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Rai, Giletti: amareggiato per assenza di Fazio a “La tv fa 70″

Rai, Giletti: amareggiato per assenza di Fazio a “La tv fa 70″Roma, 26 feb. (askanews) – “Sono un po’ rammaricato, avrei voluto Fabio Fazio come ospite, gli ho scritto, poteva esserci, ma non mi ha mai risposto. Sono rimasto un po’ deluso umanamente, ma riesco a capire… Io e lui ci siamo confrontati in prima linea per tanto tempo, ci sono state delle tensioni”. Lo ha detto Massimo Giletti, durante la presentazione di “La tv fa 70”, evento speciale in onda mercoledì 28 febbraio alle 21.30 su Rai 1 per celebrare il compleanno della tv italiana.


“Però è un personaggio molto importante nella storia della televisione e sarebbe stato importante per me raccontare le sue qualità e la sua bravura. Questa mancanza mi lascia perplesso e amareggiato, dico peccato”, ha aggiunto.

La Hong Kong Philharmonic a Roma per la tournée dei suoi 50 anni

La Hong Kong Philharmonic a Roma per la tournée dei suoi 50 anniRoma, 25 feb. (askanews) – In occasione del 50esimo anniversario dalla fondazione della Hong Kong Philharmonic Orchestra giunge anche in Italia il 5 marzo a Roma, all’Accademia di Santa Cecilia, la tournée europea della celebre orchestra, mancante dall’Europa e dal nostro paese da anni a causa della pandemia: sul podio il direttore musicale Jaap van Zweden e sul palco il giovane premio Ciaikovsky, primo nella storia di Francia, Alexandre Kantorow al piano solo.


In programma con Rachmaninov e Mahler anche la nuova commissione “Asterismal Dance” di Daniel Lo, compositore contemporaneo di Hong Kong e simbolo della giovane compagine di artisti cinesi cresciuti nel milieu culturale della metropoli asiatica. Il tour europeo toccherà otto città tra Germania, Francia, Benelux e Italia. Acclamato come il “giovane zar del pianoforte” (Classica), Kantorow eseguirà a Roma la Rapsodia su un tema di Paganini di Rachmaninov. La parte sinfonica aprirà ogni appuntamento, incluso quello romano, con la nuova commissione al giovane compositore di Hong Kong Daniel Lo “Asterismal Dance”, già noto e ben eseguito in Europa ma al suo debutto in Italia. Si tratta di uno scherzo ricco di un senso ritmico impetuoso ed energico che trae ispirazione dalla naturale consuetudine dell’uomo, fin dall’antichità, di osservare la notte stellata, disegnando in cielo collezioni di costellazioni attraverso l’immaginazione e la libera associazione di fantasia. Grande chiusura di concerto a Roma con l’oceanica sinfonia N.1 “Titano” di Mahler.


La HK Phil è riconosciuta come una delle più importanti orchestre classiche dell’Asia. Jaap van Zweden, uno dei direttori d’orchestra più richiesti del momento, è il direttore musicale dell’orchestra dalla Stagione 2012/13, carica che ricoprirà fino alla fine della Stagione 2023/24. Van Zweden è anche direttore musicale della New York Philharmonic (NY Phil) e diventerà direttore musicale della Filarmonica di Seoul nel 2024. Sotto la sua guida la HK Phil ha completato con successo in quattro anni la Tetralogia dell’Anello di Wagner, eseguendo e registrando un’opera del ciclo ogni anno dal 2015 al 2018. La Hong Kong Philharmonic ha inoltre effettuato numerose tournée in tutta la Cina continentale. Nel 2017 l’orchestra ha intrapreso una grande tournée a Seoul, Osaka, Singapore, Melbourne e Sydney per celebrare il ventesimo anniversario dell’istituzione della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong. Nella Stagione 2023/24, l’orchestra intraprenderà tournée in più di 18 città. Dopo il ritorno dall’Europa, quest’anno sono previste collaborazioni con star internazionali come Yo-Yo Ma e Lang Lang.

