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Vino, Cantina Noelia Ricci: “Il Sangiovese come lo faceva il bisnonno”
Vino, Cantina Noelia Ricci: “Il Sangiovese come lo faceva il bisnonno”Milano, 1 mar. (askanews) – Noelia Ricci è una Cantina che sorge all’interno dell’azienda agricola Pandolfa, una Tenuta storica che si estende per 140 ettari tra vigneti, seminativi e bosco, a Predappio, ai piedi dell’Appenino Tosco-Romagnolo nella provincia di Forlì-Cesena.
Il progetto prende il via nel 2010, quando il romano Marco Cirese, insieme con la compagna Alice Gargiullo, torna nella casa di campagna dei nonni e decide di “fare il Sangiovese come lo faceva il mio bisnonno, scarico di colore, che ‘quando lo bevi – diceva lui – devi vedere attraverso il bicchiere’, un vino che nascesse dal rispetto della naturale inclinazione del territorio”. Oggi l’azienda conta su nove ettari, sette a Sangiovese e due a Trebbiano con piante tra i 25 e i 30 anni, per un totale di bottiglie che si aggira tra le 50 e le 55mila a seconda dell’annata, prodotte con la consulenza dell’enologo Paolo Salvi. Vini vinificati in purezza, che puntano, in particolare il Sangiovese, a restituire freschezza, eleganza e frutto. La Cantina nasce ufficialmente nel 2013 con tre vini “territoriali”: il “Godenza”, un Cru di Sangiovese Predappio, “Il Sangiovese”, Sangiovese Superiore d’annata, e “Bro”, il Trebbiano. “L’uva viene selezionata prima in vigna e poi in cantina, scegliamo solo i grappoli migliori che ci consentono di lavorare in cantina in modo più semplice, usando lieviti indigeni, attraverso fermentazioni spontanee e con un basso uso di solforosa” spiega il 43enne produttore, precisando che “lavoriamo in biologico fin dal nostro inizio e dall’annata 2021 i nostri vini sono certificati bio”.
Noelia Ricci, è il nome della nonna di Cirese, colei che a fine anni Ottanta decise di costruire la Cantina. Il secondo elemento che caratterizza il progetto è la fascinazione per il mondo degli animali. “Abbiamo iniziato ad indagare l’immaginario del bestiario e il mondo degli animali più contemporaneo – racconta Cirese – per scegliere le illustrazioni provenienti dagli archivi storici di fine ottocento, perché in queste figure c’è quel realismo, non ancora fotografico, che lascia margine espressivo all’immaginazione”. Ecco allora la scimmia per il “Godenza”, che è “il vino più longevo della Cantina, quello che racconta fedelmente il crinale da cui proviene: una vigna con un’altissima presenza di sabbia arenaria che cede una tipica sapidità al vino”. “Il Sangiovese” è invece contraddistinto dall’immagine di una Vespa, “l’insetto che più di ogni altro vive la vigna e che ne protegge la biodiversità: un vino d’annata, veloce e pungente, dalla beva dissetante e spensierata di una volta”. Infine, nell’etichetta del Trebbiano “Bro” c’è la balena, “che nelle culture orientali è simbolo della memoria, della famiglia e dell’esperienza”.
Predappio è un luogo storico per la viticoltura e per la cultura del locale Sangiovese, e una zona che nell’ultimo decennio ha fatto enormi passi in avanti sul piano della qualità, con tanti, piccoli, produttori dalle idee molto chiare. I Cru più interessanti si trovano in prossimità dei crinali delle colline sopra la linea dei calanchi, e sono Predappio Alta, San Cristoforo, San Zeno e Rocca delle Caminate. “Noelia Ricci rappresenta un piccolo Cru sul crinale della collina esposto a Sud-Est, tra i 200 e i 340m slm in località San Cristoforo” sottolinea il vignaiolo, evidenziando che “il clima di Predappio è tendenzialmente continentale ma salendo il crinale, aumenta l’escursione termica e l’effetto marino, poiché il mare adriatico dista circa 50 km ed i venti arrivano sulle nostre colline senza trovare ostacoli”.