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Meloni: inizia la partita più dura, non ci disarcioneranno

Meloni: inizia la partita più dura, non ci disarcionerannoRoma, 12 set. (askanews) – “Abbiamo alle spalle mesi incredibili, penso che rimarranno per sempre scolpiti nella nostra memoria, e speriamo non solo nella nostra. Personalmente, sono mesi dei quali vado molto orgogliosa. Per noi e per la nostra storia e per aver realizzato un sogno che era di tanti”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, secondo quanto si apprende, rivolgendosi alla platea dell’assemblea nazionale di Fdi.

Ma “come in ogni campionato che si rispetti, la partita che si apre è più dura di quella che si ha alle spalle. Ho bisogno di tutta la concentrazione, la lucidità, la responsabilità e l’ambizione – nel senso buono del termine – delle quali siete capaci”. “Perché se qualcuno dovesse pensare che l’anno passato sia stato difficile, signori, temo – ha avvertito – che non abbiate visto niente. Il dibattito politico sarà ancora più feroce, gli attacchi si moltiplicheranno, le trappole e i tentativi di disarcionarci anche. Per due ragioni: la prima è che questa stagione si chiuderà con le elezioni europee; la seconda è che, legandolo ai prossimi traguardi, noi ci accontentiamo di aver vinto le elezioni. Non stiamo qui goderci gli effimeri soddisfazioni del potere, ma per governare e cambiare le cose che non vanno. Quello che abbiamo dimostrato fin qui è che abbiamo il coraggio, la libertà, e la solidità per farlo”.

Governo, Meloni: inizia partita più dura, non ci disarcioneranno

Governo, Meloni: inizia partita più dura, non ci disarcionerannoRoma, 12 set. (askanews) – “Abbiamo alle spalle mesi incredibili, penso che rimarranno per sempre scolpiti nella nostra memoria, e speriamo non solo nella nostra. Personalmente, sono mesi dei quali vado molto orgogliosa. Per noi e per la nostra storia e per aver realizzato un sogno che era di tanti”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, secondo quanto si apprende, rivolgendosi alla platea dell’assemblea nazionale di Fdi.

Ma “come in ogni campionato che si rispetti, la partita che si apre è più dura di quella che si ha alle spalle. Ho bisogno di tutta la concentrazione, la lucidità, la responsabilità e l’ambizione – nel senso buono del termine – delle quali siete capaci”. “Perché se qualcuno dovesse pensare che l’anno passato sia stato difficile, signori, temo – ha avvertito – che non abbiate visto niente. Il dibattito politico sarà ancora più feroce, gli attacchi si moltiplicheranno, le trappole e i tentativi di disarcionarci anche. Per due ragioni: la prima è che questa stagione si chiuderà con le elezioni europee; la seconda è che, legandolo ai prossimi traguardi, noi ci accontentiamo di aver vinto le elezioni. Non stiamo qui goderci gli effimeri soddisfazioni del potere, ma per governare e cambiare le cose che non vanno. Quello che abbiamo dimostrato fin qui è che abbiamo il coraggio, la libertà, e la solidità per farlo”.

Mattarella: le morti sul lavoro feriscono il nostro animo, non stiamo facendo abbastanza

Mattarella: le morti sul lavoro feriscono il nostro animo, non stiamo facendo abbastanzaRoma, 12 set. (askanews) – “In occasione dell’avvio del corso di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro desidero porgere un caloroso saluto a tutti i partecipanti. Le morti sul lavoro feriscono il nostro animo. Feriscono le persone nel valore massimo dell’esistenza, il diritto alla vita. Feriscono le loro famiglie. Feriscono la società nella sua interezza. Lavorare non è morire”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato alla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone.

