
Criptovalute e stablecoin, altro scontro in vista fra Trump e l’Ue
Criptovalute e stablecoin, altro scontro in vista fra Trump e l’UeRoma, 8 mar. (askanews) – Le preoccupazioni europee per la raffica di ordini esecutivi sventagliata dal presidente americano Donald Trump e per le sue dichiarazioni incendiarie nell’ultimo mese e mezzo, da quanto ha inaugurato il suo secondo mandato, non si limitano alla politica estera, alle posizioni sull’Ucraina e sulla Russia, al settore della Difesa, e alle minacce sul commercio internazionale e nel settore digitale, ma riguardano anche la stabilità e la sovranità dell’euro e il controllo dei sistemi di pagamento nell’Eurozona, che potrebbero essere messi a rischio, in particolare, mediante l’uso delle criptovalute come strumento per imporre gli interessi americani e l’influenza del dollaro in Europa.
L’Eurogruppo di lunedì 10 marzo ha in agenda tra l’altro, in una sessione in formato allargato (ovvero in presenza di tutti i ministri finanziari dell’Ue, e non solo di quelli dell’Eurozona), una discussione proprio su questo punto, sugli ‘Sviluppi nelle attività e nei mercati delle criptovalute e le loro implicazioni per l’Eurozona e l’economia europea’. Le criptovalute sono valute digitali (per usarle basta una app sullo smartphone) che usano la crittografia per proteggere le transazioni, ovvero che sono visibili e utilizzabili solo conoscendo un determinato codice informatico. In assenza di un quadro giuridico preciso e di obblighi di trasparenza, queste valute elettroniche possono essere emesse da chiunque, e utilizzate da qualunque intermediario, senza alcuna autorizzazione. Questo, come spiega sul suo sito la Consob, comporta una serie di notevoli rischi per i consumatori e gli investitori e non consente un’efficace tutela legale e contrattuale degli interessi degli utenti, esposti al rischio di ‘ingenti perdite economiche, ad esempio in caso di condotte fraudolente, fallimento o cessazione di attività delle piattaforme on-line di scambio presso cui vengono custoditi i portafogli digitali personali’. Inoltre, le criptovalute potrebbero essere utilizzate per il riciclaggio di denaro sporco e per altre attività illegali.
Gli sviluppi in questo settore sono diventati ‘un argomento di grande attualità’ per l’Europa dopo che ‘la nuova amministrazione statunitense ha adottato un atteggiamento molto diverso rispetto alla precedente per quanto le riguarda. Una posizione molto, molto pro-criptovalute’, hanno affermato venerdì scorso a Bruxelles fonti Ue qualificate. Le fonti hanno ricordato l’ordine esecutivo emesso dal presidente Trump il 23 gennaio scorso, dal titolo ‘Rafforzare la leadership americana nella tecnologia finanziaria digitale’, che delineava l’obiettivo di ‘promuovere e proteggere la sovranità del dollaro statunitense, anche attraverso azioni volte a promuovere lo sviluppo e la crescita di ‘stablecoin’ legali e legittimi basati sul dollaro in tutto il mondo’.
Le stablecoin sono criptovalute il cui valore è ancorato a un asset stabile, come un deposito in una valuta corrente nazionale (sottostante valutario) oppure dei beni o delle materie prime come l’oro. Questo le rende molto meno volatili, più stabili, come indica il nome, rispetto agli altri tipi di criptovalute. Mentre l’Ue sta cercando di regolamentare e mettere sotto controllo le criptovalute, ed è la prima grande giurisdizione al mondo ad aver già approvato un quadro normativo completo in questo senso, con il regolamento Mica (‘Markets in Crypto-Assets’) che è entrato in vigore il 30 dicembre 2024; e mentre si attende l’approvazione di un’altra normativa, quella per ‘l’Euro digitale’ che sarebbe garantito dalle banche centrali, con valore nominale costante e corso legale, e che costituirebbe un’alternativa alle criptovalute, l’America di Trump sta andando nel senso diametralmente opposto, quello di una radicale deregolamentazione.