Alla Iuc martedì 27 la prima mondiale in concerto di “7” di Filotei

Alla Iuc martedì 27 la prima mondiale in concerto di “7” di FiloteiRoma, 25 feb. (askanews) – Una riflessione tra passato e presente, su tradizione e sperimentazione, spiritualità e modernità, anche tecnologica: è “7” – Meditazione su Septem verba Christi in cruce di Joseph Haydn, per percussioni, baritono ed elettronica (2023), del compositore romano Marcello Filotei. Commissionato e trasmesso in prima mondiale radiofonica da Radio Vaticana lo scorso aprile, il pezzo è atteso in prima assoluta in concerto all’Istituzione Universitaria dei Concerti (Iuc) della Sapienza di Roma, martedì 27 febbraio alle 20.30 in Aula Magna, nell’esecuzione dell’Ars Ludi Ensemble con Gianluca Ruggeri maestro concertatore e la partecipazione del baritono Patrizio La Placa, cantore della Cappella Musicale Pontificia Sistina.


“Le ultime sette parole di Cristo sulla Croce sono state messe in musica continuamente, – ci racconta Marcello Filotei – in tutte le epoche. Evidentemente in ogni tempo gli artisti si sono sentiti chiamati in causa. Si tratta quindi di capire cosa significano per noi oggi. Nella mia meditazione personale sono partito dal capolavoro di Haydn, dal quale ho preso la struttura: un’introduzione, sette movimenti e un terremoto finale. Ovviamente non era possibile né utile una trascrizione. In primo luogo perché Haydn usa milioni di note, e io quasi solo rumori. Poi perché anche quando le percussioni sono intonate, spesso risultano imprecise. Non a caso si dice ‘stonato come una campana’. Ma soprattutto in un mondo ‘stonato’ e confusionario che senso avrebbe avuto descrivere l’ordine. Poi c’era l’esigenza di parlare a tutti, ovunque. Per questo il brano si chiama 7 (scritto a numero), in modo che ognuno possa leggerlo nella propria lingua. E per questo il baritono canta in latino, il linguaggio verbale più universale che conosco. “Ma resta aperta la questione centrale: che significa ogni parola che Cristo pronuncia per me oggi. Facciamo un esempio: Sitio (‘ho sete’). Io l’ho interpretata come un’emergenza del corpo, e per questo in quel movimento ho utilizzato soprattutto colpi delle mani sulle pelli, ma anche un crotalo che viene a tratti immerso in una vasca, per cercare di capire che differenza c’è tra avere l’acqua e non averla. Lo stesso ragionamento si può fare per ogni momento del brano, ma in particolare ce ne è uno in cui ho avuto bisogno dell’elettronica: ‘Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?’. Forse non in questo modo, ma tutti ci siamo sentiti abbandonati in qualche momento, a qualsiasi latitudine. E allora ho chiesto ai colleghi di Radio Vaticana di pronunciare nelle loro lingue madri questa frase. Uomini e donne che chiedono aiuto, o, con un certo cipiglio, vogliono proprio capire ‘perché’ sono rimasti soli. Mentre le loro voci si diffondono grazie agli altoparlanti, le percussioni improvvisano su alcune idee ricorrenti. A volte soffocano le richieste d’aiuto, altre le fanno emergere. Come succede nel mondo, dove sembrano esserci sofferenze di serie A e dolori di serie B”.


Marcello Filotei è nato a Roma nel 1966 e si è diplomato in pianoforte, composizione e musica elettronica al Conservatorio di musica di Santa Cecilia. Dopo avere concluso gli studi, si è dedicato all’approfondimento dei linguaggi musicali contemporanei, con particolare attenzione alle nuove tecnologie. Oltre alla produzione per organici tradizionali, il suo catalogo conta diversi lavori che prevedono l’intervento dell’elettronica. In particolare è interessato all’interazione tra gli strumenti acustici e le macchine, mantenendo un profondo senso della forma mutuato dalla tradizione. Ha ricevuto commissioni tra gli altri da Biennale Musica di Venezia, Accademia Filarmonica Romana, Teatro La Fenice di Venezia, Cantiere internazionale d’arte di Montepulciano, Orchestra della Toscana, Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, Sagra Musicale Umbra, Ensemble orchestral contemporain, Ars Ludi ensemble, Tiroler Festspiele Erl, festival PlayIt, festival Evenings of actual music in Yekaterinburg, Milano Musica, Festival Puccini Torre del Lago, Cantus Ansambl, Ensemble orchestral contemporain ecc.. Nel 2000 il suo atto unico Il Sogno di Arsenio è andato in scena al Teatro Valle di Roma, con Piera degli Esposti voce recitante. Da sempre interessato al teatro musicale, ha scritto negli anni diverse opere tra le quali L’ultima estate, eseguita nei teatri delle città colpite dal terremoto del 2016, e Ricordarsi di vivere, su testi di Pasolini, andata in scena al Festival di Torre del Lago e al Teatro centrale di Zagabria.