“Il nostro Paese – ha sottolineato il capo dello Stato – colloca il diritto al lavoro e il diritto alla salute tra i principi fondanti della Repubblica. Non è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro. I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza”. A giudizio del presidente della Repubblica “la cultura della sicurezza deve permeare le Istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro. A voi, ispettori tecnici, spetta un ruolo attivo in questo processo di garanzia e di prevenzione. Faccio appello alle vostre intelligenze e al vostro impegno per contrastare una deriva che causa troppe vittime. Anche da voi e dalla vostra attività dipende la vita di madri, padri, figli, lavoratrici e lavoratori che, finito il proprio turno, hanno il diritto di poter tornare alle loro famiglie”.

“Mentre rivolgo ai nuovi ispettori tecnici il mio incoraggiamento, ringrazio gli ispettori già in servizio – che ogni giorno si spendono per intercettare le irregolarità in materia di sicurezza e garantire l’applicazione delle regole – e formulo a tutti i migliori auguri di buon lavoro”, ha concluso Mattarella.

Morti sul lavoro, Mattarella: non stiamo facendo abbastanza

Morti sul lavoro, Mattarella: non stiamo facendo abbastanzaRoma, 12 set. (askanews) – “In occasione dell’avvio del corso di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro desidero porgere un caloroso saluto a tutti i partecipanti. Le morti sul lavoro feriscono il nostro animo. Feriscono le persone nel valore massimo dell’esistenza, il diritto alla vita. Feriscono le loro famiglie. Feriscono la società nella sua interezza. Lavorare non è morire”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato alla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone.

“Il nostro Paese – ha sottolineato il capo dello Stato – colloca il diritto al lavoro e il diritto alla salute tra i principi fondanti della Repubblica. Non è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro. I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza”. A giudizio del presidente della Repubblica “la cultura della sicurezza deve permeare le Istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro. A voi, ispettori tecnici, spetta un ruolo attivo in questo processo di garanzia e di prevenzione. Faccio appello alle vostre intelligenze e al vostro impegno per contrastare una deriva che causa troppe vittime. Anche da voi e dalla vostra attività dipende la vita di madri, padri, figli, lavoratrici e lavoratori che, finito il proprio turno, hanno il diritto di poter tornare alle loro famiglie”.

“Mentre rivolgo ai nuovi ispettori tecnici il mio incoraggiamento, ringrazio gli ispettori già in servizio – che ogni giorno si spendono per intercettare le irregolarità in materia di sicurezza e garantire l’applicazione delle regole – e formulo a tutti i migliori auguri di buon lavoro”, ha concluso Mattarella.

Meloni: addio a Rosa Scafa, prima poliziotta in Italia

Meloni: addio a Rosa Scafa, prima poliziotta in ItaliaRoma, 12 set. (askanews) – “Ci ha lasciato Rosa Scafa, la prima donna poliziotta in Italia. ‘Mi sono innamorata dalla Polizia ed è stato bellissimo’, così si raccontava in un’intervista di pochi anni fa, descrivendo quanto tenesse al suo lavoro e alla sua divisa, indossata con orgoglio per oltre 30 anni. Grazie per aver servito con onore e dedizione l’Italia, che la terra ti sia lieve”. Così la premier Giorgia Meloni in un post su Facebook.

Rosa Scafa, si legge sul sito della Polizia di Stato, “si era arruolata a 27 anni nel 1952 ed era rimasta in servizio per 33 anni congedandosi nel 1985 anche se, Rosa Scafa, una delle prime donne ad entrare in Polizia, quella uniforme, nel suo animo non se l’era mai tolta. Oggi ci ha lasciato a 98 anni una donna che a Trieste, nel suo piccolo, ha fatto un pezzo di storia”. Sotto il governo alleato, quando ancora la città era amministrata dagli anglo-americani, lei decise di entrare nella Polizia femminile della città venendo assegnata a compiti di tutela e controllo dei minori e delle prostitute. In un’intervista di qualche anno fa confessò che lo fece per trovare un lavoro e fuggire dalla povertà nell’Italia del dopoguerra; subito però si appassionò al suo lavoro dando conforto, supporto e aiuto ai tanti bambini e alle donne in difficoltà.

