Dai dazi Usa alla Ia, in dibattito AmCham tutte le sfide per l’Ue
Dai dazi Usa alla Ia, in dibattito AmCham tutte le sfide per l’UeMilano, 4 feb. (askanews) – La competitività e i valori europei, lo sviluppo, le nuove tecnologie e le regole non sono in contraddizione ma elementi complementari di una Europa sicuramente più forte e resiliente, non timorosa dei dazi, ma che sappia piuttosto rilanciare la partnership transatlantica. È quanto emerso oggi a Milano a “Il futuro della competitività europea, tra innovazione, sostenibilità e sicurezza”, primo appuntamento per il 2025 dei simposi organizzati da AmCham Italy “Walk the Talk”, ormai giunti alla quarta edizione. Ad aprire i lavori Simone Crolla, managing director di AmCham Italy, e subito a seguire l’europarlamentare Carlo Fidanza (FdI), che la sua introduzione ha spiegato come l’Italia può fare da “cerniera” tra interessi europei e americani e avere un ruolo di guida in un’Europa che sappia osare rilanciando “la partnership transatlantica” senza aver paura dei dazi.
Fidanza ha evidenziato la necessità della semplificazione in sede europea, di un’Europa appetibile anche come sede per l’innovazione, oltre a mettere in luce gli “interessi geostrategici che possono convergere”. Uno spunto riemerso anche nel successivo dibattito condotto da Federica Di Pillo, capo delle relazioni esterne di AmCham Italy. Va detto che in un contesto globale sempre più interconnesso e complesso, l’Europa si trova ad affrontare sfide decisive per preservare e accrescere la propria competitività. Il recente rapporto “Il futuro della competitività europea” presentato da Mario Draghi alla Commissione Europea fornisce una visione strategica su come coniugare innovazione, sostenibilità e sicurezza, elementi essenziali per assicurare un futuro prospero al continente.
Di Pillo ha ricordato che la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen ha di recente spiegato come la visione europea di competitività economica sia un equilibrio tra innovazione e valori sociali condivisi. E come la semplificazione e la stabilità normativa siano punti fondamentali per guardare al futuro con sicurezza e come la competitività e i valori non siano. E proprio durante il dibattito su un tema di estrema attualità – l’Intelligenza artificiale – Andrea Galvagni, responsabile per l’Italia di Palantir Technologies, ha chiarito: “ci sono tanti settori dove l’Ia può essere impiegata. Forse la domanda è dove non può essere impiegata. Quanto all’aspetto della sicurezza, è importante per l’Europa sviluppare le proprie tecnologie” ma “c’è uno spazio enorme per innovare” ed “è importante” che l’Europa abbia la propria innovazione, ha detto. Ma soprattutto: l’Intelligenza artificiale può essere uno strumento per armonizzare l’innovazione con la complicata regolamentazione europea. Secondo Galvagni, infatti, in Europa abbiamo “molta regolamentazione”, abbiamo “tanti metodi per mettere nuove regolamentazioni e pochi per toglierle”, ma questo non vuol dire che le regole siano da smantellare, anzi le regolamentazioni devono essere la “base per costruire”. Sempre Galvagni ha chiarito come in Europa non ci sia “un problema di innovazione, in quanto tale. Noi abbiamo in Europa delle aziende che sono leader nel mondo in tantissimi campi”. Ma tuttavia “abbiamo un forte problema culturale di comprensione di cosa sia il software”, anche tenendo conto che “tutte le più grosse aziende del mondo, a oggi, sono americane e sono aziende di software”. E se nel Vecchio continente “siamo estremamente bravi nel creare hadware”, non lo siamo altrettanto con il software che “è qualcosa di vivo, che va costantemente sperimentato, costantemente sviluppato, innovato e che richiede dei rischi” che però rimangono estremamente limitati. Insomma in Europa c’è “un problema culturale” che spinge a gestire l’innovazione del software e della Ia come quella dell’hardware. E quindi bisogna iniziare a capire meglio l’importanza del software e dell’intelligenza artificiale, soprattutto per le medie e piccole aziende. “Perché può essere un forte qualificatore. È una risorsa che non si stanca mai, ed è una risorsa a basso costo”, ha spiegato Galvagni.
Alla discussione hanno preso parte anche Paola Angeletti, Chief Sustainability Officer, Intesa Sanpaolo, Jacopo Brunelli, Managing Director & Senior Partner, BCG, Barbara Cominelli Ceo Italy & EMEA Retail Markets Lead, JLL Italy, ed Andrea Di Segni, Managing Director Italy, Morrow Sodali. Angeletti ha posto l’accento sulla necessità di “armonizzazione delle norme per le aziende e lo sviluppo della competitività con la volontà di semplificare il quadro normativo”. Per Di Segni la competitività può rappresentare anche “una spinta economica per le aziende europee”. “Io ritengo che la sostenibilità sia da perseguire. Imperativo per il nostro paese è favorire la riduzione di emissioni, ma anche grande opportunità perché favorisce l’innovazione” ha detto Brunelli. Per Cominelli la “semplificazione è anche l’accessibilità, la vivibilità” e comunque dal punto di vista dell’infrastruttura l’Italia è ben posizionata e continuerà ad evolversi e ben posizionarsi.