La lezione seria e leggera di Bruno Munari da Eataly Art House
La lezione seria e leggera di Bruno Munari da Eataly Art HouseVerona, 16 ott. (askanews) – Sperimentare, inventare, cambiare le regole, senza mai prendersi troppo sul serio. Eataly Art House a Verona ospita una mostra di Bruno Munari, a 25 anni dalla morte, per raccontare la sua perdurante eredità artistica. E già ili titolo, come ci ha raccontato il curatore Alberto Salvadori, è una sorta di interpretazione: “La leggerezza dell’arte”. “La leggerezza – ha detto Salvadori ad askanews – è intesa come la capacità di arrivare in profondità in maniera soave, lieve e intelligente. Giocare, fare, non contemplare, ma essere attivi, essere parti definitive di un processo creativo”.
La mostra, che è curata anche da Luca Zaffarano, vuole indagare i processi creativi che sono alla base della poetica di Munari e lo fa offrendo un catalogo ampio della tante e diverse forme espressive che la hanno alimentata, rendendola unica e difficile da incasellare nelle definizioni. “Bruno Munari – ha aggiunto Salvadori – è un artista, ma è molto più che un artista, è una delle poche menti leonardesche del Novecento Italiano, è un designer, è un grafico, è un cineasta, è tutto, è un autore di libri per bambini, è colui che ci ha messo in mano degli oggetti che sono rimasti per generazioni e diventati quasi oggetti di culto”. Dinamismo, forme, luce, percezioni, trasportabilità: tutti elementi che la mostra di E.ART.H. ripropone nel loro divenire, accanto ovviamente agli oggetti di design e alla grafica. Per arrivare anche alla realizzazione del “Risotto Verde”, ispirato proprio a una ricetta di Munari nel libro “Da cosa nasce cosa”. Anche questa è una delle manifestazioni del talento dell’artista, che resta in mostra a Verona fino al 31 marzo 2024.
Contestualmente nello spazio di Eataly è aperto anche un nuovo progetto espositivo dedicato alla scena emergente italiana che accende un focus sulla produzione pittorica contemporanea attraverso l’opera di nove giovani artisti: “Première”, a cura di Luca Beatrice, con Giorgia Alchilarre, assistente alla curatela.