Nel 1960, quando Trieste era stata già riassegnata all’ Italia da diversi anni, le fu offerta l’opportunità di transitare nei ruoli della Polizia femminile dell’Amministrazione della pubblica sicurezza o di diventare un’impiegata civile: Rosa non ebbe alcun dubbio ed indossò l’uniforme della Polizia italiana sino al 1985, quando, raggiunti i limiti di età, fu “costretta” alla pensione.

Meloni: senza una visione politica omogeneavl’Europa è dei burocrati

Meloni: senza una visione politica omogeneavl’Europa è dei burocrati

Roma, 12 set. (askanews) – “Senza una visione politica omogenea l’Europa è dei burocrati. Abbiamo il dovere di provare a cambiare. Serve un sano bipolarismo che consenta a una nuova maggioranza di poter indicare una strada chiara in una fase storica decisiva per l’Europa”. E’ quanto afferma Giorgia Meloni, in un estratto del libro ‘La versione di Giorgia’ in cui Alessandro Sallusti intervista la Premier.

“L’Europa ha bisogno di fare scelte coraggiose, e quelle scelte per come la vedo io sono possibili solamente se la politica torna centrale e se a sostenere quella politica c’è una maggioranza composta da visioni non dico identiche ma almeno omogenee e compatibili”, sostiene la Presidente del Consiglio.

Meloni ricorda che l’attuale Parlamento europeo “fa perno su una alleanza tra popolari, socialisti e liberali di centrosinistra” con “un’aggravante: la timidezza della parte moderata ha lasciato campo libero a un’agenda politica in cui il rosso e il verde hanno preso il sopravvento, almeno fino a pochi mesi fa. È per questo che abbiamo il dovere di provare a cambiare”.

“Come in Italia – prosegue – governi sorretti da maggioranze così eterogenee, costretti a tenere insieme con il bilancino interessi in natura inconciliabili, finiscono per produrre politiche poco coraggiose, prive di visione. E senza visione, senza politica, si crea un vuoto che è riempito dalla burocrazia, i famigerati euroburocrati”.

Meloni si dice convinta che se si dimostra, “come stiamo facendo, che può esistere una destra di governo in una grande democrazia europea, seria e affidabile, ma anche coerente, se dimostriamo che le nostre ricette, demonizzate per anni, sono invece efficaci, allora quello che è accaduto da noi può accadere altrove. E le elezioni europee del 2024 possono diventare l’inizio di una nuova stagione”.

“La famiglia è l’istituzione più sotto attacco” e “la disgregazione” della famiglia, “intesa come l’unione tra un uomo e una donna” da cui possono venire “naturalmente al mondo i bambini” non può che portare “alla disgregazione della società nel suo complesso” dice la Premier in un estratto dell’anticipazione di un brano del volume ‘La versione di Giorgia’ riportato su ‘Avvenire’.

Mentre, sostiene la Premier, “a stare appresso alla sinistra stiamo statalizzando l’istituto famiglia: via le denominazioni madre e padre, via l’identità sessuale dei figli, regole educative calate dall’alto e imposte per legge, cancellazione selettiva dalla storia”. E lo si sta facendo usando il grimaldello della stessa “donna” e “soprattutto in quanto potenziale madre”.

“Le scelte sono individuali e si rispettano, ma la società, e la politica, devono preservare ciò che di più prezioso abbiamo. Ne consegue che chi vorrebbe che i figli si potessero comprare, scegliere da un catalogo, rifiutare se non fossero all’altezza delle nostre aspettative, non si rende conto di quale mondo contribuisce a imporre. Per questo continueremo la nostra battaglia contro l’utero in affitto, una pratica abominevole che nasconde un’altra nuova schiavitù sulla pelle delle donne, tendenzialmente povere”, conclude Meloni.

