
Cisint scrive a Copa Cogeca: 3 proposte su pesca e acquacoltura
Cisint scrive a Copa Cogeca: 3 proposte su pesca e acquacolturaRoma, 14 feb. (askanews) – Tre proposte che toccano direttamente il mondo della pesca e dell’acquacoltura europea ma anche il mantenimento degli habitat, la tutela della biodiversità e degli equilibri ecologici, in linea con alcuni degli indirizzi europei già approvati dalla Commissione e inseriti nei punti chiave di strategie europee come la Biodiversity Strategy. Le tre proposte sono state sottoposte al gruppo di lavoro Acquacolture and Fisheries del Copa-Cogeca di Bruxelles “così da poter consentire l’avvio di un iter condiviso per la risoluzione di alcune delle principali problematiche che oggi gravano pesantemente sul settore della pesca e dell’acquacoltura, sia italiana che europea”. A presentarle è l’eurodeputato Anna Cisint (Lega).
I tre punti riguardano la modifica dello status di protezione della specie cormorano (Phalacrocorax carbo sinensis) declassando la specie all’interno della Direttiva Uccelli 409/79/CEE a seguito dell’esplosione demografica che le popolazioni europee di cormorano maggiore hanno avuto negli ultimi decenni, agendo in maniera analoga a quanto fatto per il lupo. Ancora, la previsione di un contributo annuale per l’attività di acquacoltura estensiva, calcolato in base alla superficie, tramite la creazione di un pilastro di finanziamento dedicato, in maniera analoga a quanto stabilito dalla PAC per gli agricoltori.
Infine, la redazione di un Regolamento Ue per la lotta alle specie alloctone invasive, affinché gli Stati membri si impegnino coerentemente ed in maniera efficace, per la tutela della propria biodiversità e delle specie autoctone, comprese quelle di interesse economico-commerciale, come le innumerevoli specie ittiche che popolano le acque dolci e salate dei nostri bacini. “È urgente e quanto mai necessario che le nuove disposizioni individuino le specie alloctone come emergenza prioritaria, rendendo ogni cittadino o portatore di interessi partecipe, al fine di far prevalere il parametro di urgenza rispetto a quello di tutela, ascrivibile alle specie selvatiche, tutelate da norme nazionali o regionali che precludono le possibilità di agire in tempi celeri ed efficaci”, conclude Cisint.