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Mons. Yoannis Lazhi Gaid: L’arte del ritirarsi o della saggia sconfitta

Mons. Yoannis Lazhi Gaid: L’arte del ritirarsi o della saggia sconfittaCittà del Vaticano, 1 feb. (askanews) – ‘Abbiamo tutti bisogno di imparare l’arte di trattare con le persone e di allenarci nelle capacità di quest’arte, con l’obiettivo di essere abili nell’agire saggiamente nelle battaglie della vita e nel fronteggiare nuovi problemi, situazioni, piccole e grandi, e battaglie quotidiane. Ciò include l’arte di imparare a vincere e a perdere, a salire e a scendere, ad avanzare e a ritirarsi, a tacere e a parlare, a intervenire e a ritirarsi’.



Lo scrive in una riflessione Mons. Yoannis Lazhi Gaid, presidente dell’Associazione Bambino Gesù delairo, già segretario personale di Sua Santità Papa Francesco e fondatore del gruppo ‘Progetto di vita e umanità’. ‘La maggior parte delle persone – evidenzia Mons. Gaid – si concentra sull’importanza della vittoria, della superiorità, sullo schiacciamento degli avversari, della pianificazione dell’attacco e dell’apprendimento delle strategie di attacco, ma c’è un altro aspetto che non è meno importante di questi aspetti, che è l’arte di saper ritirarsi, o quella che si può chiamare l’arte della saggia sconfitta, e pochi sono coloro che padroneggiano quest’arte. La maggior parte delle persone vive la propria vita in una lotta costante e senza fine. Possono ottenere vittorie che hanno il sapore della sconfitta e ottenere risultati che hanno il sapore della distruzione. Ritirarsi al momento giusto e restare in silenzio di fronte a certe situazioni può essere la chiave per una vera vittoria nelle battaglie della vita, per formare relazioni sociali solide e forti, per ottenere vittorie future e per proteggere se stessi e il proprio potenziale da perdite catastrofiche.


