Mais, premio accoppiato e accordi filiera per rilancio produzione
Mais, premio accoppiato e accordi filiera per rilancio produzioneRoma, 30 gen. (askanews) – “Se vogliamo rilanciare la produzione di mais in Italia dobbiamo muoverci su più fronti, a partire da un maggiore sostegno economico, prevedendo un premio accoppiato come avviene per altre colture, come ad esempio la barbabietola da zucchero, anche se dovremmo calcolare importi inferiori in termini di budget. In questo modo gli agricoltori sarebbero maggiormente spinti a seminare il mais”.
Lo ha detto il professor Amedeo Reyneri, ordinario di Agronomia e coltivazioni erbacee all’Università di Torino e tra i massimi esperti mondiali nel settore maidicolo, al convegno “Agricoltura rigenerativa: il futuro della sostenibilità ambientale ed economica in agricoltura” a Fieragricola Tech, la rassegna di Veronafiere in programma al Palaexpo. Per Reyneri la prima leva per invertire la rotta per il mais italiano è di natura economica, fondamentale per sostenere una coltivazione strategica per la zootecnia, in particolare nelle aree del Nord Italia dove si concentra l’88% della produzione nazionale di suini, oltre l’85% del latte, il 60% dei bovini da carne e oltre il 70% degli avicoli. Reyneri ha spiegato come rilanciare le semine di mais e i quantitativi prodotti a livello nazionale, dopo un 2024 che ha segnato una diminuzione in termini di superficie (secondo il Crea la più bassa degli ultimi 160 anni con circa 495.000 ettari; erano circa un milione all’inizio del 2000), e una contrazione nelle rese per effetto dei cambiamenti climatici passata da 5,3 a 4,9 milioni di tonnellate, portando il tasso di autosufficienza al di sotto del 45% del fabbisogno nazionale.
Per il professor Reyneri il pilastro fondamentale è il rafforzamento dei contratti di filiera, strategici per rafforzare il legame fra cerealicoltori e allevatori nelle aree di produzione delle Dop di derivazione zootecnica, chiamati ricorrere all’utilizzo del 50% della razione alimentare dal territorio di produzione. “Il pacchetto previsto per il Fondo di sovranità alimentare conferma un contributo di 400 euro all’ettaro per le superfici incrementali coltivate a mais – ha ricordato il professor Reyneri – Una cifra attraente solo sul piano teorico, in quanto di scarso interesse per tutte quelle aree in cui l’orientamento alla coltivazione del mais è già radicato”. L’innovazione resta strategica, “a partire dai mais dai nuovi ibridi di mais a bassa taglia, con statura ridotta di circa il 30% rispetto agli standard, che consentiranno un incremento produttivo e riescono a sopportare meglio vento e grandine”.
Anche l’agricoltura di precisione potrà dare un aiuto, benché la superficie media delle imprese agricole italiane non consentirà di esprimere al massimo la potenzialità del precision farming, contrariamente alle grandi estensioni delle pianure degli Stati Uniti, Argentina e Brasile. Altra occasione di rafforzamento potrà venire dalle Tea (Tecniche di evoluzione assistita), sulle quali il professor Reyneri invita a non cedere all’entusiasmo. “Le Tea avranno bisogno di un decennio prima di manifestarsi in modo compiuto in campo – frena – e al momento attuale sono sospese a livello europeo. Dovrebbe esprimersi sul tema una commissione scientifica indipendente e non la Corte di Giustizia Ue”.