Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Ue, sala conferenze stampa Italia inutilizzata, rischia “esproprio”?

Ue, sala conferenze stampa Italia inutilizzata, rischia “esproprio”?Roma, 8 mar. (askanews) – C’è una sala, nell’Europa Building, che resta sempre desolatamente vuota. E’ la sala dell’Italia, quella in cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni potrebbe tenere le sue conferenze stampa a margine dei summit europei. Uno spazio di ampie dimensioni, con sedie, tavoli e prese elettriche. Perfetto per lavorare, insomma. Ma fino a questo momento Meloni l’ha usata solo una volta: il 10 febbraio 2023. In quell’occasione tenne la conferenza nella sala all’indomani della chiusura dei lavori e non il giorno stesso. Provocando, si racconta, qualche malumore nei funzionari del Consiglio europeo che dovettero rientrare al lavoro per allestire la stanza.



Da allora la porta della sala è rimasta sempre chiusa. Al più la premier si ferma per un “doorstep” (ma questo non è accaduto negli ultimi due summit su tre) nel cosiddetto passaggio alla Lanterna, con giornalisti e operatori accalcati in quella che in gergo viene chiamata “tonnara”, senza possibilità di prendere appunti e con poche chance di porre domande. Il bello è che per ottenere quella sala il governo italiano (all’epoca presieduto da Giuseppe Conte) aveva lottato. Sono solo tre, infatti, le grandi sale per conferenze stampa disponibili nel palazzo. Prima erano assegnate ai “big” Francia, Germania e Regno Unito. Dopo la Brexit il governo italiano aveva chiesto per sé quello spazio, che è considerato anche un segno di “status”. Una volta ottenuto, era stato inizialmente utilizzato ben poco a causa del Covid. Mario Draghi, invece, usava la sala regolarmente, come del resto fanno ancora oggi nei rispettivi spazi il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz che ben di rado saltano un appuntamento con la stampa seduta e in grado di lavorare adeguatamente.


Visto lo stato di disuso della sala italiana, al Consiglio europeo qualcuno inizia a chiedersi se non sia possibile lasciarla libera, magari mettendola a disposizione di qualche altro Paese membro di primo piano (la Spagna?) che oggi deve utilizzare spazi ben più piccoli. Al momento, secondo quanto si apprende, una richiesta del genere non è stata ancora avanzata, ma se la situazione non cambiasse – è il mood che si percepisce nei corridoi dell’Europa Building (il palazzo del Consiglio, non la newsletter, ndr) – potrebbe arrivare il momento dell’”esproprio”. Di Alberto Ferrarese e Lorenzo Consoli