Per Gaid ‘L’arte del ritirarsi o della saggia sconfitta è la capacità di valutare le situazioni con precisione e calma, di controllare se stessi e le proprie reazioni iniziali e spontanee. È la capacità di prendere la decisione di ritirarsi al momento giusto, mantenendo la dignità e uscendo con perdite minime ed evitando prepotenza e arroganza, per proteggere se stessi e le proprietà da perdite ingenti e mantenere dignità, prestigio e valore. È l’arte di essere realisti, di adattarsi al cambiamento, di pensare a lungo termine e di avere fiducia in se stessi e nella giustizia di Dio. È l’arte di elevarsi al di sopra delle situazioni che ci trascinano giù, al di sopra delle persone che vogliono trascinarci nel fango e delle scelte per le quali pagheremo il prezzo in rimpianti e rammarichi. È l’arte di tacere di fronte alle barbarie di chi grida, l’arte di preservare valori e principi quando una vittoria momentanea richiede di rinunciarvi, e l’arte di agire con dignità e integrità anche quando tutti agiscono con bassezza e manipolazione. È la capacità di vedere il presente con l’intuito che vede il futuro e ne valuta i risultati. È l’arte di preservare ciò che è prezioso e duraturo, sopportando l’amarezza della perdita di situazioni fugaci e temporanee. L’arte di imparare che la sconfitta più grande si verifica quando il nemico riesce a farti agire come lui, a usare i suoi strumenti, a pensare come lui e a seguire la bassezza dei suoi metodi e del suo comportamento. Motivi per ritirarsi Sono molteplici le ragioni che possono spingere una persona a decidere di tacere o di fare marcia indietro, tra cui, ad esempio: • La bruttezza dell’avversario: quando ci troviamo di fronte a persone a cui manca il minimo di umanità, cavalleria, onorabilità e galanteria è meglio tirarsi indietro e lasciare la questione al tempo, il solo capace di svelare la verità delle cose. Prima o poi il tempo rivela la differenza tra il ferro e l’oro, tra il vetro e i diamanti, tra le affermazioni e i fatti, tra l’arroganza e i successi. • La grande superiorità dell’avversario: quando l’avversario è grandemente ed esageratamente superiore a te, la ritirata può essere l’opzione migliore per evitare pesanti perdite e la sconfitta completa. Cristo ci insegna: ‘Ovvero quale re, andando a far guerra contro un altro re, non si siede prima a determinare se può con diecimila affrontare colui che gli viene contro con ventimila? Se no, mentre quello è ancora lontano, gli manda un’ambasciata per trattar la pace’ (Lc 14, 30-32). • Proteggere se stessi e gli altri: non è saggio proclamare la vittoria perdendo tutto o concentrarsi su un piccolo obiettivo e perdere quelli più importanti, più grandi e più preziosi. È saggio perdere una battaglia per vincere la guerra, perché non c’è alcun valore nel vincere una battaglia quando il prezzo è perdere tutto. È sciocco essere testardi in questioni banali e perdere cose preziose. • Dare una possibilità: fare un passo indietro potrebbe essere l’opzione migliore per riflettere e valutare le situazioni in modo più calmo e razionale e per prepararsi meglio al confronto. Quante persone cambiano idea una volta che diamo loro il tempo di riflettere? Quanti problemi possono essere risolti se non li affrontiamo senza versare la benzina della testardaggine? Quante famiglie si sarebbero salvate e avrebbero superato gli uragani se una delle due parti avesse deciso di smettere di dimostrare di avere ragione? Qual è il valore di dimostrare di avere ragione se il prezzo è la distruzione della tua famiglia, della tua vita, di quella dei tuoi figli e della tua famiglia? • Confondere l’avversario: il ritirarsi può essere utilizzato per confondere l’avversario e costringerlo a pensare, ritirarsi anche lui e spezzare così il cerchio del male. Molti problemi si risolvono se impariamo e pratichiamo le parole di Gesù: “Ma io vi dico: Non resistere al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra, e se uno vuol farti causa per toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello. E se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due. Da’a chi ti chiede, e non rifiutarti di dare a chi desidera qualcosa in prestito da te” (Mt 5, 39-42). • Valutare le questioni con oggettività e realismo: è saggio imparare a calcolare il costo e valutare le situazioni con equilibrio, oggettività e realismo, come ci insegna Cristo: ‘Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: «Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro»” (Lc 14:28-30). Principi dell’arte della sconfitta e della ritirata saggia • Mantenere la disciplina: la disciplina e la calma devono essere mantenute conservando l’autocontrollo, evitando il panico, il caos, le risposte affrettate e l’impulsività sconsiderata. • Pianificazione anticipata: una persona di successo è qualcuno che si prende il suo tempo, pianifica, studia, approfondisce e si prepara al confronto con una visione chiara e con la capacità di avanzare come di ritirarsi. Un leader che attacca senza un piano di ritirata è spesso inesperto, poco saggio o astuto. • Mantenere la concentrazione e la capacità di pensiero: occorre mantenere la concentrazione e la capacità di pensiero ed evitare battaglie secondarie che potrebbero portare a ulteriori perdite. • Prepararsi a dare le risposte appropriate: un ritiro saggio spesso non significa una sconfitta completa e può consistere nel darsi abbastanza tempo per ritornare e prepararsi meglio e anche per richiedere la mediazione di alcune persone sagge’. Ci sono ‘molti esempi storici dell’arte del ritirarsi e della saggia sconfitta, del ritiro equilibrato e del silenzio espressivo. I più famosi di questi esempi sono: • Il silenzio di Cristo davanti a Ponzio Pilato e davanti alle accuse false: è saggio rimanere in silenzio quando il processo è ormai scontato e il verdetto è già stato emesso e quando ci troviamo di fronte a persone accecate dall’odio. È saggio restare in silenzio perché ogni prova non servirà a nulla e ogni difesa si trasformerà in un’accusa. Il silenzio di Cristo è il silenzio dell’oppresso che tace perché Dio possa parlare, e accetta il calice dell’ingiustizia perché è certo che dopo le tenebre brillerà la luce, e dopo la croce esploderà la Risurrezione e dopo l’apparente silenzio di Dio ogni persona verrà giudicata secondo le proprie azioni. • Il silenzio di Giuseppe: La Bibbia ci racconta del silenzio di Giuseppe di fronte all’odio e alla gelosia dei suoi fratelli, di fronte all’ingiustizia del faraone e di sua moglie, e persino di fronte all’apparente silenzio di Dio, silenzio fiducioso che durò finché Dio non trasformò tutta la pazienza di Giuseppe in vittoria e poté dire ai suoi fratelli: “Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso.” (Gen50,20). • La ritirata di Napoleone difronte alla Russia: nonostante le vittorie iniziali, Napoleone fu costretto a ritirarsi di fronte alla Russia a causa delle dure condizioni climatiche e della feroce resistenza russa. Questa ritirata, nonostante le gravi perdite, gli permise di preservare gran parte del suo esercito e di tornare in Francia. Si ritirò perché continuare avrebbe significato l’annientamento. *Conclusione* L’arte della sconfitta e della saggia ritirata richiede coraggio e capacità di prendere decisioni difficili. È l’arte di compiere scelte difficili quando le circostanze non sono giuste. Ecco perché quest’arte non può essere praticata dagli arroganti, dai presuntuosi, o dagli immaturi, perché è un’arte che solo chi ha intuito e visione può padroneggiare. In conclusione, affermiamo che quest’arte è completamente diversa dall’opportunismo, dall’incostanza, dal tradimento dei principi, dalla ritirata codarda e dalla fuga dal campo di battaglia. Infatti, può praticare quest’arte solo chi si eleva al di sopra delle banalità, resta in silenzio di fronte alle discussioni futili e confida nella giustizia di Dio. L’arroganza di vincere sempre e la pretesa di non accettare mai la sconfitta sono espressioni infantili che indicano immaturità e irrealismo. Naturalmente, non intendiamo qui la sottomissione, l’accettazione dell’ingiustizia o il non difendere i propri diritti… Questa è codardia. Piuttosto, intendiamo di seguire le parole di Gesù: ‘Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Da’ a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle» (Mt 5:38-42). Ossia affrontare il male con il bene che è la scelta dei forti, dei coraggiosi e di coloro che hanno un cuore che confida in Dio. Gibran Khalil Gibran dice: ‘L’ignorare è una vendetta raffinata ed è una carità verso i poveri di umanità’ ‘.