Roma, 24 mar. (askanews) – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme alle più alte cariche dello Stato, ha partecipato alla cerimonia commemorativa del 79° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Dopo la deposizione da parte del Capo dello Stato di una corona d’alloro sulla lapide dedicata ai Caduti del 24 marzo 1944, sono intervenuti il Presidente dell’ANFIM, Francesco Albertelli e Marco Trasciani, Segretario Generale ANIFIM, che ha letto i nomi dei Martiri.
La commemorazione è proseguita con la preghiera cattolica recitata dal Cappellano Militare, Mons. Sergio Siddi e con la preghiera ebraica officiata dal Rav. Riccardo Di Segni, Rabbino Capo della comunità ebraica di Roma. Al termine, il Presidente Mattarella ha reso omaggio, all’interno del Mausoleo Ardeatino, alle vittime dell’eccidio.
“Oggi l’Italia rende omaggio a 335 vite spezzate dalla furia nazista. Ricordare e tramandare la memoria dell’eccidio delle Fosse Ardeatine è un dovere di tutti perché quanto avvenne il 24 marzo 1944 rappresenta una delle pagine più brutali e vergognose della nostra storia”. Così il Presidente del senato Ignazio La Russa che questa mattina ha partecipato alla commemorazione al Mausoleo delle Fosse Ardeatine insieme al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “In occasione della commemorazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, desidero esprimere una preghiera per le 335 vittime della ferocia nazista e rendere il mio deferente omaggio alle famiglie che persero i propri cari. Preservare la memoria di quella pagina orribile della nostra Storia significa anche richiamare le generazioni più giovani all’importanza di coltivare tutti i giorni i valori della libertà e della democrazia”. E’ quanto afferma in una nota il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
Roma, 24 mar. (askanews) – Verso una stretta sugli sgomberi delle occupazioni abusive pubbliche e private. La commissione Giustizia della Camera ha avviato l’iter di due Pdl della Lega che introducono nel codice penale una nuova fattispecie di reato e una specifica procedura per l’immediato rilascio di immobili occupati, senza pronuncia ex ante dell’autorità giudiziaria, e con l’arresto “obbligatorio” in flagranza di reato se non si restituisce l’immobile dopo che è stato emanato l’ordine.
Una proposta, a firma Bisa e altri, introduce la fattispecie di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui punendo con la reclusione da 2 a 7 anni chiunque mediante violenza, artifizi o raggiri, si impossessa, occupa o detiene senza titolo legittimo un immobile destinato a domicilio altrui, ovvero vi impedisce il rientro del proprietario o del detentore legittimo o si “intromette, coopera, riceve o corrisponde denaro o altra utilità per l’occupazione dell’immobile o cede ad altri l’immobile occupato”. Con l’arresto in flagranza di reato che diventa obbligatorio se non si restituisce l’immobile dopo che è scattato l’ordine dell’autorità. Secondo la norma, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria dovranno recarsi entro 24 ore dalla denuncia sul posto per verificare se gli occupanti hanno “titoli giustificativi” e “dopo aver accertato l’estromissione arbitraria ordinano l’immediato rilascio”. Se l’occupante nega l’accesso o fa resistenza “anche passiva, intimano all’occupante e a chiunque si trovi all’interno dell’immobile di rilasciarlo, con espresso avvertimento che, in difetto, si procederà anche con la forza”.
Delle operazioni e degli accertamenti dovrà essere redatto verbale, da trasmettere entro 48 ore, al pubblico ministero che, entro ulteriori 48 ore, dovrà o convalidare l’arresto e decretare la restituzione definitiva dell’immobile oppure disporre la restituzione dell’immobile a colui che lo aveva occupato. La secondo Pdl, a prima firma Bof e altri, inserisce il reato di ‘Occupazione abusiva di alloggi pubblici o privati’, adibiti a residenza principale, punito con la reclusione da un mese a 2 anni e con la multa da 1.000 a 5.000 euro. Con l’aggravante della pena aumentata di un terzo nel caso di mancato rilascio dell’alloggio entro 48 ore dalla presentazione della querela di parte e se la persona offesa ha un’età superiore a 65 anni, è disabile o è affetta da una grave patologia.
