebbe Salis vincere con il 51% su Picciocchi, con oltre 3-4 punti di distacco. E che ha riguardato anche altri possibili candidati civici a sindaco, come Filippo Biolè. Il quale si è riservato valutare nei prossimi la possibilità di rinunciare alla propria corsa solitaria per convergere nel sostegno a Salis che conterà almeno di una lista civica apartitica collegata al suo nome.


A spingere i vertici genovesi del Pd ad accelerare sulla scelta del candidato sindaco sarebbe stata anche la notizia della possibile decisione già oggi in Consiglio dei ministri della data delle elezioni amministrative, invece poi slittato a mercoledì.La stessa ragione che aveva forse indotto Piciocchi a presentare oggi in conferenza stampa la sua corsa. Alla fine della giornata, invece, la data certa delle elezioni a Genova per il dopo Bucci ancora non c’è ma i due principali contendenti ora sono in campo.

Italia-Montenegro, Mattarella arrivato a Podgorica per visita ufficiale

Italia-Montenegro, Mattarella arrivato a Podgorica per visita ufficialePodgorica, 17 feb. (askanews) – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato a Podgorica per una visita ufficiale in Montenegro.


In serata incontrerà la comunità italiana che vive in Montenegro. Domani l’incontro con il presidente del Montenegro, Jakov Milatovic. Dopo i colloqui si terrà una conferenza stampa. Per il governo è presente il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli.


La visita continuerà nella tarda mattinata con L’ Inaugurazione della mostra “Montenegro e Italia: incontro di due popoli” accompagnato dalla ministra della Cultura e dei Media, Tamara Vujovic. Infine nel pomeriggio di domani il capo dello Stato incontrerà il primo ministro, Milojko Spajic.

Russia, lungo applauso aula Camera a sostegno Mattarella

Russia, lungo applauso aula Camera a sostegno MattarellaRoma, 17 feb. (askanews) – Lungo applauso dell’aula della Camera per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.


“Voglio esprimere nuovamente, a nome di tutto il Pd, la nostra solidarietà e il nostro sostegno al nostro presidente della Repubblica per le inaccettabili e ripetute minacce che abbiamo ascoltato in questi giorni dai rappresentanti del governo russo”, ha detto la presidente dei deputati dem Chiara Braga suscitando l’applauso dei deputati presenti di maggioranza e di opposizione che si sono alzati in piedi. “Il paese si riconosce nelle parole di Mattarella, parole di pace, di democrazia, di libertà. Siamo convinti che in queste ore così complesse e cariche di incognite sia necessario reagire a un attacco nei confronti dell’unità dell’Europa. Ci aspettiamo dal governo parole inequivocabili e iniziative che siano a tutela e a difesa della più alta istituzione della nostra Repubblica”, ha aggiunto Braga.


(segue)

Centri migranti in Albania, Meloni: determinati a trovare soluzioni. L’Europa è al fianco del governo

Centri migranti in Albania, Meloni: determinati a trovare soluzioni. L’Europa è al fianco del governoRoma, 17 feb. (askanews) – In materia di contrasto all’immigrazione illegale il governo non dimentica “l’impegno sulle soluzioni innovative” come “il protocollo Italia-Albania”, che “il Governo è determinato a portare avanti proprio e soprattutto alla luce dell’interesse e del sostegno mostrato da sempre più nazioni europee”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento alla Conferenza dei prefetti e dei questori d’Italia presso la Scuola Superiore Amministrazione dell’Interno.


“Noi – ha assicurato Meloni – siamo determinati a trovare una soluzione ad ogni ostacolo che appare non solo perché crediamo nel protocollo ma anche perché rivendichiamo il diritto della politica di governare secondo le indicazioni dei cittadini, il dovere della politica è di assumersi le sue responsabilità, il governo dei flussi migratori è ovviamente una questione sulla quale l’indicazione che arriva dalla maggioranza dei cittadini è molto chiara e i cittadini ci chiedono di fermare l’immigrazione illegale perché l’immigrazione illegale produce insicurezza, mancata integrazione, incapacità di garantire lo stato di diritto e anche perché l’immigrazione illegale di massa è la prima nemica della migrazione legale”. “Quindi noi siamo impegnati a ristabilire un principio banale, cioè che in Italia si entra solo legalmente”, ha ribadito Meloni.


“Ho letto – ha proseguito Meloni – una dichiarazione del commissario europeo per gli Affari interni e le migrazioni Brunner che dice che ‘sul protocollo tra Italia e Albania siamo a fianco del governo italiano’”. Questo grazie al “lavoro” fatto in Europa, ha rivendicato, per proporre “soluzioni pragmatiche e non ideologiche che cercano di trovare una risposta per tutti, perchè non possiamo scaricare un problema su un altro partner come è stato fatto nei nostri confronti”. Questo, conferma “interesse e attenzione” nei confronti delle “nostre soluzioni innovative, a dispetto di quel che alcuni pensavano”. In materia di immigrazione, ha, infine, spiegato Meloni, “ci sono alcune priorità: il governo continua a ritenere ovviamente necessaria, ormai urgente, una revisione della direttiva rimpatri del 2008, il concetto di paese terzo sicuro, penso che sia importante anticipare l’entrata in vigore di quanto previsto dal nuovo patto di immigrazione e asilo sulla definizione di paese di origine sicuro anche per fare un po’ chiarezza su un tema molto controverso e oggetto di provvedimenti giudiziari che appaiono disattendere quanto stabilito con legge dal Parlamento italiano”.

Sicurezaza, Meloni: lassismo finito, è il tempo delle regole e della legalità

Sicurezaza, Meloni: lassismo finito, è il tempo delle regole e della legalitàRoma, 17 feb. (askanews) – “E’ finito il tempo del lassismo, della sottovalutazione, dello Stato che si volta dall’altra parte. E’ il tempo della legalità e del rispetto delle regole, di uno Stato autorevole che sa dimostrare con i fatti che la legalità e la sicurezza dei cittadini vengono prima di qualsiasi altra cosa”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Conferenza dei prefetti e dei questori d’Italia.


“E questo è il tempo in cui i servitori dello Stato possono riscoprire il valore immenso del lavoro che fanno”, ha aggiunto.

Centri Albania, Meloni: l’Europa è al fianco del governo italiano

Centri Albania, Meloni: l’Europa è al fianco del governo italianoRoma, 17 feb. (askanews) – “Ho letto una dichiarazione del commissario europeo per gli Affari interni e le migrazioni Brunner che dice che ‘sul protocollo tra Italia e Albania siamo a fianco del governo italiano’”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Conferenza dei prefetti e dei questori d’Italia.


Questo grazie al “lavoro” fatto in Europa, ha rivendicato, per proporre “soluzioni pragmatiche e non ideologiche che cercano di trovare una risposta per tutti, perchè non possiamo scaricare un problema su un altro partner come è stato fatto nei nostri confronti”. Questo, ha concluso, conferma “interesse e attenzione” nei confronti delle “nostre soluzioni innovative, a dispetto di quel che alcuni pensavano”.