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8 marzo, NaturaSì racconta le donne che fanno agricoltura bio

8 marzo, NaturaSì racconta le donne che fanno agricoltura bioRoma, 4 mar. (askanews) – Le storie delle donne che fanno agricoltura bio, lottando contro i cambiamenti climatici e in primo luogo contro la siccità senza usare sostanze chimiche. A raccontare le storie delle oltre 600 le donne che fanno parte di questo circuito virtuoso è NaturaSì.



Rosalia Caimo Duc ha recuperato una felce considerata estinta nelle risaie della sua azienda agricola. Ariane Lotti è tornata da New York per introdurre metodi innovativi per la coltivazione biologica nei suoi campi. Anna Federici ha rivitalizzato con l’agricoltura biodinamica 300 ettari abbandonati e aridi alle porte della Capitale. Per Marta Galimberti “fare la spesa è un atto rivoluzionario”, che può cambiare le sorti del Pianeta. E Dora Brio ha unito due piccoli appezzamenti ereditati dalla famiglia per superare le difficoltà di fare agricoltura nel Sud, rispettando metodi di coltivazione naturali. Sono solo alcune delle storie che NaturaSì vuole raccontare in occasione dell’8 marzo. Storie di donne che hanno fatto scelte non scontate e le hanno portate avanti con caparbietà. Donne che ogni giorno si dedicano a una agricoltura bio, che si prende cura dei suoli, producendo cibo buono e nel rispetto dell’ambiente che ci circonda.


Le storie, con il loro corredo fotografico, rappresentano quelle delle circa 600 donne che nell’ecosistema NaturaSì da anni si impegnano nella coltivazione e nella ricerca di metodi innovativi per affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici, a partire dalla siccità. Vere e proprie Guardiane della Terra, oltre che imprenditrici in un settore che, mai come in questi mesi, ha espresso la necessità di riconoscere sostegno a chi garantisce non solo cibo per tutti, ma anche aria, acqua e suoli puliti.