Ex Ilva, Uilm Liguria: disputa non è su ferie ma su governance
Ex Ilva, Uilm Liguria: disputa non è su ferie ma su governanceGenova, 29 mag. (askanews) – “A mio avviso Acciaierie d’Italia non può vietare né intervenire sulle prerogative di legge e di contratto negando o modificando la fruizione di un istituto in fattispecie quello delle ferie, cosa che la stessa azienda ha messo nero su bianco con una lettera di chiarimento inviata alle Rsu il 25 maggio. Mi pare persino ovvio che la disputa, seppur importante, non è la questione delle ferie ma è la continua e lenta incessante distruzione dell’ex Ilva sulla pelle dei lavoratori”. Lo dichiara in una nota Antonio Apa, coordinatore ligure della Uilm, dopo la protesta di oggi dei lavoratori dello stabilimento ex Ilva di Genova.
“Dopo 2 anni e mezzo di Cig unilaterale – sottolinea Apa – l’azienda il 29 marzo ha avviato un ulteriore procedura di Cigs per 3.000 persone senza un piano industriale, senza garanzie occupazionali, senza investimenti e senza garanzia che si raggiungeranno i 6 milioni di tonnellate di acciaio e senza un confronto preventivo che eviterebbe scelte unilaterali all’azienda, a partire dal fatto che, pur in presenza dell’avvio dell’altoforno 2, la Cig invece di diminuire è aumentata. Per queste ragioni, a differenza di altri, la Uilm non ha firmato l’accordo di cigs del 29 marzo”. “Tutto questo – aggiunge il coordinatore ligure della Uilm – avviene nell’indifferenza del governo, socio tramite Invitalia di Acciaierie d’Italia, in un contesto di mercato che fa registrare record per la produzione di acciaio. Il governo invece di affrontare la situazione drammatica dell’ex Ilva continua a premiare una gestione fallimentare e irrazionale, a sprecare tempo e risorse anziché affrontare il problema dell’assetto societario. Questo è il vero contenzioso in atto che noi denunciamo da anni. A Genova servono ingenti risorse sugli impianti perché lo stesso possa diventare un centro di eccellenza sulla verticalizzazione del freddo, nonché risorse atte a salvaguardare l’incolumità dei lavoratori”.
“È dal 2005, dopo il mitico accordo di programma, che i lavoratori – conclude Apa – aspettano dalle organizzazioni sindacali dei ritorni in questa direzione, non servono mobilitazioni se non portano dei risultanti in questa direzione. La Uilm non vuole essere complice di un progetto che prefigura un disastro ambientale, sociale ed industriale. Per questo è necessario che il governo faccia chiarezza una volta per tutte e dia l’incontro sollecitato dai tre segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, in quanto è arrivato il momento di agire ed assumere delle decisioni sulla governance, su un piano di rilancio di Taranto, Genova, Novi Ligure, Marghera e tutti gli altri siti”.