Nel caso in cui l’alloggio non venga restituto entro 48 ore dalla presentazione della querela, se è di proprietà pubblica, “si procede con ordinanza allo sgombero” e se è di proprietà privata, la polizia interviene “senza indugio e senza attendere il provvedimento di un giudice”. Dopo la relazione illustrata da Davide Bellomo (Lega), il rappresentante del governo, il viceministro Francesco Paolo Sisto, si è riservato di intervenire nella prossima seduta.
Bruxelles, 24 mar. (askanews) – “Oggi l’Italia onora le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Spetta a tutti noi – Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell’informazione – ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno”, conclude.
Bruxelles, 24 mar. (askanews) – “Oggi l’Italia onora le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Spetta a tutti noi – Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell’informazione – ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno”, conclude.
Bruxelles, 23 mar. (askanews) – Il “disgelo” è arrivato nella serata di Bruxelles. Al termine del Consiglio europeo Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron si sono incontrati faccia a faccia per il primo bilaterale “vero” dopo gli incontri informali a Roma (quando lei era stata appena eletta) e a Sharm el-Sheikh, a margine di Cop27.
Nel mezzo mesi di tensioni, incomprensioni, un grande “freddo” che era apparso evidente nei vari appuntamenti internazionali in cui si erano incrociati. A determinare la rottura era stata la contesa sui migranti e sulle navi delle Ong, con uno scambio di accuse reciproche tra Roma e Parigi. Nella capitale belga è giunto il momento del riavvicinamento: i due Paesi sono troppo importanti l’uno per l’altro. Meloni ha bisogno di sponde europee sui migranti e la riforma del Patto di stabilità, Macron (alle prese con le proteste contro la riforma delle pensioni) deve creare alleati intorno ad alcune questioni che gli stanno a cuore, a partire da nucleare e rilancio della competitività. I due si sono dunque visti al termine dei lavori nell’hotel del centro in cui entrambi alloggiano, sul tavolo una vasta gamma di temi: dai migranti alla riforma del Patto, dall’energia alla competitività. L’incontro con Macron ha chiuso una giornata che Meloni considera positiva. Il tema dei migranti, che nell’ordine del giorno era confinato tra le varie ed eventuali, è stato affrontato a cena, con un report della Commissione Ue sull’attuazione delle decisioni approvate al summit del 9 febbraio. Dieci leader, tra cui Meloni, hanno parlato nel corso del confronto, durato meno di un’ora e dalla delegazione italiana trapela soddisfazione perchè nelle conclusioni viene ribadita la necessità di attuare gli impegni, fissando una verifica al prossimo vertice previsto in giugno (anche se un Consiglio straordinario potrebbe essere fissato a maggio). La condizione della Tunisia – è l’allarme lanciato dalla premier nel suo intervento – è “molto preoccupante”, gli arrivi in Italia sono “triplicati” rispetto al 2002 e se questo trend continuerà la prossima estate la situazione sarà “fuori controllo”. Per questo servono azioni “rapide e concrete”.
Per quanto riguarda i temi economici, Meloni ha ribadito la posizione dell’Italia: l’allentamento dei vincoli agli aiuti di Stato non deve “creare disparità tra Stati membri”. Gli aiuti devono quindi essere “mirati e temporanei” in modo da garantire parità di condizioni e “pieno funzionamento” del mercato unico. Per l’Italia l’obiettivo principale è invece assicurare da parte europea la “piena mobilitazione” dei finanziamenti disponibili e degli strumenti finanziari esistenti, compresi quelli del Pnrr (su cui oggi il ministro Raffaele Fitto ha avuto un confronto con il commissario Paolo Gentiloni). Sulla revisione del Patto di stabilità e crescita, Meloni ha ammesso che “ci sono visioni abbastanza differenti”. Per lei “la sfida” deve essere “una governance più attenta alla crescita e non solamente alla stabilità. Per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti. Ci sono dei passi in avanti ma bisogna ancora lavorare”. Così come c’è da lavorare sul tema della transizione green. “Fermi restando gli obiettivi della transizione, che condividiamo, noi non riteniamo che l’Unione debba occuparsi anche di stabilire quali siano le tecnologie con le quali arrivare a quegli obiettivi”, ha detto, riferendosi in particolare allo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. La Germania sta trattando per ottenere una deroga sui carburanti sintetici che l’Italia ritiene “svantaggiosa”. Possibilità di riaprire la partita, però, sembrano non esserci: “E’ stata approvata con una significativa maggioranza. Non possiamo tornare indietro”, ha detto secca la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.
Al centro del summit anche il sostegno all’Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky, intervenuto da remoto, ha ribadito l’appello per l’invio a Kiev di armi a lunga gittata. Da parte dei 27 c’è la piena garanzia (a parte i distinguo dell’Ungheria) di un pieno sostegno “per tutto il tempo necessario”, eventualmente anche con un nuovo pacchetto di sanzioni. Una linea totalmente sposata da Meloni, arrivata a Bruxelles dopo le prese di posizione della Lega che nei giorni scorsi, alla Camera e al Senato, ha marcato una netta differenziazione rispetto alla posizione da assumere nell’appoggio a Kiev. Parole che certo non rafforzano la posizione internazionale della premier, che però ha minimizzato: “Francamente – ha detto – non mi preoccupa. Non sono preoccupata perchè guardo ai fatti e sulla linea italiana, che è molto chiara, non ho mai avuto problemi”.
Roma, 23 mar. (askanews) – “Ci sono, ci sarò e non resterò in panchina”. E’ quanto avrebbe assicurato ai suoi, il leader di Iv Matteo Renzi, in vista del percorso che porterà al partito unico tra Azione e Iv, durante la riunione che si è tenuta questa sera in collegamento video con i parlamentari, i coordinatori regionali e provinciali e sindaci.
Renzi, secondo quanto riferiscono partecipanti all’incontro, ha ribadito il “pieno impegno” sul partito unico del terzo polo e “anche se lui non si candiderà come segretario, c’è, ci sarà e non resterà in panchina”.
Roma, 23 mar. (askanews) – I capigruppo Pd rischiano di far saltare la gestione unitaria, la decisione di Elly Schelin di indicare due nomi della maggioranza per la guida dei gruppi manda in fibrillazione l’area che ha sostenuto Stefano Bonaccini e mette a dura prova il patto che ha portato il governatore dell’Emilia Romagna alla presidenza del partito. I gruppi si riuniranno prima lunedì pomeriggio, congiuntamente, per un punto sulla situazione politica con la segretaria, e poi separatamente martedì per eleggere i presidenti e le indicazioni che arrivano dalla segreteria restano le stesse: Francesco Boccia al Senato e Chiara Braga alla Camera. Una prospettiva che oggi aveva portato una parte dell’area Bonaccini a parlare di autoconvocazione della mozione, se il presidente Pd non avesse preso l’iniziativa: “Così non ci stiamo”, dicono tutti, anche i più dialoganti. “Serve condivisione”.
Il problema sarà capire cosa si intenda per condivisione: una parte della minoranza – gli ex lettiani, l’area di Matteo Orfini, per esempio – chiede un quadro complessivo condiviso, uno schema che tenga insieme rassicurazioni sulla linea politica, capigruppo scelti in maniera unitaria ma non necessariamente uno di maggioranza e uno di minoranza, riconoscimento adeguato anche in segreteria. L’ala più intransigente, invece, minaccia la conta, molti premono su Debora Serracchiani perché si candidi in contrapposizione alla Braga e qualcuno ipotizza di spingere su Graziano Delrio perché faccia lo stesso al Senato. Infine, altri propongono una soluzione intermedia: non contrapporre candidati alternativi, ma chiedere comunque che i nomi indicati dalla segretaria vengano votati e non acclamati, in modo da mettere agli atti il dissenso. Nella stessa maggioranza, peraltro, qualche perplessità e malumore si coglie. “La cosa si poteva gestire meglio”, dice uno dei sostenitori della Schlein. La gestione della partita, molto accentrata nelle mani della segretaria e dei suoi più fedeli, non convince tutti. “Cose come questa si costruiscono”, aggiunge un altro. Anche l’idea di insistere sui due capigruppo di maggioranza non convince tutti i sostenitori della segretaria: “Così indebolisce Bonaccini, che invece essendo uomo ‘di partito’ potrebbe garantire una navigazione più tranquilla, tenendo a bada i più agguerriti”. Riflessioni a microfoni spenti, però, nessuno farà mancare il proprio voto al momento dell’elezione.