Musica Classica: Gianandrea Noseda torna nella sua Milano, alla Scala

Musica Classica: Gianandrea Noseda torna nella sua Milano, alla ScalaMilano, 25 feb. (askanews) – Gianandrea Noseda torna nella sua Milano, alla Scala. Una fama mondiale, costruita grazie al suo talento nel tempo, lo accompagna. Mentre un programma strepitosamente attuale attende il pubblico. La Stagione della Filarmonica della Scala riprende domani 26 febbraio con il concerto dell’orchestra ospite del 2024, la National Symphony Orchestra, in arrivo da Washington insieme con il suo direttore musicale Noseda.


Il pianista Seong-Jin Cho manca al Teatro alla Scala dal 2018, ed è solista nel Quarto Concerto di Ludwig van Beethoven, mentre in apertura Noseda dirige la prima esecuzione italiana di Wake Up!, nuova commissione al giovane compositore statunitense Carlos Simon. Nella seconda parte è in programma la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Dmitrij Shostakovich. Fondata nel 1931, la National Symphony Orchestra è tra le compagini più conosciute in tutti gli Stati Uniti, protagonista di centinaia di concerti e di uno dei più ampi programmi educativi del paese, inclusi i concerti gratuiti sul Colle del Campidoglio a Washington in occasione delle festività nazionali. Noseda è al suo settimo anno da direttore musicale, carica che prima di lui hanno ricoperto musicisti del calibro di Christoph Eschenbach, Mstislav Rostropovich e Antal Doráti. La commissione e l’esecuzione di nuova musica sono al cuore della sua attività.


Noseda è anche il nuovo General Musik Direktor dell’Opernhaus di Zurigo, dove è in programma il suo primo “Ring” wagneriano. Direttore Musicale del Festival di Tsinandali in Georgia dal 2019, Gianandrea Noseda è anche Direttore Ospite Principale della London Symphony Orchestra. Tra il 2007 e il 2018 è stato direttore musicale del Teatro Regio Torino, che ha portato a una nuova dimensione internazionale, caratterizzata da importanti tournée internazionali e da una imponente attività discografica. In riconoscimento della sua attività torinese, ha assunto la carica di direttore emerito della Filarmonica Teatro Regio Torino. Carlos Simon – classe 1986 – è compositore in residenza al Kennedy Center di Washington ed è un ambasciatore culturale ricercato per la nuova musica a livello globale, portavoce della comunità nera e del nuovo pubblico. Nominato ai Grammy Awards nel 2023, è impegnato nella sensibilizzazione sociale e il suo lavoro affronta temi complessi come la migrazione, l’appartenenza e la comunità, in particolare facendo luce sulla tratta transatlantica degli schiavi, sull’epoca di Jim e Jane Crow e sull’ingiustizia che le persone di origine africana devono affrontare tutt’oggi. A proposito del nuovo brano Wake up! Concerto for Orchestra, Simon spiega: “Questo concerto è ispirato alla poesia Awake, Asleep, scritta dal poeta nepalese Rajendra Bhandari. Bhandari avverte del pericolo di essere inconsapevolmente addormentati in un mondo sociale, e di come tuttavia la veglia collettiva fornisca ‘un abbondante raccolto di pensieri’. Il mio obiettivo nello scrivere è di lasciare a chi ascolta la domanda: sto dormendo?”