L’ordine esecutivo del 23 gennaio, infatti, non solo ha revocato un ordine della precedente Amministrazione Biden, del 9 marzo 2022, che mirava ad ‘assicurare uno sviluppo responsabile degli asset digitali’, ma ha anche proibito ‘l’istituzione, l’emissione, la circolazione e l’uso di valute digitali delle banche centrali all’interno della giurisdizione degli Stati Uniti’. E questo al fine di ‘proteggere gli americani dai rischi delle valute digitali delle banche centrali’, che secondo Trump ‘minacciano la stabilità del sistema finanziario, la privacy individuale e la sovranità degli Stati Uniti’. Questa decisione americana, hanno spiegato le fonti Ue, ‘è ovviamente rilevante per noi, rilevante per il nostro panorama dei pagamenti’. Quindi, durante la discussione dell’Eurogruppo, ‘la Commissione e la Banca centrale europea forniranno una panoramica degli sviluppi dei mercati delle criptovalute ed esprimeranno la loro opinione su come i piani statunitensi potrebbero influenzarci; e ovviamente – hanno sottolineato le fonti – vogliamo evitare che tali iniziative abbiano conseguenze negative sulla nostra sovranità monetaria, sulla nostra autonomia strategica, sulla nostra stabilità finanziaria’. ‘Abbiamo una legislazione in vigore per questo: abbiamo il regolamento Mica, approvato nel 2023, ma che ha iniziato a essere applicato pienamente solo alla fine dell’anno scorso’. Questo regolamento ‘pone l’Ue in prima linea nella chiarezza normativa sulle criptovalute. Ma dobbiamo monitorare gli sviluppi’ dopo la nuova decisione dell’Amministrazione Usa, ‘ed essere certi che ciò che abbiamo in quel regolamento sia all’altezza del compito e fornisca adeguate garanzie’, hanno avvertito le fonti Ue, secondo cui l’aspettativa ‘è che la Bce faccia presente che questi piani degli Stati Uniti sono un altro motivo per cui dovremmo andare avanti con il progetto dell’Euro digitale’, che è fermo da due anni, ‘e gettare le basi per un adeguato sistema di pagamento europeo’. Un punto, questo, che ‘probabilmente verrà ripreso da molti ministri’. A una nostra richiesta di fornire maggiori dettagli su quale sia il pericolo per l’Eurozona e per la stabilità dell’euro, le fonti hanno risposto: ‘Questo è uno scenario in cui bisogna scegliere attentamente le parole. Ma se c’è una cosa che abbiamo imparato nell’ultimo mese e mezzo, è che la nuova Amministrazione a Washington è pronta a usare tutte le leve che ha nei negoziati per fare pressione sugli altri paesi, quando ritiene che sia nell’interesse americano. Quindi, bisogna considerare con attenzione se sia prudente consentire che certe parti della nostra economia facciano affidamento su strutture che sono intrinsecamente americane e controllate dagli Stati Uniti’, e valutare ‘dove vi sia un rischio di una ulteriore influenza (da parte americana, ndr) tale da indurci a voler garantire sovranità e una forma di sicurezza attraverso soluzioni europee’. Rimane la domanda: qual è ‘l’interesse americano’ che le criptovalute servirebbero a scapito degli interessi europei e della sovranità dell’euro? Una risposta interessante si trova in un articolo di Federico Fubini sul Corriere della sera del 17 febbraio scorso (‘Trump e il complotto contro l’Europa: le due strategie per dare l’assalto all’euro’), che avevamo già citato in questa newsletter. A uno stablecoin basato sul dollaro, spiega Fubini, corrispondono depositi in dollari gestiti dall’emittente, e ‘questi depositi vengono investiti quasi tutti in titoli del Tesoro americano’. Aumentare il loro uso ‘in tutto il mondo’, Europa compresa (che come abbiamo visto è uno degli obiettivi dell’ordine esecutivo di Trump), ‘significa dunque aumentare i depositi in dollari’, che vanno a finanziare il debito americano, ‘a scapito dei depositi in altre valute (incluso l’euro)’. A conferma di questa tesi, viene riportata una dichiarazione del 4 febbraio dello ‘special advisor’ dell’Amministrazione Trump per le criptovalute, David Sacks: ‘Gli stablecoin hanno il potenziale di assicurare che il dominio internazionale del dollaro americano aumenti e di creare potenzialmente migliaia di miliardi di dollari di domanda per i titoli di Stato americani’. Più chiaro di così… NOTA * Il regolamento Mica copre gli emittenti di criptovalute non garantite e i cosiddetti ‘stablecoin’, nonché le sedi di negoziazione e i portafogli in cui sono detenute le criptovalute. In base alla regolamentazione, i fornitori di servizi di criptovalute necessitano di un’autorizzazione per operare nell’Ue, devono rispettare rigidi requisiti per proteggere i portafogli dei consumatori e saranno ritenuti responsabili se perdono le criptovalute degli investitori. L’Autorità bancaria europea (Eba) manterrà un registro pubblico dei fornitori di servizi di criptovalute non conformi. Di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese