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Meloni: con Trump bisogna trattare. E “bacchetta”: basta tifoserie
Meloni: con Trump bisogna trattare. E “bacchetta”: basta tifoserieRoma, 2 mar. (askanews) – Giorgia Meloni è “dispiaciuta” per come è andato l’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky ma resta convinta che con gli Usa si debba discutere, anche in modo “franco”, per trovare soluzioni condivise, perchè dividere l’Occidente sarebbe un “errore”.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata questa mattina a Londra, prima per un incontro bilaterale con il primo ministro Keir Starmer, poi per partecipare al summit dei leader sull’Ucraina, convocato a Lancaster House dallo stesso leader britannico. A margine del summit, la premier ha incontrato anche il presidente ucraino, a cui ha ribadito il “sostegno” per “costruire una pace giusta e duratura”. Il tavolo del vertice era molto affollato: tra gli altri erano presenti il premier canadese Justin Trudeau; il presidente francese Emmanuel Macron; il cancelliere tedesco Olaf Scholz; il primo ministro polacco Donald Tusk; quello spagnolo Pedro Sanchez; i presidenti della Commissione Ue Ursula von der Leyen, del Consiglio europeo Antonio Costa e il segretario generale della Nato Mark Rutte. A loro la premier ha ribadito la linea dell’Italia: la priorità è tenere unito l’Occidente per arrivare a una pace “giusta e duratura” nel tempo.
Per lei, ha spiegato al termine ai cronisti, occorre evitare “l’errore di dividere o di favorire una divisione dell’Occidente che sarebbe esiziale”, in primo luogo per l’Ucraina. Questo, ne è convinta, è anche l’interesse degli Stati Uniti e lo ha detto a Trump in una telefonata avuta ieri sera. La premier non rivela i dettagli del colloquio, ma al tycoon ha anche spiegato la sua proposta di un summit tra europei e Usa, che “lavorando con freddezza” e senza “emotività” potrebbe essere “assolutamente a portata di mano”. Al di là dei toni delle ultime settimane, e del comportamento tenuto nei confronti di Zelensky, di cui “tutti i protagonisti sono dispiaciuti”, per la presidente del Consiglio il tycoon è un “dealer” uno che “ama parlare di accordi” e l’Italia può avere un ruolo per costruire “ponti” tra le due sponde dell’Atlantico. Per quanto riguarda il lato europeo, Meloni dice un “grazie” a Starmer e Macron per le loro iniziative, una formula che cela però una certa irritazione per un attivismo con cui – aggiunge – “abbiamo corso un po’ troppo”. Per lei la cornice resta e deve restare quella della Nato, anche perchè ipotizzare ora un disimpegno degli Usa, con “scenari alternativi” come l’ipotesi dell’”ombrello nucleare europeo”, “non è una cosa intelligentissima”. La premier ribadisce quindi tutta la sua perplessità per l’ipotesi di una forza europea di peacekeeping, che considera “una soluzione che rischia di essere molto complessa e meno risolutiva”. E l’invio di militari italiani “non è mai stato all’ordine del giorno”, chiarisce, a beneficio degli interlocutori interni, in particolare di Matteo Salvini, che da giorni sta ‘martellando’ con dichiarazione da “ultrà” trumpiano che creano frizioni nella maggioranza. Proprio a lui, pur non citandolo, sembra riferirsi Meloni quando dice che non è “particolarmente utile per nessuno in questa fase lasciarsi andare alle tifoserie” mentre bisogna “imparare a leggere la politica estera con un po’ più di profondità”.
Nel punto stampa finale, a Londra, c’è spazio anche per una domanda sugli eventuali dazi (del 25%) che Trump minaccia contro l’Europa. “Siamo molto preoccupati, siamo una nazione esportatrice, io sono preoccupata e ci rendiamo conto che sarebbe un problema. L’Europa risponderebbe e ci sarebbe un’escalation che ci indebolisce tutti quanti”. Però, è la sua opinione, “io penso che si possono trovare soluzioni non di rottura ma di accordo”.