D’altra parte con il suo stile unico, caustico, Shostakovich nasconde nella Quinta Sinfonia una potente chiamata a guardare la realtà. Luigi Di Fronzo nelle note di sala scrive: “Visto alla rovescia, Shostakovich fu lasciato in vita da un dittatore feroce, ma stupido: inconsapevole di quanto la dimensione epica e celebrativa di non poche partiture (anche per l’immane perorazione di molte sinfonie, in primo luogo la Decima) non fosse che un modo per denunciare il falso ottimismo di quegli anni. E in realtà non celava, nemmeno troppo in profondità, la tragedia dello stalinismo interpretata in modo spietato, grazie all’arma grottesca della satira e al ricorso allo humour corrosivo”. Milano è l’unica tappa italiana, nell’ambito della tournée europea che comprende concerti in Spagna (Barcellona, Madrid e Zaragoza) e Germania (Berlino, Norimberga, Francoforte, Colonia e Amburgo).

Niente da fare per Bertè, “I Megara” all’Eurovision per San Marino

Niente da fare per Bertè, “I Megara” all’Eurovision per San MarinoRoma, 25 feb. (askanews) – All’Eurovision di Malmo, in Svezia, il prossimo maggio, a rappresentare la Repubblica di San Marino ci andrà il gruppo rock spagnolo “I Megara”. La terza edizione del festival Una Voce per San Marino, infatti, è stata vinta da loro con il brano “11.11”.


Seconda “per un soffio” è arrivata Loredana Bertè, grande favorita della vigilia, che con il brano “Pazza” era arrivata settimana al Festival di Sanremo. La serata finale, in diretta tv e web dal Teatro Nuovo di Dogana, è stata presentata da Fabrizio Biggio e Melissa Greta Marchetto e gli artisti sono stati valutati da una giuria presieduta dal compositore e produttore discografico Celso Valli.


Alla finale hanno preso parte otto emergenti e nove big: Bertè, La Rua, Pago, Marcella Bella, i Jalisse tornati in pista con “Il paradiso è qui” dopo l’ospitata a Sanremo e classificati al decimo posto, Aaron Sibley, Aimie Atkinson, Wlady-Corona-Ice Mc-Dj Jad e la cantante blues britannica Dana Gillespie, vincitrice del contest di Casperaki per brani che uniscono la creatività degli artisti alla tecnologia dell’intelligenza artificiale.

Virginia Bocelli debutta al cinema in Usa

Virginia Bocelli debutta al cinema in UsaRoma, 24 feb. (askanews) – Virginia Bocelli, la terzogenita del grande tenore Andrea Bocelli, debutta sul grande schermo. Undici anni, la piccola ha già recitato come attrice in tv due anni fa, apparendo in un piccolo ruolo nella serie “Doc – Nelle tue mani”, ora apparirà anche nel film “Cabrini” in uscita in America l’8 marzo, Giornata internazionale della donna.


Nel cast John Lithgow (vincitore di 6 Emmy Awards, 2 Golden Globe e insignito della Stella sulla Walk of Fame), Giancarlo Giannini, David Morse e Cristiana dell’Anna. La pellicola descrive in dettaglio la vita della famosa missionaria cattolica romana e futura santa Francesca Cabrini e il suo lavoro negli Stati Uniti. Virginia è anche protagonista insieme al padre della colonna sonora del film, con il brano portante ‘Dare To Be’ (Capital/Universal Music), un inno al potere della fede e della perseveranza. La traccia è disponibile da oggi, 23 febbraio, su tutte le piattaforme digitali. Cantante, musicista (è diplomata in pianoforte), ginnasta (è campionessa regionale di ginnastica ritmica), studentessa (fa la seconda media) Virginia è sempre più richiesta a livello internazionale, dove si è fatta amare e apprezzare accompagnando il padre in alcuni dei suoi concerti. Ha debuttato in discografia lo scorso anno nell’album di Natale (con release mondiale) “The Christmas Family” insieme al papà Andrea e al fratello Matteo.

Cinema, “Indelebile”: terminate riprese del film di Simone Valentini

Cinema, “Indelebile”: terminate riprese del film di Simone ValentiniRoma, 24 feb. (askanews) – Terminate le riprese di “Indelebile”, opera prima diretta da Simone Valentini e prodotta da Giovanni Amico e Twister Film. Le riprese, concluse sabato 17 febbraio, si sono svolte interamente in Sicilia, in particolare nella zona di Castelbuono e delle Madonie. Il cast è interamente siciliano e annovera Fabrizio Ferracane e Giulia Dragotto nei ruoli dei protagonisti.


