Ue, se lo stallo su Fitto preoccupa chi ambisce alla “promozione”
Ue, se lo stallo su Fitto preoccupa chi ambisce alla “promozione”Roma, 15 nov. (askanews) – L’impasse sulla nomina di Raffaele Fitto ha creato un po’ di ansia nel centrodestra italiano. E non solo per il rischio di non ottenere il ruolo di primo piano che, come viene detto, spetta all’Italia, ma banalmente per le speranze personali di chi spera in una “promozione”.
“Come andrà a finire?”, chiede preoccupato al cronista un esponente della maggioranza che ambisce a un upgrade. Certo è consapevole che gli spazi di manovra sono molto stretti perché il punto fermo nella testa di Giorgia Meloni è cambiare il meno possibile. La parola “rimpasto” la premier non la vuol sentir dire, a maggior ragione dopo lo “choc” del caso Sangiuliano, il difficile inizio di Alessandro Giuli al Ministero della Cultura e la previsione di ulteriori possibili modifiche da apportare alla squadra di governo per la posizione giudiziaria di Daniela Santanchè. Mettere mano agli equilibri, per la premier, vorrebbe dire aprire rischi di destabilizzazione dell’esecutivo. E quindi l’idea è sempre quella di “spacchettare” il pesante portafoglio di Fitto, affidando la regia del Pnrr ai sottosegretari alla Presidenza Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, mantenendo invariata – e magari potenziando – la squadra di tecnici che si sta occupando del Piano, che ora è entrato nel vivo dell’attuazione pratica, la cosiddetta messa a terra. E però c’è sempre la speranza per quei due posti da sottosegretario lasciati liberi da Augusta Montaruli e Vittorio Sgarbi e mai ricoperti. In ballo ci sarebbero le deleghe per gli Affari europei e per la Coesione e il Sud. Posti che sarebbero – negli accordi già definiti – appannaggio di Fratelli d’Italia. Ma dentro e anche fuori dal perimetro di Fdi c’è chi spera e si adopera per accreditarsi come papabile. In attesa di sapere “come andrà a finire”.
di Alberto Ferrarese e Lorenzo Consoli