E’ sul fronte Bonaccini che la situazione è molto più delicata. Senza una qualche apertura dalla Schlein quell’area unica di minoranza chiesta dal presidente ai suoi sostenitori rischia di evaporare prima ancora di nascere. “E questo sarebbe un problema innanzitutto per la Schlein”, dice un parlamentare. “A quel punto noi faremo la minoranza e su ogni tema diremo la nostra. A cominciare dai matrimoni egualitari, per dire”. Bonaccini proverà ad evitare lo scontro, ha convocato la riunione dei suoi parlamentari proprio per evitare che ognuno si muova per conto proprio. Cercherà di portare qualche risultato ai propri sostenitori. Si vedrà se la Schlein sceglierà di tendere una mano o se prevarrà la linea di molti suoi stretti collaboratori: “La minoranza dovrà allinearsi, sono divisi e non succederà niente”.
Bruxelles, 23 mar. (askanews) – Sostegno alla riforma del Patto di stabilità più flessibile che la Commissione proporrà a breve, contro chi vorrebbe ‘tornare indietro’ ai tempi dell’austerità, dopo l’esperienza positiva del piano di Recovery ‘NextGenerationEU’, di cui semmai andrebbero resi strutturali, permanenti, alcuni meccansimi, come lo ‘Sure’, soprattutto per sostenere la riqualificazione professionale e la riconversione delle imprese, per evitare che aziende e lavoratori rimangano indietro nella transizione ecologica e digitale.
E soprattutto dimostrare che l’Italia è in grado di cogliere in pieno le opportunità e spendere bene i fondi del Pnrr, che oggi il governo Meloni vuole in parte modificare, ma che non deve essere stravolto nelle sue finalità principali: il Green Deal, la transizione digitale, e anche ‘il contrasto alle disuguaglianze sociali e imprenditoriali’ e tra Nord e Sud del Paese, tenendo conto del grande potenziale del Mezzogiorno per la produzione di energie rinnovabili. Sono i temi, in estrema sintesi, dei colloqui che la segretaria del Pd Elly Schlein ha avuto questo pomeriggio a Bruxelles, con il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni e con il vicepresidente esecutivo della Commissione per il Green Deal, Frans Timmermans, così come la stessa Schlein li ha riferiti nel pomeriggio in un punto stampa sotto la sede della Commissione.
Riforma del Patto di stabilità. ‘Sosteniamo fortemente – ha detto la segretaria del Pd – il tentativo di riforma del Patto di Stabilità, ‘di introdurre elementi di maggiore flessibilità; ‘sarebbe assurdo tornare indietro dopo quello che è accaduto durante la pandemia, dove invece il grande impegno della Commissione, e naturalmente dei commissari che abbiamo incontrato oggi, ha fatto sì che si aprisse una nuova fase dell’Unione europea. L’innovazione del ‘NextGenerationEU’. Schlein ha detto di essere stata ‘colpita’ dal fatto ‘che in un momento di crisi come la pandemia, che ha colpito tutti i paesi europei, ci sia stato un risveglio, ci siano stati alcuni avanzamenti per la prima volta significativi sul terreno della salute, dell’Unione sociale, di uno strumento importante come il meccanismo Sure per il sostegno ai meccanismi di cassa integrazione negli Stati membri, ‘e di uno strumento straordinario di investimento nella giusta direzione come il ‘NextGenerationE.
Rendere permanenti alcuni meccanismi del piano di Recovery. ‘Una delle cose discusse questa mattina con altri leader socialisti durante il pre-vertice del Pse che si è svolto prima del Consiglio europeo in corso a Bruelles ‘è il fatto che noi pensiamo che questo debba diventare uno strumento permanente: dovremo puntare a rendere strutturali questi meccanismi di investimento che permetteranno ai paesi di creare nuovo lavoro di qualità, buona impresa’, al tempo stesso ‘recuperando un equilibrio con il Pianeta, e investendo anche nella trasformazione digitale’, ha detto la segretaria del Pd. Opportunità per il Mezzogiorno. Inoltre, ha continuato, una parte degli investimenti che stiamo facendo è ‘fondamentale per quanto riguarda il Sud del nostro paese. Quello che ho voluto discutere sia con Paolo Gentiloni che con Frans Timmermans è come alcune di queste direttrici di sviluppo sarebbero fondamentali per il Sud, dove abbiamo un potenziale di energia pulita e rinnovabile molto significativo.
