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Milanese d’adozione: La vera storia di Leonardo da Vinci a Milano

Milanese d’adozione: La vera storia di Leonardo da Vinci a MilanoRoma, 5 dic. (askanews) – Il libro di Riccardo Magnani “Milanese d’adozione – La vera storia di Leonardo da Vinci a Milano” è incentrato sulla scoperta, da parte dello stesso autore presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, dell’elenco stilato da Benedetto Dei datato 1480 e le conseguenze che la stessa comporta nella rilettura della vita e delle opere di Leonardo da Vinci. Il nuovo riferimento temporale che questa preziosa testimonianza ci impone di assumere, non solo riaccredita quanto sostenuto da Giorgio Vasari nella prima versione de Le Vite, edita nel 1550 da Torrentino, ma anche quanto descritto dall’autore dell’Anonimo Gaddiano una decina di anni prima. Entrambi i biografi, infatti, sono concordi nel collocare Leonardo a Milano al cospetto del Duca Francesco Sforza, morto nel 1466. É a lui che Leonardo porta la famosa “lira da braccio”, accompagnato dal fedele collaboratore Atalante Migliorotti, anche detto Atalante della Viola, come riportato nella nota manoscritta dal Dei.

In virtù di quanto questo ritrovamento certifica, nella sua opera Magnani invita a ridefinire la biografia e l’opera di Leonardo da Vinci, al fine di ricollocare questo straordinario personaggio nell’alveo di una narrazione più consona rispetto a quella che fu la sua vita e il suo lascito artistico e culturale. A cambiare sono soprattutto le datazioni di alcune delle opere giovanili di Leonardo, dalla Annunciazione al Battesimo di Cristo (nel quale l’artista fiorentino avrebbe coadiuvato il suo maestro di bottega Verrocchio), nei cui paesaggi sono riconoscibili in maniera inequivocabile i monti lombardi, tanto cari ad Alessandro Manzoni e contornanti “quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno”. Dall’analisi dello studioso lecchese emerge anche una prerogativa del genio fiorentino che fino ad oggi è stata quasi totalmente trascurata dagli studiosi della materia, ovvero una profonda conoscenza della teoria musicale da parte di Leonardo sin dalla più giovane età, compresa una intera partitura musicale celata in uno straordinario volo di uccelli che anticipa di qualche secolo l’opera del maestro del contrappunto per antonomasia, ovvero Johan Sebastian Bach. Chissà, forse non è un caso che la statua di Leonardo eretta a Milano si trovi proprio dirimpetto al tempio della musica, il Teatro alla Scala. Grazie al rinvenimento di questo straordinario documento, inoltre, cambiano completamente i riferimenti biografici dell’artista fiorentino, facendo emergere attitudini e ritratti dell’artista fiorentino che ne accompagnano la crescita culturale e l’evoluzione fisionomica.

Il ritrovamento dell’elenco contenuto alla pag. 51 recto della raccolta di Memorie di Benedetto Dei, prontamente comunicato dall’autore agli organi direttivi della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, accredita quello che il ricercatore lecchese va sostenendo da tempo, ovvero che la presenza di Leonardo a Milano sia da datarsi addirittura a prima del 1465, quando cioè Benedetto Dei accompagna i due rampolli della famiglia de’ Medici, Lorenzo e Giuliano, in visita al Duca Francesco Sforza, in missione diplomatica per conto del padre Piero, detto il Gottoso. La nota del Dei è attualmente conservata presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (BNC, II.II.333 c. 51 r). Scritta di proprio pugno dal diplomatico fiorentino, la nota riguarda l’elenco dei “merchanti fiorentini” che, alla data del 15 giugno del 1480, l’ambasciatore della famiglia de’ Medici, Benedetto Dei, ha condotto a Milano durante tutto il suo mandato, iniziato con Cosimo de’ Medici nel 1434 e conclusosi appunto nel 1480, quando, con tutta probabilità, viene stilata questa nota a consuntivo del suo operato per la nobile casata medicea. Tra i molti personaggi di spicco che Benedetto Dei ha contribuito a portare presso la città meneghina – tra i quali si possono riconoscere illustri poeti, banchieri e mercanti – figurano i nomi di “Leonardo da Vinci dipintore” e “Atalante della Viola”, richiamando l’episodio citato anche da Vasari nel quale viene donata una lira da braccio al Duca Francesco.

Questo eccezionale ritrovamento risulta essere di fondamentale importanza nel ricostruire, su base documentale, l’esatta biografia e l’opera di Leonardo da Vinci fino ad oggi conosciuta, spesso invece fondata su assiomi presuntivi che proprio da questo stesso documento vengono smentiti. Per questo motivo, l’autore della scoperta ha inteso darne notizia accompagnandola all’uscita di un volume attraverso il quale, per sommi capi, dimostrare come la narrazione su Leonardo da Vinci in relazione al ritrovamento della memoria manoscritta ritrovata presso la BNC di Firenze.