Tra gli altri interpreti figurano Ester Vinci, Miriam Dalmazio, Susanna Piraino, Federica De Cola e Goffredo Maria Bruno. Il film è una produzione di Giovanni Amico e Twister Film, con il sostegno della Sicilia Film Commission e della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo. La sceneggiatura è opera di Francesca Scanu, Laura Chiossone, Francesca Tassini e Luca Di Molfetta, basata su un soggetto di Laura Chiossone e Paolo Bernardelli. Il regista Simone Valentini è uno sceneggiatore e regista di diversi spot, programmi e docu per Twister Film dove collabora con il reparto cretivo nello sviluppo di nuovi progetti.

Arriva in Italia l’Orchestra del Mozarteum con Piovano sul podio

Arriva in Italia l’Orchestra del Mozarteum con Piovano sul podioRoma, 24 feb. (askanews) – Arriva in Italia dal 4 al 10 marzo per quattro rarissime date la celebre Orchestra del Mozarteum con il podio di Luigi Piovano: dopo le due date a Salisburgo del 29 febbraio e 1 marzo, comincia la tournée italiana: il 4 marzo a Bologna al Teatro Manzoni; il 5 marzo a Torino, il 7 marzo al Teatro Mercadante di Napoli e il 10 marzo al Teatro Comunale di Carpi.


Il programma prevede il Concerto n. 1 in mi bemolle minore per violoncello e orchestra op. 107 di Shostakovich, la Sinfonia in do maggiore K. 551 “Jupiter” di Mozart e la Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92 di Beethoven. Considerato in tutto il mondo uno dei migliori violoncellisti della sua generazione, nonché colonna portante di un’eccellenza europea come l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, Luigi Piovano ha aperto il 2024 con una serie di appuntamenti di grande intensità artistica e naturale eclettismo, che lo vedrà cimentarsi come solista, camerista e direttore d’orchestra su impaginati di grande densità e con musicisti di chiara fama e prestigio, fino alla tournée austriaca ed italiana sul podio dell’Orchestra del Mozarteum di Salisburgo dal 29 febbraio in doppia data austriaca e poi dal 4 al 10 marzo in Italia.


Pescarese, con padre pianista, compositore e direttore d’orchestra, dunque avviato precocemente agli studi musicali, a tre anni, nascosto sotto il pianoforte del padre durante le prove in trio con violino e violoncello, si innamora perdutamente del suono del suo futuro strumento. Ma all’epoca ancora non si reperivano facilmente strumenti per bambini, quindi coltiva la sua passione tentando caparbiamente di suonare una chitarra giocattolo con un arco da tiro, finchè finalmente da un rigattiere i genitori gli trovano un violoncello non di sua taglia, ma abbastanza ridotto da poter iniziare davvero: da quel momento inizia la corsa instancabile di Luigi Piovano verso l’eccellenza, a partire dalla precocissima entrata in conservatorio con ammissione speciale per ‘talento eccezionale’, al desiderio già a 15 anni di trovare la sua ‘scuola’ ideale, finalmente individuata nella conoscenza del grande maestro rumeno Radu Aldulesco. “Non solo un maestro di musica, ma anche un maestro di vita, un secondo padre per me”, ha spiegato Piovano, “a lui devo l’appartenenza a quella scuola d’arco di nobile ascendenza che oggi rischia purtroppo di andare perduta”. Infine l’ammissione con borsa di studio per merito alla Menuhin Academy di Gstaad, centro nevralgico che gli consente di entrare in contatto con la grande generazione dei Maestri novecenteschi, da Menuhin a Lysy, Rostropovich, Magalov e Stern, mentre già dall’età di 12 anni si esibisce in concerti da solista e in formazione cameristica.