Pieno supporto al Green Deal e più sostegno per le Pmi. ‘Voglio rimarcare – ha aggiunto Schlein – il pieno supporto che diamo alla Commissione europea sulle misure che ha intrapreso con il Green Deal e anche con il piano ‘Fit for 55’, e naturalmente su questo chiediamo anche che ci siano ulteriori risorse ammesse, perché è importante che continuiamo ad accompagnare tutta la società, e anche le imprese, specialmente le Pmi in questa conversione, che non sarà banale. Attuazione Pnrr italiano essenziale per prospettive future. Riguardo al fatto che anche tra i socialisti vi sia però chi non è d’accordo con l’idea di rendere permanenti i meccanismi del Recovery, la segretaria del Pd ha osservato: ‘Sicuramente c’è un dibattito interno, e non da oggi, anche nella famiglia socialista; ma io credo che la credibilità per andare avanti in questa direzione passerà anche dalla capacità dell’Italia di sfruttare queste opportunità, di spendere bene e nei tempi previsti questi investimenti. Io credo – ha sottolineato – che sia fondamentale perché è da lì che passa il nostro futuro. E penso che, spendendo bene quelle risorse, riusciremo a dimostrare anche agli altri paesi europei che tutto questo può avere un vantaggio se non si lascia indietro nessuno, e soprattutto i territori che sono più affaticati, non solo nel nostro paese, ma anche negli altri; e quindi anche sulla questione sociale, territoriale, c’è uno sforzo importante da fare. A questo proposito, ha notato Schlein, ‘mi ha fatto piacere ritrovare la commissaria Elisa Pereira’, responsabile europea per le Politiche regionali, ‘che su questo versante è molto impegnata, e che durante la pandemia – ha ricordato – ha introdotto elementi di flessibilità sull’uso dei fondi strutturali, che per noi sono stati determinanti; e lo dico anche da ex amministratrice regionale. Vigilanza attenta su modifiche al Pnrr chieste dal governo. A chi chiedeva se con Gentiloni si sia parlato delle richieste del governo di poter modificare il Pnrr, Schlein ha risposto: ‘Sì, io credo che il Pnrr sia un’occasione straordinaria per il rilancio del nostro paese. E’ un Pnrr di cui la destra che governa sembra dimenticare le direzioni, che sono giuste, che sono quelle della conversione ecologica, con almeno il 37% degli investimenti, e poi ‘quelle della trasformazione digitale e anche quelle, non dimentichiamolo, del contrasto alle diseguaglianze, sociali e imprenditoriali, che purtroppo dividono molto il nostro paese’. Noi vigileremo attentamente – ha avvertito la segretaria del Pd – sull’attuazione di questo Pnrr. Abbiamo elementi di preoccupazioni, lo voglio dire, perché ad ora questo governo, oltre a chiedere flessibilità e margini di cambiamento, non si capisce ancora dove voglia portare questo strumento. Abbiamo – ha rilevato – delle scadenze importanti: noi responsabilmente ci interessiamo affinché l’Italia non manchi quegli gli obiettivi, e soprattutto ci interessa accompagnare le amministrazioni locali nell’attuazione di questi investimenti, e nel raggiungimento degli obiettivi che sono previsti. Necessità di investire in risorse per amministrazion locali Faccio un esempio: mi capita spesso di incontrare sindaci di comuni piccoli o medio-piccoli, che hanno difficoltà perché non hanno nemmeno le risorse umane, il personale che serve per poter attuare effettivamente i progetti, a volte addirittura per poter scrivere i progetti e partecipare ai bandi. Quindi servirebbe anche una grande iniezione di risorse e di nuovo personale nella pubblica amministrazione, in modo da affrontare e accompagnare queste sfide, altrimenti rischiamo di non riuscire a mettere a terra nei tempi previsti e in modo positivo queste risorse fondamentali per il nostro paese. Essenziale riconversione di imprese e lavoratori per transizione A un giornalista che chiedeva se con Gentiloni si sia parlato della possibilità di un nuovo meccanismo del tipo di ‘Sure’ (prestiti agli Stati membri finanziati con emissione di debito comune da parte dell’Ue) per poter finanziare il grande sforzo di riqualificazione professionale e riconversione economica necessario per la transizione energetica (ad esempio per il settore italiano della componentistica nell’automotive), Schlein ha replicato: ‘Abbiamo parlato di come rendere strutturali alcuni strumenti che dopo la pandemia sono stati messi in campo. Io personalmente sarei favorevole ad andare in questa direzione’. In altre parole, ha spiegato la segretaria del Pd, ‘la sfida delle conversioni ecologica e digitale la vinciamo soltanto con un grande investimento nelle competenze, nei saperi, nell’innovazione, nella ricerca; perché soltanto così, a partire dall’educazione, dall’istruzione a scuola e poi dall’università e anche dall’istruzione professionale e tecnica, si può riuscire a dotarsi delle professionalità adeguate ad affrontare queste sfide, che sono obiettivamente nuove: nessuno vuole banalizzare la complessità di questa conversione. Il governo non vede le imprese Green e non parla con loro ‘Ma io mi stupisco – ha detto ancora Schlein – che la politica non veda come in Italia ci sono già 400.000 imprese green che innovano, che aumentano il proprio fatturato, che contribuiscono a ritrovare un equilibrio con il Pianeta, e che danno lavoro di qualità. Sono realtà importanti e innovative che vengono a studiare in Italia dal resto d’Europa; è strano – ha concluso – che il governo italiano non le veda e non voglia parlare con loro.