Ue, Salvini insiste su Le Pen: chi mette veti aiuta sinistra

Ue, Salvini insiste su Le Pen: chi mette veti aiuta sinistraMilano, 11 set. (askanews) – Sventolare la bandiera del contrasto alle “Eurofollie”, fare proprie le istanze della destra, dal contrasto all’immigrazione alla resistenza nei confronti della transizione verde. E poi addossare agli alleati la responsabilità delle apparentamente inevitabili divisioni in Europa. La strategia della Lega in vista delle Europee è ormai delineata, e le tensioni con Fi e FdI non fanno demordere Matteo Salvini. Che anzi rilancia, puntando sui distinguo europei per uscire dal cono d’ombra in cui in Italia e sui palcoscenici internazionali è relegato dalla premiership di Giorgia Meloni.

Del resto le posizioni sono ormai cristallizzate: la Lega gioca tutte le sue carte sull’alleanza con Marine Le Pen, invitata anche sul palco di Pontida; Antonio Tajani contrasta fieramente questa linea, confortato dal posizionamento degli alleati del Ppe che ieri con Weber hanno chiuso ogni dialogo a destra. Mentre FdI, è il ragionamento di un esponente leghista, “dovrà scegliere, se acconciarsi a fare la ruota di scorta della maggioranza Ursula, una stampella, o seguire Salvini nel tentativo di una maggioranza di centrodestra”. Anche perchè, aggiunge un altro uomo del Carroccio, “sono Fi e FdI che vanno fuori asse rispetto alla maggioranza italina: il nostro tentativo è per aggiungere i voti necessari per una maggioranza di centrodestra, sono gli altri che invece starebbero anche dall’altra parte…”, ovvero in un’alleanza con Socialisti e Liberali. Tanto che le parole di Weber sul dialogo coi Socialisti vengono definite “assurde” dai vertici leghisti in Ue, Zanni e Camponesi: “In Ue serve un netto cambio di rotta e di maggioranza: chi non lavora per un centrodestra unito anche in Europa fa il gioco della sinistra”. Posizionamenti che ovviamente servono a definire i rapporti di forza: in Europa ma anche nella maggioranza italiana, con gli uomini di Salvini convinti che stavolta i voti presi peseranno: “Il centrodestra unito governa Comuni, Regioni e Paese: se non vogliamo riconsegnare l’Europa al centrosinistra, ai socialisti, ai comunisti e a Macron, l’unica alternativa è il centrodestra unito”, ripete il leader leghista. “Non mi permetto di dire agli alleati del centrodestra ‘non voglio Tizio non voglio Caio’ e quindi – ha spiegato – mi auguro che il centrodestra unito in Italia lo sia anche in Europa”, perchè “se uno comincia a dire no vuol dire che ci sarà un altro governo con i socialisti, quindi le follie delle auto solo elettriche e nulla sull’immigrazione, bistecche finte e farina d’insetti”.

Un concetto che a microfoni spenti i leghisti declinano più velenosamente: “Se facevamo noi gli schizzinosi, Fratelli d’Italia stava ancora all’angolo, come un appestato. Non è che per stare al goveno bisogna dimenticare quanto subìto…”. Per gli uomini del Carroccio “serve pragmatismo, e come in Italia anche in’Europa un programma comune è possibile: ci si può mettere d’accordo senza rinunciare a se stessi e alla propria identità”. Guardando anche a quelo che farà Matteo Renzi, “che sta assumendo una posizione eurocritica”.

In centinaia al funerale laico di De Masi. Conte: amico del M5s

In centinaia al funerale laico di De Masi. Conte: amico del M5sRoma, 11 set. (askanews) – Centinaia di persone hanno riempito il Tempio di Adriano a Roma, dove alle 11 è stata aperta la camera ardente per dare l’ultimo saluto a Domenico De Masi, il sociologo del lavoro, morto sabato scorso nella capitale all’età di 85 anni. A mezzogiorno è iniziata una cerimonia laica aperta dalla moglie di De Masi, Susi Del Santo, che ha voluto ringraziare tutta la redazione de ‘Il Fatto Quotidiano’ per aver permesso a “Mimmo di realizzare un sogno all’età di 85 anni: creare una scuola per formare cittadini consapevoli”.

