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Italiani nel mondo, Stabile (Cgie): ecco le sfide per il 2025

| Redazione StudioNews |

Italiani nel mondo, Stabile (Cgie): ecco le sfide per il 2025Roma, 3 feb. (askanews) – I rapporti con i Comites, il ruolo fondamentale dei servizi notarili all’interno dei Consolati, le “politiche di incentivi al ritorno, come contromisura rispetto all’inverno demografico del Paese”, le sfide e gli obiettivi per il 2025, le quattro macro aree su cui lavorare, tra le quali la proposta di legge sul voto all’estero, gli incentivi al rientro, la rappresentanza intermedia, la proposta di modifica della legge sulla cittadinanza; le urgenze per gli italiani all’estero. Intervista a 360 gradi con askanews con Giuseppe Stabile, vicesegretario generale per l’Europa e l’Africa del Nord del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.



Ci può presentare il suo settore di competenza, da quanto è arrivato e di cosa si occupa? Dall’ingresso nel Comitato di Presidenza a seguito della mia elezione a vicesegretario generale dello scorso 18 giugno 2024, sto procedendo a una ricognizione e analisi delle fonti sulle problematiche che riguardano il Continente europeo e il Nord Africa, e consecutivamente all’organizzazione delle attività del gruppo di consiglieri più numeroso del CGIE. A questo si aggiunga il costante monitoraggio sui servizi consolari che stanno molto a cuore a tutti noi. Quest’anno ci siamo pure espressi unanimemente sul mantenimento dei servizi notarili all’interno dei Consolati e sul ripristino in quei territori dove è stato soppresso, ritenendolo essenziale per i connazionali, a un costo certamente inferiore rispetto alle tariffe applicate dai notai locali. Crediamo che occorra far sì che i servizi consolari, anziché essere concentrati su quelli essenziali a causa della scarsità delle risorse, vengano ampliati rispetto a quelli attualmente erogati, con conseguenti maggiori entrate per l’erario, evitando in tal modo anche il rischio di rinunciare all’autorità statale a favore di privati. Ho ritenuto immediatamente utile aggiornare le e-mail di contatto dei Comites e delle associazioni con il fine di mantenere costanti i rapporti di collaborazione. Ogni anno per legge i Vicesegretari generali redigono un rapporto che verrà presentato in Parlamento sui processi di integrazione delle comunità italiane residenti nelle aree di loro pertinenza. A tal proposito sono stati invitati i consiglieri della Commissione continentale che presiedo ad apportare il loro contributo per l’area di competenza, redigendo la propria scheda Paese con elementi comuni quali: i processi di integrazione delle comunità italiane nelle aree di loro pertinenza; lo stato dei diritti delle stesse e gli eventuali contenziosi bilaterali aperti tra l’Italia e i Paesi dell’area che hanno riflessi sulla situazione delle comunità italiane ivi residenti, unitamente al numero di richiedenti la cittadinanza e all’aspetto sociale, commerciale, imprenditoriale e industriale. L’attenta e puntuale raccolta di tali informazioni e dati è fondamentale per le nostre istituzioni, politiche e amministrative, che grazie al nostro contributo possono affinare la propria azione e contestualmente riconoscere maggiormente l’opera quantitativa e qualitativa da noi svolta. Quali sono i temi principali di cui si occupa il suo settore? La Commissione, per la parte di competenza, lavora contestualmente sia sui temi generali affidati a tutto il Consiglio che su quelli specifici dell’area di riferimento. Il programma del 2025 ha fissato obiettivi di tutto rispetto, e personalmente sto concentrando molta attenzione alle politiche di incentivi al ritorno, come contromisura rispetto all’inverno demografico del Paese. Ritengo fondamentale che tutte le componenti del sistema collaborino in sinergia per garantire massima diffusione a ogni misura che può essere di interesse per le nostre collettività, così da raccogliere criticità e suggerimenti migliorativi per una legislazione favorevole.


Quali le urgenze, le sfide e gli obiettivi per il 2025? Ritengo necessario che il sistema della rappresentanza, a partire dall’associazionismo, si adegui alla realtà attuale della nostra emigrazione per svolgere al meglio il suo ruolo, avendo quale unico ed esclusivo interesse il supporto alla collettività italiana. Per questa ragione, è necessario riformarlo depurandolo dalle ingerenze partitiche e riconducendolo ai principi di buona amministrazione ai quali dovrebbero ispirarsi le istituzioni. Solo così si potrà aspirare a raggiungere quell’unità di intenti, pur nella pluralità di idee, che è necessaria a soddisfare efficacemente le reali esigenze delle comunità nel mondo. Quanto agli obiettivi, abbiamo tracciato un ambizioso programma per il 2025 che tratterà quattro macro-temi (proposta di legge sul voto all’estero, incentivi al rientro, rappresentanza intermedia, proposta di modifica della legge sulla cittadinanza), su cui sarà necessaria la razionalizzazione del capitale umano a disposizione del Consiglio e, auspicabilmente, l’avvio della V Assemblea plenaria della Conferenza permanente Stato-Regioni-PA-CGIE. Quali sono i vostri rapporti con i Comites locali? Consideriamo i Comites così importanti da aver redatto la proposta di riforma della loro legge istitutiva dopo averli a suo tempo interpellati e tenendo nel massimo conto le loro osservazioni e i loro suggerimenti. Inoltre, sono stati interpellati anche riguardo alle tematiche oggetto dell’agenda 2025 del CGIE.  Assieme alle Associazioni, sono parte della squadra, rilevanti strumenti messi a disposizione dal nostro ordinamento giuridico per consentire alle collettività all’estero di rappresentare i bisogni degli italiani residenti nelle circoscrizioni per promuovere, in raccordo con l’Autorità diplomatica e consolare, iniziative nelle materie attinenti alla vita sociale e culturale.


Quali sono le principali urgenze degli italiani nel mondo? Una delle principali e costanti nel tempo è quella di ricevere servizi consolari efficienti, un’interazione facilmente accessibile e vicina agli utenti, e questo grazie alla digitalizzazione e l’utilizzo di nuove tecnologie si sta perfezionando sempre più. Tuttavia, non bisogna dimenticare che l’espatrio continua a essere maggiormente frutto di costrizione più che di scelta e questo incide sulla crescita dell’economia nazionale. Quindi dovremmo contribuire anche ad apportare quei suggerimenti migliorativi che garantiscano coerenza nelle attività di promozione all’estero condotte dal sistema Paese. Molti politici, studiosi e addetti ai lavori per anni si sono cullati parlando banalmente di normale (o storica) circolazione, senza curarsi dell’ascolto degli espatriati, delle loro ragioni, visioni e valutazioni. Ecco, personalmente ritengo fondamentale questo aspetto e il nostro contributo può marcare la differenza. Di Serena Sartini