A soli 20 anni inizia a lavorare come primo violoncello in orchestra, prima al San Carlo, poi a Barcellona, alla Coruna, quindi di ritorno in patria il tuffo nella musica antica con strumenti originali con Concerto Italiano e Rinaldo Alessandrini, infine a 27 anni nel 1996 entra nell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Da ben 27 anni è la sua seconda casa ed il luogo in cui, a strettissimo contatto con direttori d’orchestra come Gatti, Chung, Pappano, Sawallisch, Temirkanov , Giulini, Maazel, ritorna a ripercorrere i fortissimi stimoli ricevuti dal padre durante l’infanzia, le precoci letture di partiture complesse, la direzione dell’orchestra d’archi nel salotto di casa col padre alla spinetta, ma ovviamente dall’alto di una ben diversa consapevolezza intellettuale, culturale e professionale. “È stato il lavoro a fianco di questi grandi direttori a spingermi ad aprire le partiture con un nuovo spirito, con la voglia di approfondirle come vedevo fare a loro, alla ricerca di qualche cosa che non è immediatamente evidente. Ma ero consapevole che per iniziare dovevo trovarmi una palestra e se la palestra non c’era, dovevo crearmela io. Così ho fondato, da direttore e mecenate di me stesso e dei miei ragazzi e con l’aiuto di qualche amico e mecenate, un’orchestra giovanile d’archi a Pompei, dove sapevo esserci tanti giovani talenti che però andavano curati e fatti crescere”.


Un’apparente follia e da un punto di vista finanziario un confessato fallimento, ma artisticamente, umanamente ed eticamente ha funzionato: “I ‘miei ragazzi’ ora lavorano tutti da professionisti e già questo sarebbe di per sé sufficiente a farmi dire che ne è valsa la pena, ma devo anche aggiungere che questa esperienza mi ha veramente concesso di crescere come direttore senza fretta, senza presunzione, senza mai fare il passo più lunga della gamba, dandomi il tempo corretto per poter ambire ad altro nel momento giusto.” Oggi Piovano raccoglie i frutti di una carriera costruita su un talento naturale coltivato con millimetrica precisione ed inesausta passione per decenni, senza mai cedimenti né pericolose tentazioni personalistiche, all’ombra della Musica e per la Musica.

Diodato quest’autunno live per la prima volta nei teatri italiani

Diodato quest’autunno live per la prima volta nei teatri italianiMilano, 24 feb. (askanews) – Sono già sold out le date di Bari e Mestre (VE) del tour di Diodato, che quest’autunno per la prima volta sarà protagonista di un tour nei più prestigiosi teatri italiani. La tournée si arricchisce di cinque nuovi live che si terranno a Lecce (2 ottobre, Teatro Politeama Greco), Assisi (20 ottobre, Teatro Lyrick), Schio (VI – 31 ottobre, Teatro Astra), Genova (25 novembre, Teatro Politeama Genovese) e Parma (27 novembre, Teatro Regio).


Il tour, prodotto e organizzato da Magellano Concerti, partirà il 28 settembre da Grosseto (Teatro Moderno – Data zero), per poi proseguire il 1 ottobre a Bari (sold out – Teatro Petruzzelli), il 2 ottobre a Lecce (Teatro Politeama), il 5 ottobre a Mestre (sold out – VE, Teatro Toniolo), il 6 ottobre a Milano (Teatro Arcimboldi), il 9 ottobre a Roma (Auditorium Parco Della Musica), l’11 ottobre a Napoli (Teatro Augusteo), il 18 ottobre a Civitanova Marche (Teatro Rossini), il 19 ottobre a Pescara (Teatro Massimo), il 20 ottobre ad Assisi (Teatro Lyrick), il 23 ottobre a Palermo (Teatro Golden), il 24 ottobre a Catania (Teatro Metropolitan), il 26 ottobre a Rende (CS, Teatro Garden), il 29 ottobre a Firenze (Teatro Verdi), il 30 ottobre a Bologna (Europaditorium), il 31 ottobre a Schio (VI, Teatro Astra), il 14 novembre a Torino (Teatro Colosseo), il 16 novembre a Mantova (Teatro Sociale) e il 17 novembre a Trento (Auditorium Santa Chiara). Gli ultimi appuntamenti si terranno il 25 novembre a Genova (Teatro Politeama Genovese) e il 27 novembre a Parma (Teatro Regio). I biglietti sono disponibili su Ticketone e sui circuiti di vendita abituali (https://www.ticketone.it/artist/diodato/; https://www.magellanoconcerti.it/tour/119/diodato-nei-teatri). Per info: www.magellanoconcerti.it


