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Ferrari 2003 c’è il nome: si chiama SF-23

Ferrari 2003 c’è il nome: si chiama SF-23

Martedì 7 febbraio 2023 – 14:45

Ferrari 2003 c’è il nome: si chiama SF-23

La presentazione della livrea il prossimo 14 febbraio.

Ferrari 2003 c’è il nome: si chiama SF-23
Roma, 7 feb. (askanews) – A una settimana dalla presentazione della nuova monoposto, la Ferrari ha svelato il nome della macchina che Leclerc e Sainz porteranno in pista nel Mondiale 2023: SF-23. La squadra torna così alla denominazione che ha caratterizzato quasi per intero l’era ibrida della F1. La sigla SF – Scuderia Ferrari – ha debuttato sulla SF15-T del 2015 ed è stata abbandonata solo lo scorso anno F1-75. La cifra indica la stagione che sta per scattare. La presentazione della livrea il prossimo 14 febbraio.

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Lombardia, Moratti: Majorino solo politica, io esperienza manager

Lombardia, Moratti: Majorino solo politica, io esperienza managerMilano, 7 feb. (askanews) – “C’è un candidato che è Majorino, lo dico con grande rispetto, che ha sempre fatto solo politica”, ma “amministrare una organizzazione complessa come la Regione Lombardia richiede esperienza manageriale e gestionale. Io credo di aver fatto crescere la città con Expo, di aver reso Milano attrattiva, di averla resa una città turistica internazionale. Lo stesso metodo, la stessa esperienza e le relazioni che mi hanno permesso di portare a casa Expo le metto a disposizione per la Regione”. Così Letizia Moratti in un’intervista rilasciata a Telenova.

Lombardia,Riccardi:donne penalizzate,in sordina preferenza genere

Lombardia,Riccardi:donne penalizzate,in sordina preferenza genereRoma, 7 feb. (askanews) – La doppia preferenza di genere c’è, ma è come se non ci fosse perché non viene incentivata. A partire dai candidati che chiedono il voto per sé ma non indicano la possibilità della seconda preferenza che tiene conto della parità di genere. Lo afferma Francesca Riccardi, una delle cinque donne candidate nella lista Pd alle elezioni Regionali in Lombardia.
“Noi donne all’apparenza partiamo dalla stessa linea, ma in realtà siamo penalizzate: molti candidati, infatti, nell’invitare a scrivere il proprio cognome, non indicano la seconda riga che pure è sulla scheda elettorale e che prevede il doppio voto di genere. Così – spiega Riccardi, avvocato, membro dell’assemblea nazionale del Pd e consigliere comunale per due mandati a Bergamo nell’amministrazione di Giorgio Gori – già l’elettore non sa che il 12 e 13 febbraio si vota in Lombardia per il rinnovo del Presidente della Giunta e per il Consiglio Regionale, se poi non gli si dice che può esprimere due preferenze, per un candidato uomo e per un candidato donna, questo significa non dargli un’informazione corretta. E, ovviamente, non garantire pari condizioni di ‘corsa’ elettorale alle donne”.
“Se nei consigli di amministrazione delle società pubbliche è prevista la parità di genere, non altrettanto avviene nelle istituzioni elettive – aggiunge Riccardi -. I numeri non mentono: alle ultime elezioni regionali della Lombardia gli eletti sono stati per il 70% uomini e solo per il 30% donne”. Non è solo un problema di leggi e di buone pratiche che promuovano la parità di genere, ma anche una grande questione culturale, di temi e di linguaggio. “In questa campagna elettorale i miei compagni di viaggio sono degli amici che conosco da tanto tempo ma ciò non toglie – conclude Riccardi, che è candidata nel collegio della provincia di Bergamo – che in occasioni pubbliche come la presentazione della lista noi donne candidate siamo state presentate come ‘le ragazze delle lista’. Insomma, come donna, per vincere i 100 metri piani ne devo correre 110”.