La vedova del professore emerito de La Sapienza ha ricordato anche la città di Ravello, “il suo luogo dell’anima”, dove “ha scritto gran parte dei suoi libri, ha ottenuto la cittadinanza onoraria e per otto anni è stato anche presidente del Festival di Ravello”. “Immagino Mimmo accolto in una dimensione alta da un comitato composto tra gli altri da Jean-Paul Fitoussi, Lina Wertmuller, Luciano De Crescenzo”, ha concluso il suo intervento Susi Del Santo.

Nel corso della cerimonia ha preso la parola anche il leader di M5s, Giuseppe Conte, che ha sottolineato come De Masi sia stato “un grande amico del MoVimento” e “una grande fonte di ispirazione per tutti noi, mantenendo la sua indipendenza e il suo spirito critico”. Conte ha ricordato come il professore abbia avuto “per M5s una funzione di stimolo critico, anche nella nostra organizzazione, in qualità di grande studioso dei movimenti politici”. “Mimmo non ha mai perso l’allegria”, ha aggiunto Conte. “Oggi gli faremmo un torto ad essere tristi. Il Movimento 5 stelle ti ricorderà sempre con il sorriso”, ha concluso.

A prendere la parola anche il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, l’ex ministro Enrico Giovannini, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde, l’ex sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, la giornalista Myrta Merlino, amica di famiglia. Tra i tanti presenti, colleghi e studenti di De Masi, e semplici cittadini, anche il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, l’ex calciatore, Marco Tardelli, l’attrice Marisa Laurito, l’economista Innocenzo Cipolletta, il giornalista Antonio Padellaro. La camera ardente si chiude alle 16.

Meloni: l’11 Settembre 2001 colpiti i valori fondanti la civiltà dell’Occidente

Meloni: l’11 Settembre 2001 colpiti i valori fondanti la civiltà dell’OccidenteRoma, 11 set. (askanews) – “L’11 settembre del 2001 non rappresenta solo una data che devastò il cuore degli Stati Uniti d’America. Quel giorno ad essere colpito fu l’intero Occidente e, con esso, i valori fondanti della nostra libera civiltà, della nostra storia e della nostra cultura”. Lo dichiara via social la premier Giorgia Meloni.

“A distanza di 22 anni da quei terribili attacchi terroristici – prosegue- il nostro pensiero e le nostre preghiere sono rivolte alle vittime innocenti, insieme a un abbraccio che rivolgiamo ai familiari e ai cari. Nell’onorare la loro memoria, rinnoviamo oggi, come allora, il nostro impegno nella lotta al fondamentalismo islamico e a ogni forma di terrorismo. Per non dimenticare”.

11 Settembre, Meloni: colpiti i valori fondanti civiltà Occidente

11 Settembre, Meloni: colpiti i valori fondanti civiltà OccidenteRoma, 11 set. (askanews) – “L’11settembre del 2001 non rappresenta solo una data che devastò il cuore degli Stati Uniti d’America. Quel giorno ad essere colpito fu l’intero Occidente e, con esso, i valori fondanti della nostra libera civiltà, della nostra storia e della nostra cultura”. Lo dichiara via social la premier Giorgia Meloni.

“A distanza di 22 anni da quei terribili attacchi terroristici – prosegue- il nostro pensiero e le nostre preghiere sono rivolte alle vittime innocenti, insieme a un abbraccio che rivolgiamo ai familiari e ai cari. Nell’onorare la loro memoria, rinnoviamo oggi, come allora, il nostro impegno nella lotta al fondamentalismo islamico e a ogni forma di terrorismo. Per non dimenticare”.