Opposizioni chiedono Meloni in aula, verso informativa Nordio-Piantedosi
Opposizioni chiedono Meloni in aula, verso informativa Nordio-PiantedosiRoma, 3 feb. (askanews) – A cinque giorni dalla rinuncia dei ministri Nordio e Piantedosi a riferire alle aule parlamentari sul caso Almasri, l’informativa del Guardasigilli e del titolare del Viminale torna a essere la risposta del governo alla richiesta pressante delle opposizioni di chiarire la vicenda. La decisione è presa nel corso di una riunione a Palazzo Chigi con Giulia Bongiorno (Lega), presidente della commissione Giustizia del Senato e avvocato della premier Giorgia Meloni, con il sottosegretario Alfredo Mantovano e i due ministri, tutti iscritti nel registro delle notizie di reato quali persone indagate per aver deciso il rimpatrio con volo di Stato italiano del libico che la Corte penale internazionale aveva chiesto di arrestare.
A stabilire i tempi dell’informativa saranno le conferenze dei capigruppo di Camera e Senato convocate per martedì ma la decisione trapela al termine di una giornata in cui l’opposizione è andata all’attacco nell’aula di Montecitorio convocata alle 15 dopo giorni di stop in attesa della decisione del governo. Prende la parola per primo, in apertura di seduta, il leader M5s Giuseppe Conte con parole durissime: “Giorgia Meloni deve chiarire al Paese e a tutti i cittadini perché lei, donna, madre, cristiana, ha imbarcato e ha consentito tutti gli onori di un volo di Stato per sottrarre alla giustizia internazionale un boia, addirittura accusato di stupro su bambini di 5 anni! Solo lei può chiarire quali sono le motivazioni che, in questo momento, espongono il nostro Paese alla vergogna nazionale e internazionale. Aveva garantito di contrastare le mafie del mare in tutti i modi. Adesso scopriamo, invece, che queste mafie l’Italia le accoglie e le rimpatria con tutti gli onori”. Alla voce dell’ex premier si uniscono Avs, Azione, Italia Viva, Più Europa, il Pd che con la presidente dei deputati, Chiara Braga, che promette: “Non siamo disponibili a riprendere i lavori dell’Aula finché il governo non avrà riferito in Parlamento sul caso Almasri”. Se sulla richiesta della premier in Aula le opposizioni marciano unite, però, sull’idea di disertare i lavori i pentastellati si distinguono. Scelgono la strada dell’ostruzionismo parlamentare e partono da subito. Si iscrivono in massa a parlare sul decreto cultura approdato in Aula per la discussione generale. Un appuntamento che generalmente impegna il relatore e al massimo un esponente per gruppo. Oggi gli iscritti a parlare sono 41, la maratona oratoria va avanti per cinque ore e ogni intervento è l’occasione, oltre che per criticare il provvedimento che porta la firma del ministro Giuli, di attaccare il governo sul caso Almasri e chiedere che la premier riferisca.