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Ue a paesi membri: più sforzi per garantire resilienza idrica

Ue a paesi membri: più sforzi per garantire resilienza idricaRoma, 4 feb. (askanews) – I paesi membri dell’Unione Europea devono fare più sforzi per garantire la resilienza idrica. E’ quanto chiede la Commissione Europea nell’ultima relazione sullo stato delle acque nell’Unione europea. Una relazione tra luci e ombre, perché se è vero che gli Stati membri hanno generalmente migliorato la conoscenza e il monitoraggio dei flussi idrici superficiali e sotterranei, aumentato la spesa e migliorato l’applicazione della legislazione dell’UE in materia di acque, sebbene con notevoli differenze, è “tuttavia necessario un lavoro significativo per raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di qualità e quantità dell’acqua dolce”.



La salute media delle masse idriche superficiali dell’UE è infatti critica, con solo il 39,5% che raggiunge un buono stato ecologico e solo il 26,8% che raggiunge un buono stato chimico. Ciò è dovuto principalmente alla diffusa contaminazione da mercurio e altri inquinanti tossici. Anche la scarsità d’acqua e la siccità destano crescenti preoccupazioni nella maggior parte dell’UE. L’UE ha formulato quindi una serie di raccomandazioni chiave agli Stati membri per migliorare la gestione delle risorse idriche entro il 2027, tra cui: aumentare il rispetto della legislazione dell’UE in materia di acque aderendo ai limiti di inquinamento, in particolare l’inquinamento da nutrienti proveniente dall’agricoltura, e garantendo che lo scarico delle acque reflue sia gestito in modo adeguato per proteggere l’ambiente e la salute umana.


Ancora, garantire finanziamenti sufficienti per colmare le carenze di risorse e garantire un’attuazione efficace delle misure di gestione di quelle idriche; attuare misure supplementari per affrontare le sfide ambientali persistenti, come l’inquinamento chimico; promuovere il riutilizzo dell’acqua e aumentare l’efficienza e la circolarità per prevenire lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere e infine combattere le estrazioni illegali e mitigare la siccità. Per quanto riguarda la direttiva sulle alluvioni “emergono notevoli miglioramenti nella gestione del rischio di alluvioni, un migliore allineamento degli obiettivi e delle misure e la considerazione delle sfide poste dai cambiamenti climatici”.


Tuttavia, prosegue la Commissione Ue, la maggior parte dei piani “non prevedeva obiettivi quantitativi, il che rendeva difficile trarre conclusioni sull’efficacia della gestione del rischio di alluvioni”. Con inondazioni più frequenti e gravi in Europa, gli Stati membri devono quindi ampliare la loro capacità di pianificazione e amministrativa e investire adeguatamente nella prevenzione delle inondazioni.