Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Marchio biologico boost per imprese sui mercati esteri

Marchio biologico boost per imprese sui mercati esteriRoma, 24 feb. (askanews) – L’adozione di un logo biologico Made in Italy “risulta cruciale per certificare in modo chiaro l’autenticità, la qualità e l’origine dei prodotti bio italiani, non solo oltre confine: il 75% degli italiani ritiene che la presenza di un logo bio italiano rappresenti una garanzia aggiuntiva all’origine del prodotto”. Lo ha detto Silvia Zucconi, Chief Operating Officer Nomisma SpA, nel corso dell’Osservatorio Sana che Nomisma ha presentato oggi a Bologna Fiere per Sana Food 2025 in occasione della prima giornata di Rivoluzione Bio 2025, gli Stati generali del biologico, organizzati in collaborazione con FederBio e AssoBio.



I dati della survey di Nomisma hanno anche rivelato quanto il marchio biologico rappresenti un boost per le imprese italiane nel presidio dei mercati internazionali: “circa 4 su 10 sostengono che il bio abbia molto favorito il posizionamento dell’azienda oltreconfine – ha spiegato Zucconi – ma anche l’origine italiana o territoriale è un fattore di successo indispensabile per imprese e consumatori”. Secondo la survey, ch acquista Bio sceglie prevalentemente in base all’origine del prodotto: il 47% dei consumatori presta attenzione all’origine italiana o locale/km0 (32%) delle materie prime, mentre il 34% cerca la presenza di certificazioni DOP/IGP. Inoltre, aumenta l’interesse per prodotti Bio con confezioni sostenibili (20%) e 100% vegetali (20%).


Se si considerano le categorie di prodotti healthy, il biologico si conferma un driver di scelta, guidando il 22% dei frequent user nell’acquisto di prodotti vegetali. Tra le motivazioni legate all’acquisto delle diverse categorie di prodotti healthy, il biologico conferma le maggiori garanzie in termini di salute (30%), rispetto per l’ambiente (24%) e qualità (12%). La ricerca di attributi salutistici nelle occasioni di consumo fuori casa che emerge dall’indagine realizzata da Nomisma per l’Osservatorio SANA, vede prodotti tipici del territorio e a km0 come il “must have” dell’away from home per circa 9 consumatori su 10. Sul podio anche i prodotti biologici, la cui presenza risulta fondamentale per il 68% degli italiani. Nel complesso il consumatore bio è più esigente e attento rispetto alla scelta del locale e alle caratteristiche di servizio offerte. Oltre a familiarità e consigli di amici e parenti, il consumatore bio valuta in maniera più approfondita la reputazione del luogo scelto per mangiare fuori e l’accoglienza/ambiente del locale.


Rispetto al menù, invece, il consumatore bio ha un forte orientamento verso la ricerca di prodotti freschi e di stagione (per il 48% degli user bio), di piatti semplici e poco elaborati (39%). Le aspettative del consumatore bio però non trovano risposte positive in quella che è l’attuale offerta di prodotti bio presso la ristorazione, soprattutto quella collettiva. Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio, ha ricordato che “negli anni, il biologico è uscito dalla dimensione di nicchia, ma c’è ancora ampio spazio di espansione considerato che molti paesi europei hanno consumi interni superiori rispetto ai nostri. Per questo – ha detto – è importante continuare a dare impulso al settore, con attività di informazione, promozione ed educazione alimentare, a partire dalle scuole. Un sostegno concreto arriverà dal Marchio biologico italiano, che, oltre a favorire la presenza dei prodotti bio nei mercati internazionali, assicura un’immediata riconoscibilità, rafforzando il ruolo degli agricoltori e favorendo la collaborazione tra produzione, trasformazione e distribuzione”.