
Fao aggiorna la metodologia per tracciare sostenibilità pesca
Fao aggiorna la metodologia per tracciare sostenibilità pescaRoma, 25 feb. (askanews) – L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) ha rivelato oggi i dettagli di un importante aggiornamento della metodologia dello State of Stocks Index (SoSI) al vertice di Honiara nelle Isole Salomone, in corso fino al 27 febbraio. Questa nuova metodologia rappresenta, spiega la Fao, un significativo passo avanti nel tracciamento e nella gestione più efficiente della pesca. Inoltre, sono stati presentati parzialmente anche i risultati delle aree di pesca FAO 71 e 81, entrambe situate nel Pacifico. I risultati completi saranno pubblicati in un rapporto sullo stato delle risorse ittiche mondiali, che sarà lanciato alla conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani a Nizza, in Francia.
Lo State of Stocks Index viene calcolato ogni due anni e presentato nel rapporto principale State of World Fisheries and Aquaculture (SOFIA). La metodologia migliorata è stata aggiornata per fornire un’analisi più precisa e completa dello stato e della salute degli stock e adotta un approccio di valutazione a tre livelli, garantendo una maggiore adattabilità in base alla disponibilità e alla qualità dei dati tra le diverse attività di pesca. Il numero di stock valutati in ciascuna FAO Major Fishing Area passa da 500 a circa 2.600. Approvata alla 36a sessione del Comitato per la pesca della FAO, la metodologia aggiornata aiuterà gli scienziati regionali e le istituzioni della pesca a valutare la pesca in modo più efficace, fornendo ai decisori politici dati più solidi per implementare politiche di sostenibilità mirate a livello regionale e nazionale.
Per quanto riguarda l’area di pesca 71, ovvero il Pacifico centro-occidentale, che ospita il maggior numero di pescatori artigianali e su piccola scala a livello mondiale, fino al 2021 erano valutati solo 43 stock in questa zona; con la metodologia aggiornata, ora sono incorporati i dati di 265 stock, il che fornisce un quadro più accurato e rappresentativo. I risultati evidenziano sfide persistenti nelle principali attività di pesca, in particolare nel sud-est asiatico, dove il tonnetto striato e il tonno pinna gialla affrontano gli impatti del cambiamento climatico e della sovracapacità. L’analisi rivela anche che i piccoli pesci pelagici, le specie di barriera costiera e gli squali nel sud-est asiatico affrontano cali significativi a causa della pesca eccessiva, della perdita di habitat e della scarsa applicazione delle norme.
Per l’Area di pesca 81, quella del Pacifico sud-occidentale: un set di dati più completo e liste di stock ampliate rivelano una prospettiva di sostenibilità più forte. La metodologia aggiornata stima che l’85,5% degli stock valutati sia pescato in modo biologicamente sostenibile, leggermente superiore al 75,9& del 2021, quando era in uso la vecchia metodologia. Mentre alcuni stock, come il granatiere blu e l’aragosta, prosperano, altri come il pesce persico arancione e il marlin striato rimangono sovrasfruttati. Alcune attività di pesca, come la capesante della Nuova Zelanda e la vongola pipi, sono state chiuse a causa di stock bassi. Poiché i limiti di cattura ripristinano gli stock ittici e la produttività migliora, questa regione sta stabilendo un punto di riferimento globale per la gestione sostenibile della pesca.