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Barbabietole da zucchero, in Veneto obiettivo 8mila ettari

Barbabietole da zucchero, in Veneto obiettivo 8mila ettariRoma, 29 gen. (askanews) – Dopo un 2024 difficile per le barbabietole da zucchero, segnato da semine tardive in primavera a causa delle piogge e a temperature torride in estate, gli agricoltori scommettono sulla coltura e puntano a raggiungere 7.000-8.000 ettari di investimenti, com’era stato all’inizio dello scorso anno, che era stato segnato da un netto aumento di superfici, concentrati principalmente a Rovigo, Padova e Venezia.



Di prospettive e sfide della nuova campagna si è parlato in un incontro promosso dalla sezione di prodotto bieticola di Confagricoltura Veneto. “Negli ultimi anni abbiamo cercato di aumentare gli ettari in regione, per arrivare ad una buona produzione – ha premesso Carlo Pasti, presidente della sezione di Confagricoltura Veneto – Purtroppo la scorsa annata è stata pessima e quindi siamo partiti un po’ a rilento, ma contiamo che gli agricoltori continuino a credere ad una coltura storica e strategica per il nostro territorio, nonché importante per le rotazioni e l’organizzazione aziendale”. Giovanni Tamburini, presidente nazionale della sezione bieticola di Confagricoltura e vicepresidente di Coprob, Cooperativa produttori bieticoli proprietaria dei due zuccherifici italiani rimasti, Pontelongo nel Padovano e Minerbio nel Bolognese, ha confermato la necessità di incrementare gli ettari di coltivazione per arrivare ad una produzione idonea a far lavorare i due stabilimenti. “In questi anni abbiamo lavorato sul marchio 100% italiano e l’impegno ci sta premiando – ha detto -. Nonostante nel 2024 il prezzo dello zucchero, dopo due anni di crescita, abbia ceduto, siamo riusciti a stipulare ottimi contratti con industrie che stanno puntando sul made in Italy per valorizzare i propri prodotti”.


Giovanni Campagna, referente dell’area Sperimentazione di Coprob, ha sottolineato che si stanno testando nuove varietà molto interessanti. L’auspicio di Confagricoltura è che aumenti lo sforzo sul fronte della ricerca, con maggiori finanziamenti che consentano di ottenere bietole più resistenti ai cambiamenti climatici e agli attacchi fungini, oltre che nuovi principi attivi per la difesa fitosanitaria.