IIT: la batteria edibile tra le migliori invenzioni del 2023
IIT: la batteria edibile tra le migliori invenzioni del 2023Milano, 25 ott. (askanews) – Per la prima volta un prototipo nato da un istituto di ricerca italiano è stato indicato tra le 200 “migliori innovazioni che stanno cambiando il mondo”, l’elenco redatto annualmente dalla rivista “Time”. Si tratta una “batteria edibile e ricaricabile”, innovazione che ottenuto la menzione speciale nella prestigiosa lista, realizzato dal gruppo di ricerca guidato da Mario Caironi dell’Istituto italiano di Tecnologia (IIT).
Il dispositivo – descritto a marzo 2023 in un articolo scientifico dal titolo “An Edible Rechargeable Battery” pubblicato dalla rivista internazionale Advanced Materials – è realizzato con materiali che solitamente vengono consumati a tavola, come mandorle, capperi e alghe. La notizia della sua prototipizzazione è stata ripresa da quotidiani e riviste in tutto il mondo colpiti dall’originalità della ricerca: oltre 250 notizie in pochi mesi pubblicate in Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Spagna, Germani, Brasile, Argentina, Israele e molti altri paesi. La redazione di Time ha valutato l’innovazione insita nel prototipo della batteria edibili ricaricabile analizzando diversi fattori, tra i quali “l’originalità, l’efficacia, l’ambizione e l’impatto”, e decidendo così di segnalarla tra le invenzioni del 2023 che stanno cambiando il nostro modo di vivere. Mario Caironi, a capo del team che ha elaborato l’innovazione, è coordinatore del Printed and Molecular Electronics Laboratory al Centro di IIT a Milano. L’attività di Caironi si concentra sullo studio delle proprietà elettroniche degli alimenti e dei suoi derivati, al fine di unirli a materiali commestibili e creare nuovi materiali elettronici commestibili. Nel 2019 Caironi ha vinto un finanziamento di 2 milioni di euro da parte dell’European Research Council per il progetto ELFO, che esplora il campo dell’elettronica alimentare.
“Sono molto contento e anche molto sorpreso che il Time ci abbia selezionato; quindi, ancor di più è una soddisfazione per tutto il gruppo di ricerca, che ringrazio – ha commentato Mario Caironi – Nella ricerca, soprattutto quando si percorrono strade poco battute, non è scontato da un lato ottenere dei risultati, dall’altro che questi vengano notati così velocemente. Questo ci motiva ancora di più a proseguire. Un grandissimo merito va a Ivan Ilic, un ex membro del team, che ha guidato la realizzazione della batteria”. “Il riconoscimento dell’originalità della batteria edibile da parte di Time mi rende molto orgoglioso, poiché è il chiaro segno che il nostro Istituto è una realtà internazionale per la qualità delle sue ricerche – ha aggiunto Giorgio Metta, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia – Una qualità che la comunità scientifica e i programmi di finanziamento della ricerca, come per esempio l’European Research Council, ha già avuto modo di valutare in maniera eccellente. Oggi possiamo dire che questa qualità viene trasmessa e si avvicina al pubblico internazionale. È la strada che continueremo a seguire per portare l’innovazione made in Italy verso nuovi traguardi sia tecnici che di mercato. Venti anni di risultati di eccellenza dimostrano che il modello internazionale implementato dall’Istituto è assolutamente solido. Sono ottimista sul fatto che questo stesso modello ci porterà verso ulteriori e più importanti risultati”.
Il gruppo di ricerca dell’IIT ha sviluppato una batteria completamente basata su componenti edibili tratti dalla gastronomia. La riboflavina (detta anche vitamina B2, presente per esempio nelle mandorle) agisce da anodo, mentre la quercetina (una sostanza presente, per esempio, nei capperi) da catodo. Per aumentare la conducibilità elettrica è stato poi utilizzato il carbone attivo (un farmaco da banco molto diffuso), mentre l’elettrolita di questo prototipo è a base d’acqua. Il separatore, necessario in ogni batteria per evitare cortocircuiti, è stato realizzato con alghe nori, comunemente utilizzate nella preparazione del sushi. Infine, gli elettrodi sono stati incapsulati in un piccolo contenitore di cera d’api, da cui escono, a partire da un supporto derivato dalla cellulosa, due contatti in oro alimentare, la stessa pellicola usata a volte dai pasticceri per le decorazioni. La batteria funziona a 0,65 V, una tensione sufficientemente bassa da non creare problemi al corpo umano se ingerita. Può fornire una corrente di 48 µA per 12 minuti, o di pochi microampere per più di un’ora, sufficiente per alimentare piccoli dispositivi elettronici, come i LED a bassa potenza.
I potenziali utilizzi futuri sono numerosi, tra cui circuiti e sensori commestibili, in grado di monitorare le condizioni di salute ma anche lo stato di conservazione degli alimenti. Inoltre, dato l’alto livello di sicurezza di queste batterie, queste tecnologie potrebbero essere utilizzate anche nell’ambito dei giocattoli per i bambini più piccoli, dove il rischio di ingestione è elevato. (nella foto: Mario Caironi, coordinatore del Printed and Molecular Electronics Laboratory al Centro di IIT a Milano)