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Wwf e altre 10 associazioni: miope la nuova visione Ue agricoltura
Wwf e altre 10 associazioni: miope la nuova visione Ue agricolturaRoma, 26 feb. (askanews) – Il documento sulla nuova visione dell’agricoltura e dell’alimentazione Europea, presentato dalla Commissione UE il 19 febbraio scorso, “manca di ambizione e di lungimiranza” e in esso manca “una chiara spinta al cambiamento” e vi si ritrova invece “una pericolosa sottovalutazione dei problemi ambientali e sociali”. E’ il parere di 11 associazioni italiane (AIAB, ACU-Associazioni Consumatori Utenti – AIDA-Associazione Italiana di Agroecologia, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica, FIRAB, GreenPeace Italia, Lipu, ProNatura, Rete Semi Rurali, Terra!, WWF Italia) che, unendosi alle analisi delle ONG di conservazione della natura, dell’agroecologia e dei consumatori europei, esprimono insoddisfazione per un documento definito “miope” e che punta “solo sulla competitività delle imprese a breve termine”.
Il documento della Commissione UE, spiegano le associazioni, non cita mai gli obiettivi delle due Strategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”, “ignorando che i problemi ambientali e sociali che li hanno motivati restano senza soluzioni ed avranno certamente impatti negativi sull’agricoltura dei 27 Paesi europei dell’Unione, in primis per le piccole e medie aziende, che continueranno inesorabilmente a chiudere”. “Ancora una volta – sottolineano le associazioni – ha prevalso la volontà di mantenere lo status quo in difesa degli interessi delle grandi aziende e corporazioni agricole a spese di tanti medi e piccoli agricoltori europei”.
Sotto accusa il fatto che il Documento non faccia pienamente seguito alle conclusioni del Dialogo strategico e non affronti i grandi problemi che determinano gli impatti ambientali e sociali dei settori agroalimentari dell’Unione europea. Ad esempio, non prevede una dismissione dei pagamenti della Politica Agricola Comune (PAC) non mirati e conferma anzi la scelta dei pagamenti diretti basati sulla superficie delle aziende agricole. Ancora, non cita in alcun modo la possibilità di considerare tra i criteri per i pagamenti diretti della PAC anche l’intensità del lavoro e i risultati degli interventi per il clima e l’ambiente. Inoltre, “la visione propone di semplificare ulteriormente la PAC, rinunciando a un controllo ancora maggiore su ciò che accade a un terzo del bilancio dell’UE. Con meno regole vincolanti ci saranno meno probabilità che i Paesi dell’UE promuovano un’agricoltura sostenibile, come è avvenuto dopo la semplificazione della PAC del 2024”. Poco incisivo per le Associazioni anche l’approccio al sistema zootecnico perchè il documento “non indica con chiarezza la necessità di promuovere una transizione agroecologica della zootecnia, con obiettivi di riduzione degli allevamenti intensivi e la promozione di una zootecnia estensiva collegata alla gestione della superficie agricola utilizzata. Una transizione agroecologica della zootecnia – sottolineano – che dovrebbe essere accompagnata da una riduzione dei consumi di carne e proteine di origine animale”.