Roma, 23 mar. (askanews) – Va avanti il cantiere del partito unico messo in campo da Italia Viva e Azione. “La prossima settimana il comitato politico darà il via a tutto il percorso” costituente con i componenti dei due gruppi che lavoreranno sul Manifesto dei valori e sul vademecum delle regole per il congresso dove sarà scelto il futuro leader in vista delle europee del 2024. A fare il punto con Askanews la vicepresidente della Federazione, Elena Bonetti, di Italia Viva.
“Oggi abbiamo un leader chiaro che è Carlo Calenda e continueremo a sostenerlo anche nel prossimo congresso; Renzi ha già detto che la leadership di Calenda è un’ottima leadership, io ne sono convinta altrettanto”, precisa Bonetti, che aggiunge: “è evidente che in questo momento Renzi ha deciso di fare un passo di lato per mandare avanti la leadership di Carlo Calenda ma in un gioco di squadra profondamente condiviso” ed “è chiaro che poi ci saranno altri nomi che vorranno candidarsi. Dopodiché – puntualizza – Matteo Renzi è, è stato e sarà un protagonista della proposta riformista e del partito unico che andremo a costruire”. La Bonetti, ex ministra della pari opportunità e della famiglia nei governo Conte II e Draghi, ha rivendicato come nel terzo polo ci siano “leadership femminili molto forti e significative” e “quello che auspico e per il quale mi batterò è che nel terzo polo non debba accadere quello che invece la premier Giorgia Meloni ed Elly Schlein hanno detto e cioè che una donna ha il vantaggio di arrivare non vista, io vorrei che nel terzo polo le leadership femminili potessero entrare, viste da tutti, dalla porta principale”.
Importante per Iv è ribadire come il percorso di costruzione del partito unico debba essere “allargato a chi con noi vorrà costruire un soggetto politico unitario di forze liberali, popolari e riformiste in vista di una proposta forte per l’anno prossimo alle elezioni europee: il mondo giovanile, sicuramente una rappresentanza del partito democratico europeo dove noi siamo inseriti nella famiglia di Renew Europe, le culture e proposte politiche che si ispirano al cattolicesimo democratico”. Intanto si parte dai territori in vista delle prossime tornate elettorali. “Noi siamo una forza di baricentro e per nostra natura ci apriamo al dialogo con le esperienze territoriali che possano riconoscersi in una proposta riformista, che possa essere sintesi anche di sensibilità diverse. Nei singoli territori scegliamo le alleanze migliori per perseguire l’obiettivo che abbiamo per quel territorio. Nel Friuli Venezia Giulia sosteniamo un nostro candidato, Maran, insieme non solo ad Azione ma anche con +Europa che è per la prima volta nel simbolo unitario. Nelle scelte della varie città per maggio, ci sono contesti diversi, da quelli civici a quelli in cui andremo con il nostro simbolo”.
Roma, 23 mar. (askanews) – “Se c’è qualcuno che specula sui bambini e usa la gravidanza per bieca ideologia è proprio il Pd. E’ una vergogna che Schlein, Serracchiani e tutto il partito preferiscano salvare le borseggiatrici dal carcere usando i bambini come scudo. Obiettivo primario della Lega, invece, è salvare questi bimbi dall’isolamento e dal degrado sociale”. Lo dichiaranoi i capigruppo di Camera e Senato della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, a proposito della denuncia del Pd sul comportamento della maggioranza rispetto alla nuova legge sulle detenute madri.