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Ogni anno sprechiamo 8,2 mln ton di cibo, ci costa 372 euro a testa

Ogni anno sprechiamo 8,2 mln ton di cibo, ci costa 372 euro a testaMilano, 4 feb. (askanews) – Il cibo che sprechiamo o va perso in un anno ci costa mediamente 372 euro, per un totale di quasi 22 miliardi, sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno, In termini quantitativi in Italia 8,2 milioni di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura o vanno perse, ponendo il nostro Paese al terzo posto nella classifica degli “spreconi d’Europa”, dietro Germania (10,8 milioni di tonnellate) e Francia (9,5 milioni di tonnellate). Un podio che da solo rappresenta quasi la metà (47%) degli spechi alimentari totali. A scattare la foto è il Centro studi Divulga nel focus “Spreco e fame 2025” pubblicato in occasione della dodicesima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare.



Complessivamente nel nostro Paese, in base alle rilevazioni di Divulga su dati Eurostat aggiornati al 2022, il 76% delle perdite economiche per lo spreco di cibo, pari a 15,8 miliardi, si genera in famiglia tra le mura domestiche, mentre il restante 24% si suddivide tra commercio e distribuzione (8% pari a 1,7 miliardi), ristorazione (6% pari a 1,3 miliardi), produzione primaria (6% per un ammontare complessivo di 1,1 miliardi) e industria alimentare (5% pari a 965 milioni). A livello generale, nell’Unione Europea, dove il 10% degli alimenti immessi nel mercato viene perso o sprecato, il costo stimato è circa 145 miliardi di euro, di cui il 59% è attribuibile al consumo domestico (86 miliardi), con un costo medio di 354 euro per abitante sommando tutte le fasi della filiera. I peggiori Paesi, in base alla rielaborazione di Divulga su dati Eurostat, sono Cipro (788 euro pro-capite), Danimarca (680 euro pro-capite), Grecia (517 pro-capite), Portogallo (496 pro-capite) e Norvegia (442 pro-capite). Mentre tra i Paesi economicamente più virtuosi ci sono la Slovenia (190 euro pro-capite), la Croazia (193 euro pro-capite) e l’Ungheria (255 euro pro-capite).


Sul totale delle quantità di cibo sprecato, il 72% delle perdite nel nostro Paese avviene tra le mura domestiche con 100 chili a testa. Analizzando le quantità pro-capite di cibo sprecato complessivamente, invece, osserviamo ancora una volta che i primi tre Paesi in classifica risultano essere Cipro con 294 chili a testa, Danimarca con 254 chili a testa e Grecia con 193 chili a testa. L’Italia pur registrando un valore inferiore ai primi in classifica (pari a 139 chili a testa sommando tutte le fasi della filiera), si posiziona comunque al di sopra della media Ue, all’11esimo posto. A livello globale, in base alle rilevazioni di Divulga su dati Fao-Ocse, frutta (20%) e verdura (33%) insieme rappresentano più della metà degli sprechi alimentari, mentre i cereali, che sono l’alimento più consumato al mondo, coprono il 23% degli sprechi. La carne e i prodotti lattiero-caseari rappresentano l’8% degli sprechi in volume ma con un’incidenza in valore pari a un terzo del totale.


Se non assisteremo ad un reale cambio di passo, secondo il Centro studi Divulga, entro il 2033 i dati su sprechi e perdite alimentari potrebbero peggiorare con una perdita aggiuntiva di cibo quantificabile in 230 milioni di tonnellate in più rispetto al periodo attuale.