Dopo la partecipazione alla 74° edizione del Festival di Sanremo con “Ti muovi” – ballad intensa ed energica che, anche attraverso il videoclip ufficiale, rappresenta il concept del movimento attraverso le emozioni – e in occasione dell’annuncio del tour nei teatri, il cantautore è pronto per un nuovo capitolo musicale che racchiude e celebra proprio la dimensione live. Il palco è da sempre per il cantautore un porto sicuro ed è proprio lì che finalmente si libera l’energia di ogni brano, creando una connessione unica con il pubblico in un momento di condivisione. È per questo che il cantautore ha annunciato che questa primavera pubblicherà un album realizzato attraverso il processo inverso, che si distingue dal metodo classico: Diodato, infatti, ha scelto di registrare in presa diretta un disco che coglie e cristallizza le emozioni dei live e tutta l’energia che ha vissuto sui palchi di tutta Italia negli ultimi anni, donando nuova vita ad alcuni brani del suo repertorio. A gennaio 2024 Diodato ha vinto il Rockol award per il miglior album con “Così speciale” e il Ciak d’Oro per la categoria “Miglior canzone originale” con il brano “La mia terra”, parte della colonna sonora del film Palazzina Laf, diretto da Michele Riondino con cui condivide la direzione artistica dell’Uno Maggio Taranto Libero e Pensante.

Selena Gomez è tornata con il nuovo singolo “Love On”

Selena Gomez è tornata con il nuovo singolo “Love On”Milano, 24 feb. (askanews) – Selena Gomez, artista multiplatino nominata ai GRAMMY®, è tornata con il nuovo singolo “Love On”. Si tratta della prima uscita dell’anno dell’artista musicale e attrice di fama mondiale, che sta lavorando duramente al nuovo album che seguirà il precedente “Rare”, disco acclamato da critica e pubblico.


“Love On” è un brano pop, un inno gioioso e divertente, ispirato al periodo trascorso da Selena a Parigi l’anno scorso. La Gomez, all’interno del testo del brano, enfatizza l’aria romantica della vita parigina e l’eccitazione del condividere un nuovo amore. La canzone è prodotta da The Monsters & Strangerz e Isaiah Tejada.


“Love On” è anche un videoclip diretto dal regista francese pluripremiato Greg Ohrel. Nel video di 3 minuti e 10 secondi, Selena indossa vari outfit, tra cui un vestito verde e un accappatoio bianco, mentre canta la sua canzone. Alcune coppie si scambiano baci intorno a lei, mentre la superstar si muove in diversi ambienti. “Wait ‘til I turn my love on. I’m no cheap thrill. I’m a rollercoaster ride, baby jump on” – canta Selena invitando all’amore e garantendo che le sue non sono emozioni di poco conto.


“LOVE ON” arriva dopo l’incredibile successo del precedente singolo “SINGLE SOON”, arrivato alla seconda posizione della classifica radio in Italia (EarOne) e tra i 20 brani più trasmessi dai network del 2023. Selena Gomez è una delle popstar più famose di sempre: ha venduto oltre 210 milioni di singoli in tutto il mondo e accumulato oltre 50 miliardi di stream globali con la sua musica. Ha ricevuto una nomination ai Grammy per il suo primo EP in Spagnolo, “Revelación” e una agli Emmy per la sua interpretazione all’interno dell’acclamata serie televisiva “Only Murders in the Building”, dove recita assieme a Steve Martin e Martin Short. Nel 2022 è uscito il documentario “My Mind & Me” su Apple TV+ diretto da Alek Keshishian (A letto con Madonna), uno sguardo intimo, sorprendente e commuovente sulla vita di Selena.


È seguito poi il remix di “Calm Down” di Rema, che ha dominato le classifiche mondiali nel 223 e che ha raggiunto la posizione n.1 della Billboard Global Chart. La canzone ha raggiunto il record per la più lunga permanenza nella classifica radio Billboard Pop Airplay. Il singolo ha ottenuto oltre 3 miliardi e mezzo di stream nel mondo. Selena Gomez è la donna più seguita su Instagram con oltre 430 milioni di followers.