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Dubai, un nuovo ‘Eldorado’? La parola a un italiano che ci vive

Dubai, un nuovo ‘Eldorado’? La parola a un italiano che ci viveMilano, 15 feb. (askanews) – Eugenio Malatacca vive da tredici anni a Dubai, dove gestisce un tour operator inbound, il Malatacca Travel and Experiences, di cui è proprietario. Alla Bit di Milano 2025, l’imprenditore racconta ad Askanews i vantaggi e le difficoltà di vivere da italiano a Dubai e spiega – dal suo punto di vista – i pregi e le contraddizioni della vasta comunità italiana presente. E a chi intende trasferirsi dice: gli Emirati non sono il nuovo Eldorado.



“Vivere a Dubai per un italiano è molto semplice perché è un Paese multietnico, ci sono persone da tutto il mondo. C’è un pezzo d’Italia, siamo oltre 10.000, li trovi in giro, siamo ovunque. E poi c’è la cucina di tutte le regioni italiane: è un po’ come essere a Little Italy”, spiega Malatacca, secondo cui però nei rapporti tra connazionali “c’è tanta concorrenza, anche in settori diversi: sembra quasi che un altro italiano venga lì per prendere il tuo lavoro. Non so perché c’è a volte questo attrito tra gli italiani a Dubai. C’è un po’ di diffidenza. Probabilmente perché tutti credono che Dubai sia così semplice da vivere e molti pretendono di ricevere tutte le informazioni in modo altrettanto semplice da chi vive lì da molto più tempo. E’ davvero strano, in altre città straniere non è così. Ci sono comunque eventi organizzati dall’Ambasciata e dai Consolati, dalla Camera di commercio. E poi ci siamo noi privati che a volte organizziamo assieme all’Ente del turismo eventi di aggregazione e di divulgazione della cultura italiana”. Dubai è spesso considerata un luogo che offre prospettive di lavoro e di business. “Io credo le opportunità, se si cercano, siano ovunque – ribatte Malatacca -. Il problema probabilmente è che tutti vedono Dubai come un’opportunità semplice e invece è complessa, come tutti i Paesi del mondo”.


A un italiano che intende trasferirsi a Dubai Malatacca consiglia di non “innamorarsi” del nome, ma di valutare tutti gli aspetti e di approfondirne la conoscenza prima di prendere una decisione. “Se consiglierei Dubai? E’ difficile da dire, perché le condizioni lavorative magari ad un italiano non sempre andrebbero bene. Ad esempio, noi lavoriamo in ufficio dalle 10 alle 12 ore al giorno. Ci sono persone che lavorano anche molto di più. Non ci sono le tutele sindacali che esistono in Europa. Nel turismo ad esempio non ci sono orari, spesso sento italiani lamentarsi del fatto che si lavori troppo”. Tra gli aspetti positivi di Dubai l’imprenditore italiano indica la sicurezza: “E’ diverso dall’Italia, qui è tutto controllato, ci sono telecamere ovunque: lasciamo le porte di casa aperte, non chiudiamo l’auto. Giriamo senza alcun tipo di paura”. Tra gli aspetti negativi, “c’è il clima: non è per tutti, perché a volte si raggiungono e si superano i 50 gradi. E nonostante le apparenze – c’è il deserto – è un Paese umido”.


Malatacca dice di non saper rispondere alla domanda se un giorno sceglierà di tornare in Italia. Ma afferma: “Mi piacerebbe che l’Italia fosse più organizzata, che l’Italia fosse più forte come presenza, ma non per quello che ha fatto nella storia, nel passato, ma per quello che fa oggi e che continua a fa. Mi piacerebbe che l’Italia si offrisse con cose nuove, con destinazioni nuove, con itinerari nuove e combattere l’overtourism che porta benefici solo alle solite destinazioni”.